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														La maggior parte delle 
														persone dicono che i 
														vampiri non esistono. 
														Personalmente non sono 
														di questa idea, ma non 
														avendo prove tangibili, 
														quelle che sono 
														richieste dalla vita di 
														oggi giorno, non posso 
														confutare la non 
														esistenza dei vampiri. 
														Molti potranno pensare 
														che si, è un bel tema 
														per una favola, un 
														libro, o forse un film, 
														ma vi siete mai chiesti 
														cosa c’è dietro? 
														Potreste rispondere che 
														tutto deriva da una 
														leggenda, ma dietro alla 
														leggenda cosa c’è?Partiamo dall’inizio, 
														dalla prima volta che, 
														nella storia dell’uomo, 
														è stato scritto di un 
														essere intento a 
														disturbare il sonno 
														degli uomini per 
														rubargli il simbolo 
														della vita, che non 
														sempre è il sangue.
 Prima ancora della 
														figura moderna del 
														vampiro, nata da Bram 
														Stoker con il suo 
														famosissimo “Dracula”, 
														costruito sulla figura 
														del conte Vlad Tepes III, 
														si possono trovare 
														documentazioni di esseri 
														simili persino 
														nell’epoca classica.
 La definizione classica 
														di vampiro lo identifica 
														nel corpo di una persona 
														defunta, rianimato dal 
														proprio spirito o da un 
														demone, che torna per 
														tormentare i vivi, 
														privandoli del proprio 
														sangue o di qualche 
														organo essenziale, per 
														esempio il cuore, per 
														aumentare la propria 
														vitalità. Già in 
														quest’epoca, nelle 
														credenze popolari, 
														diventava vampiro chi 
														moriva prematuramente, 
														in modo violento, o chi 
														viveva una vita 
														estremamente infelice, o 
														ancora streghe, sia 
														uomini che donne, lupi 
														mannari, eretici, 
														bastardi e i loro figli 
														e chiunque fosse stato 
														ucciso da un vampiro. 
														Già nell’età classica 
														quindi vediamo che il 
														reietto, il diverso, era 
														visto come dannato, non 
														solo in vita, ma anche 
														oltre la morte.
 La prima apparizione 
														della parola UPIR 
														(termine russo per 
														vampiro) si trova in un 
														documento del 1047: si 
														riferiva ad un principe 
														russo definito “upir 
														lichy” ovvero vampiro 
														cattivo. Il termine 
														vampiro però trova una 
														sua definizione ben 
														precisa solo nel 1725 
														quando alcuni giornali 
														europei riportano due 
														casi di vampirismo in 
														Serbia. Solo 
														successivamente, nel 
														1762, il termine verrà 
														usato per designare il 
														pipistrello che succhia 
														il sangue degli animali. 
														Sebbene assente nella 
														semantica della 
														tradizione greca e 
														romana, tuttavia 
														troviamo la presenza di 
														esseri molto simili al 
														vampiro in svariate 
														credenze. Nel mondo 
														antico il vampiro vede 
														la sua prima 
														identificazione in 
														figure che erano al 
														seguito di Ecate, la dea 
														protettrice del mondo 
														degli spettri. Vediamo 
														quindi alcune figure, 
														partendo da quelle 
														dell’età classica, che 
														si avvicinano per 
														abitudini, alla figura 
														del vampiro.
 
 EMPUSA: 
														demone femminile capace 
														di assumere vari 
														aspetti. Sotto la forma 
														di bella fanciulla le 
														Empuse giacevano con gli 
														uomini la notte, o 
														durante la siesta 
														pomeridiana, 
														succhiandone la forza 
														vitale e provocandone la 
														morte. L’Empusa è quindi 
														un demone succube. In 
														Grecia e in Palestina 
														questi tipi di demoni 
														portavano il nome di 
														LILIM
 
														
														
														LILITH: 
														secondo alcune 
														tradizioni, la prima 
														donna vampiro). Con il 
														passare del tempo, a 
														livello popolare la 
														figura dell’Empusa si 
														viene a confondere con 
														quella della LAMIA fino 
														al punto di formare 
														un’unica entità. Ma a 
														livello leggendario ci 
														sono alcune differenze 
														ben precise.
 
