Maolmhaodhog
ua Morgair, un nome
oscuro, perso nelle
nebbie del medioevo più
buio e dimenticato. Un
uomo fondamentale nella
storia religiosa
dell’Irlanda, la cui
opera evangelica portò
allo smantellamento dei
riti pagani della
liturgia celtica. Una
personalità illustre
della religiosità
medievale, la cui eco è
ancora presente al
giorno d’oggi, seppure
ammantata da un’aurea di
esoterismo tale da far
passare in secondo piano
la grandezza di una vita
passata sempre al
servizio di Dio e della
sua Chiesa. Il monaco
irlandese Malachia,
questa la latinizzazione
del gaelico Maolmhaodhog
ua Morgair, è, al giorno
d’oggi, escludendo la
ristretta cerchia di
pochi studiosi e storici
che ben conoscono la
complessità di questa
figura, entrato
nell’immaginario comune
in virtù di una nota
profezia sulle sorti del
papato e della
cristianità che, per
consolidata tradizione,
porta il suo nome.
Concentrandosi
sull’aneddoto profetico
in sé è però
inevitabilmente relegata
alla "damnatio memoriae"
la sua vita trascorsa
come monaco e priore a
Bangor, come vescovo a
Connor (1124) e a Armagh
(1132) e, infine, come
primate d’Irlanda
(1138). La sua indefessa
attività religiosa lo
portò a conquistarsi, in
virtù dell’assidua opera
evangelica e del suo
instancabile fervore
religioso, il rispetto e
la stima delle massime
autorità cristiane del
tempo, papa Innocenzo II
e Bernardo da
Chiaravalle su tutte.
Malachia, nel corso
della sua attività, sia
civile che religiosa,
seppe sempre
distinguersi ed
eccellere, anche come
importante riformatore
della vita clericale e
fondatore di molteplici
comunità monastiche,
imponendosi sempre come
esempio di umiltà e
rettitudine morale, e
lasciando testimonianze
del suo pensiero in
diversi testi religiosi
nei quali non ebbe mai
timore di affrontare
temi molteplici e di
grande impatto sulla
mentalità religiosa
medievale. Ma,
nonostante tutto,
l’aspetto più
caratteristico della
vita di Malachia è la
profezia sui papi che
porta il suo nome.
Secondo la tradizione,
al termine di un lungo
pellegrinaggio che portò
il monaco irlandese ed
alcuni suoi discepoli a
Roma nel corso del 1139,
Malachia avrebbe avuto
una sorta di visione
che, dopo averlo fatto
cadere in un profondo
stato di trance, avrebbe
svelato gli eventi
futuri della Chiesa,
fino alla sua fine. A
colorire ulteriormente
la leggenda subentrò poi
l’aneddoto secondo il
quale Malachia fu così
turbato dalla visione da
cadere in un profondo ed
irreversibile stato di
malattia che, da li a
poco, lo condusse alla
morte, amorevolmente
accudito dal sua amico
San Bernardo. Tuttavia,
l’esperienza mistica del
monaco irlandese,
ammettendone la
veridicità, visse a
lungo nell’oblio,
dimenticata nelle nebbie
della storia per secoli
e solo nel 1595, grazie
al benedettino Arnold de
Wion, iniziò a circolare
diffusamente la leggenda
dell’ultimo papa. Wion,
nella sua opera “Lignum
Vitae” ci riferisce di
Malachia in questo modo:
“San Malachia,
Irlandese, vescovo di
Down. Monaco a Bevehor e
arcivescovo di Armagh,
dopo aver svolto questo
ufficio per molti anni,
abdicò alla propria
carica attorno all’anno
del Signore 1137 e,
ritiratosi a Down, vi
rimase fino al termine
della sua esistenza.
Morì il 2 novembre 1148,
stando alla biografia
che ne scrisse San
Bernardo. Lui stesso
scrisse una profezia di
cui io non ho potuto
leggere nulla,
all’infuori di una certa
profezia che riguarda i
sovrani pontefici.
Questa profezia, dato
che è breve, e poiché
non è mai stata data
alle stampe molti
desiderano conoscerla,
io la riproduco qui”.
Il testo della profezia
riprodotto da Wion è
piuttosto ermetico e,
pur denotando una
profonda conoscenza e
una notevole incisività,
di primo acchito è del
tutto criptico per un
lettore occasionale. La
profezia è esposta
sottoforma di una ben
precisa successione di
111 motti simbolici in
latino maccheronico
sintetizzanti la
personalità di ogni
singolo papa a partire
da Celestino II fino
all’era contemporanea e
culminanti con un’oscura
frase profetica sulla
fine dei tempi e la
caduta del papato. I
motti designano i
pontefici in modo
figurato o allusivo, non
eccedendo mai due o tre
parole. Generalmente la
frase è composta da due
nomi spesso uniti da una
semplice preposizione o
da un nome ed un
aggettivo oppure da due
nomi ed un aggettivo.
