Archivio Mensile gennaio, 2014

I fantasmi del castello di Zavattarello

mercoledì, 15. gennaio 2014 8:25

Inquietanti presenze vivono all’interno delle mura dell’antico castello Dal Verme di Zavattarello. Fantasmi di nobili e trovatori appaiono per poi scomparire nel nulla, negli stanzoni della rocca. In paese, al bar, tra le mura domestiche tutti ne parlano, ma tutti hanno paura di raccontare, temono di essere presi per pazzi. Nel 2005, un architetto che si occupava della ristrutturazione del castello ha avuto un giorno un strano incontro. Egli si trovava in una delle stanze del maniero, vicino ad un antico mobile in noce. Ad un certo punto sentì una presenza alle spalle. Si girò di scatto e vide a pochi metri di distanza la figura di un antico trovatore, vestito con abiti colorati e che in mano aveva una specie di mandolino. Lo spirito cercò di comunicare qualcosa all’architetto ma poi scomparì per sempre.

A confermare questi strani fatti e queste voci che parlano di spettri di fantasmi è il sindaco di Zavattarello Carlo Romagnese. “Anche quando hanno donato il castello nel 1975 al comune i conti Dal Verme era apparso un articolo sul Corriere della Sera -racconta il primo cittadino – che parlava della presenza di un fantasma all’interno dei locali del castello. Localizzato precisamente nell’ultima stanza dell’ultimo piano della rocca. Proprio una di quelle stanze che aveva avuto il maggior danno a seguito dell’incendio appiccato dai Mongoli, dopo un rastrellamento, ai tempi del secondo conflitto mondiale. In questa ultima stanza sarebbe localizzato il fantasma di Pietro Dal Verme, il principale feudatario dei Visconti dal Verme che viveva a Milano, a San Giovanni sul Muro ma che spesso veniva nel castello di Zavattarello. Era stato avvelenato dalla moglie, una Sforza, che si era vendicata per una questione sentimentale. E’ stata praticamente una vicenda violenta. Io ho raccolto le testimonianze dirette della famiglia dal Verme. Il conte Carlo che è il primogenito vivente. Loro sono ottantenni, hanno passato l’infanzia all’interno del castello, prima che avvenisse l’incendio. I conti Dal Verme assicurano che a mezzanotte si apriva improvvisamente la stanza. E quindi nessuno voleva dormire nella stanza. Noi non abbiamo fatto verifiche. Questo è il fantasma ufficiale. Inoltre a me ha raccontato un architetto di cui non faccio il nome, perché si è confidato solo con me, durante i restauri, mentre facevano i rilievi per presentare i progetti al comune del restauro del castello. Nel locale della cucina, dove c’è un mobile, un vecchio credenzone che è stato restaurato. In quella stanza l’architetto ha visto un vecchio nobil uomo seduto su una poltrona, vestito con gli indumenti molto colorati, aveva una barbetta molto bianca gli ha sorriso. Poi altre persone lo avrebbero visto anche di giorno. Lo spirito non parrebbe uno dei conti, ma le sembianze fanno pensare a uno dei vecchi cantori. Dopo questi fatti sono andato a vedere tra gli archivi e ho trovato una vecchia storia che raccontava di un cantore che si era invaghito della contessa. E probabilmente questa storia una volta scoperta avrebbe avuto un tragico seguito. Anche se ho raccolto queste testimonianze io rimango molto scettico, non credo al soprannaturale e infatti da me il fantasma da me non si fa vedere. Anche se io sono quello che vive di più all’interno della rocca non ho mai visto lo spettro di Dal Verme.

E’ stata realizzata nel 2013 un’interessante ricerca al castello in due diverse fasi, condotta dal gruppo Hesperya Paranormal Research, ricerca che ha portato all’acquisizione di alcuni EVP di particolare interesse. Per approfondire segnalo il link del report di indagine:

http://www.hesperya.net/le-indagini/castello-dal-verme-zavattarello-pv/

e un bel video-report delle due ricerche.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=684P6qiRyok[/youtube]

