Archivio Mensile ottobre, 2013

Ospedale Psichiatrico di Aguscello: il “turismo” (illegale) del mistero

mercoledì, 9. ottobre 2013 13:28

Da anni sono apertamente schierato contro il “turismo illegale del mistero”, ovverosia l’ingresso furtivo (senza regolari autorizzazioni) in luoghi e strutture private al fine di documentare in maniera amatoriale la visita in un luogo “misterioso” o effettuare presunte ricerche parapsicologiche, senza il minimo protocollo operativo. Oltre che essere pratica decisamente pericolosa (molti luoghi comunemente definiti “infestati” sono spesso pericolanti o malfrequentati) essa viola il codice civile (art.614) in quanto “spedizioni” simili possono considerarsi senza dubbio vere e proprio violazioni di proprietà privata, reato sanzionato dalla legge anche con il carcere.

Non smetterò mai di ricordare agli amici che mi seguono e che seguono il sito e che magari fanno ricerca con qualche gruppo che occorrono SEMPRE regolari permessi per accedere a tali strutture (anche quando esse versano in uno stato di totale abbandono e la mancanza di recinzioni o sbarramenti agli ingressi permette un accesso immediato), che vanno accordati con i legittimi proprietari, che siano essi privati cittadini o amministrazioni locali. A questo proposito segnalo un interessante articolo che documenta molto bene questa triste “moda”, in un luogo reso celebre dalla trasmissione “Mistero”.  Ovviamente l’intento non è quello di puntare il dito contro trasmissioni o siti internet che fanno informazione riguardo il folklore e le leggende del bel paese (anche perchè è quello che faccio anche io da più di dieci anni), ma quello di sensibilizzare l’“utilizzatore finale” così da approcciarsi a questo tipo di argomenti in maniera intelligente.

Michele Morettini

Aguscello, nella casa dei satanisti I turisti dell’occulto all’ex ospedale

di Stefano Lolli

Ferrara. 8 ottobre 2013 – Libri, fotografie e video su Internet, e soprattutto una trasmissione di Italia 1 che da un paio d’anni ha contribuito ad alimentare la leggenda dell’ospedale psichiatrico infantile di Aguscello. Così ecco arrivare da tutta Italia (alla spicciolata ma in buon numero) i ‘ghost-busters’, muniti non tanto di apparecchiature sofisticate ma di telefoni cellulari e rilevatori tascabili di onde magnetici. Curiosi, ma soprattutto in grado di compiere i contorsionismi da fachiro necessari per entrare nelle palazzine diroccate. Ormai letteralmente coperte dall’edera e dai rovi; tuttavia entrare è facile. Per i ‘turisti’ ma anche per chi, negli anni, dentro l’ex ospedale (in gran parte crollato) ha cercato riparo per la notte, si è abbandonato alla droga, ha inscenato grotteschi riti pseudo-satanici. Provando magari a vedere se la giostrina e le carrucole del ‘montapasti’ girano da sole, sospinte da una misteriosa forma di magnetismo o da presenze inquietanti.

«Dove finisce la nostra storia, inizia la nostra leggenda». Alcuni caratteri sono illeggibili, ma il senso della scritta è chiaro. Come il messaggio scritto in inglese su una parete: «We are here». Noi siamo qui. Dentro le stanze diroccate dell’ex ospedale psichiatrico infantile di Aguscello. Meta di un discreto quanto continuo ‘turismo dell’occulto’; l’erba dei sentieri è battuta, a riprova del calpestio. Tra i cespugli ci sono lattine di birra, pacchetti di sigarette vuoti, persino l’incarto di un gelato; all’interno però non mancano neppure le siringhe, sparse sui gradini della scala che porta sino al terzo piano. Entrare, come mostra una ragazza di Parma – arrivata ieri pomeriggio con due amici – è agevole: basta prestare attenzione ai cocci di vetro sparsi ovunque, ed alle ragnatele. Ma anche senza essere contorsionisti, ci si infila in quelle che una volta erano le cucine dell’ospedale. La parte centrale è completamente crollata, la scala tuttavia è praticabile. Sulle pareti, scritte di ogni genere. Graffiti, frasi cariche d’odio, macchie di vernice rossa che raffigurano schizzi di sangue, ma anche svastiche, frammenti di parole d’amore, persino un ‘forza Spal’ risalente chissà a quando. C’è chi mette una data accanto al proprio nome, si risale così al ’94 ed anche a prima, ma varie visite sono più recenti. «Noi siamo venuti per curiosità, attirati dalla leggenda della giostrina che gira da sola...», sorride la ragazza indossando, sotto il cappuccio, una lampada da speleologa. L’amico chiede di spegnere i telefonini, e dallo zainetto estrae un piccolo apparecchio «che registra il magnetismo: se ci sono fantasmi, magari si scoprono le tracce del loro passaggio». Le tacche, dal verde, ad un certo punto schizzano verso il rosso. Un attimo. Un istante. Forse il bambino che di notte vagherebbe tra i cespugli del parco, forse l’iPhone rimasto acceso malgrado la raccomandazione. Forse.