Tutti i verbi che
compaiono nei motti sono
participi presenti o
passati, quasi sempre
con valore di aggettivi,
e molto spesso il verbo
stesso è sottinteso.
Spesso la designazione
del pontefice fa
esplicito riferimento
allo stemma gentilizio
del papa, ma non sono
pochi i casi in cui
l’allusione è alle
qualità spirituali del
pontefice o a
particolari episodi
della sua vita. Non
mancano inoltre motti
più misteriosi e
sibillini, ai quali, al
giorno d’oggi, non è
possibile dare un
esaustivo significato.
In quest’ultimo caso è
tuttavia probabile che
molte designazioni
indecifrabili siano tali
solo per noi, ignoranti,
nel presente, di molti
particolari della vita e
delle attività dei
singoli pontefici del
passato.
Gli scettici considerano
questa profezia un
apocrifo composto in
pieno sec. XVI e posta
sotto il nome di un
monaco famoso per far
trasmettere il testo
sotto una particolare
aurea di “sacralità” e
autorità. Secondo altri
il testo attribuito a S.
Malachia sarebbe un
documento redatto
durante il conclave nel
quale fu eletto Papa
Gregorio XIV e diffuso
dai partigiani del
cardinale Simoncelli
come strumento di
corruzione elettorale.
Per coloro che
apertamente denigrano la
profezia del monaco
irlandese, la prova
maggiore della sua
falsità è data dal fatto
che il motto di alcuni
papi sia elaborato sulla
base di indicazioni
biografiche, alcune
delle quali erronee,
fornite da Panvinio,
storico contemporaneo di
Arnold de Wion. Tutti i
Papi precedenti il 1595,
sono chiaramente
indicati da un motto che
ne sintetizza il casato
o lo stemma, quelli
successivi a tale data
lo sono invece quasi
tutti per elementi
eterogenei. La
spiegazione più logica
sembrerebbe questa:
Malachia, o chi per
esso, ha potuto
elaborare il motto, per
quanto riguarda i papi
regnanti prima del 1600,
in base a una biografia,
quella di Panvinio,
mentre per quelli
successivi si sarebbe
affidato alla pura
fantasia.
Basandosi su quanto
riportato dal “Lignum
Vitae” i motti sono i
seguenti (il pontefice
di riferimento e una
breve spiegazione della
massima latina sono
riportati dopo il motto
stesso):
1
- Ex Castro Tiberi -
Celestino II (1143-1144)
Il motto sembrerebbe
alludere al paese natale
di questo papa: Città di
Castello, al tempo un
piccolo borgo situato
lungo le sponde del
Tevere.
2 - Inimicus expulsus
- Lucio II (1144-1145)
Il motto si presta a due
possibili spiegazioni:
il termine “inimicus”
sarebbe un chiaro
rimando al nome secolare
di questo papa, Gerardo
Caccianemici, mentre il
termine “expulsus”
alluderebbe al suo
tormentato pontificato:
la costituzione di una
repubblica democratica
sul suolo romano portò
all’allontanamento della
corte papale da Roma, di
fatto detronizzando ed
espropriando il
pontefice del potere
temporale.
3 - Ex magnitude
montis - Eugenio III
(1145-1153)
Pietro Pignatelli,
eletto papa lo stesso
giorno in cui moriva
Lucio II, era nativo di
un piccolo paese nei
pressi di Pisa,
Montemagno. Il motto
farebbe quindi
esplicitamente
riferimento al paese
d’origine di Eugenio III.
4 - Abbas Suburranus
- Anastasio IV
(1153-1154)
Papa Anastasio IV, al
secolo Corrado Suburri,
fu per lungo tempo abate
di S. Rudo.
5 - De ruro albo -
Adriano IV (1154-1159)
Adriano IV nacque in
Inghilterra, a
Sant'Albano. Il motto,
in verità piuttosto
oscuro, in qualche modo
alluderebbe alle sue
origini britanniche.
6
- Ex tetro carcere -
Vittore IV (antipapa)
Nessun significato è
stato ancora trovato per
questo motto.
7
- Ex ansere custode -
Alessandro III
(1159-1181)
Anche in questo caso non
sono state trovate
plausibili spiegazioni
al motto.
8
- De via Transtibertina
- Pasquale III
(antipapa)
Guido da Crema fu a
lungo Cardinale in S.
Maria in Trastevere (Transtibertina).
9 - Lux in ostio -
Lucio III (1181-1185)
Ubaldo Allucignoli,
quando fu consacrato
papa era cardinale di
Ostia. Il motto
sembrerebbe quindi fare
esplicito richiamo sia
ai nomi, secolare e
pontificio, di Lucio III,
sia alla città di Ostia.
10 - De Pannonia
Tusciae - Callisto III
(antipapa)
Proveniente da quella
vasta regione un tempo
conosciuta come Pannonia,
grosso modo l’odierna
Ungheria, Callisto per
lunghi anni cardinale di
Tuscolo (Tusciae).
11 - Sus in cribo -
Urbano III (1185-1187)
Lo stemma papale di
Urbano III recava
l'immagine di un maiale
(sus), mentre la parola
“cribo” sembra alludere
in qualche modo al suo
cognome: Crivelli.
12 - Ensis Laurentii
- Gregorio VIII (1187)
Il termine “ensis”
alluderebbe allo stemma
papale di Gregorio VII,
e precisamente alla
spada che vi compare. Il
termine “Laurentii”
potrebbe in qualche modo
riferirsi al fatto che,
prima di essere eletto
papa, Alberto de Morra
aveva ricoperto il ruolo
di cardinale di S.
Lorenzo in Lucina, ma
esistono dubbi sulla
corretta interpretazione
di questo termine.
13
- De schola Exiet -
Clemente III (1187-1191)
Il motto, molto
semplicemente,
sembrerebbe riferimento
piuttosto esplicito al
nome secolare del papa,
Paolo Scolari
14
- De rure bovense -
Celestino III
(1191-1198)
Non sono ancora state
proposte accettabili
interpretazioni di
questo motto. Tuttavia
per alcuni, pur senza
apportare valide
motivazioni a sostegno
della loro tesi, la
frase celerebbe
allusioni al fatto che
Giacinto Orsini, al
momento dell’elezione a
pontefice, fosse un
semplice diacono.
15 - Comes signatus -
Innocenzo III
(1198-1216)
Innocenzo III
apparteneva alla casata
dei Conti di Tuscolo da
Segni. Il motto appare
piuttosto evidente.
16
- Canonicus de latere -
Onorio III (1216-1227)
Cencio Savelli, quando
fu letto papa, era
canonico in Laterano.
Questa sembra essere
l’unico plausibile
significato attribuibile
al motto di Malachia.
17
- Avis ostiensis -
Gregorio IX (1227-1241)
Ugolino dei Conti di
Segni, cardinale di
Ostia (ostiensis), una
volta eletto papa adottò
come stemma papale, il
proprio stemma
gentilizio, uno scudo
nel quale troneggia una
grossa aquila (avis).
18
- Leo Sabinus -
Celestino IV (1241)
Celestino IV, vescovo di
Sabina, aveva uno stemma
nel quale era
raffigurato un leone.
19
- Comes Laurentius -
Innocenzo IV (1242-1254)
Sinibaldo Fieschi,
appartenente ad
un’antica famiglia
comitale (comes), fu
creato cardinale in S.
Lorenzo in Lucina (Laurentius),
da Gregorio IX. Forse
l’interpretazione appare
un po’ forzata, ma
sembrerebbe essere
l’unica plausibile.
20 - Signus Ostiense
- Alessandro IV
(1254-1261)
Rinaldo dei Conti di
Segni, prima di essere
papa, fu cardinale di
Ostia.
21
- Jerusalem Campaniae -
Urbano IV (1261-1264)
Urbano IV, al secolo
Jacques Pantaleon,
originario della regione
francese della
Champagne, era, al
momento dell’elezione,
patriarca di
Gerusalemme.
22
- Drago depressus -
Clemente IV (1261-1264)
Nello stemma pontificio
di Guy Folquois, era
rappresentata un'aquila
con un grosso drago
stretto tra i suoi
artigli.
L’interpretazione è però
alquanto dubbia perché,
secondo alcuni storici,
il vero stemma di
Clemente VI raffigurava
solamente dei gigli. In
tal caso, non
esisterebbero plausibili
spiegazioni di questo
motto.
23 - Anguineus vir -
Gregorio X (1271-1276)
Tebaldo Visconti viene
definito "uomo del
serpente" (anguineus vir)
perché nel suo stemma
campeggia in evidenza un
serpente. Tuttavia,
esistendo molti dubbi e
perplessità sul reale
aspetto dello stemma di
Gregorio X, alcuni
intravedono nel motto
allusioni alla
travagliata elezione di
questo papa, antesignana
del moderno conclave.
24 - Concionator
gallus - Innocenzo V
(1276)
Di origine francese (gallus),
Pierre de Tarantasie,
era apprezzato come
valido un uomo di chiesa
e come un eccellente
predicatore (concionator).
25 - Bonus Comes -
Adriano V (1276)
Come per Innocenzo IV,
il termine “comes”,
alluderebbe alla
famiglia d’origine di
Ottobono Fieschi.
Tuttavia il termine
“bonLa MLa Morte del Papa.
26 - Piscator tuscus
- Giovanni XXI
(1276-1277)
Pietro Ispano divenne
papa quando era
cardinale di Tuscolo.
Nel suo nome è celato
invece il significato
del temine “piscator”.
27 - Rosa Composita -
Niccolò III (1277-1280)
Nello stemma di Giovanni
Gaetano Orsini
campeggiava una rosa. Il
termine "compositus"
allude al suo indefesso
impegnò nel tentare di
riunire la Chiesa latina
e quella greca, separate
da un profondo ed
irreversibile scisma.
28 - Ex telonio
liliacei - Martino IV
(1281-1285)
Il motto richiama
vagamente i gigli dello
stemma pontificio di
Simone de Brion, ma nel
complesso nessun chiaro
significato è
attribuibile a questa
frase.
29 - Ex rosa leonina
- Onorio IV (1285-1287)
Jacopo Savelli aveva
come stemma dei leoni
attorniati da rose.
30 - Picus Inter
escas - Niccolo IV
(1288-1292)
Non è ancora stato
possibile attribuire un
preciso significato a
questo motto. L’unico
plausibile accenno è
alla città natale di
Gerolamo Masci, Ascoli
Piceno (picus).
31 - Ex eremo celsus
- Celestino V (1294)
Questa frase sembra
essere piuttosto
esplicita: Pietro da
Morrone fu eremita e
fondatore dell'ordine
dei Celestini.
32 - Ex undarum
benedictione - Bonifacio
VIII (1294-1303)
Il motto si riferisce al
nome di battesimo di
questo papa, Benedetto
Caetani (benedictione)
ed al suo stemma
pontificio nel quale
sono riprodotte delle
onde marine.
33 - Concionator
patarens - Benedetto XI
(1303-1304)
Nicolò Baccassini era
nativo di Patara (patarens),
vicino a Treviso. Il
termine “concionator”
allude in qualche modo
all’attività di
predicatore di questo
papa, forse alla sua
appartenenza all’ordine
dei Predicatori.
34 - De fascis
aquitanicis - Clemente V
(1305-1314)
Il termine “fascis”
allude allo stemma di
Bertrand di Goth
costituito da sette
fasce parallele. Sotto
il suo pontificato
avvenne il trasferimento
della sede papale da
Roma ad Avignone (aquitanicis).
35 - De sutore orseo
- Giovanni XXII
(1316-1334)
Il motto è piuttosto
criptico, ma dovrebbe in
qualche modo riferirsi
alle umili origini di
Jacques-Arnaud d’Eurse,
figlio di un modesto
calzolaio.
36
- Corvus schismaticus -
Nicolò V (antipapa)
Pietro Rinalducci era
originario di Corsaro (corvus)
e, come antipapa,
contribuì a
radicalizzare i
contrasti in seno alla
Chiesa (schismaticus).
37 - Frigidus Abbas -
Benedetto XII
(1334-1342)
Jacques Fournier, fu
eletto papa mentre era
abate presso il
monastero di
Fontanafredda.
38 - Ex rosa
atrebatesi - Clemente VI
(1342-1352)
Pierre Roger di Beaufort
fu vescovo di Arras (atrebatesi)
e sul suo stemma
campeggiavano sei rose.
39
- De montibus Pammachii
- Innocenzo VI
(1352-1362)
Nell'emblema di Etienne
Aubert sono raffigurate
delle montagne. Quando
fu eletto papa era
Cardinale dei Santi
Giovanni e Paolo, titolo
anticamente
soprannominato
Pammacchio.
40
- Gallus vicecomes -
Urbano V (1362-1370)
Guillaume Grimoard era
francese (gallus) e,
prima di diventare papa,
fu nunzio (comes) a
Milano presso i
Visconti.
41
- Novus de Virgine
fortii - Gregorio XI
(1370-1378)
Pierre Roger de Beaufort
era cardinale di Santa
Maria Nuova. Il motto
dovrebbe alludere
proprio a questo.
42
- De cruce apostolica -
Clemente VII (antipapa)
Robert de Genevois,
cardinale dei dodici
apostoli (apostolica),
aveva un emblema
raffigurante una grossa
croce latina.
43 - Luna cosmedina -
Benedetto XIII
(antipapa)
Pietro de Luna, fu
eletto (anti)papa mentre
ricopriva il titolo di
Cardinale di Santa Maria
in Cosmedin
44 - Schismo
barcinonicum
Il motto è piuttosto
oscuro e non è neppure
chiaro a chi sia
riferibile. Per alcuni
la frase indicherebbe
Clemente VIII, antipapa
e canonico di Barcellona
(barcinonicum). Tuttavia
è da rilevare il fatto
che tale pontefice non è
neppure considerato
antipapa negli elenchi
ufficiali della Chiesa.
Il termine “schismo”, in
pieno periodo di scisma
avignonese, non è
particolarmente
significativo per
l’identificazione.
45 - De inferno
pregnani - Urbano VI
(1378-1389)
Bartolomeo Prignano,
nacque a Napoli, secondo
alcuni in una
particolare zona della
città al tempo
denominata "inferno".
46 - Cubus de
mixtione - Bonifacio IX
(1389-1404)
Lo stemma di Pietro
Tommacelli era
costituito da una serie
di numerosi cubi.
47 - De miliore
sidere - Innocenzo VII
(1404-1406)
Il motto è riferibile al
nome secolare del papa,
Cosimo Migliorati, ed al
suo stemma recante una
stella cometa.
48 - Nauta de Ponte
Nigro - Gregorio XII
(1406-1415)
L'espressione nauta ha
una valenza ben precisa
in Malachia: designa i
papi che provenivano,
per varie ragioni, dalla
città di Venezia. Angelo
Corrier infatti era
nativo di Venezia ed era
stato cardinale
commendatario di
Negroponte.
49 - Flagellum solis
- Alessandro V
(antipapa)
Pietro Filargiro aveva
uno stemma in cui
campeggiava un sole
splendente. Il termine
“flagellum” dovrebbe
riferirsi alla
radicalizzazione dello
scisma messa in atto da
questo papa.
50 - Cervus Sirenae -
Giovanni XXIII
(antipapa)
Baldassarre Cossa era
originario di Napoli,
città il cui emblema è
la sirena Partenope. Il
termine “cervus allude”
al suo stemma, nel quale
troneggia l'immagine di
un cervo.
51 - Corono veli
aurei - Martino V
(1417-1431)
L'emblema di Oddone
Colonna era una colonna
coronata d’oro. Seppur
non del tutto esplicito,
il motto fa proprio
riferimento all’emblema
pontificio di Martino V.
52 - Lupa coelestina
- Eugenio IV (1431-1447)
Secondo alcuni, sebbene
non compaia sullo stemma
pontificio, il simbolo
di Gabriele Condulmer,
canonico della compagnia
dei Celestini (coelestina),
era una lupa.
53 - Amator Crucis -
Felice V (antipapa)
Lo stemma di Amedeo di
Savoia era una croce
rossa su campo bianco.
Il termine “amator”, di
difficile
interpretazione, si
riferisce probabilmente
al travagliato periodo
che caratterizzò il
periodo in cui fu
antipapa.
54 - De modicitate
lunae - Niccolò V
(1447-1455)
Tommaso Parentuccelli,
nato a Luni (lunae), nei
pressi di Sarzana,
apparteneva ad una
famiglia molto povera. A
questo fatto dovrebbe
riferirsi il termine “modicitate”.
55 - Bos pascens -
Callisto III (1455-1458)
Nello stemma di Alfonso
de Borgia compare un bue
al pascolo.
56 - De capra et albergo
- Pio II (1458-1464)
Enea Silvio Piccolomini
fu segretario dei
cardinali Capranica e
Albergatti.
57 - De cervo et
leone - Paolo II
(1464-1471)
Pietro Barbo era stato
cardinale di San Marco
(evangelista che ha per
simbolo un leone alato)
e cardinale
commendatario della
Chiesa di Cervia.
58 - Piscator
minorita - Sisto IV
(1471-1484)
Francescano degli ordini
minori, Francesco della
Rovere era figlio di un
umile pescatore.
59 - Praecursor
Siciliae - Innocenzo
VIII (1484-1492)
Giovanni Battista Cybo
visse a lungo alla corte
del re di Sicilia.
Tuttavia il termine
“praecursor” non ha
ancora trovato
spiegazione.
60 - Bos Albanus in
portu - Alessandro Vi
(1492-1503)
L'emblema di Rodrigo
Borgia era un bue.
Inoltre fu cardinale e
vescovo di Albano e
Porto.
61 - De parvo homine
- Pio III (1503)
Il motto sembrerebbe
riferirsi al cognome
materno di Francesco
Todeschini, ossia
Piccolomini (de parvo
homine).
62
- Fructus Jovis juvabit
- Giulio II (1503-1513)
L'emblema di Giuliano
della Rovere era una
quercia, nell'antichità
albero ritenuto sacro a
Giove.
63 - De craticule
Politana - Leone X
(1513-1521)
Un motto di difficile
interpretazione: il nome
del padre di Giovanni
de' Medici era Lorenzo,
santo martirizzato sulla
graticola. L'espressione
Politiana deriverebbe
invece riferirsi in
qualche modo ad Angelo
Poliziano, del quale
Leone X fu discepolo.
64 - Leo florentius -
Adriano VI (1522-1523)
Adrian Florensz (florentius)
aveva come stemma due
leoni.
65 - Flos pilae -
Clemente VII (1523-1534)
Giulio de' Medici aveva
nel proprio stemma una
palla (pilae) attorniata
da gigli (flos).
66 - Hyacinthus
medicorum - Paolo III
(1534-1549)
Alessandro Farnese aveva
uno stemma sul quale
campeggiavano sette
gigli. Non è ancora
stata trovata una
spiegazione accettabile
per il termine “medicorum”.
67 - De corona
montana - Giulio III
(1550-1555)
Giovanni Maria Ciocchi
del Monte (montana),
aveva un emblema
raffigurante due corone.
68 - Frumentum
floccidum - Marcello II
(1555)
Lo stemma di Marcello
Cervini raffigurava un
cervo e del frumento.
L'aggettivo “floccidum”
probabilmente è da
riferirsi alla breve
durata del suo
pontificato, soli 23
giorni.
69 - De fide Petri -
Paolo IV (1555-1559)
L’interpretazione di
questo motto appare un
po’ forzata: Giampietro
Carafa fu promotore del
Tribunale della fede
(fide), mentre la parola
“petri” dovrebbe essere
un richiamo al nome
secolare di Paolo IV.
70 - Aesculapii
pharmacum - Pio IV
(1559-1565)
Il motto che designa
Giovanni Angelo de'
Medici, sembra derivare
dal cognome della
casata. Esculapio,
infatti, era il dio
della medicina, primo
medico della storia.
71 - Angelus
nemorosus - Pio V
(1566-1572)
Mentre non è possibile
attribuire un
significato al termine
“angelus”, l'aggettivo “nemorosus”,
ossia boscoso
indicherebbe il luogo di
nascita di Michele
Ghisleri, Bosco, nei
pressi di Alessandria
72 - Medium corpus
pilarum - Gregorio XIII
(1572-1585)
Ugo Boncompagni è
passato alla storia come
l'ideatore del
calendario gregoriano.
Il motto, del tutto
oscuro, dovrebbe
riferirsi in qualche
modo a questo evento
caratterizzante il suo
pontificato.
73 - Axis in meditate
signi - Sisto V
(1585-1590)
Felice Perretti aveva
come stemma un leone
diviso a metà, come
tagliato in due da
un’ascia (axis).
74 - De rori coeli -
Urbano VII (1590)
Non è ancora stato
attribuito un univoco
significato a questo
motto.
75 - De antiquitate
urbis - Gregorio XIV
(1590-1591)
Nicola Sfrondati
proveniva dall'antica
città di Cremona.
76 - Pia civitas in
bello - Innocenzo IX
(1591)
Il motto sembra indicare
il ruolo di sostegno del
pontificato di Giovanni
Antonio Facchinetti in
un periodo storico
caratterizzato da
cruente guerre.
77 - Crux romulea -
Clemente VIII
(1592-1605)
Ippolito Aldobrandini
apparteneva ad una
storica famiglia romana
(romulea), anche se da
tempo stabilitasi a
Firenze, la quale aveva
uno stemma, in parte
ripreso ed adattato
anche come stemma
pontificio, sul quale
era raffigurata una
croce.
78 - Undosus vir -
Leone XI (1605)
Non esistono
interpretazioni univoche
di questo motto,
tuttavia, per la maggior
parte degli interpreti,
il riferimento sarebbe
alla brevissima durata
del pontificato di
Alessandro de Medici,
poco più di due
settimane.
79 - Gens perversa -
Paolo V (1605-1621)
Nessuna plausibile
interpretazione è stata
ancora attribuita a
questo motto,
all’apparenza il più
criptico e indecifrabile
di Malachia.
80 - In tribulatione
pacis - Gregorio XV
(1621-1623)
Alessandro Ludovisi nel
corso del suo
pontificato fu sempre
impegnato a sedare
guerre e controversie
politiche.
81 - Lilium et rosa -
Urbano VIII (1623-1644)
Sullo stemma di Maffeo
Barberini sono
riprodotte tre api che
volano su dei gigli e
delle rose. La corretta
interpretazione di
questo motto è tuttavia
incerta poiché,
prestando fede ad alcune
coeve riproduzioni dello
stemma pontificio di
Urbano VIII, non
comparirebbero i fiori
ai quali allude Malachia.
82 - Jacunditas
crucis - Innocenzo X
(1644-1655)
Giovanni Battista
Panphili fu proclamato
papa nel giorno in cui
ricorreva la festività
dell'esaltazione della
croce.
83 - Montium custus -
Alessandro VII
(1655-1667)
Lo stemma di Fabio Chigi
era costituito da due
colline su campeggiava
una stella. Il termine
“cuscus” dovrebbe in
qualche modo alludere al
cognome Chigi.
84 - Sidus olorum -
Clemente IX (1667-1669)
Giulio Rospigliosi fu
eletto papa in una
particolare sala dei
palazzi pontifici
denominata camera dei
cigni (olorum). Il
termine “sidus” è ancora
oggi senza spiegazione.
85 - De flumine magno
- Clemente X
(1670-1676)
Emilio Altieri fu eletto
papa l’11 maggio 1670,
in un giorno in cui il
fiume Tevere era in
piena (flumine magno).
86 - Bellua
insatiabilis - Innocenzo
XI (1676-1689)
Non esiste alcuna
spiegazione per questo
motto, soprattutto alla
luce del fatto che
l’appellativo di belva
insaziabile mal si
addice alla figura di
Benedetto Odescalchi.
87 - Poenitentia
gloriosa - Alessandro
VIII (1689-1691)
L'elezione di Pietro
Ottoboni avvenne il 6
ottobre, giorno dedicato
a San Brunone, santo
passato alla storia come
uno dei più grandi
penitenti della Chiesa.
88 - Rastrum in porta
- Innocenzo XII
(1691-1700)
Antonio Pignatelli
apparteneva ad una
nobile casata napoletana
che risiedeva presso una
porta della città
soprannominata "del
rastrello" (rastrum).
89 - Flores
circumdati - Clemente XI
(1700-1721)
Non è ancora stato
possibile trovare
un’adeguata
interpretazione per
questo motto.
90 - De bona
religione - Innocenzo
XIII (1721-1724)
Michelangelo Conti
caratterizzò il suo
pontificato con un’aspra
e costante condanna ad
ogni forma di eresia,
Giansenismo sopra
tutte.
91 - Miles in bello -
Benedetto XIII
(1724-1730)
Pier Francesco Orsini fu
pontefice in un periodo
storico nel quale si
verificarono in tutta
Europa coninue guerre.
92 - Columna excelsa
- Clemente XII
(1730-1740)
Lorenzo Corsini
caratterizzò il suo
pontificato con le
grandi opere urbane e i
lussuosi edifici che
fece erigere a Roma. Il
motto si riferisce a
questa sua instancabile
attività di magnate e di
amante dell’arte urbana.
94 - Animal rurale -
Benedetto XIV
(1740-1758)
Nessuna spiegazione è
ancora stata possibile
per questo motto.
95 - Rosa Umbiae -
Clemente XIII
(1758-1769)
Divergenti e numerose
spiegazioni sono state
proposte per questo
motto, ma nessuna sembra
godere di credito presso
gli studiosi.
96 - Ursus velox -
Clemente XIV
(1769-1774)
Lorenzo Ganganelli aveva
nel proprio stemma
l'immagine di un orso in
corsa.
97 - Peregrinus
Apostolicus - Pio VI
(1774-1799)
Il motto sintetizza le
molte vicissitudini che
questo papa dovette
affrontare: Giovanni
Angelo Braschi fu fatto
prigioniero dai francesi
e condotto da questi
prima a Siena, poi a
Bologna ed infine a
Parma.
98 - Aquila rapax -
Pio VII (1800-1823)
Gregorio Barnaba
discendente dei conti
Chiaramonti fu fatto
prigioniero da Napoleone
Bonaparte. In questo
caso l'aquila rapace
indica lo stemma
napoleonico, sul quale
campeggia un'aquila.
99 - Canis et coluber
- Leone XII (1823-1829)
Annibale della Genga fu
definito dai suoi
collaboratori “fedele
alla causa della Chiesa
come il cane ed allo
stesso tempo prudente
nei suoi attacchi come
il serpente”.
100 - Vir religiosus
- Pio VIII (1823-1830)
Il motto è una perfetta
sintesi del pontificato
di Francesco Saverio dei
Castiglioni
101 - De balneis
Etruriae - Gregorio XVI
(1831-1836)
Bartolomeo Alberto
Cappellari apparteneva
all'ordine dei
Camaldolesi, ordine nato
in Toscana (Etruriae).
Nessuna spiegazione è
attribuibile al termine
“balneis”, forse da
intendersi come una
sorta di rafforzativo
del termine “Etruriae”.