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L’ectoplasma, la materia ignota e lo spiritualismo

martedì, 14. gennaio 2014 10:40

L‘ectoplasma (dal greco antico ἐκτός – ektòs, fuori – e πλάσμα – plasma, lett. ciò che ha forma) è un termine adottato per la prima volta da Ernst Haeckel nel 1873, per indicare lo strato esterno e più denso del citoplasma cellulare. Il primo ad usare questo termine nel campo della parapsicologia e dello spiritismo fu il premio Nobel Charles Richet (1850-1935). Il termine ectoplasma indica una sostanza di natura sconosciuta, che secondo i fautori delle teorie paranormali uscirebbe dal corpo di alcuni medium in stato di trance e che spesso si materializzerebbe in figure visibili. Esso rappresenterebbe pertanto la forma corporea fluida nella quale talvolta si materializzano gli spiriti o le entità spirituali. Sostanza luminosa, o forza, che si dice fluisca dai medium in trance. Si riporta che l’ectoplasma è il risultato di una forza ectenica. Il trasferimento dell’energia/materia usa certi materiali nella stanza dove una seduta viene tenuta in modo da fornire una sostanza e un colore ad una manifestazione. Un po’ viene preso da tutto in modo da non distruggere le cose. Comunque, gli oggetti in una stanza dove si svolge una seduta non si consumano facilmente. Il maggiore potere è quello emanato da ogni membro del cerchio. Il medium non solo sviluppa il proprio potere medianico, ma il potere del proprio spirito in modo da innalzare la qualità dell’ectoplasma.  Il pensiero umano si è sforzato in ogni tempo di approfondire i grandi problemi dell’universo. Il più avvincente è certo quello che riguarda l’origine e il divenire dell’uomo: da dove veniamo, dove andiamo, cosa sappiamo? E’ dallo studio dei fenomeni naturali, dall’esame dei fatti che si presentano alla nostra attenzione che i grandi pensatori hanno cercato di portare agli uomini più luce, maggior verità sul mistero della vita e la ragione dei vivere. Ai fenomeni d’ordine fisico si sono però venute ad aggiungere manifestazioni di natura particolare che sembrano staccarsi dal quadro solito delle leggi fisiche; si tratta dei fenomeni psichici. NON strenua e sistematica un’opposizione con scontrata sia si non che acquisite, conoscenze le sconvolgere a improvvisamente giunta Geley dottor ha detto:

“I seguaci delle vecchie discipline si sono sempre accaniti contro i conquistatori del futuro. Ogni progresso appare loro come il più temuto degli errori. Con animo sincero essi lottano contro le novità più feconde, con l’asprezza che si ha nel compimento di un dovere”.

La maggior parte delle grandi scoperte, la maggior parte delle grandi verità acquisite come novità, sono state combattute con accanimento dalle accademie, dalla maggioranza dei dotti e da tutti gli ignoranti. Questa resistenza ad accettare nozioni nuove – dice Lumière nella sua analisi dei motivi dei misoneismo dei dotti – ha per causa prima l’errore che si commette presentando generalmente la scienza come un dogma intangibile, quando invece la sua evoluzione costante è la ragione essenziale della sua stessa esistenza. Prima di affrontare lo studio di questi fenomeni di fisiologia sovranormale, è utile ricordare le precauzioni di cui si sono circondati gli sperimentatori per avere certezza dei fatti straordinari da loro osservati. Per esempio, il dottor Gibier, Direttore dell’istituto Pasteur di New York, ha ottenuto nel suo laboratorio materializzazioni usando luce a gas e tenendo la medium (Madame Salmon) rinchiusa a chiave in una gabbia in rete metallica. Nelle esperienze dei dottor Geley, dei dottor Schrenck-Notzing e dei professor Richet venivano usati otto apparecchi fotografici puntati sul medium, mentre il fenomeno si svolgeva a luce rossa; gli sperimentatori facevano anche funzionare tutti gli apparecchi simultaneamente cosa che permetteva di rendersi poi conto delle caratteristiche dei fenomeno colto da angolature differenti. L’ectoplasma è quella sostanza semisolida, o gassosa, che si sviluppa all’esterno dei corpo di certi medium, uscendo dalla bocca, dal naso, dalle orecchie, dal plesso ecc. La sostanza, dotata di capacità motoria, emana lentamente dal corpo e si stende sotto forma di un largo tessuto membranoso perforato da vuoti e da rigonfiamenti, o sotto forma d’una nebbiolina opaca. L’ectoplasma, emanazione dei fluido vitale, è stato chiamato dal dottor Geley “sostanza primordiale”.

Ouesta sostanza è dotata di sensibilità come la materia vivente da cui deriva, teme i contatti ed è sempre pronta a sottrarsi alla vista e a riassorbirsi. Geley le attribuiva una sorta d’istinto, simile all’istinto di conservazione degli invertebrati. Al più piccolo trauma, la sostanza ritorna nel corpo dei medium. Geley ha insistito nel rilevare i gemiti emessi dal medium durante il fenomeno, che ricordano quelli di una partoriente. Inoltre, durante l’esteri orizzazi one, il medium perde peso in rapporto con l’entità materializzata, in quanto l’invisibile si serve in effetti di questa sostanza per rendersi visibile in un ambiente umano. Il fisico W. Crookes aveva costruito una bilancia speciale per studiare questa dispersione. La sua medium (Miss Cook), che pesava 112 libbre in stato normale, non pesava più di 68 libbre quando l’entità si materializzava. L’ectoplasma permette materializzazioni sia parziali sia complete dei corpo umano. La materializzazione più osservata dagli sperimentatori è quella della mano. Ecco ciò che ha detto W. Crookes a proposito: “Questa mano non è sempre una semplice forma, talvolta sembra animata e molto graziosa, le dita si muovono e la carne pare essere umana quanto quella delle persone presenti. Sul restringimento, sul braccio diviene vaporosa e si perde in una nube luminosa. Queste mani, al tocco, paiono a volte fredde come il ghiaccio e morte, altre volte mi sono sembrate calde e vive e hanno stretto la mia con la ferma presa di un vecchio amico. Ho trattenuto una di queste mani nella mia, risoluto a non lasciarla scappare. Non ho notato tentativi o sforzi per farmi lasciare la presa; a poco a poco la mano sembrava dissolversi in vapore e si liberava dalla mia stretta”.

Per conservare prove tangibili di queste manifestazioni, Geley e i suoi collaboratori hanno fatto immergere queste mani ectoplasmiche in soluzioni di paraffina contenute in vasche di acqua calda. Quando la mano riemerge dall’acqua è ricoperta da un sottile strato di paraffina, che si solidifica a contatto con l’aria. Una volta che la mano si è dematerializzata, rimane uno stampo cavo dal quale ovviamente una mano normale non potrebbe uscire, a causa dell’estrema fragilità della paraffina. Nel “guanto” di paraffina che rimane, si cola del gesso e si ottiene un calco. Le mani ectoplasmiche hanno la forma di mani adulte in miniatura. Non soltanto gli esperti (che non conoscevano le condizioni sperimentali) hanno rilevato la finezza dei dettagli anatomici dei calchi, ma hanno riscontrato segni di contrazione muscolare e pieghe nella pelle che li hanno portati a concludere ” in tutta evidenza, mani viventi che son servite per questi stampi. Il rapporto sottolinea che l’uscita di una mano vivente da un guanto di paraffina dello spessore di meno di un millimetro è impossibile; ci si può quindi domandare come sia avvenuto questo fenomeno, umanamente impossibile>>. Dopo numerose prove, completamente fallite di produrre artificialmente e con i mezzi più diversi guanti di paraffina analoghi a quelli ectoplasmatici, si è dovuto concludere che lo stampo di membra materializzate costituisce una conferma irrefutabile dei fenomeno ectoplasmico.

Fonte: http://www.menphis75.com/ectoplasma.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Ectoplasma_%28parapsicologia%29

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VILLA DE VECCHI: UNA DELLE 20 CASE PIU’ INFESTATE AL MONDO

venerdì, 10. gennaio 2014 6:05

Villa de Vecchi, un’imponente casa abbandonata a Bindo di Cortenova, nel Lecchese, è un mistero. Le leggende raccontano che fuori dai cancelli della villa, alcune sere, si possa udire il suono di un pianoforte. Ma la casa, come in un horror movie che si rispetti, è completamente disabitata. C’è chi è entrato, a suo rischio e pericolo, e mentre scattava alcune fotografie giura di aver visto nell’obiettivo figure inquietanti. Chiunque transiti per la strada provinciale della Valsassina, nelle vicinanze della galleria costruita per attraversare la montagna franata undici anni fa sul paese montano, può osservarla in mezzo a un grande parco, ma solo trattenendo un brivido lungo la schiena. Se di giorno la grande casa diroccata non fa alcun effetto, di notte solo i più coraggiosi entrano nel parco e i più incoscienti fanno un giro all’interno delle mura che non cadono per miracolo.

Costruita nel 1858 dall’architetto Alessandro Sidoli per conto di Felice de Vecchi, conte a capo della Guardia nazionale che prese parte alle Cinque giornate di Milano, da decenni è in stato di abbandono, tanto che sono fiorite leggende su fantasmi e presenze inquietanti che sono uscite dalla Valsassina e persino dai territori nazionali. E così, dieci giorni fa, le foto della villa sono state pubblicate dal seguitissimo sito internet statunitense Buzzfeed, un colosso digitale da 40 milioni di click al mese, accanto ad altre sei case stregate selezionate in tutto il mondo. «Situata sui monti ad est del lago di Como, in Italia, la barocca “Villa de Vecchi” è conosciuta localmente come la Villa dei Fantasmi – si legge su Buzzfeed – L’edificio è abbandonato da anni ed è stato presumibilmente la scena di un omicidio o suicidio». Di storie per gli amanti del brivido ne circolano molte sulla casa, circondata da anni da un alone di mistero.

Fantasmi, apparizioni, suoni di pianoforte, luci, fontane di sangue… C’è di tutto e di più nell’immaginario collettivo legato a Villa De Vecchi, eppure l’antica magione ha tutti i crismi per sembrare davvero stregata: bellissima, abbandonata dagli anni ‘50 dello scorso secolo, cadente, piena di storia, vecchia di quasi due secoli… E rovinata da ogni genere di vandalismo. Riti satanici compresi, a detta di qualche “bene informato”. Tanto da entrare nel novero delle “20 Haunting Abandoned Mansions of the World” (venti case abbandonate infestate da fantasmi nel mondo) da parte del sito inglese (loro sì che se ne intendono), www.urbanghostsmedia.com . Peccato però che sia “stregata” più per il nome che gli danno alcuni – “la villa delle streghe” la chiamano o “La casa rossa” – che per fatti reali. Ma il fascino c’è e tanti fotografi, anche nostrani, l’hanno immortalata nei loro scatti (Agnes Weber, Fabrizio Crippa…). Per la sua bellezza ma soprattutto per il suo fascino crepuscolare…

Fonti: http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2013/08/18/935835-Villa-De-Vecchi-Cortenova.shtml

http://milombardia.gazzetta.it/milano/2013-08-21/cortenova-bindo-fantasma-villa-de-vecchi-suona-pianoforte-201003060452.shtml

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Fantasma al palazzo ducale di Venezia

domenica, 5. gennaio 2014 18:41

La foto che vi mostrerò qui di seguito mi è stata inviata da Nicola di Venezia, una guardia giurata che spesso nei suoi turni di lavoro notturni è impegnato nella sorveglianza di musei e strutture private di interesse culturale. Nella fattispecie, lo scatto è stato realizzato nell’estate del 2013 all’interno delle sale del Palazzo Ducale di Venezia. Tra le anomalie segnalatemi (che ho ritenuto essere semplici fenomeni pareidolici) ho ritenuto interessante approfondire la figura che si scorge in fondo al corridoio sulla destra, a ridosso della scalinata.

Non ho avuto molti elementi su cui lavorare poichè il file inviato è privo di metadati e la qualità dell’immagine non permette elaborazioni dettagliate. Ciò nonostante, la particolare conformazione morfolgica dell’elemento eccedente, simile ad una sagoma antropomorfa, sembra essere assimilabile alle fenomenologie apparizionali delle cosidettè “dame bianche“, e merita quantomeno menzione all’interno di queste pagine.

Oltre alla morfologia dell’elemento “extra“, è interessante constatare che la figura si presenta con una “densità” non uniforme, fenomeno tipico delle manifestazioni da “addensamento molecolare“. Inoltre, stando alla testimonianza di Nicola, al momento dello scatto la struttura era chiusa e non poteva dunque entrare nel campo di inquadratura alcuna persona. Come dicevo poco sopra, non ho elementi per stabilire la natura del presunto fenomeno apparizionale, ma le particolarità di scatto meritano comunque attenzione. Ringrazio Nicola per aver condiviso con me e con tutti coloro che seguono le mie ricerche questo materiale.

Michele Morettini

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