Vanno e vengono, i turisti dell’occulto. Cercano la giostrina (resa celebre anche dalla trasmissione ‘Mistero’ che da un paio d’anni ha reso ancor più famoso l’ex ospedale di Aguscello), la trovano dopo un’acrobazia in questo caso da fachiri, nella seconda palazzina nascosta da una selva di rampicanti, a pochi metri dall’edificio principale. Non manca neppure una piccola cappella religiosa – qualcuno dice, mai sconsacrata – , nella quale una decina di anni fa vennero trovate le tracce, evidenti, di messe nere. Candele, scritte in quel caso blasfeme, simboli esoterici: l’allora parroco di Aguscello si adoperò per chiedere una sorveglianza un po’ più assidua delle forze dell’ordine, gli episodi non si sarebbero ripetuti. Forse. Perché non mancano i segni di fumo e di bruciature, sul pavimento e su alcune pareti.

«Dai, te lo giuro, non siamo satanisti! – scherza il ragazzo di Modena aiutando l’amica ad uscire dalla finestrella – Siamo solo curiosi di queste cose, avevamo un giorno libero e siamo venuti a Ferrara. Ma voi, comunque, ce l’avete l’autorizzazione per fare questo servizio?». Ovvio che no, e del resto a chi chiedi? «Già, come noi», saluta l’uomo scattando le ultime foto con il cellulare. Turisti per caso. O meglio, per… case (dei fantasmi).

Fonte: Il Resto del Carlino

Categoria: Paranormale, Ricerca Parapsicologica | Commenti (0) | Autore:

Il mistero della statua di Neb-Senu che si muove da sola

lunedì, 7. ottobre 2013 8:17

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=gntY6uu7ZSo[/youtube]

Il caso della statua egizia che si muoverebbe è finito su molti media britannici e sta attirando l’attenzione di eminenti studiosi. Si tratta di una raffigurazione alta 25 cm del defunto Neb-Senu risalente al 1800 avanti Cristo, che si trova all’interno di una vetrina nel museo di Manchester e secondo le immagini delle telecamere ruoterebbe su se stessa.  statua896 Jun. 26 14.19

Il Daily Telegraph ha addirittura chiesto il parere del fisico Brian Cox, secondo cui sarebbe tutto molto naturale e si tratterebbe di uno spostamento dovuto al fatto che la base di pietra della statua slitta sul vetro che la sorregge. Spostamento facilitato dalle vibrazioni dei visitatori di passaggio.

Non la pensa così l’egittologo del museo, Campbell Price. «Sono l’unico che ha la chiave della vetrina – ha detto – l’ho rimessa al suo posto ma dopo esattamente un giorno si era ancora girata. Nell’antico Egitto credevano che se la mummia fosse stata distrutta allora la statua avrebbe ospitato lo spirito del defunto e questo potrebbe causare il movimento».  Il mistero resta per ora irrisolto. Intanto però sono tanti i curiosi che si affollano attorno alla vetrina della statua viva.

Fonte: Segnidalcielo.it

Categoria: Paranormale | Commenti (0) | Autore:

Le 20 fotografie più famose di fantasmi

domenica, 6. ottobre 2013 17:27

Durante il corso dei secoli diverse leggende e storie popolari hanno raccontato la presenza di figure ultraterrene nel mondo reale. Con l’avvento della fotografia, alcune di queste testimonianze si sono tradotte in immagini inquietanti di fantasmi (più o meno reali) che appaiono fra i sali dello sviluppo della pellicola. Gli scettici considerano queste fotografie opera di buontemponi e professionisti in cerca di fama. Alcune di queste immagini lasciano ampio spazio all’interpretazione dei singoli, altre sono più esplicite, con volti, figure ed in genere personaggi materializzati in genere solo dopo lo sviluppo della foto. L’avvento delle macchine digitali sembra aver calmierato il proliferare di immagini con i fantasmi, ma lo studio di quelle precedenti e l’interpretazione delle nuove immagini non si è mai fermato. Sicuramente si tratta di una convinzione di fede, che porta ad essere o completamente scettici o credenti nei confronti dei fenomeni paranormali. Questa galleria contiene le 20 fotografie più celebri scattate nel corso dei decenni in cui persone in genere uccise in circostanze misteriose si materializzano di fronte all’obiettivo. Mentre alcune sono discretamente credibili, altre fanno sospettare fortemente l’esistenza di un plagio, a partire dagli strani soggetti che vengono fotografati (lapidi, interni di chiese etc).

