Castello di Montebello: la ricerca del 2011 e le ultime novità
giovedì, 23. giugno 2011 12:13
a cura di Michele Morettini
La ricerca al Castello di Montebello a cui abbiamo partecipato attivamente il 21 Giugno 2011 insieme a Daniele Gullà, Mattia Mascagni e Marino Fantuzzi è stata estremamente interessante, sia dal punto di vista delle tecnologie utilizzate, che dal fronte delle metodologie applicate. Il rigore della ricerca scientifica affiancato al sottile mondo delle percezioni extrasensoriali: oramai questo è un connubio che solo i più ostinati negazionisti non riescono ancora ad accettare. In questi ultimi anni le indagini al Castello di Montebello hanno fornito oggettivi parametri di studio e hanno contribuito ad accrescere il bagaglio di conoscenze sul mondo della ricerca di Confine, molto probabilmente anche quest’anno tutti i parametri monitorati, le foto/video acquisizioni multispettrali effettuate e i dati acquisiti ci aiuteranno a fare un passo avanti in questo tipo di indagini. Sostanzialmente, la ricerca è stata suddivisa in diverse parti: nel pomeriggio mediante l’utilizzo di una sofisticata apparecchiatura, un geo-radar, il ricercatore Daniele Gullà è riuscito a mappare il sottosuolo all’interno e all’esterno del castello di Montebello, così da georeferenziare cavità o passaggi segreti non conosciuti. L’idea è stata quella di verificare se particolari cavità artificiali potessero essere ricondotte a possibili “camere segrete” sconosciute alla storia, che potessero spiegare in qualche modo la misteriosa scompara di Azzurrina. I rilievi effettuati hanno prodotto moltissimi risultati che saranno analizzati e divulgati prossimamente dal ricercatore.
Successivamente, Mattia Mascagni e Marino Fantuzzi grazie alla loro particolare sensibilità extrasensoriale hanno effettuato esperimenti di psicoscopia ambientale (aiutati anche da altri sensitivi simpatizzanti del gruppo di ricerca), ovvero hanno cercato di mettersi in rapporto con l’ambiente per cercare di acquisire determinate informazioni che fanno riferimento alla “storia” di quel luogo.
L’esperimento è sfociato in un vero e proprio contatto sensoriale “real-time” con presunte ed indefinite energie senzienti; mentre il gruppo di sensitivi effettuava questo tipo di esperimento, il nostro gruppo di ricerca (composto dal sottoscritto, Michele Morettini e da Stefania Ferrari) effettuava riprese fotografiche ad ampio spettro (UV-B – Visibile – Near IR) e rilevazioni riguardo possibili fluttuazioni del campo elettromagnetico (effettuati anche da Leea, una collaboratrice del gruppo di Daniele Gullà); Daniele Gullà invece mediante l’utilizzo di un nuovo apparecchio appositamente realizzato per lo studio e la rierca nel campo Metafonico, cercava riscontri in relazione al fenomeno delle voci elettroniche (l’utilizzo di questa nuova apparecchiatura sembra aver dato esiti molto interessanti). Anche in questo caso tutti i dati riguardo i parametri geo-fisici raccolti, le riprese fotografiche effettuate, le considerazioni dei sensitivi e le registrazioni effettuate con l’attrezzatura EVP saranno studiati e incrociati, cosi da poter avere un quadro generele sull’esperimento condotto. Dopo una breve pausa serale, il gruppo di ricerca si è dedicato alla vera e propria ricerca di “Azzurrina” e dei fenomeni a lei connessi. Sono state montate telecamere ad infrarossi ad alta sensibilità con tanto di sorgenti di radiazione infrarossa in vari punti del Castello, compreso il famoso vano di azzurrina. Alle telecamere in ogni punto sono stati montanti microfoni professionali, cosi da acquisire in contemporanea parametri video e audio. All’interno del vano di Azzurrina il nostro gruppo di ricerca ha effettuato rilievi statici sulla fluttuazione termica (mediante sensore termico interfacciato ad un personal computer) e geo-elettro-magnetica (mediante un TriField Natural EM meter).
Una volta posizionata tutta la strumentazione e attivati tutti i sensori di acquisizione è stato tentato un esperimento mai realizzato prima: è stata mandata in filodiffusione una musica nei pressi del vano di azzurrina, musica che rievoca fedelmente le musiche del 1300, addirittura suonata con strumenti simili a quelli dell’epoca. Il concetto è stato quello di immettere nell’ambiente un suono fedele a quello che si poteva udire all’epoca, cercando cosi di “eccitare” il contesto energetico PSI e verificare la risposta dell’ambiente stesso mediante le strumentazioni attivate.
Infine è stato tentato un ulteriore esperimento: il gruppo di sensitivi riunitosi nel cortile, ha effettuato nuovi esperimenti di percezione extrasensoriale ambientale, anche in questo caso sono state fatte fotografie ad ampio spettro e registrazioni con l’attrezzatura psicofonica.
