I
"VAMPIRI" MODERNI
Raggruppiamo in questo
articolo tutto quello
che possiamo considerare
"reale" e "possibile"
quindi assolutamente
diverso da quanto
romanzato nei libri o
films. L’acronimo HLV
racchiude in se la
descrizione completa del
fenomeno che ci
accingiamo a spiegare.
H = Human (umano, in
quanto non parliamo di
un animale o essere
soprannaturale bensì di
un essere umano)
L = Living (vivente, in
quanto non si tratta di
un “non-morto” ma di una
persona in vita)
V = Vampire (in quanto
presenta tutte le
caratteristiche del
leggendario Vampiro)
Il termine vampiro
quindi indica una
categoria di esseri
umani e mortali che
presentano tutti una
caratteristica in
comune: il bisogno di
energia. Questa viene
generalmente acquisita
sotto forma di sangue
(detti anche
“sanguinari”) o di
energia psichica (psi
vampires). Questa
necessità si manifesta
in forme differenti a
seconda dei singoli casi
che si presentano nei
singoli individui. Il
bisogno psico-fisico
prende il nome di
“sete”. Ogni individuo
presenta ovviamente
caratteristiche proprie
ma è possibile cit arne
alcune che ne accomunano
la maggior parte. Un
vampiro è molto più
attivo durante le ore
della notte mentre
risulta stanco e
spossato durante le ore
diurne. Alcuni hanno il
senso dell'udito
maggiormente sviluppato
e percepiscono suoni e
rumori a frequenze
talmente basse che altri
individui non avvertono.
L’esposizione al sole
risulta molto fastidiosa
per i vampiri, gli occhi
spesso lacrimano, si
arrossano e presentano
sintomi quali bolle,
ustione ed eritemi sulla
pelle. I metodi per
ottenere sangue sono
innumerevoli e cambiano
relativamente alle
preferenze del soggetto.
Alcuni usano delle
siringhe con il consenso
ovviamente del
“donatore” (colui che
versa il proprio sangue
per placare la necessità
del vampiro). Si possono
usare anche bisturi,
lamette o altri oggetti
taglienti purché si
faccia attenzione
all'igiene e alla
sterilizzazione di ogni
singolo arnese.
Ovviamente vi è un lasso
di tempo durante il
quale il vampiro si
accorge di essere tale.
Questo fenomeno prende
il nome di “RISVEGLIO”.
Il momento della presa
coscienza può avvenire
in svariati momenti
della vita di un
individuo e si presenta
in maniera spesso
invisibile e graduale.
Alcuni di loro sentono
un senso di diversità
rispetto alla
maggioranza delle
persone, altri invece
sentono nell'immediato
il bisogno di sangue,
altri ancora sentono una
maggiore attività nelle
ore notturne. Nel
momento del risveglio
come è ovvio che sia il
vampiro cerca più
notizie possibile
riguardo la sua natura,
cerca persone come lui,
e tenta l’analisi di se
stesso e di controllare
la reazione psicologica
che la coperta ha su di
se. Successivamente
tenta il rapporto con
l’esterno che con
l’avanzare del tempo
risulta sempre più
semplice in quanto il
vampiro riesce a
mascherare la sua natura
sempre meglio. La
componente sessuale
dell’assunzione di
sangue è spesso presente
in questa pratica e
mentre alcuni dichiarano
di non provare alcun
senso di eccitamento
altri lo paragonano al
piacere di un orgasmo o
associano la componente
spirituale del sangue
come fonte di vita.
INTERVISTA COL VAMPIRO
Incuriosita dal fatto
che quella presentata da
Daniele è l’unica, o
comunque la più diffusa,
descrizione di Human
Living Vampires che
possiamo trovare in giro
per la rete, ho fatto
qualche ricerca, e ho
trovato, in un forum,
una persona che si
definiva Vampiro. L’ho
contattato ed è stato
così gentile da farsi
fare qualche domanda
sull’argomento. Sognando
di essere Daniel in
“Intervista col vampiro”
ho allora cominciato a
fare domande che
potessero confermarmi il
testo sopra riportato e
magari chiarirmi qualche
dubbio. Nickolas mi ha
confermato essere umano,
in apparenza un normale
adolescente italiano:
niente morti, niente
immortalità, niente
demoni, niente rumeni.
Di conseguenza a questo
è anche vivente, ovvero
non è dovuto morire per
diventare vampiro come
vuole la tradizione
letteraria degli ultimi
tempi. Nonostante questo
si definisce, e si fa
definire VAMPIRO:
perché? Chiaramente
perché beve sangue.
Attenzione! “Beve”, non
“si nutre di”; infatti
mi ha “segretamente”
confessato di amare il
McDonald…chi non si è
mai chiesto “Chissà cosa
ci mettono dentro?”.
Quando io gli chiedo:
“Voi siete i vampiri, o
vi chiamate vampiri
rifacendovi alla figura
tradizionale?”
La risposta è: “No, noi
siamo la tradizione
reale, anche se poi con
gli anni le credenze
popolari hanno giocato
con la superstizione.
Devi pensare che la
finzione vi è oggi, ma
tempo fa, prendi ad
esempio il medioevo, la
gente credeva, ed aveva
davvero paura su ciò che
si diceva sui vampiri:
per questo abbiamo tante
testimonianze arrivate
fino a noi.”
Vampiro dunque. Mentre
la mia immedesimazione
in Daniel diventa sempre
più reale, anche se
dentro me stessa
rimangono ancora molti
dubbi, mi chiedo, e gli
chiedo, COME si diventa
Vampiro. Nickolas
comincia allora a
parlare di Risveglio,
che ritroviamo anche nel
trattato di Daniele.
Ecco il racconto di
Nickolas:
“Il risveglio è quando
un vampiro comprende di
essere tale. Diciamo che
il mio risveglio è stato
molto traumatico: è bell o
leggere libri e vedere
film, ma quando ti
accorgi di essere
veramente ciò che sei,
b'he, non ti nego che ti
senti un mostro! Ci è
voluto un po’ di tempo
per realizzare,
comprendere la mia vera
natura…accettarla. Io da
ragazzo suonavo metal, e
quindi ero influenzato
da tutte la sua cultura,
poi pian piano crescendo
ho capito che era tutta
finzione, e ciò che
pensavo dell’oscurità
non esiste, e perciò ero
tornato normale: basta
farsi film sulle
tenebre, sui crocifissi
etc… Ma alla fine, ogni
volta che vedevo il
sangue diventavo
“diverso”, mi sentivo
esaltato, a mio agio,
non mi faceva schifo. Ne
sentivo il sapore in
bocca e, cosa che mi ha
colpito, ne sentivo il
profumo in modo
incredibile…amavo
sentire le pulsazioni
delle persone, il
respiro, senza che loro
se ne accorgessero, e
forse non me ne
accorgevo neanche io.
Allora mi sono chiesto
<Ma chi cavolo sono
io????>“
La risposta che si è
dato mi sembra evidente.
Fatto sta che siamo
arrivati al punto
cruciale del discorso:
il SANGUE. Non mi faccio
scappare l’occasione di
chiedere informazioni
dettagliate sul modus
operandi: come lo beve
il sangue?
“Con i morsi molto,
molto raramente. Di
solito con tagli, o cose
del genere”
“Morsi? Ma immagino voi
non abbiate i canini
pronunciati?”
“Taglia lo stesso, e poi
non dobbiamo tagliare
fino in fondo per fare
un’emorragia. Vuoi
provare?” (Non poteva
mancare come domanda!!)
“Io proverei anche, ma
non credo sia tutto
questo gran piacere per
le “Vittime”…”
“Esistono dei donatori,
che possono essere
simili, o amici. Non so
cosa si provi, ma vedo
che ad alcuni piace.”
A questo punto però mi
rendono conto di essere
stata rapita un po’
troppo dal racconto del
vampiro, e
fortunatamente un dubbio
mi risveglia: “…e come
la mettiamo con il fatto
che “in teoria” il corpo
umano non digerisce il
sangue?”
Nickolas, da buon
vampiro, ha subito la
risposta pronta.
“Gli eccessi, come in
tutte le cose, fanno
male, ma non mi sono mai
sentito male, ne ho mai
avuto la nausea”.
“In una notte proficua
di donatori, quanto
sangue arrivi a bere?”
“Ma…di solito con una
quantità di mezzo
bicchiere poi sto a
posto!”
“Nel senso che non ne
hai più voglia o non ne
hai più bisogno?”
“Tutti e due”
“E questo bisogno di
sangue come si
manifesta? Come mi
convinci che non è solo
psicologico”
“Si sente. E’ come se ti
dicessi: <il bisogno di
mangiare un panino è
fisico o psicologico?>.
E’ un po’ difficile
descrivertelo, almeno
per me. Dico solo che
io, nella mia fase, non
ho degli attacchi
tremendi se non bevo,
come se non mi
drogassi.”
Quindi Nickolas, il
vampiro, non si nutre di
sangue, ma lo
beve…perché ne sente il
bisogno. A me ricorda
tanto un altro punto
dell’articolo di
Daniele, quindi chiedo:
“E se io ora ti tirassi
fuori la sindrome di
Renfield? Cosa mi
diresti?”
“Ahahah…mi chiedevo
quando me lo avessi
chiesto!”
Preparato proprio su
tutto il
ragazzo…difficile
coglierlo in fallo!
“Ci sono alcune sottili
differenze - continua -
come per esempio, noi
non proviamo piacere
sessuale nel vedere il
sangue, come non provo
piacere nel tagliarmi e
far schizzare il mio
sangue. La mia è sete,
non perversione…non so
se capisci…non
diventiamo violenti,
tranne qualcuno, e
personalmente non amo il
sangue animale.”
Dopo questa risposta
rientro nel mondo
“fatato” dei vampiri,
proprio quelli
letterari, stile Anne
Rice, quelli che ti
ammagliano con il loro
fascino tenebroso…e
quasi con un po’ di
speranza chiedo:
“Facoltà paranormali?”
“Ahahah No, non volo,
non leggo nella mente
delle persone…o almeno
non come un libro, e di
notte alle volte dormo,
anche se la preferisco
comunque al giorno.”
La notte effettivamente
ha il suo fascino, come
ce l’ha il vestirsi di
nero ed essere
misteriosi…ma questo una
volta non si chiamava
moda?
“Hai perfettamente
ragione! E se devo dirti
la verità, io odio
questo fattore, e finora
ho trovato una sola
persona come me. La
moda, vestirsi di nero,
crocifissi al contrario:
una vampiro non è
questo!”
“Allora perché le
persone che lo fanno per
moda non si definiscono
semplicemente dark?”
“Perché definirsi
vampiri fa figo.”
“Ma la sanno la
differenza tra loro e
voi?”
“No, non lo sanno. Al
massimo hanno letto
qualche libro e visto
qualche film.”
Ebbene questo, cari
lettori, è quello che si
definisce Human Living
Vampire, o Real Vampire,
che ho scoperto che in
realtà non c’è
differenza tra i due
termini, entrambi
vengono usati per
distinguerli da quello
letterario. Vampiri,
bevitori di sangue,
comunque esseri umani,
che girano tra di noi, e
difficilmente svelano la
loro natura…ma…un
attimo! Allora perché
Nickolas avrebbe
raccontato a me, una
sconosciuta, la sua
storia? “Sai, io quando
ho avuto il mio
risveglio sono stato
molto solo, e vorrei che
ora, per i nuovi, esista
un portale ed una
giornalista che possa
aiutarli.” Questa è la
storia di Nickolas, che
io ringrazio
infinitamente per il
tempo che mi ha
dedicato, e a cui chiedo
perdono se per me, la
sua storia, seppur
toccante, rimane
comunque una versione
fra le tante. |