  LAMIA: 
														madre di SCILLA, era 
														all’origine figura del 
														leggendario marino, 
														simile alle sirene e 
														alle arpie. Da qui passa 
														alla superstizione 
														popolare che se ne servì 
														per spaventare i bambini 
														disubbidienti (insieme 
														all’Empusa). La sua 
														leggenda nasce in Libia: 
														di LAMIA, figlia di 
														BELO, si era invaghito 
														ZEUS, con il quale 
														generò alcuni figli, ma 
														tutti (salvo SCILLA) 
														furono uccisi da ERA, 
														ingelosita. Lamia, 
														nell’immaginario 
														collettivo diviene 
														allora una madre 
														snaturata che mangiava i 
														suoi figli e quelli 
														degli altri. Secondo 
														un’altra tradizione 
														Lamia sarebbe stata un 
														demone meridiano, e si 
														racconta che fosse 
														solita apparire nei 
														dintorni di Parnaso, se 
														un giovane cantava o 
														suonava il flauto a 
														mezzogiorno o 
														mezzanotte, per 
														prenderlo come sposo: se 
														rifiutava , lei lo 
														avrebbe ucciso. La Lamia 
														poteva assumere 
														qualsiasi forma e si 
														credeva che se si 
														riusciva a catturare, si 
														potessero recuperare i 
														bambini vivi dal suo 
														ventre. Successivamente, 
														quando al mito del 
														sangue si aggiunse anche 
														la componente erotica, 
														la Lamia si unì all’Empusa, 
														acquisendo le stesse 
														caratteristiche di 
														succubo. Una figura 
														molto simile la troviamo 
														presso i babilonesi: un 
														demone femminile 
														chiamato LAMASHTU 
														attirava gli uomini per 
														berne il sangue e 
														strappava il feto dal 
														grembo delle donne 
														incinte. 
 STRIGES: 
														nel mondo classico 
														un’altra figura che 
														presenta molti tratti 
														vampirici è la STRIX. 
														Infatti, per i latini, 
														la strix non era solo la 
														strega, ma con questo 
														nome si indicava anche 
														un uccello notturno che 
														volava sulle culle dei 
														bambini per succhiarne 
														il sangue. Il nome 
														deriva dal fatto che 
														durante quest’operazione 
														erano solite stridere. 
														Troviamo una descrizione 
														della Striges in Ovidio, 
														il quale sostiene che 
														queste, altro non 
														sarebbero che uccelli 
														dello stesso genere 
														delle ARPIE: creature 
														alate, con dita umane 
														ricurve come artigli, 
														che aggrediscono e 
														rapinano.
 
 LARVE: coloro 
														che si portano dietro, 
														dall’esistenza terrena, 
														il peso di qualche 
														crimine o di una fine 
														tragica. La loro azione 
														sui vivi è reputata 
														funesta e la loro natura 
														è invariabilmente 
														malvagia. Tra i mali 
														provocati da questi 
														spettri rientravano: 
														l’epilessia, ipocondria, 
														terrori folli o 
														semplicemente 
														stravaganza. Le Larve 
														presentano due aspetti: 
														spettri pallidi dalla 
														faccia contratta oppure 
														scheletri o manichini 
														capaci di assumere 
														atteggiamenti grotteschi 
														e caricaturali.
 
 LEMURES: sono 
														gli spiriti dei morti 
														della religione romana, 
														i quali tornavano sulla 
														terra a tormentare i 
														vivi. Per tenere lontani 
														questi spiriti erano 
														state istituite delle 
														feste. Inizialmente la 
														mitologia vuole che 
														queste feste fossero 
														state istituite per 
														placare lo spirito di 
														Remo, ucciso dal 
														fratello Romolo. 
														Quest’ultimo avrebbe, 
														con questo scopo, 
														istituito le Lemurie, 
														che ricorrevano il 9, 11 
														e 13 maggio: è molto 
														probabile che queste 
														siano le più antiche 
														feste dei morti 
														celebrate a Roma.
 
 SIRENE: 
														figura mitologica al 
														quanto complessa per il 
														suo duplice aspetto. Le 
														Sirene erano le canore 
														figlie della terra che 
														attiravano i marinai nei 
														prati delle loro isole, 
														dove giacevano ossa e 
														membra delle precedenti 
														vittime. O almeno così 
														le descrive Omero, senza 
														però entrare nei 
														particolari 
														dell’aspetto. 
														Originariamente le 
														Sirene erano 
														strangolatrici, 
														descritte come 
														donne-uccello con testa 
														umana e spesso anche 
														seno e braccia da donna, 
														e con artigli al posto 
														dei piedi. Le sirene si 
														mostravano ai marinai 
														specialmente a 
														mezzogiorno, l’ora dei 
														colpi di sole e delle 
														siesta, in cui si è 
														soggetti a sogni erotici 
														accompagnati a perdite 
														seminali, fenomeno che 
														viene attribuito a loro, 
														avide di sperma e di 
														sangue.
 