Possiamo sicuramente affermare che abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad una serata dove l‘eccellenza della ricerca parapsicologica Italiana trova il suo “habitat” migliore, un luogo dove le fenomenologie paranormali, se studiate con il dovuto rispetto e il naturale senso critico, non si fanno mai attendere. Questo articolo vuole solo documentare sommariamente le fasi di indagine realizzate, prossimamente i risultati saranno ampiamenti diffusi, sia tramite i nostri canali divulgativi ma sicuramente anche da quelli dei media nazionali. Personalmente ringrazio sinceramente Mattia Mascagni, Daniele Gullà e Marino Fantuzzi per aver invitato la nostra Associazione ad un evento cosi importante.
Concludo con una notizia molto interessante appena uscita, che sicuramente metterà la parola fine alle “tendenziose” supposizioni nate attorno alla oramai celebre foto di Azzurrina, ripresa da Mattia Mascagni ed elaborata da Daniele Gullà nella sessione di esperimenti del 2010.
La foto è stata periziata ed è emerso senza ombra di dubbio che il file RAW (originale) non è stato assolutamente modificato e quindi l’elemento “extra” apparso in foto è assolutamente genuino. Riportiamo di seguito una nota del ricercatore sulla questione, tratta dal suo sito personale e il collegamento al file della perizia:
Sono ormai diversi anni che mi occupo dello studio riguardo i fenomeni anomali o più volgarmente detti “paranormali” ed ho notato con grande piacere che la passione per la ricerca non viene mai a mancare.
Come molti sanno, il paranormale, è un argomento molto delicato e discusso principalmente perché nessuno detiene la legge assoluta del sapere e perché a causa di vari ciarlatani, tale argomento, viene spesso sporcato da chi si approfitta dell’ingenuità e debolezze altrui vantando titoli inesistenti e senza avvalersi di strumentazioni tecnologiche idonee per poter vedere l’invisibile.
Nel momento in cui un ricercatore singolo o un team di studiosi riescono ad ottenere buoni risultati, pubblicandoli, si espongono a loro volta, consci di essere passibili a critiche discordanti.
Sin quì tutto nella norma, finchè l’ignoranza di alcuni soggetti sfocia in commenti poco piacevoli e signorili in cui si possono notare insinuazioni del fatto che tali risultati siano artificiosi o addirittura creati come falsi. Ovviamente, è bene ricordare che ogni soggetto è libero di esprimere il proprio parere facendo ben attenzione che non vengano mai a mancare educazione e rispetto.Io sono un ricercatore e con grande rispetto per il mondo invisibile, in tutte le sue sfaccettature, lavoro con dedizione, sacrificio, onestà ed umiltà al fine di proporre ciò che emerge dai dati che riesco ad ottenere.
Inoltre posso vantare la fortuna di lavorare con persone accreditate in ambito forense e scientifico, che periziano minuziosamente ogni singolo dato raccolto in fase di ricerca.Detto ciò, quanto segue è una perizia fatta nei confronti dello scatto fotografico avente per soggetto la leggendaria figura di “Azzurrina”, da me ottenuto il 21/06/10 durante il monitoraggio organizzato da Daniele Gullà, tenutosi presso il Castello di Montebello, monitoraggio a cui era presente anche una squadra del CICAP.
Segnalo anche che la ricerca è stata documentata dalle telecamere di Italia 1 e che martedi 28 giugno è stato mandato in onda un servizio all’interno del programma Tabloid :
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=bDoFIvftDp8[/youtube]
I ragazzi di TerraIncognitaweb invece hanno rilasciato un video dove Mattia Mascagni e Marino Fantuzzi sintetizzano i primi risultati “interessanti” ottenuti.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=1lIQrtY7-Zo[/youtube]
CLICCA QUI PER VEDERE ALCUNE FOTO CHE DOCUMENTANO LA RICERCA
Categoria: Aggiornamenti Daltramontoallalba.it, Luoghi Misteriosi, Ricerca Parapsicologica | Commenti (0) | Autore: Webmaster_Michele




Informiamo tutti i nostri amici utenti che L’Associazione Culturale Dal Tramonto all’Alba è stata invitata a partecipare attivamente alle annuali ricerche parapsicologiche che si terranno al Castello di Montebello (Torriana – Rimini) martedi 21 Giugno 2011. Avremo modo di affiancare Daniele Gullà, Mattia Mascagni e Marino Fantuzzi nella ricerca di eventuali fenomenologie paranormali connesse al famoso caso di “Azzurrina”. L’Associazione, sinceramente onorata per la collaborazione stretta, desidera ringraziare vivamente i tre ricercatori. Vi invitiamo a seguire il sito, il mystery news e il forum per eventuali aggiornamenti sul caso.
