Archivio Mensile agosto, 2014

Palazzo Vallemani, la casa più infestata delle marche

mercoledì, 13. agosto 2014 9:23

Situata su di una collina nei pressi di Serra San Quirico (provincia di Ancona) è oramai da una ventina d’anni il fulcro delle credenze paranormali e del folklore della zona. Fù costruita intorno al 1930 sotto la supervisione del Conte Vallemani, un ricco nobile romano che aveva preso in considerazione l’idea di erigere una dimora estiva, del resto non aveva tutti i torti, il clima estivo della zona è particolarmente mite e gradevole.

Come dicevo è situata su di una collina alta circa 100 metri rispetto alla strada principale sottostante, e cosa molto importante, questa strada è la storica via Clementina, la principale rotta di passaggio che collegava un tempo Roma con le zone clericali locali. In realtà nell’altopiano possiamo trovare una vera e propria città “feudale”, infatti la villa sorge al centro della zona, ma c’è anche una chiesa, una stalla e una casa colonica per la servitu’. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la villa diventò una vera roccaforte. Vennero scavati sotterranei e cunicoli, vie di fuga inaccessibili per i nemici o intrusi e l'”eremo” diventò un vero punto di osservazione strategico-militare. Sotto questo periodo nasce la leggenda di Villa Vallemani. Durante la seconda guerra mondiale una sera il Conte Vallemani stava banchettando con amici e ospiti quando improvvisamente la portà si spalancò, i guerriglieri nazisti stavano assaltando la villa.

La leggenda racconta che morirono circa 20 persone sotto il fuoco nemico, ma il  Conte prima di esalare il suo ultimo respiro maledisse gli intrusi  e giurò di proteggere la villa dagli estranei per l’eternità. Non si hanno notizie di avvenimenti strani riguardanti la villa fino agli inizi del ’70. Proprio in questo periodo si narra la prima storia raccapricciante su questo luogo. Una coppia di sposi dopo aver celebrato il rito matrimoniale e avere banchettato con le famiglie e gli amici, decise di andare a fare un filmino ricordo sulla villa. Fecero le riprese e poi tornarono a casa. Dopo pochi giorni, visionando le riprese fatte videro lo schermo oscurato e come sottofondo musicale sentirono una macabra sinfonia di violino.

Da quel giorno la villa fù presa d’assalto da molti curiosi e molte sono le storie piu’ o meno vere che circolano. I racconti dei malcapitati si basano sempre sugli stessi punti: rumori di catene, grida, improvvise folate di vento, ombre e figure dietro le finestre dei piani superiori. Un fatto degna particolarmente interesse. Un giorno, verso la metà degli anni ’80, una ragazza andò a fare una scampagnata sulla casa. Decise di entrare nella chiesetta e al centro della navata principale vide una foto di due sposi, una foto di stile inizio secolo. La ragazza colpita dalla foto decise di prenderla e di portarla a casa. La notte stessa  la ragazza ebbe un terribile incubo. Sognò la donna della foto che le ordinava di portare a posto l’oggetto rubato e le annunciava terribili disgrazie se avesse disobbedito all’ordine. Mentre la poverina sognava, la mamma, disturbata e preoccupata per i gemiti della figlioletta, entrò in camera e rimase paralizzata dalla paura.

Una donna con un vestito bianco stava sussurrando all’orecchio della figlia delle frasi. La dama scomparve dopo una decina di secondi. L’indomani la ragazza portò immediatamente la foto al suo posto e non ebbe più nessun tipo di apparizione. Le storie su questa angusta dimora si contano a decine, per esempio un ragazzo, non molto tempo fà, giura di avere visto la chiesetta illuminata al suo interno, anche se l’energia elettrica non è mai stata presente in tutto il complesso. Il lato ovest della collina è come tagliato per metà e presenta un burrone ripido e scosceso, il burrone si chiama “Precipizio del Diavolo” poichè la leggenda narra che il Diavolo in persona gettò nel burrone dei tesori, a parte questa leggenda qualche anno fà due ragazzi si suicidarono da questo punto gettandosi dal precipizio. C’è chi dice di essere entrato nei famosi sotterranei e di aver trovato ossa e teschi (forse risalenti ai conflitti bellici della seconda guerra mondiale), e gli anziani del luogo che asseriscono che i suddetti sotterranei conducano nei punti nevralgici della cittadina Serra San Quirico, gallerie strette ma lunghe chilometri. Da diverso tempo la villa principale è stata distrutta e ricostruita nelle fondamenta e nello scheletro principale, ma i lavori si sono fermati quasi subito, c’è chi dice che eventi di natura paranormale abbiano disturbato coloro che hanno lavorato alla riedificazione del complesso abitativo. Molti sono i misteri che avvolgono questo luogo, verità o folklore?

