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Human Living Vampires
a cura di Stefania Ferrari e Daniele Cipriani

I "VAMPIRI" MODERNI

Raggruppiamo in questo articolo tutto quello che possiamo considerare "reale" e "possibile" quindi assolutamente diverso da quanto romanzato nei libri o films. L’acronimo HLV racchiude in se la descrizione completa del fenomeno che ci accingiamo a spiegare.

H = Human (umano, in quanto non parliamo di un animale o essere soprannaturale bensì di un essere umano)

L = Living (vivente, in quanto non si tratta di un “non-morto” ma di una persona in vita)

V = Vampire (in quanto presenta tutte le caratteristiche del leggendario Vampiro)

Il termine vampiro quindi indica una categoria di esseri umani e mortali che presentano tutti una caratteristica in comune: il bisogno di energia. Questa viene generalmente acquisita sotto forma di sangue (detti anche “sanguinari”) o di energia psichica (psi vampires). Questa necessità si manifesta in forme differenti a seconda dei singoli casi che si presentano nei singoli individui. Il bisogno psico-fisico prende il nome di “sete”. Ogni individuo presenta ovviamente caratteristiche proprie ma è possibile citarne alcune che ne accomunano la maggior parte. Un vampiro è molto più attivo durante le ore della notte mentre risulta stanco e spossato durante le ore diurne. Alcuni hanno il senso dell'udito maggiormente sviluppato e percepiscono suoni e rumori a frequenze talmente basse che altri individui non avvertono. L’esposizione al sole risulta molto fastidiosa per i vampiri, gli occhi spesso lacrimano, si arrossano e presentano sintomi quali bolle, ustione ed eritemi sulla pelle. I metodi per ottenere sangue sono innumerevoli e cambiano relativamente alle preferenze del soggetto. Alcuni usano delle siringhe con il consenso ovviamente del “donatore” (colui che versa il proprio sangue per placare la necessità del vampiro). Si possono usare anche bisturi, lamette o altri oggetti taglienti purché si faccia attenzione all'igiene e alla sterilizzazione di ogni singolo arnese. Ovviamente vi è un lasso di tempo durante il quale il vampiro si accorge di essere tale. Questo fenomeno prende il nome di “RISVEGLIO”. Il momento della presa coscienza può avvenire in svariati momenti della vita di un individuo e si presenta in maniera spesso invisibile e graduale. Alcuni di loro sentono un senso di diversità rispetto alla maggioranza delle persone, altri invece sentono nell'immediato il bisogno di sangue, altri ancora sentono una maggiore attività nelle ore notturne. Nel momento del risveglio come è ovvio che sia il vampiro cerca più notizie possibile riguardo la sua natura, cerca persone come lui, e tenta l’analisi di se stesso e di controllare la reazione psicologica che la coperta ha su di se. Successivamente tenta il rapporto con l’esterno che con l’avanzare del tempo risulta sempre più semplice in quanto il vampiro riesce a mascherare la sua natura sempre meglio. La componente sessuale dell’assunzione di sangue è spesso presente in questa pratica e mentre alcuni dichiarano di non provare alcun senso di eccitamento altri lo paragonano al piacere di un orgasmo o associano la componente spirituale del sangue come fonte di vita.

INTERVISTA COL VAMPIRO

Incuriosita dal fatto che quella presentata da Daniele è l’unica, o comunque la più diffusa, descrizione di Human Living Vampires che possiamo trovare in giro per la rete, ho fatto qualche ricerca, e ho trovato, in un forum, una persona che si definiva Vampiro. L’ho contattato ed è stato così gentile da farsi fare qualche domanda sull’argomento. Sognando di essere Daniel in “Intervista col vampiro” ho allora cominciato a fare domande che potessero confermarmi il testo sopra riportato e magari chiarirmi qualche dubbio. Nickolas mi ha confermato essere umano, in apparenza un normale adolescente italiano: niente morti, niente immortalità, niente demoni, niente rumeni. Di conseguenza a questo è anche vivente, ovvero non è dovuto morire per diventare vampiro come vuole la tradizione letteraria degli ultimi tempi. Nonostante questo si definisce, e si fa definire VAMPIRO: perché? Chiaramente perché beve sangue. Attenzione! “Beve”, non “si nutre di”; infatti mi ha “segretamente” confessato di amare il McDonald…chi non si è mai chiesto “Chissà cosa ci mettono dentro?”.