ere il nostro satellite. Ma, cosa ne pensavano gli “antichi” di questi fenomeni? Fin dagl’albori dell’Umanità, la Luna ha sempre destato grande interesse, fascino, ma soprattutto timore. Infatti vi era la credenza che l’eclissi lunare fosse foriera di calamità e sventure. Addirittura che un potente mostro tingesse con il suo sangue l’astro d’argento, quando esso diveniva rosso. Per monitorare questi eventi nacquero i primi rudimentali centri astronomici: quali si suppone fossero Stonehenge in Inghilterra, o i suoi progenitori il “Cerchio di Goseck” costruito 2000 anni prima nella regione della Sassonia-Anhalt in Germania e il monumento archeoastronomico di Carahunge nell’Armenia di 3500 anni più vecchio. Ma ve ne sono altri più o meno grandi sparsi per il mondo. La Luna per alcuni era un essere femminile, la moglie del Sole o la sorella. Per altri invece una divinità androgina, sia maschio che femmina, a seconda delle fasi. Nel panteon egiziano la dea Iside è la personificazione dell’astro notturno, mentre in Roma, in età classica, la dea Luna si confuse con Diana, anch’essa venerata come divinità astrale. Non potevano essere da meno i Maya che, grazie alla loro profonda conoscenza astronomica, ci hanno potuto lasciare tabelle contenenti precise previsioni di eclissi lunari e solari. Ma, dal punto di vista scientifico, furono gli antichi greci a disegnare le mappe delle costellazioni, che riuscirono a calcolare anche la distanza della Luna e, con l’astronomo Ipparco di Nicea, a scoprire il fenomeno della “precessione degli equinozi” (un movimento della Terra che fa cambiare in modo lento ma continuo l’orientamento del suo asse di rotazione); al quale giunse proprio osservando l’ombra della Terra sulla Luna durante un’eclissi. E, per citare un curioso aneddoto, torniamo al 1504, anno in cui il grande esploratore Cristoforo Colombo durante il suo ultimo viaggio nelle Americhe, salvò il suo equipaggio ormai allo stremo delle forze facendo credere agli indigeni di essere un potente mago, e che avrebbe fatto sparire la luna se non gli fossero stati forniti cibo e acqua. Quando effettivamente la Luna cominciò a oscurarsi, terrorizzati i nativi gli diedero tutto ciò che chiedeva. Nella realtà Colombo utilizzò, semplicemente, una copia del “Calendario delle Eclissi” pubblicato da Johannes Muller nel 1474 che prediceva un eclisse per il 29 Febbraio, che aveva a bordo.


lta ottenuto un indizio concreto quale la visualizzazione di quella grandiosa geometria ,che naturale proprio non può essere,è d’obbligo la verifica sul campo: così,armati di fotocamera ed equipaggiamenti vari abbiamo deciso di sfidare la montagna,e dopo una lunga ascesa per un ripido sentiero, siamo giunti finalmente al Sercol. Qui effettivamente abbiamo potuto riscontrare i segni di un’antica presenza umana: centinaia e centinaia di tonnellate di rocce bianche, accuratamente disposte in circolo attorno alla cima spianata del Monte Cavallo. Tante domande hanno cominciato ad accavallarsi una sull’altra nelel nostre menti. Ci siamo emozionati di fronte a simile resti: quella con tutta probabilità era un’antica fortezza dell’età del bronzo. O forse in quell’area venivano
CATANIA – Al momento l’unico “rischio” reale è di ritrovarsi in ufficio con un quarto d’ora d’anticipo. Ma il fatto in sè incuriosisce e, com’era facile prevedere, il mistero ormai corre sulla Rete. Da oltre una settimana gli orologi elettrici di Catania, ma anche di altre città della Sicilia, sembrano letteralmente impazziti. Improvvisamente cominciano a correre riuscendo ad andare avanti anche di 15/20 minuti al giorno. Un fenomeno inspiegabile che ha acceso la curiosità di due periti informatici della St Microelectronics, la multinazionale dei semiconduttori con sede a Catania. Francesco Nicosia e Andrea De Luca sono per certi versi anche degli addetti ai lavori. E sicuramente non sono facilmente suggestionabili. Parlando tra loro hanno scoperto di avere un problema in comune che, a stretto giro, hanno condiviso sui social network. A quel punto la scoperta: nella Sicilia sono ormai centinaia gli orologi digitali che vanno più in fretta del dovuto.
elettromagnetici agli improvvisi sbalzi nell’erogazione di corrente. Più o meno le stesse che vengono fatte per spiegare «il mistero degli orologi impazziti». Il popolo della Rete aveva pensato pure a campi elettromagnetici legati all’Etna, anche se questo sarebbe valido solo per Catania, mentre qualcuno ha evocato persino gli effetti dei venti solari.
decidessimo un pomeriggio di fare una passeggiata in una delle nostre splendide colline, provando ad entrare in un normale campo di grano, troveremmo sicuramente la medesima situazione: insetti vivi e altri morti attaccati alle spighe. Le coccinelle morte che sono state individuate probabilmente sono state attaccate da un fungo, l’ Entomophthora muscae; questo fenomeno (assolutamente normale) torna spesso alla ribalta quando si parla di Crop Circle, poichè gli insetti rimangono come inspiegabilmente “mummificati” e/o dall’apparenza disidratata.



