I
vampiri esistono
veramente? Una domanda
che in molti si sono
fatti e che forse non
avrà mai una risposta,
ma questo non vuol che
non si possa tentare.
Che cos’è un vampiro?
Un’altra bella domanda:
forse una leggenda
popolare, forse una
creazione letteraria o
forse solamente una
moda. Bè qualsiasi
risposta voi scegliate
non ha importanza,
perché in ogni caso
tutto comincia con una
base di verità, ed è
proprio da qui che si
comincia…dall’inizio. La
leggenda vuole che il
primo vampiro sia nato
in Mesopotamia: è Lilith,
un demone femminile che
secondo alcune
tradizioni ebraiche fu
affiancato ad Abramo
nell'Eden prima della
creazione di Eva. Ma se
si chiede ad una
qualsiasi persona che
cos’è un vampiro, questa
te lo descriverà innanzi
tutto come una persona,
e non uno spirito oppure
un animale, non-morta,
cioè morta ma poi
tornata in vita, e che
si nutre di sangue.
Questa è la linea
generale che si trova
anche nella storia. La
credenza della
sopravvivenza dell'anima
o dello spirito alla
morte fisica è un
fondamentale aspetto
dell'umanità da almeno
100.000 anni. Basti
pensare all'atto della
sepoltura o della
cremazione: perché darsi
tanto da fare se sarebbe
stato molto più semplice
lasciare decomporre il
corpo? Per fare
qualche esempio, ai
tempi dell'uomo di
Neanderthal esisteva già
il rito della sepoltura,
ma non solo: i nostri
antenati prima di
seppellire il corpo si
assicuravano che questo
fosse ben legato con le
ginocchia contro il
torace. Un modo per
richiamare la posizione
fetale, riferito alla
reincarnazione, oppure
uno stratagemma per
prevenire il risveglio
del corpo fisico dopo la
morte?
Bè le ipotesi potrebbero
essere migliaia, ma le
domande sono d'obbligo.
La preparazione del
cadavere trovò poi il
suo apice nell'antico
Egitto (basta pensare a
quelle “piccole” tombe
chiamate piramidi).
Iscrizioni di 4.000 anni
fa, ritrovate su una
parete della piramide di
Sakkara, o Saqqara,
descrivevano i rituali
necessari per
trasportare il morto
“dall'altra parte”. Ai
tempi vi era la credenza
che il non rispettare
queste regole
avrebbe avuto terribili
conseguenze per il
deceduto: il ritorno del
corpo dalla morte, che
avrebbe perseguitato i
familiari ancora in
vita.
Le prime prove di
credenza in esseri che
noi oggi chiameremmo
vampiri arrivano proprio
dalla preistoria. Nel
1935, un archeologo
francese ritrovò in un
sito persiano una
caraffa raffigurante un
uomo che copulava con
una persona
evidentemente “tornata
dalla morte”. La testa
del non-morto era appena
stata decapitata, e si
crede che questa non
poco macabra immagine
servisse come
intimazione per in
vampiri.
I primi scritti in cui
ritroviamo la figura del
vampiro risalgono al
2000 a.C., ritrovati
nelle terre dei
babilonesi e degli
assiri. Lì esisteva una
gerarchia di spiriti –
fantasmi, semi-demoni,
demoni – che includeva
creature tipo vampiri
che tornavano dalla
tomba per attaccare i
vivi. Di questa specie
erano gli UTUKKU, demoni
invisibili ed
incorporei, e anche gli
EKIMMU, anime di persone
scomparse che non
trovavano pace nella
morte.
In lista per diventare
potenziali vampiri ai
tempi c'erano: le donne
morte vergini; le donne
che morivano nel periodo
dell'allattamento; le
prostitute; uomini che
morivano celibi;
chiunque venisse sepolto
in un terreno stagnante
o chiunque non venisse
sepolto affatto; in
generale chiunque fosse
considerato cattivo. Una
testimonianza del timore
che i babilonesi
nutrivano verso i
vampiri viene da un
sigillo cilindrico
ritrovato proprio in
quelle terre, su cui era
disegnata proprio una
donna vampiro. La
raffigurazione
rappresentava un uomo
che stava dormendo su
cui era seduta una donna
nuda con il volto
demoniaco. Al loro
fianco, in piedi, una
persona con in mano un
paletto nell'atto di
colpire il demonio.
Quest'immagine doveva
naturalmente far capire
al vampiro cosa gli
sarebbe successo se si
avvicinava al padrone
del sigillo. Col passare
del tempo poi le
credenze diventavano più
complesse. Gli antichi
egizi credevano che ogni
uomo fosse composto di
diverse anime o stati di
coscienza; due erano i
più importanti, il KHAT,
o KA, che era la
manifestazione fisica
della vita, cioè il
corpo, che decade dopo
la morte se non
mummificato, e il BA, la
parte dell'anima capace
di viaggi astrali.
Secondo loro la vera
immortalità poteva
essere raggiunta solo se
il KA e il BA rimanevano
uniti anche dopo la
morte...
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