Castello di Cusercoli: il gruppo Compagnia di Ricerca propone un evento da non perdere.

martedì, 9. aprile 2013 9:13 | Autore:

Il gruppo di ricercatori “Compagnia di Ricerca” del meldolese  Marino Fantuzzi e i ravennati Roberto Montefusco, Maurizio Bertini e Mattia Florulli organizzano con la proloco Chiusa d’Ercole di Cusercoli una giornata di apertura straordinaria del castello e visite nei borgetti medievali ed altro, pranzo e conferenza. Durante la visita nel castello faremo vedere come si usano gli strumenti per catturare l’invisibile che c’è attorno a noi e mostreranno in anteprima nazionale il video che Sky manderà in onda a breve in 80 paesi nel mondo con risultati sorprendenti. Freschi  dell’esperienza a Italia 1 della settimana scorsa parleranno anche riguardo il tema “non siamo soli su questa terra”

Prenotazione obbligatoria entro venerdi 12 aprile e ritrovo in prossimità del ponte di Cusercoli.

Categoria: Conferenze e Convegni | Commenti (0)

Il nostro destino scritto sulle foglie di palma

giovedì, 14. marzo 2013 13:38 | Autore:

Nell’india tradizionale hindu ci sono cose che non vanno dimenticate, ci sono informazioni che è indispensabile cercare e conoscere. La posizione dei pianeti al momento della nascita e l’albero genealogico della propria famiglia sono dati fondamentali per trovare il giusto posto nel mondo. L’importanza attribuita a queste informazioni ha dato vita, quando ancora non esistevano i computer e i libri di carta stampata, a database straordinari per l’ampiezza dei dati raccolti e la facilità di accesso. Il Bhrigu Samhita ne è un esempio.

Il Bhrigu Samhita è un trattato di astrologia che raccoglie 500.000 oroscopi e offre un numero infinito di informazioni su uomini ed eventi. Partendo dai dati registrati gli astrologi possono tracciare l’oroscopo di 45 milioni di persone. La compilazione di questa enorme bancadati è iniziata in epoca vedica, tremila anni fa. Secondo la leggenda fu il mitico saggio Bhrigu l’autore del trattato che avrebbe dovuto aiutare l’umanità a sgravarsi delle preoccupazioni contingenti per dedicarsi con maggior concentrazione alla ricerca spirituale. E permettere ai sacerdoti di guadagnarsi da vivere con l’astrologia. Nella notte dei tempi Bhrigu, in virtù della grande saggezza, fu incaricato di giudicare chi fosse il dio più grande della triade hindu (Brahma, VIshnu e Shiva). Nel testare gli dei il saggio perse la pazienza e colpì con un calcio il dio Vishnu che dormiva incurante del suo arrivo. Vishnu si svegliò e massaggiò il piede contuso del saggio (dimostrando di essere un dio magnanimo), ma la moglie Lakshmi maledisse Bhrigu e tutti suoi discendenti a vivere di stenti nonostante tutta la conoscenza e la sapienza acquisita. Bhrigu supplicò il perdono e la dea infine si placò e smorzò la maledizione insegnando al saggio la scienza dell’astrologia, con la quale prosperare. Qundi Bhrigu compose il samhita.

Per la stesura del trattato gli autori (il testo è molto probabilmente frutto di diverse menti che hanno arricchito la collezione nell’arco di diversi secoli) hanno creato un database enorme, avvalendosi di rigorosi metodi statistici e sofisticati calcoli matematici. La versione originale del Bhrigu Samhita non esiste più, ma soprendente è la capillare diffusione delle copie del manoscritto in epoche passate.Con le invasioni musulmane molti dei luoghi depositari della cultura hindu andarono distrutti, ma numerosi brahmani hanno copiato i testi su foglie di palma, corteccia di alberi o carta e li hanno tramandati di generazione in generazione, custodendoli gelosamente. Oggi ci sono in tutto il Paese numerosi astrologi che sostengono di possedere copie della collezione, più o meno interamente, e praticano l’antica arte della previsione del futuro (alcuni hanno siti da consultare via internet). Molte copie è possibile che giacciano dimenticate negli scaffali di qualche casa e diverse versioni sono preservate nelle biblioteche universitarie e private.

Si dice che se è scritto nel vostro destino, andando oggi in India potrete trovare la foglia di palma su cui sono descritti il vostro passato, presente e futuro. Il saggio Bhrigu conosceva infatti le regole del karma, la legge di causa-effetto che fa raccogliere in una vita successiva i frutti delle azioni e dei pensieri di una vita precedente, e aveva previsto il vostro arrivo. Non importa la nazionalità, per trovare il vostro oroscopo il brahmano ha bisogno di sapere il vostro nome, il luogo, la data e l’ora di nascita, ma soprattutto è importante il momento in cui entrate nel suo studio, che il saggio aveva calcolato. C’è comunque la possibilità che con il tempo la vostra pagina sia andata distrutta, i vostri dati persi e il futuro rimanga quindi inscrutabile, almeno per gli astrologi vedici di questa tradizione.

Fonte

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Ufo gigante appare sui radar meteo del governo Australiano

giovedì, 7. marzo 2013 8:15 | Autore:

Lunedì 4 marzo 2013 è apparso un gigantesco ufo sui radar dell’agenzia governativa metereologica Australiana. L’evento straordinario è occorso alle ore 11:42 UTC. Dalle immagini video si nota una gigantesca astronave madre probabilmente proveniente dalla zona oceanica muovere sopra il continente dell’Australia. I radar della stazione metereologica satellitare hanno potuto catturare l’ufo nelle immagini grazie alla sua enorme dimensione. Notiamo inoltre che l’incredibile oggetto appare e scompare in quanto viene effettuato il loop dei frame per un ciclo di 3 secondi. L’ufo in questo breve lasso di tempo cambia conformazione strutturale diventando invisibile al radar stesso.La ripresa radar di un fenomeno ufo è abbastanza rara, sia per la capacità di questi oggetti di sfuggire ad ogni sorta di controllo terrestre che per le capacità tecnologiche raggiunte dall’essere umano, che seppur evidenti, possono sembrare obsolete di fronte a viaggiatori stellari.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=oevkIvX7UKA[/youtube]

Fonte Originale

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Il Papa lascia il pontificato: siamo davvero giunti alla fine dei tempi, come profetizzava Malachia?

lunedì, 11. febbraio 2013 12:01 | Autore:

Maolmhaodhog ua Morgair, un nome oscuro, perso nelle nebbie del medioevo più buio e dimenticato. Un uomo fondamentale nella storia religiosa dell’Irlanda, la cui opera evangelica portò allo smantellamento dei riti pagani della liturgia celtica. Una personalità illustre della religiosità medievale, la cui eco è ancora presente al giorno d’oggi, seppure ammantata da un’aurea di esoterismo tale da far passare in secondo piano la grandezza di una vita passata sempre al servizio di Dio e della sua Chiesa. Il monaco irlandese Malachia, questa la latinizzazione del gaelico Maolmhaodhog ua Morgair, è, al giorno d’oggi, escludendo la ristretta cerchia di pochi studiosi e storici che ben conoscono la complessità di questa figura, entrato nell’immaginario comune in virtù di una nota profezia sulle sorti del papato e della cristianità che, per consolidata tradizione, porta il suo nome. Concentrandosi sull’aneddoto profetico in sé è però inevitabilmente relegata alla “damnatio memoriae” la sua vita trascorsa come monaco e priore a Bangor, come vescovo a Connor (1124) e a Armagh (1132) e, infine, come primate d’Irlanda (1138). La sua indefessa attività religiosa lo portò a conquistarsi, in virtù dell’assidua opera evangelica e del suo instancabile fervore religioso, il rispetto e la stima delle massime autorità cristiane del tempo, papa Innocenzo II e Bernardo da Chiaravalle su tutte.