 La credenza nel 
														vampirismo, nei popoli 
														anglosassoni è presente 
														già dal XII secolo, 
														quando cominciamo a 
														trovare allusioni 
														occasionali riguardo al 
														fenomeno soprattutto in 
														scritti di autori 
														religiosi, dove è ben 
														evidente l'influenza 
														della cultura 
														scandinava. In autori 
														come lo storico inglese 
														William di Malmesbury 
														(1090-1143 ca), 
														bibliotecario di 
														quell'abbazia, o William 
														de Newborgh (1136-1208 
														ca), canonico 
														agostiniano del 
														monastero, troviamo le 
														descrizioni di uomini 
														malvagi che, dopo morti, 
														tornavano a camminare 
														per il mondo perchè il 
														diavolo tornava a 
														rianimare i propri 
														corpi, e i quali non 
														solo succhiavano sangue, 
														ma propagavano anche 
														terribili pestilenze. 
														Questi resoconti del XII 
														secolo sono simili alle 
														storie slave di vampiri, 
														quasi a voler ricordare 
														che forse un fondo 
														comune c'è, e la cosa 
														più ricorrente sembra 
														essere proprio lo 
														scoppio di qualche 
														pestilenza al loro 
														apparire (dovuta, 
														secondo la tradizione, 
														al fetore del loro 
														cadavere). Una cosa però 
														c'è da puntualizzare: la 
														leggenda dei vampiri, 
														che ormai era dilagata, 
														e il terrore che questa 
														leggenda stava 
														insinuando nel popolo, 
														portavano molto spesso 
														alla riesumazione di 
														cadaveri in cerca di 
														qualche traccia di 
														vampirismo (anche se la 
														pratica ebbe il suo 
														apice con l'avvento del 
														Cristianesimo) e, se se 
														ne trovava qualcuna, 
														spesso i cadaveri 
														venivano tagliati a 
														pezzi, oppure bruciati. 
														Questo può facilmente 
														far capire come in 
														realtà le pestilenze e 
														varie malattie avessero 
														facile diffusione, e 
														l'ignoranza medica 
														dell'epoca faceva il 
														resto. Un esempio di 
														vampiro anglosassone:
 
 DEARG-DUE: 
														sono i vampiri della 
														tradizione irlandese 
														nominati soprattutto dai 
														Druidi. Per uccidere 
														questi vampiri, secondo 
														la tradizione druidica, 
														si doveva costruire un 
														cumulo di pietre sopra 
														la sua tomba. Una 
														caratteristica di questi 
														vampiri è che non 
														possono cambiare forma, 
														a differenza della 
														maggior parte delle 
														tradizioni del resto del 
														mondo.
 
 Nelle saghe scandinave 
														invece troviamo molte 
														storie che possono 
														essere definite 
														propriamente vampiriche: 
														solitamente si 
														raccontava di fantasmi 
														che si aggiravano tra i 
														vivi procurando danni 
														vari, e che potevano 
														essere allontanati solo 
														grazie a tecniche ben 
														precise, molte delle 
														quali, anche in questo 
														caso, introdotte dopo 
														l'avvento del 
														Cristianesimo, il quale 
														influì in modo 
														particolare sul 
														cambiamento dei costumi 
														funebri. Per fare un 
														esempio, in Groenlandia, 
														con la religione 
														cristiana, si era 
														diffuso il costume di 
														seppellire i morti nella 
														loro fattoria, in terra 
														non consacrata, e per 
														impedire che tornassero 
														ad infastidire i vivi, 
														vi si conficcava un palo 
														nel petto, che si 
														toglieva solo una volta 
														giunti i rappresentanti 
														della Chiesa i quali 
														versavano acqua 
														benedetta e intonavano 
														canti sacri. Anche qui 
														possiamo trovare 
														analogie con altre 
														tradizioni, in questo 
														caso, con quella rumena. 
														Per esempio l'effetto 
														che questi esseri 
														avevano sugli animali: 
														si diceva che le mandrie 
														che passavano per caso 
														sulla tomba di un 
														vampiro diventavano 
														selvagge e cominciassero 
														a muggire in maniera 
														insolita. Inoltre tutte 
														le persone che morivano 
														a causa di questo 
														vampiro, apparivano in 
														seguito in sua 
														compagnia, anch'essi in 
														cerca di cibo: in 
														pratica diventavano 
														vampiri anche loro.
 