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Il Castello Pallotta e il fantasma di Maddalena

venerdì, 8. agosto 2014 10:11

Edificato intorno alla seconda metà del IX secolo sulle pendici del colle Colcù (nei pressi di Macerata) e successivamente modificato verso la fine del Cinquecento grazie alle intenzioni del cardinale evangelista Pallotta di volerla adibire a propria residenza estiva apportandone migliorie in stile rinascimentale per celebrare il prestigio dei Pallotta che ha annoverato ben quattro Cardinali nella propria famiglia. Ospitò fra gli altri il pontefice Clemente VIII e la regina Cristina di Svezia. Nel 1885 il conte Desiderio cominciò a mettere in atto una serie d’interventi seguendo la linea indicatagli da suo padre il conte Giuseppe che morì poco dopo, ovvero nel 1886. Il primo lavoro, intrapreso con il consenso del conte Giuseppe fu quello della ricostruzione del torrione detto della scuderia posto verso levante. Il Ministero della Pubblica Istruzione, con notifica dell’11 febbraio 1921, aveva dichiarato il castello di Caldarola, per i restauri e i riordini interni eseguiti fino a quell’epoca, di “importante interesse storico ed artistico”.

pallotta

caldarolaIl castello Pallotta di Caldarola ospita da secoli il Fantasma di Maddalena, giovane donna, chi dice ribelle al volere della famiglia che la voleva rinchiudere in convento, altri la descrivono come vittima di un amore sfortunato. Maddalena è una fanciulla vissuta nell’800, avvelenata con delle bacche di Tasso,  albero ancora presente nel parco del Castello, dalla propria famiglia a cui Maddalena si era ribellata, rifiutandosi di diventare suora, perché perdutamente innamorata di un bel giovane del posto. Il Fantasma della giovane Maddalena si materializza in vari punti del castello e molte sono le persone che asseriscono di averlo visto e c’è chi lo avrebbe  fotografato involontariamente, come Roberto Scocco, amministratore oltre che organizzatore di eventi al Castello Pallotta di Caldarola. Il sig Scocco, stampando una foto eseguita 100 anni prima, si trova  “un’immagine, perfettamente resa” vede “emergere dai merli in risanamento, alcune impalcature, un muratore, e sopra ad una tavolFantasma di Maddalena, mentre passeggia e suona il flauto a 30 metri di altezzaa di 30 cm stesa tra un bastione e l’altro (proprio di fronte al pino di papa Clemente!): lei. Maddalena! Vestita di una lunga tunica, con il flauto ed un piedino alzato all’indietro, vezzosamente. Il muratore guarda verso il fotografo, eppure la vista di una ragazzina sospesa nel vuoto, a due passi da lui, avrebbe dovuto attirarne l’attenzione! C’è tuttavia di più: l’immagine non getta alcuna ombra, come invece è per tutti gli altri elementi della fotografia stampata a distanza di 130 anni” (Verdenelli). Vi proponiamo il video tratto da una trasmissione di Rai 1 andata in onda il 16 Maggio 2009. Potrete ammirare il Parco del Castello, l’albero di Tasso dalle bacche velenose e l’immagine del Fantasma di Maddalena che passeggia sull’impalcatura come descritto da Scocco.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=TUkaAQ30l_Y[/youtube]

Durante il filmato R. Scocco prima ritrae alcune precedenti dichiarazioni, ma alla fine conferma la presenza insolita della figura di donna nell’immagine secolare da lui riprodotta ed in seguito ingrandita. Da quanto si apprende nel video la foto è stata anche periziata dal ricercatore Daniele Gullà e l’esito di tale perizia afferma che l’immagine della donna è compatibile con altre immagini simili, ma trattasi di fotografia ad esseri viventi e non fantasmi. Di seguito alcune elaborazioni al frame del filmato per esaltare la sagoma del presunto elemento “extra” acquisito nella foto. Come di consueto lascio a voi il giudizio. Un consiglio però è d’obbligo, correte a visitare il meraviglioso Castello Pallotta di Caldarola.