Malachia, nel corso della sua attività, sia civile che religiosa, seppe sempre distinguersi ed eccellere, anche come importante riformatore della vita clericale e fondatore di molteplici comunità monastiche, imponendosi sempre come esempio di umiltà e rettitudine morale, e lasciando testimonianze del suo pensiero in diversi testi religiosi nei quali non ebbe mai timore di affrontare temi molteplici e di grande impatto sulla mentalità religiosa medievale. Ma, nonostante tutto, l’aspetto più caratteristico della vita di Malachia è la profezia sui papi che porta il suo nome. Secondo la tradizione, al termine di un lungo pellegrinaggio che portò il monaco irlandese ed alcuni suoi discepoli a Roma nel corso del 1139, Malachia avrebbe avuto una sorta di visione che, dopo averlo fatto cadere in un profondo stato di trance, avrebbe svelato gli eventi futuri della Chiesa, fino alla sua fine. A colorire ulteriormente la leggenda subentrò poi l’aneddoto secondo il quale Malachia fu così turbato dalla visione da cadere in un profondo ed irreversibile stato di malattia che, da li a poco, lo condusse alla morte, amorevolmente accudito dal sua amico San Bernardo. Tuttavia, l’esperienza mistica del monaco irlandese, ammettendone la veridicità, visse a lungo nell’oblio, dimenticata nelle nebbie della storia per secoli e solo nel 1595, grazie al benedettino Arnold de Wion, iniziò a circolare diffusamente la leggenda dell’ultimo papa. Wion, nella sua opera “Lignum Vitae” ci riferisce di Malachia in questo modo: “San Malachia, Irlandese, vescovo di Down. Monaco a Bevehor e arcivescovo di Armagh, dopo aver svolto questo ufficio per molti anni, abdicò alla propria carica attorno all’anno del Signore 1137 e, ritiratosi a Down, vi rimase fino al termine della sua esistenza. Morì il 2 novembre 1148, stando alla biografia che ne scrisse San Bernardo. Lui stesso scrisse una profezia di cui io non ho potuto leggere nulla, all’infuori di una certa profezia che riguarda i sovrani pontefici. Questa profezia, dato che è breve, e poiché non è mai stata data alle stampe molti desiderano conoscerla, io la riproduco qui”.

Il testo della profezia riprodotto da Wion è piuttosto ermetico e, pur denotando una profonda conoscenza e una notevole incisività, di primo acchito è del tutto criptico per un lettore occasionale. La profezia è esposta sottoforma di una ben precisa successione di 111 motti simbolici in latino maccheronico sintetizzanti la personalità di ogni singolo papa a partire da Celestino II fino all’era contemporanea e culminanti con un’oscura frase profetica sulla fine dei tempi e la caduta del papato. I motti designano i pontefici in modo figurato o allusivo, non eccedendo mai due o tre parole. Generalmente la frase è composta da due nomi spesso uniti da una semplice preposizione o da un nome ed un aggettivo oppure da due nomi ed un aggettivo. Tutti i verbi che compaiono nei motti sono participi presenti o passati, quasi sempre con valore di aggettivi, e molto spesso il verbo stesso è sottinteso. Spesso la designazione del pontefice fa esplicito riferimento allo stemma gentilizio del papa, ma non sono pochi i casi in cui l’allusione è alle qualità spirituali del pontefice o a particolari episodi della sua vita. Non mancano inoltre motti più misteriosi e sibillini, ai quali, al giorno d’oggi, non è possibile dare un esaustivo significato. In quest’ultimo caso è tuttavia probabile che molte designazioni indecifrabili siano tali solo per noi, ignoranti, nel presente, di molti particolari della vita e delle attività dei singoli pontefici del passato.

Gli scettici considerano questa profezia un apocrifo composto in pieno sec. XVI e posta sotto il nome di un monaco famoso per far trasmettere il testo sotto una particolare aurea di “sacralità” e autorità. Secondo altri il testo attribuito a S. Malachia sarebbe un documento redatto durante il conclave nel quale fu eletto Papa Gregorio XIV e diffuso dai partigiani del cardinale Simoncelli come strumento di corruzione elettorale. Per coloro che apertamente denigrano la profezia del monaco irlandese, la prova maggiore della sua falsità è data dal fatto che il motto di alcuni papi sia elaborato sulla base di indicazioni biografiche, alcune delle quali erronee, fornite da Panvinio, storico contemporaneo di Arnold de Wion. Tutti i Papi precedenti il 1595, sono chiaramente indicati da un motto che ne sintetizza il casato o lo stemma, quelli successivi a tale data lo sono invece quasi tutti per elementi eterogenei. La spiegazione più logica sembrerebbe questa: Malachia, o chi per esso, ha potuto elaborare il motto, per quanto riguarda i papi regnanti prima del 1600, in base a una biografia, quella di Panvinio, mentre per quelli successivi si sarebbe affidato alla pura fantasia.

Basandosi su quanto riportato dal “Lignum Vitae” i motti sono i seguenti (il pontefice di riferimento e una breve spiegazione della massima latina sono riportati dopo il motto stesso):

1 – Ex Castro Tiberi – Celestino II (1143-1144)
Il motto sembrerebbe alludere al paese natale di questo papa: Città di Castello, al tempo un piccolo borgo situato lungo le sponde del Tevere.

2 – Inimicus expulsus – Lucio II (1144-1145)
Il motto si presta a due possibili spiegazioni: il termine “inimicus” sarebbe un chiaro rimando al nome secolare di questo papa, Gerardo Caccianemici, mentre il termine “expulsus” alluderebbe al suo tormentato pontificato: la costituzione di una repubblica democratica sul suolo romano portò all’allontanamento della corte papale da Roma, di fatto detronizzando ed espropriando il pontefice del potere temporale.

3 – Ex magnitude montis – Eugenio III (1145-1153)
Pietro Pignatelli, eletto papa lo stesso giorno in cui moriva Lucio II, era nativo di un piccolo paese nei pressi di Pisa, Montemagno. Il motto farebbe quindi esplicitamente riferimento al paese d’origine di Eugenio III.

4 – Abbas Suburranus – Anastasio IV (1153-1154)
Papa Anastasio IV, al secolo Corrado Suburri, fu per lungo tempo abate di S. Rudo.

5 – De ruro albo – Adriano IV (1154-1159)
Adriano IV nacque in Inghilterra, a Sant’Albano. Il motto, in verità piuttosto oscuro, in qualche modo alluderebbe alle sue origini britanniche.

6 – Ex tetro carcere – Vittore IV (antipapa)
Nessun significato è stato ancora trovato per questo motto.

7 – Ex ansere custode – Alessandro III (1159-1181)
Anche in questo caso non sono state trovate plausibili spiegazioni al motto.

8 – De via Transtibertina – Pasquale III (antipapa)
Guido da Crema fu a lungo Cardinale in S. Maria in Trastevere (Transtibertina).

9 – Lux in ostio – Lucio III (1181-1185)
Ubaldo Allucignoli, quando fu consacrato papa era cardinale di Ostia. Il motto sembrerebbe quindi fare esplicito richiamo sia ai nomi, secolare e pontificio, di Lucio III, sia alla città di Ostia.

10 – De Pannonia Tusciae – Callisto III (antipapa)
Proveniente da quella vasta regione un tempo conosciuta come Pannonia, grosso modo l’odierna Ungheria, Callisto per lunghi anni cardinale di Tuscolo (Tusciae).

11 – Sus in cribo – Urbano III (1185-1187)
Lo stemma papale di Urbano III recava l’immagine di un maiale (sus), mentre la parola “cribo” sembra alludere in qualche modo al suo cognome: Crivelli.

12 – Ensis Laurentii – Gregorio VIII (1187)
Il termine “ensis” alluderebbe allo stemma papale di Gregorio VII, e precisamente alla spada che vi compare. Il termine “Laurentii” potrebbe in qualche modo riferirsi al fatto che, prima di essere eletto papa, Alberto de Morra aveva ricoperto il ruolo di cardinale di S. Lorenzo in Lucina, ma esistono dubbi sulla corretta interpretazione di questo termine.

13 – De schola Exiet – Clemente III (1187-1191)
Il motto, molto semplicemente, sembrerebbe riferimento piuttosto esplicito al nome secolare del papa, Paolo Scolari

14 – De rure bovense – Celestino III (1191-1198)
Non sono ancora state proposte accettabili interpretazioni di questo motto. Tuttavia per alcuni, pur senza apportare valide motivazioni a sostegno della loro tesi, la frase celerebbe allusioni al fatto che Giacinto Orsini, al momento dell’elezione a pontefice, fosse un semplice diacono.

15 – Comes signatus – Innocenzo III (1198-1216)
Innocenzo III apparteneva alla casata dei Conti di Tuscolo da Segni. Il motto appare piuttosto evidente.

16 – Canonicus de latere – Onorio III (1216-1227)
Cencio Savelli, quando fu letto papa, era canonico in Laterano. Questa sembra essere l’unico plausibile significato attribuibile al motto di Malachia.

17 – Avis ostiensis – Gregorio IX (1227-1241)
Ugolino dei Conti di Segni, cardinale di Ostia (ostiensis), una volta eletto papa adottò come stemma papale, il proprio stemma gentilizio, uno scudo nel quale troneggia una grossa aquila (avis).

18 – Leo Sabinus – Celestino IV (1241)
Celestino IV, vescovo di Sabina, aveva uno stemma nel quale era raffigurato un leone.

19 – Comes Laurentius – Innocenzo IV (1242-1254)
Sinibaldo Fieschi, appartenente ad un’antica famiglia comitale (comes), fu creato cardinale in S. Lorenzo in Lucina (Laurentius), da Gregorio IX. Forse l’interpretazione appare un po’ forzata, ma sembrerebbe essere l’unica plausibile.

20 – Signus Ostiense – Alessandro IV (1254-1261)
Rinaldo dei Conti di Segni, prima di essere papa, fu cardinale di Ostia.

21 – Jerusalem Campaniae – Urbano IV (1261-1264)
Urbano IV, al secolo Jacques Pantaleon, originario della regione francese della Champagne, era, al momento dell’elezione, patriarca di Gerusalemme.

22 – Drago depressus – Clemente IV (1261-1264)
Nello stemma pontificio di Guy Folquois, era rappresentata un’aquila con un grosso drago stretto tra i suoi artigli. L’interpretazione è però alquanto dubbia perché, secondo alcuni storici, il vero stemma di Clemente VI raffigurava solamente dei gigli. In tal caso, non esisterebbero plausibili spiegazioni di questo motto.

23 – Anguineus vir – Gregorio X (1271-1276)
Tebaldo Visconti viene definito “uomo del serpente” (anguineus vir) perché nel suo stemma campeggia in evidenza un serpente. Tuttavia, esistendo molti dubbi e perplessità sul reale aspetto dello stemma di Gregorio X, alcuni intravedono nel motto allusioni alla travagliata elezione di questo papa, antesignana del moderno conclave.

24 – Concionator gallus – Innocenzo V (1276)
Di origine francese (gallus), Pierre de Tarantasie, era apprezzato come valido un uomo di chiesa e come un eccellente predicatore (concionator).

25 – Bonus Comes – Adriano V (1276)
Come per Innocenzo IV, il termine “comes”, alluderebbe alla famiglia d’origine di Ottobono Fieschi. Tuttavia il termine “bonLa MLa Morte del Papa.

26 – Piscator tuscus – Giovanni XXI (1276-1277)
Pietro Ispano divenne papa quando era cardinale di Tuscolo. Nel suo nome è celato invece il significato del temine “piscator”.

27 – Rosa Composita – Niccolò III (1277-1280)
Nello stemma di Giovanni Gaetano Orsini campeggiava una rosa. Il termine “compositus” allude al suo indefesso impegnò nel tentare di riunire la Chiesa latina e quella greca, separate da un profondo ed irreversibile scisma.

28 – Ex telonio liliacei – Martino IV (1281-1285)
Il motto richiama vagamente i gigli dello stemma pontificio di Simone de Brion, ma nel complesso nessun chiaro significato è attribuibile a questa frase.

29 – Ex rosa leonina – Onorio IV (1285-1287)
Jacopo Savelli aveva come stemma dei leoni attorniati da rose.

30 – Picus Inter escas – Niccolo IV (1288-1292)
Non è ancora stato possibile attribuire un preciso significato a questo motto. L’unico plausibile accenno è alla città natale di Gerolamo Masci, Ascoli Piceno (picus).

31 – Ex eremo celsus – Celestino V (1294)
Questa frase sembra essere piuttosto esplicita: Pietro da Morrone fu eremita e fondatore dell’ordine dei Celestini.

32 – Ex undarum benedictione – Bonifacio VIII (1294-1303)
Il motto si riferisce al nome di battesimo di questo papa, Benedetto Caetani (benedictione) ed al suo stemma pontificio nel quale sono riprodotte delle onde marine.

33 – Concionator patarens – Benedetto XI (1303-1304)
Nicolò Baccassini era nativo di Patara (patarens), vicino a Treviso. Il termine “concionator” allude in qualche modo all’attività di predicatore di questo papa, forse alla sua appartenenza all’ordine dei Predicatori.

34 – De fascis aquitanicis – Clemente V (1305-1314)
Il termine “fascis” allude allo stemma di Bertrand di Goth costituito da sette fasce parallele. Sotto il suo pontificato avvenne il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone (aquitanicis).

35 – De sutore orseo – Giovanni XXII (1316-1334)
Il motto è piuttosto criptico, ma dovrebbe in qualche modo riferirsi alle umili origini di Jacques-Arnaud d’Eurse, figlio di un modesto calzolaio.

36 – Corvus schismaticus – Nicolò V (antipapa)
Pietro Rinalducci era originario di Corsaro (corvus) e, come antipapa, contribuì a radicalizzare i contrasti in seno alla Chiesa (schismaticus).

37 – Frigidus Abbas – Benedetto XII (1334-1342)
Jacques Fournier, fu eletto papa mentre era abate presso il monastero di Fontanafredda.

38 – Ex rosa atrebatesi – Clemente VI (1342-1352)
Pierre Roger di Beaufort fu vescovo di Arras (atrebatesi) e sul suo stemma campeggiavano sei rose.