 In Francia la credenza 
														del vampiro è poco 
														diffusa, mentre molto 
														più diffusa è quella del 
														lupo mannaro. I rari 
														episodi di vampirismo 
														infatti registrati nei 
														corsi dei secoli, si 
														rifanno al significato 
														più ampio del termine, 
														se vogliamo più 
														metaforico, indicando 
														con questo termine più 
														che altro alcune 
														patologie. Per fare un 
														esempio, in Francia, 
														nell'ambito vampirismo, 
														è famoso il caso del 
														sergente Bertrand, il 
														quale infatti all'epoca 
														del suo processo (1849) 
														era conosciuto in tutta 
														la penisola come il 
														Vampiro. Questo caso 
														però si può condurre 
														soltanto ad un classico 
														esempio di necrofilia.
 
 Anche nel nostro bel 
														paese, in Italia, la 
														tradizione del 
														vampirismo non ha 
														trovato terreno molto 
														fertile, nonostante 
														fossero i tempi in cui i 
														cimiteri di tutta Europa 
														venivano profanati allo 
														scopo di giustiziare i 
														presunti vampiri. Il 
														tema del morto che 
														ritorna era molto 
														diffuso, ma questi non 
														tornava necessariamente 
														per tormentare i vivi. 
														C'era però in Italia una 
														figura a cui veniva 
														rifilato la targhetta di 
														bevitore di sangue, e 
														questa figura era la 
														strega, come ci 
														attestano molti processi 
														tenutisi durante 
														l'inquisizione. 
														Prendiamo ad esempio la 
														storia delle streghe di 
														Lucca: si racconta che 
														queste donne erano 
														solite trasformarsi in 
														qualche animale, ed 
														entrati nelle case sotto 
														questa forma, si 
														buttavano sui bambini, 
														posando la bocca o sugli 
														organi genitali, o al 
														pollice, o al mignolo, o 
														all'orecchio o 
														all'ombelico e da li 
														succhiavano il sangue. 
														Questo sangue però non 
														serviva come nutrimento, 
														bensì come ingrediente 
														delle loro pozioni: 
														mischiato alla cenere 
														veniva gettato sul fuoco 
														dicendo una formula 
														indirizzata a far morire 
														la vittima predestinata.
 