Una fotografia ad un bambino. L’ospite inatteso dell’immagine è il cavaliere retrostante, e gli storici hanno spiegato che nel luogo attraverso cui la famiglia stava passando in auto ha ospitato un cimitero sino al 17° secolo.

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Un omicidio commesso ed un assassino che non fu mai trovato. Sembra che qualcuno non riesca a trovare pace in questo hotel.

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Questi tre personaggi sapevano che la macchina fotografica stava per scattare.

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Dopo aver visto la fotografia di questo set cinematografico, è stato trovato un corpo decomposto di questo misterioso ragazzo.

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Qualcuno che attraversa la strada

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La fotografia fu scattata a televisore spento, ma un’immagine è chiaramente visibile sullo schermo.

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Questa foto risale al 1916. Che cos’è questo fenomeno nel cielo?

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Denise Russell ha preso scattato una foto a sua nonna nel 1997 ed è rimasta scioccata quando, in seguito allo sviluppo del rullino, ha visto l’immagine di suo nonno morto dietro la donna.

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Secondo l’autore di un libro sui fantasmi durante lo scatto di questa immagine nella chiesa era presente un altro fotografo, ma né lui né il suo collega hanno visto l’uomo vestito di nero presente in sacrestia.

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Nel 1982, il fotografo Chris Brackley ha scattato una foto degli interni della Chiesa di San Botolph a Londra. In alto a destra si può vedere la figura di una donna. Secondo Brackley nella chiesa erano presenti solo tre persone e nessuna di loro era nel luogo in cui la figura è visibile.

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La signora Andrews stava visitando la tomba della figlia Joyce, che morì all’età di 17 anni. La Andrews non notò niente di strano quando fotografò la lapide, ma è rimasta scioccata nel momento dello sviluppo, quando ha notato un bambino seduto accanto alla tomba.

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James Courtney e Michael Meehan, i membri dell’equipaggio della petroliera Watertown, pulivano la stiva sulla rotta che va da New York al Canale di Panama, nel dicembre del 1924.  Vi fu un incidente e furono avvelenati da gas e vapori cancerogeni. Come da tradizione marinara, furono sepolti in mare. Il giorno dopo, uno dei membri dell’equipaggio vide le loro facce nelle onde a destra dell’imbarcazione. Sono apparsi in acqua per 10 secondi, e poi scomparsi. Nei giorni seguenti, gli altri membri dell’equipaggio videro spesso i volti dei morti tra le onde. Al suo arrivo a New Orleans, il capitano della nave Tracey Keys segnalò gli strani eventi ai loro datori di lavoro, che gli consigliarono di fotografare le immagini. Il Capitano Tracy acquistò una macchina fotografica e uscì in mare. Quando i volti apparvero in acqua, il capitano scattò 6 fotografie e poi chiuse la macchina fotografica nella cassaforte della nave. Quando la pellicola fu sviluppata a New York, cinque immagini non mostravano altro che acqua, ma nell’ultima si potevano vedere chiaramente i volti dei marinai morti. Il negativo fu esaminato dall’agenzia investigativa Burns per essere autenticata, ma comunque dopo il cambio dell’equipaggio della nave le facce non apparvero mai più.

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Il 19 novembre del 1995 il Municipio di Vema (costruito nel 1905 nello Shropshire, in Inghilterra) bruciò. La piazza si riempì di curiosi che fotografarono l’evento, e Tony O’Rahilli scattò sul fuoco sul lato opposto della strada. In una delle foto si vede chiaramente una figura traslucida di una ragazza in piedi sulla soglia. Né O’Rahilli né altri osservatori o i vigili del fuoco si ricordano la ragazza nel fuoco. Sulla base dello studio dei documenti storici del 1677 si scoprì  che un incendio distrusse molte case di legno in città. Secondo la leggenda, una bambina di nome Dzheeyn Charm dette fuoco accidentalmente al tetto della sua casa con una candela.