39 – De montibus Pammachii – Innocenzo VI (1352-1362)
Nell’emblema di Etienne Aubert sono raffigurate delle montagne. Quando fu eletto papa era Cardinale dei Santi Giovanni e Paolo, titolo anticamente soprannominato Pammacchio.

40 – Gallus vicecomes – Urbano V (1362-1370)
Guillaume Grimoard era francese (gallus) e, prima di diventare papa, fu nunzio (comes) a Milano presso i Visconti.

41 – Novus de Virgine fortii – Gregorio XI (1370-1378)
Pierre Roger de Beaufort era cardinale di Santa Maria Nuova. Il motto dovrebbe alludere proprio a questo.

42 – De cruce apostolica – Clemente VII (antipapa)
Robert de Genevois, cardinale dei dodici apostoli (apostolica), aveva un emblema raffigurante una grossa croce latina.

43 – Luna cosmedina – Benedetto XIII (antipapa)
Pietro de Luna, fu eletto (anti)papa mentre ricopriva il titolo di Cardinale di Santa Maria in Cosmedin

44 – Schismo barcinonicum
Il motto è piuttosto oscuro e non è neppure chiaro a chi sia riferibile. Per alcuni la frase indicherebbe Clemente VIII, antipapa e canonico di Barcellona (barcinonicum). Tuttavia è da rilevare il fatto che tale pontefice non è neppure considerato antipapa negli elenchi ufficiali della Chiesa. Il termine “schismo”, in pieno periodo di scisma avignonese, non è particolarmente significativo per l’identificazione.

45 – De inferno pregnani – Urbano VI (1378-1389)
Bartolomeo Prignano, nacque a Napoli, secondo alcuni in una particolare zona della città al tempo denominata “inferno”.

46 – Cubus de mixtione – Bonifacio IX (1389-1404)
Lo stemma di Pietro Tommacelli era costituito da una serie di numerosi cubi.

47 – De miliore sidere – Innocenzo VII (1404-1406)
Il motto è riferibile al nome secolare del papa, Cosimo Migliorati, ed al suo stemma recante una stella cometa.

48 – Nauta de Ponte Nigro – Gregorio XII (1406-1415)
L’espressione nauta ha una valenza ben precisa in Malachia: designa i papi che provenivano, per varie ragioni, dalla città di Venezia. Angelo Corrier infatti era nativo di Venezia ed era stato cardinale commendatario di Negroponte.

49 – Flagellum solis – Alessandro V (antipapa)
Pietro Filargiro aveva uno stemma in cui campeggiava un sole splendente. Il termine “flagellum” dovrebbe riferirsi alla radicalizzazione dello scisma messa in atto da questo papa.

50 – Cervus Sirenae – Giovanni XXIII (antipapa)
Baldassarre Cossa era originario di Napoli, città il cui emblema è la sirena Partenope. Il termine “cervus allude” al suo stemma, nel quale troneggia l’immagine di un cervo.

51 – Corono veli aurei – Martino V (1417-1431)
L’emblema di Oddone Colonna era una colonna coronata d’oro. Seppur non del tutto esplicito, il motto fa proprio riferimento all’emblema pontificio di Martino V.

52 – Lupa coelestina – Eugenio IV (1431-1447)
Secondo alcuni, sebbene non compaia sullo stemma pontificio, il simbolo di Gabriele Condulmer, canonico della compagnia dei Celestini (coelestina), era una lupa.

53 – Amator Crucis – Felice V (antipapa)
Lo stemma di Amedeo di Savoia era una croce rossa su campo bianco. Il termine “amator”, di difficile interpretazione, si riferisce probabilmente al travagliato periodo che caratterizzò il periodo in cui fu antipapa.

54 – De modicitate lunae – Niccolò V (1447-1455)
Tommaso Parentuccelli, nato a Luni (lunae), nei pressi di Sarzana, apparteneva ad una famiglia molto povera. A questo fatto dovrebbe riferirsi il termine “modicitate”.

55 – Bos pascens – Callisto III (1455-1458)
Nello stemma di Alfonso de Borgia compare un bue al pascolo.
56 – De capra et albergo – Pio II (1458-1464)
Enea Silvio Piccolomini fu segretario dei cardinali Capranica e Albergatti.

57 – De cervo et leone – Paolo II (1464-1471)
Pietro Barbo era stato cardinale di San Marco (evangelista che ha per simbolo un leone alato) e cardinale commendatario della Chiesa di Cervia.

58 – Piscator minorita – Sisto IV (1471-1484)
Francescano degli ordini minori, Francesco della Rovere era figlio di un umile pescatore.

59 – Praecursor Siciliae – Innocenzo VIII (1484-1492)
Giovanni Battista Cybo visse a lungo alla corte del re di Sicilia. Tuttavia il termine “praecursor” non ha ancora trovato spiegazione.

60 – Bos Albanus in portu – Alessandro Vi (1492-1503)
L’emblema di Rodrigo Borgia era un bue. Inoltre fu cardinale e vescovo di Albano e Porto.

61 – De parvo homine – Pio III (1503)
Il motto sembrerebbe riferirsi al cognome materno di Francesco Todeschini, ossia Piccolomini (de parvo homine).

62 – Fructus Jovis juvabit – Giulio II (1503-1513)
L’emblema di Giuliano della Rovere era una quercia, nell’antichità albero ritenuto sacro a Giove.

63 – De craticule Politana – Leone X (1513-1521)
Un motto di difficile interpretazione: il nome del padre di Giovanni de’ Medici era Lorenzo, santo martirizzato sulla graticola. L’espressione Politiana deriverebbe invece riferirsi in qualche modo ad Angelo Poliziano, del quale Leone X fu discepolo.

64 – Leo florentius – Adriano VI (1522-1523)
Adrian Florensz (florentius) aveva come stemma due leoni.

65 – Flos pilae – Clemente VII (1523-1534)
Giulio de’ Medici aveva nel proprio stemma una palla (pilae) attorniata da gigli (flos).

66 – Hyacinthus medicorum – Paolo III (1534-1549)
Alessandro Farnese aveva uno stemma sul quale campeggiavano sette gigli. Non è ancora stata trovata una spiegazione accettabile per il termine “medicorum”.

67 – De corona montana – Giulio III (1550-1555)
Giovanni Maria Ciocchi del Monte (montana), aveva un emblema raffigurante due corone.

68 – Frumentum floccidum – Marcello II (1555)
Lo stemma di Marcello Cervini raffigurava un cervo e del frumento. L’aggettivo “floccidum” probabilmente è da riferirsi alla breve durata del suo pontificato, soli 23 giorni.

69 – De fide Petri – Paolo IV (1555-1559)
L’interpretazione di questo motto appare un po’ forzata: Giampietro Carafa fu promotore del Tribunale della fede (fide), mentre la parola “petri” dovrebbe essere un richiamo al nome secolare di Paolo IV.

70 – Aesculapii pharmacum – Pio IV (1559-1565)
Il motto che designa Giovanni Angelo de’ Medici, sembra derivare dal cognome della casata. Esculapio,
infatti, era il dio della medicina, primo medico della storia.

71 – Angelus nemorosus – Pio V (1566-1572)
Mentre non è possibile attribuire un significato al termine “angelus”, l’aggettivo “nemorosus”, ossia boscoso indicherebbe il luogo di nascita di Michele Ghisleri, Bosco, nei pressi di Alessandria

72 – Medium corpus pilarum – Gregorio XIII (1572-1585)
Ugo Boncompagni è passato alla storia come l’ideatore del calendario gregoriano. Il motto, del tutto oscuro, dovrebbe riferirsi in qualche modo a questo evento caratterizzante il suo pontificato.

73 – Axis in meditate signi – Sisto V (1585-1590)
Felice Perretti aveva come stemma un leone diviso a metà, come tagliato in due da un’ascia (axis).

74 – De rori coeli – Urbano VII (1590)
Non è ancora stato attribuito un univoco significato a questo motto.

75 – De antiquitate urbis – Gregorio XIV (1590-1591)
Nicola Sfrondati proveniva dall’antica città di Cremona.

76 – Pia civitas in bello – Innocenzo IX (1591)
Il motto sembra indicare il ruolo di sostegno del pontificato di Giovanni Antonio Facchinetti in un periodo storico caratterizzato da cruente guerre.

77 – Crux romulea – Clemente VIII (1592-1605)
Ippolito Aldobrandini apparteneva ad una storica famiglia romana (romulea), anche se da tempo stabilitasi a Firenze, la quale aveva uno stemma, in parte ripreso ed adattato anche come stemma pontificio, sul quale era raffigurata una croce.

78 – Undosus vir – Leone XI (1605)
Non esistono interpretazioni univoche di questo motto, tuttavia, per la maggior parte degli interpreti, il riferimento sarebbe alla brevissima durata del pontificato di Alessandro de Medici, poco più di due settimane.

79 – Gens perversa – Paolo V (1605-1621)
Nessuna plausibile interpretazione è stata ancora attribuita a questo motto, all’apparenza il più criptico e indecifrabile di Malachia.

80 – In tribulatione pacis – Gregorio XV (1621-1623)
Alessandro Ludovisi nel corso del suo pontificato fu sempre impegnato a sedare guerre e controversie politiche.

81 – Lilium et rosa – Urbano VIII (1623-1644)
Sullo stemma di Maffeo Barberini sono riprodotte tre api che volano su dei gigli e delle rose. La corretta interpretazione di questo motto è tuttavia incerta poiché, prestando fede ad alcune coeve riproduzioni dello stemma pontificio di Urbano VIII, non comparirebbero i fiori ai quali allude Malachia.

82 – Jacunditas crucis – Innocenzo X (1644-1655)
Giovanni Battista Panphili fu proclamato papa nel giorno in cui ricorreva la festività dell’esaltazione della croce.

83 – Montium custus – Alessandro VII (1655-1667)
Lo stemma di Fabio Chigi era costituito da due colline su campeggiava una stella. Il termine “cuscus” dovrebbe in qualche modo alludere al cognome Chigi.

84 – Sidus olorum – Clemente IX (1667-1669)
Giulio Rospigliosi fu eletto papa in una particolare sala dei palazzi pontifici denominata camera dei cigni (olorum). Il termine “sidus” è ancora oggi senza spiegazione.

85 – De flumine magno – Clemente X (1670-1676)
Emilio Altieri fu eletto papa l’11 maggio 1670, in un giorno in cui il fiume Tevere era in piena (flumine magno).

86 – Bellua insatiabilis – Innocenzo XI (1676-1689)
Non esiste alcuna spiegazione per questo motto, soprattutto alla luce del fatto che l’appellativo di belva insaziabile mal si addice alla figura di Benedetto Odescalchi.

87 – Poenitentia gloriosa – Alessandro VIII (1689-1691)
L’elezione di Pietro Ottoboni avvenne il 6 ottobre, giorno dedicato a San Brunone, santo passato alla storia come uno dei più grandi penitenti della Chiesa.

88 – Rastrum in porta – Innocenzo XII (1691-1700)
Antonio Pignatelli apparteneva ad una nobile casata napoletana che risiedeva presso una porta della città soprannominata “del rastrello” (rastrum).

89 – Flores circumdati – Clemente XI (1700-1721)
Non è ancora stato possibile trovare un’adeguata interpretazione per questo motto.

90 – De bona religione – Innocenzo XIII (1721-1724)
Michelangelo Conti caratterizzò il suo pontificato con un’aspra e costante condanna ad ogni forma di eresia, Giansenismo sopra tutte.

91 – Miles in bello – Benedetto XIII (1724-1730)
Pier Francesco Orsini fu pontefice in un periodo storico nel quale si verificarono in tutta Europa coninue guerre.

92 – Columna excelsa – Clemente XII (1730-1740)
Lorenzo Corsini caratterizzò il suo pontificato con le grandi opere urbane e i lussuosi edifici che fece erigere a Roma. Il motto si riferisce a questa sua instancabile attività di magnate e di amante dell’arte urbana.

94 – Animal rurale – Benedetto XIV (1740-1758)
Nessuna spiegazione è ancora stata possibile per questo motto.

95 – Rosa Umbiae – Clemente XIII (1758-1769)
Divergenti e numerose spiegazioni sono state proposte per questo motto, ma nessuna sembra godere di credito presso gli studiosi.

96 – Ursus velox – Clemente XIV (1769-1774)
Lorenzo Ganganelli aveva nel proprio stemma l’immagine di un orso in corsa.

97 – Peregrinus Apostolicus – Pio VI (1774-1799)
Il motto sintetizza le molte vicissitudini che questo papa dovette affrontare: Giovanni Angelo Braschi fu fatto prigioniero dai francesi e condotto da questi prima a Siena, poi a Bologna ed infine a Parma.

98 – Aquila rapax – Pio VII (1800-1823)
Gregorio Barnaba discendente dei conti Chiaramonti fu fatto prigioniero da Napoleone Bonaparte. In questo caso l’aquila rapace indica lo stemma napoleonico, sul quale campeggia un’aquila.

99 – Canis et coluber – Leone XII (1823-1829)
Annibale della Genga fu definito dai suoi collaboratori “fedele alla causa della Chiesa come il cane ed allo stesso tempo prudente nei suoi attacchi come il serpente”.

100 – Vir religiosus – Pio VIII (1823-1830)
Il motto è una perfetta sintesi del pontificato di Francesco Saverio dei Castiglioni

101 – De balneis Etruriae – Gregorio XVI (1831-1836)
Bartolomeo Alberto Cappellari apparteneva all’ordine dei Camaldolesi, ordine nato in Toscana (Etruriae). Nessuna spiegazione è attribuibile al termine “balneis”, forse da intendersi come una sorta di rafforzativo del termine “Etruriae”.

102 – Crux de cruce – Pio IX (1846-1878)
Durante il pontificato di Giovanni Maria Mastai Ferretti, Roma divenne capitale d’Italia. Pio IX fu dunque costretto a sovrapporre la croce papale a quella sabauda.

103 – Lumen de coelo – Leone XIII (1878-1903)
Il simbolo di Gioacchino Pecci era una stella cometa.

104 – Ignis ardens – Pio X (1903-1914)
Il moto si riferisce esplicitamente alla bontà e all’ardente fede di Giuseppe Sarto.

105 – Religio de populata – Benedetto XV (1914-1922)
Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu funestato dagli avvenimenti della grande guerra e dai numerosi lutti che ne conseguirono. Il motto sembra riferirsi all’enorme numero di cattolici che caddero sul fronte di guerra e, per alcuni, al gran numero di cattolici costretti all’ateismo dalla rivoluzione in Russia.

106 – Fides intrepida – Pio XI (1922-1939)
La fede di Achille Ratti lo indusse a lanciare coraggiosi anatemi contro il nazismo e il comunismo.

107 – Pastor angelicus – Pio XII (1939-1958)
Angelo Pacelli, fu pastore della chiesa nel corso della seconda guerra mondiale e nel difficile periodo della ricostruzione post-bellica. A lui toccò il compito di essere la guida spirituale e materiale di un mondo devastato dalla guerra.

108 – Pastor et nauta – Giovanni XXIII (1958-1963)
Angelo Giuseppe Roncalli fu Patriarca di Venezia (nauta). Il termine “pastor” si riferisce invece alla sua indefessa opera di guida, spirituale e non, della Chiesa e dei cattolici.

109 – Flos florum – Paolo VI (1963-1978)
Nello stemma di Giovanbattista Montini compaiono tre gigli, il “fiore dei fiori” secondo l’iconografia tradizionale.

110 – De meditate Lunae – Giovanni Paolo I (1978)
Il pontificato di Albino Lucani durò solo 31 giorni, praticamente il tempo di un ciclo lunare.

111 – De labore solis – Giovanni Paolo II (1978 – 2005)
Il motto potrebbe riferirsi sia al fatto che Karol Wojtyla provenga da un paese dell’est, la Polonia, sia dall’enorme lavoro di espansione del suo pontificato.

112 – De gloria olivae – Benedetto XVI (2005 – 2013)
Il successore di Giovanni Paolo II viene definito con l’ulivo. Per alcuni, considerando l’ulivo come simbolo di pace, questo pontefice caratterizzerà il proprio pontificato incentrandolo sulla pace universale nel nome di Cristo. Il motto De gloria olivae è stato collegato al nome “Benedetto” perché alcuni benedettini sono anche chiamati “monaci olivetani”. Da notare che nell’araldo del Papa è raffigurata un persona di colore sul lato sinistro (rispetto visione) simbolo della Diocesi di Frisinga di cui fu arcivescovo. Il termine “olivae” è stato collegato al colore di questo viso di moro. Il 26 aprile 2009 Benedetto ha proclamato santo Bernardo Tolomei, fondatore dell’ordine degli Olivetani.

113 – Petrus romanus
L’ultimo papa. Il nome è quanto mai suggestivo: Pietro fu il primo pontefice, un altro Pietro sarà l’ultimo. A costui Malachia non ha dedicato un semplice motto, bensì alcuni versi latini:

“In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen.”(Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.).

Se La profezia di Malachia fosse vera potremmo veramente essere testimoni di un evento dalla portata biblica, testimoni dell’epilogo di una storia iniziata 2000 anni fa. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà.

Fonte: http://www.daltramontoallalba.it/misteri/malachia.htm
a cura di Stefano Tansini

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Serata sul Paranormale: non siamo soli in questa terra

martedì, 8. gennaio 2013 14:10 | Autore:

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Castello di Montebello: nuove immagini di presunta natura paranormale emergono da una ricerca del 2011

martedì, 25. settembre 2012 10:51 | Autore:

Il castello di Montebello, da quasi un ventennio oramai, è uno dei luoghi più importanti in Italia per quanto riguarda la ricerca paranormale e la relativa fenomenologia ad essa collegata. Meta di “pellegrinaggio” di ricercatori, sensitivi e medium, offre – in misura sempre maggiore – nuovo materiale per approfondire e cercare di comprendere eventi che al momento la “scienza ufficiale” non è in grado di spiegare completamente. Stiamo parlando di eventi supernormali sia elettroacustici (fenomenologia che contraddistingue il caso “Azzurrina”) che apparizionali, più volte documentati a livello fotografico in questi ultimi anni. Proprio di questi ultimi parleremo in questo articolo. I gruppi di ricerca IPERLAB (una recente formazione di ricercatori indipendenti di cui fa parte il noto studioso di fenomeni “anomali” Daniele Gullà) e XBI PARANORMAL INVESTIGATION hanno organizzato una conferenza al castello il 21 settembre 2012 per divulgare nuovo materiale emerso da ricerche realizzate in maniera congiunta tra i due gruppi.

In ottobre 2011 il team di ricerca XBI si è recò a Montebello per indagini strumentali: era previsto che anche Daniele Gullà, Luciano Pederzoli e Florentina Richeldi di IPERLAB fossero presenti, ma purtroppo, causa impegni imprevisti e problemi di salute, questi ultimi non poterono essere fisicamente presenti. In quell’occasione il team di ricerca denominato XBI – diretto da Massimo Rossini – eseguì diverse sessioni sperimentali di EVP e di fotografia Full Spectrum; in particolare il ricercatore Alberto Campedelli, membro del gruppo XBI, realizzò due scatti ravvicinati, interessanti per le motivazioni che saranno esposte nel seguito. Nella stanza detta “della cassaforte”, dalla ricerca condotta dal team XBI tramite l’uso di foto/telecamere capaci di lavorare nella banda compresa tra l’infrarosso vicino e il vicino ultravioletto, sono emerse nuove e sorprendenti immagini che si ricollegano alla tradizione della famosa bambina. Le fotografie in cui emergono anomalie sono due e sono ancora soggette ad esami tendenti ad appurare che non esistano spiegazioni alternative. Dai due scatti, effettuati da Alberto Campedelli, emerge un’anomalia che presenta una dinamica in evoluzione. Gli scatti sono stati eseguiti a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro, variando solo leggermente l’inquadratura.

Si noterà, esaminando con attenzione i fotogrammi, come, in prossimità di un raggio di luce solare proveniente da una finestra attigua, appaia una piccola figura in formazione che ricorda la sagoma di una bambina. Nella prima foto l’immagine è più piccola e fluttuante nel vuoto, nonché inclinata e distorta in direzione dei raggi luminosi. Nella seconda foto l’immagine appare sempre piccola, ma con dimensioni più vicine alla realtà, inoltre è poco deformata e sembra quasi poggiarsi sulla pavimentazione sottostante; sarebbe possibile stimarne approssimativamente l’altezza.

Ciò che colpisce, più che l’immagine in sé, sono le particolari proprietà che ricordano le caratteristiche delle immagini olografiche, nelle quali le deformazioni spaziali, la tessitura e la nebbiolina che le avvolge si possono riscontrare frequentemente. I raggi solari pomeridiani provenienti lateralmente dalla finestra si presentano come fasci di luce parallela, quasi come dei fasci di luce laser. L’angolazione tra la sorgente di luce, l’immagine virtuale e la fotocamera è simile a quella utilizzata negli esperimenti olografici. È ipotizzabile che le suddette condizioni abbiano favorito l’apparizione di un’immagine inusuale ed osservabile solo fotograficamente (probabilmente nel vicino UV).

Un altro aspetto “insolito” emerso dalle analisi delle immagini scattate in sequenza con numerazione 0362 e 0363 (a pochi secondi l’una dall’altra), è che la data deducibile dai dati Exif non corrisponde: erano le 16:30 del 23 ottobre 2011 e in una foto la data e l’ora sono completamente errate (2009:01:05 03:45:22), mentre nell’altra la data è corretta, ma l’ora no (2011:10:23 01:14:04). A detta dell’operatore, Alberto Campedelli, l’anomalia tecnica si è presentata solo ed esclusivamente in questa circostanza e non è mai stata riscontrata, né prima né dopo questa giornata a Montebello: si tratta di un fatto inspiegabile dal punto di vista tecnico, ma non inusuale nei fenomeni di interazione psi (psi-matter).