 Passiamo ora alle 
														culture slave, le terre 
														dove la credenza nel 
														vampiro è più radicata 
														in assoluto. In Romania 
														soprattutto questa 
														tradizione risale molto 
														indietro nei secoli e 
														non vi è credenza più 
														diffusa di questa. Alla 
														base di tutto questo c'è 
														una credenza popolare: 
														la fede in un mondo 
														puramente spirituale non 
														è molto diffusa e quindi 
														la maggior parte dei 
														rumeni crede che la vita 
														dopo la morte sia molto 
														simile a quella terrena: 
														la normalità per loro è 
														che i morti viventi si 
														aggirino sulla terra in 
														forma fisica e non sotto 
														forma di spiriti. 
														Inoltre fra tutte le 
														regioni rumene, il 
														maggior numero di casi 
														di vampirismo si 
														concentra in 
														Transilvania, e in 
														particolar modo nella 
														Transilvania del nord, 
														dove, non a caso, è 
														stato ambientato il 
														Dracula di Bram Stoker. 
														A rinforzare questa tesi 
														il fatto che nel 
														vocabolario rumeno i 
														termini per indicare i 
														vampiri sono svariati, 
														inoltre questo è l'unico 
														caso d'Europa in cui 
														troviamo anche il 
														vampiro vivente. Le 
														infestazioni vampiriche 
														raggiunsero il loro 
														culmine nel XII secolo, 
														quando le profanazioni 
														delle tombe diventarono 
														talmente frequenti da 
														indurre numerose 
														autorità ad intervenire 
														per porre fine a queste 
														pratiche. Perfino un 
														uomo di chiesa, 
														l'arcivescovo di 
														Nectarie, nel 1813, 
														inviò una circolare ai 
														suoi superiori 
														ecclesiastici, 
														consigliando, nel caso 
														si fossero imbattuti in 
														un caso di vampirismo, 
														di non assumersi la 
														responsabilità di 
														bruciare il corpo, ma di 
														insegnare alla gente 
														come comportarsi secondo 
														le regole codificate 
														dalla Chiesa.
 In Romania era 
														praticamente impossibile 
														non diventare un vampiro 
														dopo la morte, se si 
														ascoltano gli svariati 
														casi per cui questa 
														sciagura doveva 
														succedere. Si comincia 
														dai più piccoli: se un 
														bambino muore prima di 
														essere stato battezzato 
														diventa vampiro dopo 
														sette anni, se un 
														vampiro getta lo sguardo 
														su una donna incinta non 
														immunizzata, il bambino 
														è destinato a diventare 
														vampiro, stessa sorte 
														per la prole quando una 
														donna incinta non mangia 
														sale, e infine se un 
														bambino nasce con il 
														sacco amniotico diventa 
														vampiro dopo sei 
														settimane dalla morte. 
														Per questo ultimo caso 
														pare però che ci fosse 
														un rimedio: il sacco 
														amniotico dev'essere 
														rotto, dopo di che la 
														levatrice dovrà uscire 
														nel retro della casa con 
														in braccio il bambino, 
														lavato ed avvolto in un 
														panno, e dovrà gridare 
														"Ascoltate tutti, un 
														lupo è nato sulla terra. 
														Non è un lupo che 
														divorerà le persone, ma 
														un lupo che lavorerà e 
														che porterà fortuna". 
														Infatti i vampiri che 
														non sono più tali 
														portavano fortuna. 
														Probabilmente il vampiro 
														viene chiamato lupo 
														perchè la figura del 
														vampiro e del lupo 
														mannaro spesso si 
														fondevano, infatti molti 
														tratti delle due 
														leggende vengono a 
														combaciare.
 Anche se qualcuno poteva 
														essere abbastanza 
														fortunato da non 
														incappare in queste 
														maledizioni già da 
														piccolo, durante la sua 
														vita aveva tantissime 
														altre possibilità di 
														essere additato come 
														potenziale vampiro. Se 
														durante la sua vita un 
														uomo era stato malvagio 
														o se una donna aveva 
														avuto a che fare con il 
														maligno e con sortilegi 
														e incantesimi, avevano 
														buone possibilità di 
														diventare vampiri dopo 
														la morte. Era risaputo 
														inoltre che se un uomo 
														non mangiava aglio era 
														un vampiro. Uomini che 
														giuravano il falso per 
														denaro diventavano 
														vampiri sei mesi dopo la 
														morte, mentre un uomo 
														defunto diventava 
														vampiro se un gatto 
														saltava sul suo 
														cadavere, o se sopra di 
														esso cadeva l'ombra di 
														un uomo. E se questo non 
														bastava, molto 
														probabilmente se 
														qualcuno doveva essere 
														emarginato e non 
														rientrava in queste 
														categorie, in Romania 
														era diffusa anche la 
														credenza che se una 
														persona era predestinato 
														a diventare vampiro, lo 
														sarebbe diventato in 
														qualsiasi caso, e non 
														c'erano sortilegi che 
														potessero evitarlo. Si 
														pensava che durante la 
														loro vita, l'anima di 
														queste persone, durante 
														il sonno, uscisse dalla 
														bocca sotto forma di 
														piccola farfalla. C'era 
														però il pericolo che se 
														durante il sonno, il 
														corpo veniva girato, 
														l'uomo sarebbe morto, 
														perchè l'anima non 
														avrebbe più trovato il 
														punto d'ingresso.
 Se qualcuno non era così 
														sfortunato da rientrare 
														in questo caso però 
														c'era qualche rimedio 
														che si poteva adottare 
														per liberare la persona 
														dal vampirismo, 
														naturalmente quando 
														questa persona era già 
														cadavere. In Romania i 
														corpi dei sospettati di 
														vampirismo venivano 
														dissotterrati dopo un 
														periodo che va dai 
														cinque ai sette anni a 
														seconda dell'età in cui 
														moriva la persona: se la 
														decomposizione non era 
														completa il malcapitato 
														era etichettato come 
														vampiro, mentre se si 
														trovavano le ossa 
														bianche e pulite, era 
														segno che l'anima del 
														defunto avesse trovato 
														pace. Nel caso si fosse 
														trovato un vampiro il 
														metodo più usato per 
														sconfiggerlo era 
														riesumare la salma il 
														sabato, perchè negli 
														altri giorni si credeva 
														che vagasse fuori dalla 
														tomba, conficcargli un 
														paletto nell'ombelico o 
														strappargli il cuore. 
														Questo doveva essere 
														bruciato su del carbone 
														di legna o sulla fiamma 
														viva, può essere bollito 
														oppure tagliato a pezzi 
														con una falce. Le ceneri 
														del cuore venivano 
														sempre raccolte: a volte 
														venivano gettate in un 
														fiume (ricordiamo come 
														nel racconto di Bram 
														Stoker l'acqua corrente 
														non fosse molto gradita 
														a Dracula), ma 
														solitamente venivano 
														mischiate con acqua e 
														date da bere agli 
														ammalati, oppure usate 
														per ungere bambini o 
														animali per tenere 
														lontane le cose impure. 
														Ad un certo punto i 
														sospetti di vampirismo 
														erano diventati talmente 
														tanti che molte volte la 
														maledizione di un prete 
														era sufficiente per 
														sigillare il vampiro 
														nella sua tomba. Questo 
														denota come l'effetto 
														placebo bastasse il più 
														delle volte a calmare il 
														terrore, e di 
														conseguenza come il 90% 
														dei casi di vampirismo 
														fossero solo fantasia 
														popolare.
 Vediamo ora alcune tra 
														le specie più conosciute 
														della credenza rumena.
 