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Terry Ike Clanton scattò una foto del suo amico al cimitero di Buthill. Quando sviluppò la pellicola, si accorse di un uomo con il cappello scuro che si trovava in terra.

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Durante una visita alla tomba di sua madre nel 1959, Mabel Chinnery fotografò il marito che la aspettava in macchina. Dopo aver sviluppato la pellicola, sia il marito che la moglie furono sorpresi nel vedere una figura sul sedile posteriore, che era la madre di Mabel.

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Il sacerdote Ralph Hardy, un pensionato di White Rock nella British Columbia, scattò questa immagine poi diventata famosa nel 1966. La fotografia voleva riprendere la scala a chiocciola, ma le mani ed il corpo che vi si intravedono poco hanno a che fare con il ferro della ringhiera. Gli esperti, compresi quelli di Kodak, conclusero che la pellicola non fu in nessun modo manipolata.

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Dietro un aviatore della seconda guerra mondiale si nota il volto di un altro uomo, che si ritiene essere Freddie Jackson, un meccanico aeronautico, che rimase ucciso in un incidente due giorni prima della fotografia di gruppo. Il suo funerale si tenne durante il giorno in cui fu scattata la foto. I colleghi hanno poi riconosciuto con facilità il volto del meccanico, ed hanno concluso che Jackson non aveva capito di essere morto, e decise di prendere parte alla foto di gruppo.

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Nell’immagine si può vedere la figura sfocata di un uomo seduto su una sedia. Si ritiene che questo sia il fantasma di Lord Kombermere, comandante della cavalleria inglese dei primi anni del 19° secolo, morto nel 1891 a seguito un incidente a cavallo.

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La “Signora Brown” è il più famoso ritratto di un fantasma di tutti i tempi. Si tratta di Lady Dorothy, la moglie di Charles Taunshed, che era stata protagonista di una vita dissoluta e romantica prima del matrimonio. La coppia viveva a Rainham Hall, nel Norfolk, in Inghilterra, e Charles sospettò Doroty di infedeltà. La leggenda narra che la chiuse in una stanza del castello sino alla sua morte per inedia, avvenuta all’età di quarant’anni. I documenti, riportano la morte della donna nel 1726, ma gli abitanti sono sicuri che la donna fosse ancora viva negli anni seguenti. La fotografia fu scattata il 19 settembre del 1936 da due fotografi della rivista Country Life.

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Una strana leggenda circonda un passaggio a livello nella zona a sud di San Antonio, in Texas. In questo luogo vi fu uno strano incidente che uccise numerosi scolari, i cui fantasmi rimasero nella zona e tutt’oggi spingono i veicoli fermi. La figlia di Andy e Debi Chesney di recente si sono recati nella zona con alcuni amici, e hanno scattato questa inquietante fotografia.

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Fonte: Vanilla Magazine

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Il Castello di Montebello e il mistero di Azzurrina

giovedì, 3. ottobre 2013 15:33

A cavallo tra le Marche e l’Emilia Romagna, immerso nelle colline della Val Marecchia, si erge imponente il Castello di Montebello, di poco distante dal borgo di Torriana (Rimini). Fortilizio militare medievale, appartenne alla famiglia Malatesta fino al XV secolo, per passare poi ai conti Guidi di Bagno, tutt’ora proprietari della Rocca. Oltre che per la bellezza architettonica e l’interesse storico culturale che suscita, il castello è conosciuto in tutto il territorio Italiano per i fenomeni di presunta natura paranormale che da diversi anni a questa parte sembrano accadervi.

Ogni castello si sa ha la sua leggenda, spesso scaturita da episodi storici drammatici o addirittura cruenti; non da meno, in questo luogo si tramanda da secoli la storia della sfortunata vicenda di Guendalina Malatesta, passata alle cronache con il nome di Azzurrina. Guendalina era una radiosa fanciulla, figlia di un certo Ugolinuccio Malatesta, feudatario padrone della rocca intorno alla seconda metà del 14° secolo. Ebbe la sfortuna di nascere albina, in un tempo in cui l’ignoranza e la superstizione religiosa la facevano da padrone; in quel tempo si pensava che gli albini fossero figli del demonio e per preservare la sua incolumità si pensò di colorarle i capelli con prodotti naturali, ottenuti con resine; sfortunatamente, i suoi capelli non avendo pigmentazione non trattenevano il colore e la sola cosa che si riusciva ad ottenere era un leggero riflesso azzurro impresso nella sua chioma: da qui il nomignolo Azzurrina. Dato lo scarso successo di questo tentativo la si nascose a Montebello, costantemente protetta da guardie, in modo che nessuno potesse scoprire il suo albinismo.