Fonti testuali: http://www.gazzettinodellamagia.it/categorie/fantasmi/storie-e-leggende/item/125-il-fantasma-di-maddalena-al-castello-pallotta-di-caldarola.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Pallotta

http://www.cronachemaceratesi.it/2009/04/26/il-fantasma-di-maddalena-fotografato-e-riconosciuto-al-castello-di-caldarola/4727/

Foto castello: www.castellopallotta.com

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Paranorm: il più misterioso disco musicale Italiano

mercoledì, 6. agosto 2014 13:00

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=8THnA1kj2EA[/youtube]

Ecco uno dei personaggi e dei dischi più misteriosi degli ultimi anni. Nel 1978, a soli 25 anni, tale Malleus – artista marchigiano – sperimentò un insolito e rischioso esperimento extrasensoriale. Già in tenera età affascinato dalla potenza introspettiva della musica e piuttosto versato nella composizione e nell’arte grafica, si recò alla Rocca Degli Ottoni, un insieme di ruderi nei pressi di Recanati. Di quell’evento si conoscono solo pochi particolari. Tuttavia fu centrale nella vita del giovane, che cominciò ad interessarsi alla musicoterapia e ai legami musica-psiche.

paranorm

Nel 1996 Malleus, dopo un lungo travaglio interiore, decide di pubblicare, dopo averla materializzata in musica, quella indimenticabile e misteriosa esperienza. Nel biennio 1988-1990 realizza un test-demo chiamato “Opera I”, uscito su 12 pollici e accolto con successo. Alla fine del 1992 incide l’Opera totale, chiamata “Paranorm”, pubblicandola con la propria etichetta MCM, specializzata in ciò che egli ha chiamato “Psycho-music”. Ricordiamo che la versione in vinile presto sparì e oggi è considerata un cimelio da collezione.

roccadegliottoni

Si tratta di un viaggio musicale dichiaratamente ispirato alla Divina Commedia. Mentre Dante scelse il verso per effettuare un viaggio nell’animo umano, Malleus sceglie la musica. Conscio della grande potenza evocativa di questo strumento, realizza un album di “musica psichica”, funzionale a liberare la mente da ogni condizionamento. Concepito e dichiarato come viaggio magico, “Paranorm” ispira nell’ascoltatore un senso di imponenza e grandeur: il filo conduttore di tutta l’opera è proprio quello del rafforzamento della volontà, che porta l’uomo alla consapevolezza della propria scintilla divina interiore. L’opera suscitò addirittura l’interesse del famoso parapiscologo e ricercatore Massimo Inardi, che volle scrivere sul retro del vinile una personalissima recensione e introduzione alle fenomenologie che scaturirono l’incipit del progetto:

“…Attratto dalle misteriose storie antiche e dalla ricerche svolte in compagnia di un gruppo di amici anch’essi interessati all’argomento, Màlleus, uno studioso locale di parapsicologia che usa questo pseudonimo anche come musicista e amanuense, decise nel 1978 di tentare un esperimento: si recò da solo, nottetempo, alla Rocca degli Ottoni, raggiungibile soltanto a piedi e, con l’aiuto di un registratore, decise di autoindursi in una trance ipnotica che lo facesse regredire fino al tempo del sanguinoso assedio, con totale ricordo ricordo delle esperienze che avrebbe vissuto. L’esperimento ebbe successo e Màlleus assistette, come un invisibile pellegrino del tempo, al fosco affresco di vita che si svolgeva davanti ai suoi occhi: l’antico assedio della Rocca e la sua distruzione. Le scene, viste con gli occhi della mente, erano raccapriccianti. Il famoso oro, tanto cercato, accumulato rapina dopo rapina, appariva ancora ben nascosto nei sotterranei della Rocca, fra le ossa dei pellegrini uccisi dai briganti. Nelle immagini percepite era custodito da enormi serpenti. Vide e si impossessò di quel tesoro Màlleus? “Egli non trovò affatto – scrive Massimo Inardi – il tesoro che cercava materialmente, bensì il più prezioso tesoro dello spirito e della psiche, insieme ad una musica che egli ha riascoltato e meditato”. Proprio così, perché Màlleus, sulla base della sua esperienza paranormale, ha ralizzato una interessante composizione musicale, che risente anche della seconda parte dell’esperimento, che non si concluse come era previsto. Infatti Màlleus racconta di essersi trovato, per alcune ore, in pieno giorno in una bellissima vallata dove regnavano pace e tranquillità: sicuramente la stessa vallata molti anni prima che la Rocca fosse edificata. Da questa esperienza, vissuta con grande intensità, a distanza di dieci anni, è nata un’opera musicale, che ha per sottofondo un suono particolare che ha accompagnato Màlleus per tutto il viaggio. L’opera musicale è stata chiamata Paranorm, e in essa si ascolta una musica che è stata definita “solida”, perché rende vivibili direttamente le sensazioni descritte. La realizzazione artistica ha riscosso notevole successo e Màlleus si è trovato ad organizzre manifestazioni dove la sua musica veniva eseguita , addirittura con concerti “olfattivi”, dove anche i profumi aiutavano a ricreare le emozioni di quel “viaggio”. Così Màlleus ha creato una sorta di nuovo genere musicale, che si basa su una musica “psichica”, nella quale ogni uomo non può fare a meno , proprio perché dotato di psiche, di identificarsi e di riconoscersi.”