 STRIGOII-STRIGOIUL: 
														in Romania è il termine 
														più usato per indicare 
														un vampiro. Dal capo 
														alla vita hanno 
														caratteristiche umane, 
														anche se hanno due 
														cuori, ma sotto possono 
														avere code o zampe 
														caprine. Di solito 
														attaccano in branco.
 
 MOROII: 
														secondo termine più 
														usato per definire un 
														vampiro. Sia maschio che 
														femmina, di solito la 
														parola Moroii è 
														utilizzata per 
														identificare un vampiro 
														vivente.
 
 MURONI: 
														vampiro tipico della 
														regione della Valacchia. 
														Ha la possibilità di 
														trasformarsi in diverse 
														forme animali.
 
 VARCOLACI-VARACOLACI-VARCOLAC: 
														nella tradizione rumena 
														questo è il vampiro che 
														inghiotte la luna ed il 
														sole durante l'eclissi 
														(figura molto simile ad 
														alcuni lupi della 
														tradizione scandinava). 
														Il Varcolac appare come 
														un uomo con pelle 
														pallida e asciutta. 
														Possono viaggiare in 
														astrale, anche se hanno 
														un percorso limitato 
														dato dal filo d'argento 
														che li lega al corpo.
 
 
  MAHR: 
														anima inquieta che 
														tornava dal regno dei 
														morti per nutrirsi di 
														sangue. Usava attaccare 
														soprattutto i parenti 
														rimasti in vita. 
														L'Ungheria condivide con 
														la Romania il primo 
														posto sul podio per il 
														paese più infestato da 
														vampiri del mondo. 
														Questa tradizione è data 
														soprattutto da una serie 
														di eventi straordinari 
														avvenuti tra la fine del 
														XVII e l'inizio del 
														XVIII secolo, e che 
														ebbero un grande spazio 
														nei giornali dell'epoca. 
														Nonostante questi 
														avvenimenti all'epoca 
														ebbero un grande 
														successo, ai giorni 
														nostri non sono giunti 
														tantissimi trattati. Uno 
														dei più famosi però 
														rimane "Dissertazioni 
														sopra le apparizioni di 
														spiriti e sopra i 
														vampiri, o i redivivi di 
														Ungheria, di Moravia 
														ecc..." dell'abate 
														Augustin Calmet, entrato 
														sedicenne nell'ordine 
														dei benedettini ed 
														eletto abate di Senones 
														nel 1728, ma soprattutto 
														presente in molte 
														esecuzioni di vampiri 
														dell'epoca e grande 
														ricercatore. Una delle 
														credenze ungheresi 
														racconta come le persone 
														che nella vita erano 
														state vampiri passivi, 
														dopo la morte 
														diventavano vampiri 
														attivi. Le morti per 
														vampirismo in Ungheria 
														erano diverse: alcuni 
														morivano subito, altri 
														dopo una leggera 
														infermità di due o tre 
														giorni. I vampiri 
														ungheresi appaiono da 
														mezzogiorno a 
														mezzanotte, ma hanno 
														talmente tanta fame che, 
														oltre che succhiare 
														sangue da uomini e da 
														animali, mangia il 
														sudario attorno al suo 
														corpo. 
 FARKASKOLDUS: 
														vampiro che attacca 
														sotto forma di lupo.
 