La leggenda racconta che il 21 giugno 1375 (solstizio d’estate), mentre fuori imperversava un forte temporale e si combatteva una violenta battaglia, Azzurrina giocava con una palla di pezza all’interno del castello, seguita fedelmente da due guardie messe a sua scorta; il destino volle che giocando, la palla cadde nella ghiacciaia ed ella seguì il suo ruzzolare nel tentativo di recuperarla. Dopo pochi istanti si sentì un grido terrificante e la piccola fanciulla sparì nel nulla, in stanza per altro senza vie d’uscita. Secondo la leggenda, il 21 giugno di ogni anno lustro, se fuori v’è un temporale, Azzurrina tornerebbe a far sentire la sua voce tra i vari ambienti del castello. La rocca è stata riaperta al pubblico nel 1989, la prima registrazione in cui ci sono presunti riscontri paranormali fu realizzata quasi per caso dalla RAI, durante la ripresa di una trasmissione televisiva. Nell’audio della ripresa ad un certo punto i microfoni registrarono dodici rintocchi di campane (suoni non attribuibili a quelli che potevano essere prodotti dalle campane delle chiese vicine) e sul finire della registrazione si udì un forte rumore ripetitivo, simile ad un battito cardiaco e il lamento di una bambina che sembra piangere.

Ovviamente questo episodio attirò l’attenzione di media e ricercatori, che vollero approfondire la fenomenologia che sembrava prodursi in maniera spontanea all’interno della rocca di Montebello. Sempre nel giorno del solstizio d’estate furono effettuate altre registrazioni: nel 1995 dal CSP e nel 2000 dal ricercatore Daniele Gullà con il Laboratorio di Biopsicocibernetica di Bologna; anche in questi casi i risultati degli esperimenti psicofonici furono sbalorditivi; nella prima si acquisì un grido di bambina mentre in quella del 2000 si registrò dei vocalizzi che sembrano proferire distintamente la parola “mamma” per ben tre volte. Nel 2003 Gullà e il Laboratorio vollero provare ad effettuare una registrazione fuori anno lustro e  con notevole stupore, gli esiti delle indagini furono molto interessanti: una telecamera ad infrarossi piazzata nel vano di Azzurrina riprese quella che sembrò essere un’anomalia energetica di forma sferica e le registrazioni acquisirono di nuovo un suono simile a quello di un battito cardiaco, un urlo “agghiacciante” e sul finire un colpo secco.

Molto interessante è stata la ricerca del 2010 condotta da Daniele Gullà e dal ricercatore indipendente, fotografo e sensitivo Mattia Mascagni. Quest’ultimo in una sala del castello scattò una foto quasi incredibile: nello scatto si apre quello che sembra essere un “portale”, del tutto estraneo al contesto fotografico, dove al suo interno si può osservare quasi distintamente il profilo di una bambina vestita con abiti medievali. La foto, oltre che essere analizzata dall’esperto ricercatore e tecnico biometrico Daniele Gullà, fù periziata da un laboratorio forense che ne dichiarò l’autenticità ed escluse che l’elemento “extra” comparso potesse essere frutto di elaborazioni o manipolazioni grafiche. Tra l’aprile e il maggio di questo anno una troupe della Cabiria Film & Production, capitanata dal regista Giacomo Franciosa e dall’organizzatore generale Everlyn Fazzini, è rimasta 15 giorni dentro il Castello per girare le scene del lungometraggio “Il Castello di Azzurrina”. Il film, scritto da Giacomo Franciosa, con la collaborazione di Ernesto Siciliano e Sergio Tiboni, inaugura il genere reality-horror. Le riprese del film sono state accompagnate da vere e proprie ricerche parapsicologiche condotte dal gruppo di ricercatori indipendenti Iperlab e dal ricercatore indipendente Mattia Mascagni. In attesa di vedere sia il film che gli esiti delle nuove indagini al castello, non ci resta che entrare nel vivo di questi affascinanti misteri, andando a visitare il Castello di Azzurrina, magari in una delle visite guidate notturne.

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Categoria: Luoghi Misteriosi, Paranormale, Ricerca Parapsicologica | Commenti (0) | Autore: