CHI E' IL VAMPIRO?
Il vampiro può
originarsi solo da un
uomo totalmente
identificato nel suo
corpo di carne, nelle
sue emozioni, nei suoi
pensieri. Si tratta di
un individuo che non
"sente" la sua anima;
per lui essa rappresenta
solo un concetto
mentale, una possibilità
e nulla più. La sua
paura della morte è
dunque più che mai
giustificata: essendo la
sua coscienza
imprigionata
nell’apparato
psicofisico, egli perirà
con esso.
Un uomo del genere
sarebbe disposto a
qualsiasi cosa pur di
riuscire a prolungare la
propria esistenza
terrena. Conscio di
dover morire, egli
aspira disperatamente
all'immortalità e ai
piaceri che la materia
può offrire!
Il paradosso è proprio
questo: il suo folle
attaccamento alla vita e
ai piaceri terreni, il
suo voler prolungare
l'esistenza materiale a
tutti i costi... è ciò
che rende sempre più
sicura la sua futura
morte, in quanto tali
comportamenti
imprigionano la sua
coscienza nella
personalità mortale.
D’altra parte un
comportamento
altruistico, la
compassione e il perdono
lo porterebbero sempre
più vicino alla sua
anima immortale.
Egli vuole allora poter
sopravvivere in qualche
modo alla inevitabile
dissoluzione del corpo
fisico pur non operando
una reale “sintesi con
l’anima”, risultato,
quest’ultimo, che è
possibile ottenere solo
intraprendendo un
sentiero di risveglio
spirituale che conduce
alla vera immortalità.
A questo punto, l’unico
modo che ha di farlo è
cercare di sopravvivere
nel « corpo astrale »,
un involucro sottile che
avvolge il corpo fisico
e nel quale trasferiamo
la nostra coscienza sia
durante il sogno
(infatti è anche
conosciuto come « corpo
di sogno ») che dopo la
morte. Questo corpo è,
per intenderci, quello
che talvolta compare ai
viventi in forma di
fantasma. Portando la
propria coscienza
nel
corpo astrale non si
consegue una reale
immortalità, poiché
anch’esso è costituito
di materia – sebbene più
sottile di quella a cui
siamo abituati – e
quindi è destinato a
consumarsi con il tempo;
tuttavia permette
all’essere umano di
sopravvivere, per un
tempo indeterminato,
alla sparizione del
corpo fisico.
Il corpo astrale lo
abbiamo tutti, infatti
lo utilizziamo per
viaggiare durante le
esperienze di sogno, ma
solo pochi di noi sono
in grado di utilizzarlo
coscientemente come
involucro per spostarsi
anche in stato di veglia
e compiere i cosìdetti «
viaggi astrali ». Ciò
implica che, alla stessa
maniera, pochi di noi
saranno in grado di
usarlo coscientemente
dopo l’esperienza della
morte. Ci ritroveremo
nel corpo astrale, ma ne
avremo la stessa
padronanza che un
fanciullo di due anni
può avere del suo corpo
fisico: saremo
trasportati dagli eventi
del mondo astrale in uno
stato di
semi-incoscienza simile,
appunto, a quella che si
ha nel sogno. Quanti di
noi, infatti, sono
capaci di fare « sogni
lucidi », all’interno
dei quali possono
decidere delle loro
azioni? Allo stesso modo
non saremo in grado di
decidere delle nostre
azioni dopo la morte.
Le pratiche che
consentono a un essere
umano, maschio o femmina
che sia, di spostare la
sua coscienza nel corpo
astrale in modo da
servirsene a piacimento
sia in vita che dopo la
morte, riguardano le
tecniche di « ricordo di
sé » trasmesse da
Gurdjieff e un utilizzo
consapevole dell’energia
sessuale. Ma tali non
sono gli argomenti di
cui è qui questione.
INIZIAZIONE
Il praticante occulto
che è riuscito a
ottenere un certo
controllo del corpo
astrale, si ritroverà
quindi con un certo
grado di coscienza –
tale grado dipende dalla
misura con cui è
riuscito, attraverso le
pratiche quotidiane, a
trasferire la sua
coscienza in tale corpo
– sul piano astrale dopo
la morte dell’involucro
fisico. Non ci
dilungheremo qui sulla
natura di tale piano e
su quanto è possibile
fare una volta entrati
in esso.