Tornando alle foto e la loro natura, l’ipotesi che si tratti di un ologramma “sospeso” in un altro spazio-tempo è suggestiva, ma ovviamente non ancora dimostrabile. La questione richiama alla memoria i famosi esperimenti condotti da Padre Pellegrino Ernetti sulle immagini cosiddette “cronovisive”. Che si tratti di un ologramma cronovisivo? Per motivi ancora sconosciuti, nel castello di Montebello si reiterano fenomeni acustici e ottici registrabili con tecnologie appropriate. Il campo dell’olografia e dell’interferometria ottica ed infra-ottica “APRE”, per così dire, una nuova area di studi che si intrecceranno fra loro nel tempo con la ricerca che conduciamo già in ambito multispettrale con IPERLAB, raccogliendo dati utili per confermare o confutare le ipotesi fin qui descritte: il mistero e la ricerca continuano!

Si ringrazia sentitamente il gruppo di ricerca IPERLAB (formato dai ricercatori indipendenti Daniele Gullà, Luciano Pederzoli, Florentina Zamfirescu Richeldi, Diana Richeldi) e XBI – PARANORMAL INVESTIGATION (diretto da Massimo Rossini) per aver organizzato la conferenza divulgativa; ringraziamo ovviamente la direzione del Castello di Montebello per aver accettato la nostra presenza alla conferenza cosi da poter divulgare in questa sede queste importanti novità. Grazie ancora a Daniele Gullà per aver permesso la pubblicazione delle analisi fotografiche e dei testi contenuti nel documento ufficiale di presentazione del materiale analizzato, testi che sono stati utilizzati per redigere questo articolo.

Michele Morettini

Categoria: Luoghi Misteriosi, Ricerca Parapsicologica | Commenti (0)

Seminario: la via che porta all’Albero della Vita

giovedì, 6. settembre 2012 5:15 | Autore:

Incontri di Cabalà e meditazione ebraica

“La Via che porta all’Albero della Vita”


Domenica 16 settembre 2012 (Roma)

(10:00 – 17:00 con pausa pranzo)

– Luogo dell’incontro da definire –

Domenica 23 settembre 2012 (Palermo)

(10:00 – 17:00 con pausa pranzo)

Via Leonardo Da Vinci, 396 – per info e iscrizioni 335 5737788 (Dott. Gianfranco Barretta)

Albero della Vita

L’Albero della Vita è la mappa fisica, psicologica e spirituale dell’essere umano, uno schema simbolico che permette di rapportarsi alla realtà che ci circonda in tutti i suoi aspetti. L’Albero della Vita rappresenta una complessa struttura di archetipi che, una volta attivati tramite lo studio e la meditazione, interfacciano l’essere umano con il divino.

Finalità del seminario

Il seminari  si  prefiggono  lo  scopo  di  far  compiere  all’allievo  un’esperienza  diretta  delle dinamiche e  dei simboli   che sottendono all’Albero  della Vita, cosa  che nessun  libro  per dettagliato e completo possa essere riuscirà mai a trasmettere. L’Attenzione, oltre ai concetti e alle spiegazioni tratte dalla  tradizione cabalistica, verrà posta in particolar modosul lavoro pratico  del  cabalista  per portare  ad  evoluzione  la  propria  coscienza  e  giungere  a  una maggiore comprensione di se stesso e del mondo che lo circonda. L’approccio che i nostri seminari propongono è in primo luogo quello veicolato dai simboli della lingua sacra, le lettere ebraiche. Verranno dati i “codici di accesso” (mantra e Nomi divini) alle Sefirot studiate, in questo  modo l’allievo avrà un valido metodo di meditazione praticabile comodamente anche dopo il seminario. Inoltre, ci saranno due visualizzazioni guidate incentrate sugli archetipi relativi all’Albero della Vita finalizzate ad attivare la percezione intuitiva del lato destro dell’emisfero cerebrale. Tali visualizzazioni hanno l’importante compito di aggirare la nostra parte cosciente attraverso la potenza  del  simbolo,   permettendoci  di  entrare  in  contatto  con  gli  strati  più  sottili  e consapevolmente evoluti del nostro essere per comprendere meglio noi stessi e la realtà che ci circonda; a questo livello il seminario esce da  una prospettiva interpersonale ed arriva a toccare intimamente ogni singolo partecipante grazie alla  relazione di stretto colloquio che instaura con l’insegnante. In questa prospettiva ogni allievo potrà ricevere importanti messaggi personali capaci di portare una nuova luce lungo il proprio cammino.

Il Programma della giornata di Roma prevede:

– Studio approfondito delle Sefirot di Netzach e Tiferet

– I Nomi di D-o e i mantra di Netzach e Tiferet

-L’evento della “resurrezione dei morti” nella tradizione esoterica ebraica

– Il valore simbolico del pane e del vino

– L’uscita dall’Egitto interiore

– Il messia nella concezione cabalistica

– Il campo duplice della coscienza dove si incontrano uomini e angeli

– Le lettere ebraiche, la scala di Giacobbe e l’elisir di lunga vita

– L’alchimia della guarigione nella Cabalà

Il programma della giornata di Palermo prevedede:

– Il rapporto essere umano/Albero della Vita

– Le sette Vie sapienziali dell’Albero della Vita (grazie agli “strumenti” che la Cabalà offre ogni partecipante scoprirà la propria via nell’Albero della Vita)

– Le dinamiche fondamentali dell’Albero della Vita: “Luce e materia”/”maschile e femminile”

– Il viaggio del “vascello” della consapevolezza umana tra l’io e il “nulla”

– “Luci” e  “Recipienti” nella tradizione esoterica ebraica

– L’anima, il “sangue” e il “vapore” nell’alchimia interiore dell’Adam

– L’unione di acqua e fuoco attraverso i Nomi divini

– Come si formano le Sefirot nella coscienza dell’essere umano

– Studio approfondito della Sefirà di Malkhut

– L’aspetto esteriore e interiore del mondo

– Il Leviatano

– La presenza divina celata nella materia

Gli incontri forniranno interessanti spunti di riflessione a chiunque nutra interesse verso la mistica ebraica, sia che si tratti di persone che non hanno mai affrontato l’argomento prima d’ora, sia che si tratti di persone che conoscono la Cabalà in profondità in quanto le tematiche accennate verranno affrontate da una prospettiva inedita e originale, frutto dei lunghi anni di studio dei nostri insegnanti. Gli incontri saranno condotti da Luca Gavazzi.

Iscrizioni e informazioni

info@izalmaim.itwww.izalmaim.it

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Fotografia Paranormale: un caso interessante al Castello di Montebello

lunedì, 3. settembre 2012 10:56 | Autore:

Questa foto è stata scattata da un operatore della nostra Associazione con macchina reflex “multispettrale” nel cortile del Castello di Montebello,  nell’ambito dell’annuale ricerca del 21 Giugno 2011, durante una sessione di “PSIcoscopia Ambientale” effettuata in questo caso dal sensitivo Marino Fantuzzi e da altri sensitivi di supporto.

SCATTO ORIGINALE

Mostra un fenomeno luminoso molto interessante. La foto è sicuramente spettacolare, ma approfondendo sia le analisi che il contesto in cui è stata scattata, questo caso ci fornisce un valido esempio di come spesso anche foto che, ad una prima analisi vivisa possono risultare “interessanti”,  possono essere spiegate senza chiamare in causa fenomeni di natura paranormale.

ELABORAZIONE DELL'ISTOGRAMMA DELLA FOTO

Il fenomeno luminoso in oggetto in realtà è stato prodotto dall’illuminatore IR di una videocamera di un ricercatore, che passeggiando nel contesto di scatto, ha impresso questo particolare effetto. La velocità dell’otturatore della fotocamera (impostato a 8 secondi), la particolare staticità degli astanti e il fatto che la radiazione luminosa fosse quasi interamente prodotta in banda infrarossa (frequenza particolarmente recettiva per il sensore ccd della fotocamera) ha creato questo effetto “fulmine”, che curiosamente sembra propagarsi dalla sinistra dello scatto fino ad inglobare quasi interamente il sensitivo.

METADATI DELLO SCATTO

ELABORAZIONE IN FALSI COLORI

Senza le dovute analisi, il file matrice (RAW), e altre foto documentative, questa foto poteva essere presentata come autentico fenomeno supernormale, attribuendo la comparsa della radiazione luminosa a fenomeni energetici di natura paranormale che in questo caso non si sono verificati.

ELABORAZIONE IN FALSI COLORI SU FREQUENZE EMISSIVE.

Michele Morettini

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Conferenza stampa al Castello di Montebello riguardo le novità sul caso Azzurrina

giovedì, 30. agosto 2012 9:58 | Autore:

Informiamo i nostri utenti che parte del Consiglio Direttivo dell’Associazione parteciperà, il prossimo 21 settembre, alla conferenza stampa in cui saranno presentati i risultati della ricerca condotta al castello di Montebello nel 2011. Ovviamente a seguito di tale partecipazione realizzeremo un report per divulgare le novità riguardo il “caso Azzurrina” e quant’altro sarà riferito. Ringraziamo sentitamente la direzione del Castello di Montebello per aver accettato la nostra partecipazione. Continuate a seguirci!

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Strani rumori nel cielo: i suoni dell’Apocalisse

lunedì, 27. agosto 2012 15:08 | Autore:

E’ da un pò di tempo che in molte parti del mondo (Italia compresa, e in modo massiccio) vengono segnalati “strani suoni”, suoni che iniziano improvvisamente nei luoghi più disparati di cui non si riesce a comprendere la provenienza e natura. Il fenomeno sembra genuino poichè in rete si trovano decine e decine di filmati amatoriali, tutti con un rumore di fondo quasi simile, che lascia sbigottiti coloro che riprendono la scena. Questo fenomeno, al momento inspiegabile, è stato denominato “Suoni dell’Apocalisse”.

Elchin Khalilov, geofisico che lavora nel campo della geodinamica e presidente del GNFE (Global Network for the Forecasting of Earthquakes), ha provato a spiegare la natura di tale fenomeno:

Le notizie arrivano da tutto il mondo: USA, Regno Unito, Costa Rica, Russia, Repubblica Ceca, Australia, ecc Abbiamo analizzato le registrazioni di queste sonorità e scoperto che la maggior parte del loro spettro si trova all’interno della gamma infrasuoni, ovvero non è udibile per l’uomo. Quello che la gente sente è solo una piccola frazione dell’ effetiva potenza di questi suoni. Si tratta di emissioni acustiche a bassa frequenza nel range tra 20 e 100 Hz modulata da onde bassissime di infrasuoni 0,1-15 Hz. In geofisica, sono chiamate onde acustiche di gravità; si formano nell’alta atmosfera, in particolare al confine atmosfera-ionosfera.

Ci possono essere un bel po’ di cause per cui si generano queste onde: terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tempeste, maremoti, ecc. Tuttavia, la scala del ronzio osservata, in termini sia di superficie coperta, sia la sua potenza, supera di gran lunga quello che può essere generato dal suddetto fenomeno. A nostro parere, la fonte di tale manifestazione potente e immensa di onde acustiche di gravità deve essere legata a processi energetici di larga scala. Questi processi comprendono potenti eruzioni solari e flussi di energia enorme da loro generati, correndo verso la superficie terrestre e destabilizzando la magnetosfera, ionosfera e atmosfera superiore. Pertanto, gli effetti di potenti esplosioni solari: l’impatto delle onde d’urto nel vento solare, flussi di corpuscoli e di esplosioni di radiazioni elettromagnetiche sono le cause principali della generazione di onde acustiche di gravità a seguito dell’aumento, dell’attività solare. Va sottolineato che l’attività solare ha cominciato a salire bruscamente dall’inizio del 2011, con la sua ampiezza nettamente superiore a tutte le previsioni date da una serie di autorevoli istituzioni scientifiche nel 2010 e nel 2011.

C’è più di una possibile causa di questi suoni e può trovarsi al centro della Terra. Il fatto è che l’accelerazione della deriva del polo nord magnetico della Terra, (che è aumentato di oltre cinque volte tra il 1998 e il 2003), è allo stesso livello oggi dei punti d’intensificazione dei processi energetici nel centro della Terra, dal momento che sono i processi nell’interno e nell’esterno del nucleo, a formare il campo geomagnetico della Terra. Nel frattempo, come abbiamo già riferito, il 15 Novembre 2011 tutte le stazioni geofisiche ATROPATENA che registrano le variazioni  tridimensionali del campo gravitazionale della Terra quasi contemporaneamente hanno registrato un forte impulso gravitazionale. Le stazioni sono dispiegate a Istanbul, Kiev, Baku, Islamabad e Yogyakarta, con la prima separata dall’ultima da una distanza di circa 10.000 km.

Tale fenomeno è possibile solo se la fonte di questa emanazione è al livello del nucleo della Terra. Il rilascio di un’enorme energia dal nucleo della Terra, alla fine dell ‘anno scorso è stato una specie di segnale di avvio, indicante il passaggio dell’energia interna della Terra in una nuova fase attiva. L’intensificazione dei processi energetici nel centro della Terra sono in grado di modulare il campo magnetico terrestre che, attraverso una catena di processi fisici presso la ionosfera – livello al confine con l’atmosfera, genera onde acustiche di gravità, la gamma udibile che è stata ascoltata dalle persone, sotto forma di suoni spaventosi  a bassa frequenza in diverse parti del nostro pianeta. In entrambi i casi, anche se le cause delle onde acustiche di gravità,  sono di natura geofisica abbastanza comprensibile, sono indicativi del previsto aumento significativo dell’attività solare e l’attività geodinamica del nostro pianeta.Non c’è dubbio che i processi nel nucleo regolano l’energia interna del nostro pianeta, quindi, dovremmo aspettarci per la fine del 2012 un grande aumento di forti terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami e di eventi climatici estremi, con livelli di picco nel 2013 – 2014. ”
Sono ancora molti i dubbi legati a questa vicenda, anche se secondo lo scienziato sarebbe da escludere la bufala mediatica. A suo parere i suoni proverrebbero da cause naturali legate ai fenomeni geologici influenzati dall’attività solare. Se così fosse saremmo di fronte ad un fenomeno interessantissimo tutto da studiare. Riportiamo alcuni video Italiani del fenomeno in oggetto:
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=qJ6kmVEmyzk[/youtube]
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=faDyxp45R6M[/youtube]
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=yZAdCtD_6N4[/youtube]
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=3cqdP4MMvOc[/youtube]
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