Quando io gli chiedo: “Voi siete i vampiri, o vi chiamate vampiri rifacendovi alla figura tradizionale?”
La risposta è: “No, noi siamo la tradizione reale, anche se poi con gli anni le credenze popolari hanno giocato con la superstizione. Devi pensare che la finzione vi è oggi, ma tempo fa, prendi ad esempio il medioevo, la gente credeva, ed aveva davvero paura su ciò che si diceva sui vampiri: per questo abbiamo tante testimonianze arrivate fino a noi.”
Vampiro dunque. Mentre la mia immedesimazione in Daniel diventa sempre più reale, anche se dentro me stessa rimangono ancora molti dubbi, mi chiedo, e gli chiedo, COME si diventa Vampiro. Nickolas comincia allora a parlare di Risveglio, che ritroviamo anche nel trattato di Daniele. Ecco il racconto di Nickolas:
“Il risveglio è quando un vampiro comprende di essere tale. Diciamo che il mio risveglio è stato molto traumatico: è bello leggere libri e vedere film, ma quando ti accorgi di essere veramente ciò che sei, b'he, non ti nego che ti senti un mostro! Ci è voluto un po’ di tempo per realizzare, comprendere la mia vera natura…accettarla. Io da ragazzo suonavo metal, e quindi ero influenzato da tutte la sua cultura, poi pian piano crescendo ho capito che era tutta finzione, e ciò che pensavo dell’oscurità non esiste, e perciò ero tornato normale: basta farsi film sulle tenebre, sui crocifissi etc… Ma alla fine, ogni volta che vedevo il sangue diventavo “diverso”, mi sentivo esaltato, a mio agio, non mi faceva schifo. Ne sentivo il sapore in bocca e, cosa che mi ha colpito, ne sentivo il profumo in modo incredibile…amavo sentire le pulsazioni delle persone, il respiro, senza che loro se ne accorgessero, e forse non me ne accorgevo neanche io. Allora mi sono chiesto <Ma chi cavolo sono io????>“
La risposta che si è dato mi sembra evidente. Fatto sta che siamo arrivati al punto cruciale del discorso: il SANGUE. Non mi faccio scappare l’occasione di chiedere informazioni dettagliate sul modus operandi: come lo beve il sangue?
“Con i morsi molto, molto raramente. Di solito con tagli, o cose del genere”
“Morsi? Ma immagino voi non abbiate i canini pronunciati?”
“Taglia lo stesso, e poi non dobbiamo tagliare fino in fondo per fare un’emorragia. Vuoi provare?” (Non poteva mancare come domanda!!)
“Io proverei anche, ma non credo sia tutto questo gran piacere per le “Vittime”…”
“Esistono dei donatori, che possono essere simili, o amici. Non so cosa si provi, ma vedo che ad alcuni piace.”
A questo punto però mi rendono conto di essere stata rapita un po’ troppo dal racconto del vampiro, e fortunatamente un dubbio mi risveglia: “…e come la mettiamo con il fatto che “in teoria” il corpo umano non digerisce il sangue?”
Nickolas, da buon vampiro, ha subito la risposta pronta.
“Gli eccessi, come in tutte le cose, fanno male, ma non mi sono mai sentito male, ne ho mai avuto la nausea”.
“In una notte proficua di donatori, quanto sangue arrivi a bere?”
“Ma…di solito con una quantità di mezzo bicchiere poi sto a posto!”
“Nel senso che non ne hai più voglia o non ne hai più bisogno?”
“Tutti e due”
“E questo bisogno di sangue come si manifesta? Come mi convinci che non è solo psicologico”
“Si sente. E’ come se ti dicessi: <il bisogno di mangiare un panino è fisico o psicologico?>. E’ un po’ difficile descrivertelo, almeno per me. Dico solo che io, nella mia fase, non ho degli attacchi tremendi se non bevo, come se non mi drogassi.”
Quindi Nickolas, il vampiro, non si nutre di sangue, ma lo beve…perché ne sente il bisogno. A me ricorda tanto un altro punto dell’articolo di Daniele, quindi chiedo: “E se io ora ti tirassi fuori la sindrome di Renfield? Cosa mi diresti?”
“Ahahah…mi chiedevo quando me lo avessi chiesto!”
Preparato proprio su tutto il ragazzo…difficile coglierlo in fallo!
“Ci sono alcune sottili differenze - continua - come per esempio, noi non proviamo piacere sessuale nel vedere il sangue, come non provo piacere nel tagliarmi e far schizzare il mio sangue. La mia è sete, non perversione…non so se capisci…non diventiamo violenti, tranne qualcuno, e personalmente non amo il sangue animale.”
Dopo questa risposta rientro nel mondo “fatato” dei vampiri, proprio quelli letterari, stile Anne Rice, quelli che ti ammagliano con il loro fascino tenebroso…e quasi con un po’ di speranza chiedo: “Facoltà paranormali?”
“Ahahah No, non volo, non leggo nella mente delle persone…o almeno non come un libro, e di notte alle volte dormo, anche se la preferisco comunque al giorno.”
La notte effettivamente ha il suo fascino, come ce l’ha il vestirsi di nero ed essere misteriosi…ma questo una volta non si chiamava moda?
“Hai perfettamente ragione! E se devo dirti la verità, io odio questo fattore, e finora ho trovato una sola persona come me. La moda, vestirsi di nero, crocifissi al contrario: una vampiro non è questo!”
“Allora perché le persone che lo fanno per moda non si definiscono semplicemente dark?”
“Perché definirsi vampiri fa figo.”
“Ma la sanno la differenza tra loro e voi?”
“No, non lo sanno. Al massimo hanno letto qualche libro e visto qualche film.”
Ebbene questo, cari lettori, è quello che si definisce Human Living Vampire, o Real Vampire, che ho scoperto che in realtà non c’è differenza tra i due termini, entrambi vengono usati per distinguerli da quello letterario. Vampiri, bevitori di sangue, comunque esseri umani, che girano tra di noi, e difficilmente svelano la loro natura…ma…un attimo! Allora perché Nickolas avrebbe raccontato a me, una sconosciuta, la sua storia? “Sai, io quando ho avuto il mio risveglio sono stato molto solo, e vorrei che ora, per i nuovi, esista un portale ed una giornalista che possa aiutarli.” Questa è la storia di Nickolas, che io ringrazio infinitamente per il tempo che mi ha dedicato, e a cui chiedo perdono se per me, la sua storia, seppur toccante, rimane comunque una versione fra le tante.