Una cosa però è certa,
anche tale corpo è
soggetto a logoramento e
giungerà un giorno a
consumazione, sebbene in
tempi molto più lunghi
rispetto al corpo di
carne. E il praticante
lo sa.
Esiste però un modo per
prorogare – ma non per
evitare – tale epilogo:
imparare da un vampiro
anziano, attraverso una
trasmissione orale da
maestro ad allievo, la
tecnica del vampirismo.
Si tratta di ottenere
una pseudo-immortalità
agendo prima ancora
della morte del corpo
fisico: tale corpo viene
conservato in uno stato
di perenne trance
catalettica, tra la vita
e la morte, nascosto in
un luogo sicuro. Perché
non muoia deve essere
però alimentato con la
trasfusione di energia
vitale assorbita da
altri esseri umani
mediante l'utilizzo del
suo corpo astrale
semi-materializzato. In
altre parole il vampiro
nelle ore notturne
abbandona il suo corpo
fisico e, spostandosi
nel suo corpo astrale,
va a caccia di prede cui
sottrarre energia
vitale. Al ritorno nel
suo involucro di carne
egli infonde la nuova
energia in tale corpo.
Essendo il Sole
analogicamente collegato
alla sfera spirituale
dell'uomo, e avendo il
vampiro reciso ogni
legame con questo suo
lato spirituale, il
risultato è che il suo
corpo non può più
sopportare la luce del
Sole. Non gli è concesso
di avere vita sotto i
raggi del Sole: la sua
esistenza senz'anima
diviene ora una lunga
notte, in senso
simbolico... e quindi
anche fisico.
Attraverso una
particolare tecnica può
rivestirsi di atomi di
materia fisica e rendere
il suo corpo astrale
semi-materializzato:
sarà allora visibile
agli occhi delle
vittime, ma non
catturabile dagli
specchi. In tale veste
"succhia la vita" alle
persone: più il suo
corpo astrale riesce a
ricoprirsi di materia
fisica e quindi a
concretizzarsi sul
nostro piano, più è
materiale la forma
dell'energia che egli
sottrae, al punto da
poter lettera lmente
succhiare il sangue dal
corpo fisico delle
persone.
Nel corpo astrale egli
assume tutti i poteri
inerenti tale stato:
proiettarsi a grande
velocità in luoghi
lontani, disintegrare e
apportare oggetti,
materializzarsi
totalmente o
parzialmente anche in
forma di animale (lupo,
pipistrello).
Attraverso il vampirismo
egli raggiunge lo scopo
di ritardare la sua
morte definitiva e
quindi il suo destino
finale; commette però un
gran numero di delitti
che gli preparano una
futura sempre più penosa
permanenza nelle sfere
più basse del piano
astrale, conosciute come
“infernali” nel
linguaggio comune.
Tenere in vita il corpo
di carne serve proprio a
perpetuare il legame con
il piano fisico evitando
che il corpo astrale si
allontani
progressivamente dal
piano terrestre e si
addentri nel mondo
astrale. Tale legame
permette anche al
vampiro di continuare a
trarre sempre nuova
linfa dalle creature
umane del mondo fisico
della cui vita/sangue
egli si nutre.
Inoltre l'immortalità
così ottenuta è sempre
parziale; l'unica
immortalità assoluta è
quella frutto di un
lavoro magico/alchemico
sul sentiero spirituale,
il quale porta
all'identificazione
completa con l'ente
eterno per eccellenza:
l'anima, o Sé. Il
vampiro può resistere
nella sua poco
invidiabile situazione
di non-morto anche per
diversi secoli, alcuni
anche per millenni, ma
mai per sempre. Prima o
dopo il suo corpo verrà
distrutto e allora lo
spettro dei sottopiani
infernali del mondo
astrale si farà reale.
Spesso, all'apice della
disperazione, vuole egli
stesso mettere fine alla
sua pallida esistenza
fatta di paura,
solitudine, tristezza,
invisibilità, rifiuto,
fuga... ma quasi mai ne
ha la forza. Il modo più
sicuro per ucciderlo – e
interrompere il suo
patimento – è trovare e
bruciare il corpo.
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di
Salvatore Brizzi |