102 - Crux de cruce -
Pio IX (1846-1878)
Durante il pontificato
di Giovanni Maria Mastai
Ferretti, Roma divenne
capitale d'Italia. Pio
IX fu dunque costretto a
sovrapporre la croce
papale a quella
sabauda.
103 - Lumen de coelo
- Leone XIII (1878-1903)
Il simbolo di Gioacchino
Pecci era una stella
cometa.
104 - Ignis ardens -
Pio X (1903-1914)
Il moto si riferisce
esplicitamente alla
bontà e all’ardente fede
di Giuseppe Sarto.
105 - Religio de
populata - Benedetto XV
(1914-1922)
Il pontificato di
Giacomo della Chiesa fu
funestato dagli
avvenimenti della grande
guerra e dai numerosi
lutti che ne
conseguirono. Il motto
sembra riferirsi
all'enorme numero di
cattolici che caddero
sul fronte di guerra e,
per alcuni, al gran
numero di cattolici
costretti all’ateismo
dalla rivoluzione in
Russia.
106 - Fides intrepida
- Pio XI (1922-1939)
La fede di Achille Ratti
lo indusse a lanciare
coraggiosi anatemi
contro il nazismo e il
comunismo.
107 - Pastor
angelicus - Pio XII
(1939-1958)
Angelo Pacelli, fu
pastore della chiesa nel
corso della seconda
guerra mondiale e nel
difficile periodo della
ricostruzione
post-bellica. A lui
toccò il compito di
essere la guida
spirituale e materiale
di un mondo devastato
dalla guerra.
108 - Pastor et nauta
- Giovanni XXIII
(1958-1963)
Angelo Giuseppe Roncalli
fu Patriarca di Venezia
(nauta). Il termine
“pastor” si riferisce
invece alla sua
indefessa opera di
guida, spirituale e non,
della Chiesa e dei
cattolici.
109 - Flos florum -
Paolo VI (1963-1978)
Nello stemma di
Giovanbattista Montini
compaiono tre gigli, il
“fiore dei fiori”
secondo l’iconografia
tradizionale.
110 - De meditate
Lunae - Giovanni Paolo I
(1978)
Il pontificato di Albino
Lucani durò solo 31
giorni, praticamente il
tempo di un ciclo
lunare.
111 - De labore solis
- Giovanni Paolo II
(1978 - 2005)
Il motto potrebbe
riferirsi sia al fatto
che Karol Wojtyla
provenga da un paese
dell'est, la Polonia,
sia dall'enorme lavoro
di espansione del suo
pontificato.
112 - De gloria
olivae - Benedetto XVI
(2005 - 2013)
Il successore di
Giovanni Paolo II viene
definito con l'ulivo.
Per alcuni, considerando
l’ulivo come simbolo di
pace, questo pontefice
caratterizzerà il
proprio pontificato
incentrandolo sulla pace
universale nel nome di
Cristo. Il motto De
gloria olivae è
stato collegato al nome
"Benedetto" perché
alcuni benedettini sono
anche chiamati "monaci
olivetani". Da notare
che nell'araldo del Papa
è raffigurata un persona
di colore sul lato
sinistro (rispetto
visione) simbolo della
Diocesi di Frisinga di
cui fu arcivescovo. Il
termine "olivae" è stato
collegato al colore di
questo viso di moro. Il
26 aprile 2009 Benedetto
ha proclamato santo
Bernardo Tolomei,
fondatore dell'ordine
degli Olivetani.
113 - Petrus romanus
L'ultimo papa. Il nome è
quanto mai suggestivo:
Pietro fu il primo
pontefice, un altro
Pietro sarà l’ultimo. A
costui Malachia non ha
dedicato un semplice
motto, bensì alcuni
versi latini:
"In persecutione extrema
sacrae romanae ecclesiae
sedebit Petrus romanus,
qui pascet oves in
multis tribulationibus;
quibi transactis,
civitas septis collis
diruetur, ed Judex
tremendus judicabit
populum suum.
Amen."(Durante l'ultima
persecuzione della Santa
Romana Chiesa, siederà
Pietro il romano, che
pascerà il suo gregge
tra molte tribolazioni;
quando queste saranno
terminate, la città dai
sette colli sarà
distrutta, ed
il temibile giudice
giudicherà il suo
popolo. E così sia.).
Se La profezia di
Malachia fosse vera
potremmo veramente
essere testimoni di un
evento dalla portata
biblica, testimoni
dell’epilogo di una
storia iniziata 2000
anni fa.
BIBLIOGRAFIA
·
Le profezie sui papi
di San Malachia
(vescovo) - R. Ernst
·
Le profezie di Malachia
- T. Alfred
·
L'Ultimo Papa - J. Hugh |