roccadegliottoni2

Fonti: http://www.movimentiprog.net/modules.php?%20op=modload&name=Recensioni&file=view&id=798
http://verso-la-stratosfera.blogspot.it/2013/09/malleus-1996-opera-totale-opera-i-bonus.html

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Il gruppo Compagnia di Ricerca alla ricerca del fantasma di Costanza Malatesta

martedì, 5. agosto 2014 13:20

Sempre in tema di eventi legati alla ricerca parapsicologica voglio segnalare questo interessantissimo appuntamento organizzato dagli amici della “Compagnia di Ricerca“, capitanata da Marino Fantuzzi.

Sabato 16 Agosto 2014 dalle 17,30 alla Rocca di Montefiore Conca (Rimini) i ricercatori della “cdr” accompagneranno gli invitati a questo evento alla scoperta dei misteri e delle bellezze di questo castello, dapprima effettuando una visita al borgo medioevale e una suggestiva cena in terrazza, per poi simulare una vera e propria indagine sul campo all’interno delle stanze della fortezza. La serata si concluderà con una particolarissima visita guidata notturna al castello a lume di candela.

COSTANZA MALATESTA FANTASMA DI MONTEFIORE CONCA

Montefiore Conca

La Rocca malatestiana di Montefiore Conca, costruita intorno al Trecento, ospita al suo interno misteri, fantasmi e tesori. Il suo fantasma è quello di Costanza Malatesta. Alcuni riscontri storici in nostro possesso, ci confermano che questa non sia solo una leggenda. Alcuni sostengono che Costanza fosse la madre di Azzurrina, la bimba morta misteriosamente nel castello di Montebello;  ma l’Anonimo e lo storico Riminese del ‘500 Cesare Clementini, sostengono che Costanza fosse l’unica figlia di Malatesta l’Ungaro.

Costanza andò sposa giovanissima nel 1363 al marchese Ugo d’Este ma rimase vedova poco più che ventenne nel 1370. Tornò alla Rocca di Montefiore con una ricchissima dote e non tardò a consolarsi, dandosi ad una vita costellata di amanti. Clementini racconta che fu trovata nel letto con un mercenario tedesco, tale Ormanno. Questo fatto provocò le ire dello zio Galeotto, che ordinò ad un sicario, Santolino da Faenza, di sopprimerli entrambi. Costui però si rifiutò di uccidere Costanza, che però non venne risparmiata dal successivo sicario, Foriuzzo, il quale eseguì il mandato il 15 ottobre 1378. Tale data contrasta però, con un atto di sei anni dopo, dal quale Costanza risulta ancora viva. Probabilmente questa incongruenza diede origine già da allora alla storia del fantasma di Costanza, che si aggira nei saloni del castello.

Non meno famoso del fantasma di Costanza è il mistero del tesoro dei Malatesta. Si è sempre parlato di questo tesoro, così ben nascosto da far risultare inutili gli innumerevoli tentativi di ritrovarlo. Il canonico Vitali sostiene che il tesoro fosse stato nascosto da Sismondo Pandolfo nella Rocca. I Malatesta, cinti d’assedio, dovettero nascondere in fretta e furia il tesoro, in “certe mura”. Ma quali sono queste misteriose mura?  C’è una torre, chiamata da sempre “Torre del Tesoro” o “Torre del Diavolo”, nella quale si pensa che sia rinchiuso il leggendario tesoro dei Malastesta. Nonostante l’esistenza di efficiente parafulmine sul campanile della Rocca, questa torre fu colpita da vari fulmini nel maggio del 1952. Si pensa quindi che questi fulmini fossero attirati da del materiale metallico presente nella Torre e per questo motivo l’edificio fu chiamato “Torre del Tesoro”. In seguito per allontanare i malintenzionati fu soprannominata anche “Torre del Diavolo”.

Se siete da quelle parti vi consiglio di non mancare a questo appuntamento!

Prenotazione obbligatoria, per informazioni: Marino 347/7418726

Fonte: http://www.cattolica.info/itinerari/itinerari-valmarecchia-valconca/leggende/misteri-di-montefiore/

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