 In Russia la maggior 
														parte di storie sui 
														vampiri furono raccolte 
														da Afanasiev e 
														pubblicate a Mosca in 
														tre volumi tra il 1865 e 
														il 1869. Uno dei temi 
														più diffusi nella 
														credenza russa, era 
														quello del vampiro che 
														esce di notte dalla sua 
														tomba e che deve portare 
														con se il coperchio 
														della sua bara.
 
 ERETICA: 
														vampiro che in vita era 
														considerato eretico: di 
														solito era una donna che 
														in vita aveva venduto la 
														sua anima e che tornava 
														sotto forma di vecchia 
														logora. Agiscono solo in 
														primavera e in autunno. 
														Guardando una di questa 
														creature negli occhi si 
														andava incontro ad una 
														lenta morte.
 
 MJERTOVJEK: 
														vampiro nato da un lupo 
														mannaro ed una strega.
 
 UPIERCZI: 
														questo vampiro può 
														essere distrutto solo 
														con fuoco. Quando 
														bruciato, il corpo 
														esplode in centinaia di 
														piccoli insetti e 
														animali. Questi devono 
														essere tutti distrutti, 
														perchè se qualcuno 
														sfugge, il vampiro potrà 
														tornare.
 
 Affine al vampiro slavo 
														è quello macedone. In 
														Macedonia diventava 
														vampiro chi nasceva nei 
														pugani dni, ovvero nei 
														giorni impuri, cioè 
														quelli compresi nel 
														trimestre che va dal 
														Natale 
														all'Annunciazione. Per 
														non correre il rischio i 
														macedoni prendevano 
														precauzioni non solo 
														contro le morti 
														premature, o contro i 
														sospettati di 
														vampirismo, ma contro 
														tutte le morti, come se 
														tutti fossero a rischio. 
														Una relazione 
														dettagliata del vampiro 
														macedone ci proviene 
														dalle relazioni dei 
														viaggi di G.F. Abbott. 
														In questi diari di 
														viaggio ci viene 
														spiegato come il vampiro 
														macedone fosse un 
														cadavere rianimato che 
														soffocava le persone e 
														succhiava il sangue 
														degli uomini e delle 
														bestie, oppure che si 
														limitava a danneggiare 
														gli utensili di casa e 
														gli aratri. Per quanto 
														riguarda l'aspetto, il 
														vampiro viene descritto 
														come pelle di toro piena 
														di sangue (e anche qui 
														ritroviamo la 
														particolarità 
														zooantropica che 
														richiama la leggenda del 
														lupo mannaro), con due 
														occhi su di un solo 
														lato, rossi e infuocati 
														come due carboni 
														ardenti. I vampiri di 
														queste zone hanno molti 
														tratti in comune con i 
														varcolaci slavi e i 
														ghoul arabi (vittima di 
														un vampiro che, 
														bevendone il sangue, ne 
														diventa schiavo). Se 
														aprendo la bara di un 
														defunto questo si trova 
														ancora integro e con il 
														volto girato verso il 
														basso, per i macedoni 
														non c'era dubbio: ci si 
														trovava di fronte ad un 
														vampiro e bisogna 
														correre ai ripari. Il 
														cadavere dev'essere 
														tirato fuori dalla 
														tomba, scottato con olio 
														bollente e trafitto 
														nell'ombelico con un 
														lungo chiodo. La tomba 
														doveva essere rirempita 
														e doveva essere coperta 
														di semi di miglio, così 
														che nel caso in cui il 
														vampiro fosse tornato ad 
														uscire avrebbe perso 
														tempo a contare i grani 
														e sarebbe stato sorpreso 
														dall'alba: infatti anche 
														in Macedonia era forte 
														la credenza che vampiri 
														e streghe, quando si 
														trovavano davanti a 
														grani di miglio, come 
														poteva essere il sale in 
														altre parti d'Europa, 
														come per esempio 
														l'Italia, provavano 
														questa forte spinta a 
														doverli contare tutti. 
														Provate ora a pensare a 
														quante persone potevano 
														servire materialmente 
														per fare questa 
														cerimonia e a quanti 
														spettatori potessero 
														esserci a godersi lo 
														spettacolo dello 
														sterminio di questo 
														demonio; una decina di 
														persone come minimo 
														venivano a contatto 
														diretto con il cadavere 
														in putrefazione, mentre 
														i più fortunati 
														respiravano soltanto i 
														fumi delle carni morte 
														che bruciavano con 
														l'olio. E molto facile 
														osservando questa scena 
														capire il perchè secondo 
														le varie credenze il 
														vampiro portasse 
														pestilenze!
 Tornando al racconto di 
														Abbott, questi ci spiega 
														come il vampiro era 
														solito vagabondare da 
														due ore circa prima 
														della mezzanotte al 
														primo canto del gallo, 
														che anche per loro 
														segnava l'arrivo 
														dell'alba, la loro 
														nemica numero uno. Anche 
														questo è facilmente 
														traducibile: il fatto 
														che le persone che hanno 
														creato la credenza del 
														vampiro, lo vedano come 
														demone notturno, come 
														quasi tutti i demoni tra 
														l'altro, rappresenta la 
														paura del buio innata 
														nell'uomo, la 
														separazione, portata 
														soprattutto dal 
														Cristianesimo, tra la 
														luce che rappresenta il 
														buono ed il buio che 
														rappresenta il cattivo. 
														La credenza del vampiro 
														però, pur avendo avuto 
														un boom dopo l'avvento 
														del Cristianesimo, era 
														già presente da molti 
														secoli prima, come 
														abbiamo visto. A questo 
														punto a me di solito 
														nasce una domanda: è il 
														Cristianesimo che ha 
														creato il mostro, oppure 
														ha usato qualcosa che 
														già era presente per 
														dimostrare che il 
														Diavolo è tra noi e 
														bisogna evitarlo, come 
														tra l'altro ha fatto, 
														con altri moventi, con 
														il dio cornuto Kernonnus?
 Come ai tempi nostri, 
														anche allora c'era chi 
														non si faceva perdere 
														l'occasione di 
														guadagnare sulle paure e 
														sulle debolezze altrui. 
														In Macedonia era viva 
														anche la credenza di 
														vampiri inferiori che si 
														nutrivano del sangue di 
														pecore e di bestiame, si 
														era allora diffusa la 
														moda, soprattutto tra i 
														dervisci maomettani, di 
														affermare di aver il 
														potere di sterminare 
														questa specie di 
														vampiro, naturalmente 
														dietro compenso.
  Conosciuti 
														come uccisori di 
														vampiri, questi 
														personaggi andavano in 
														giro sfoggiando una 
														bacchetta di ferro che 
														terminava con una punta 
														affilata, o un lungo 
														bastone con 
														all'estremità una 
														piccola punta. Molti 
														tratti simili li 
														troviamo nel vampiro 
														greco di cui leggiamo 
														una lieve descrizione 
														nei diari di viaggio del 
														botanico francese M. 
														Pitton de Tournefort, 
														approdato in Grecia tra 
														il 1700 e il 1702, e al 
														quale capitò di 
														assistere ad una 
														cerimonia per la 
														sconfitta del vampiro. 
														Appurato il caso di 
														vampirismo, i contadini 
														hanno atteso nove giorni 
														dopo la sepoltura del 
														cadavere. Il decimo 
														giorno fu celebrata una 
														messa nella cappella 
														dove si trovava il 
														corpo, per scacciare il 
														demonio che si pensava 
														possedesse il morto. 
														Dopo di chè la bara fu 
														aperta e il boia del 
														villaggio aprì il torace 
														del cadavere per 
														strappargli il cuore e 
														successivamente 
														bruciarlo. Qui l'autore, 
														forse per la sua diversa 
														cultura e posizione 
														sociale di coloro che 
														stavano assistendo alla 
														cerimonia, descrive 
														questi ultimi come 
														visionari. "Il cadavere 
														emanava un lezzo così 
														forte -spiega- che fummo 
														costretti ad accendere 
														una gran quantità di 
														incenso. Ma il fumo, 
														confondendosi con le 
														esalazioni della 
														carogna, cominciò ad 
														eccitare il cervello di 
														quella povera gente e la 
														loro immaginazione, 
														alterata dallo 
														spettacolo, si riempì di 
														visioni. Qualcuno 
														cominciò a dire che un 
														denso fumo esalava dal 
														suo corpo: noi non 
														osammo dire che era 
														quello dell'incenso." 
														Alla fine il Pitton 
														conclude scrivendo: "In 
														un clima di diffidenza 
														così generale, decidemmo 
														di non dire niente. Non 
														solo per timore di non 
														essere presi in giro, ma 
														per non essere trattati 
														da infedeli." In tutto 
														l'arcipelago è forte la 
														credenza che il diavolo 
														rianimi solo i cadaveri 
														greci di rito greco; 
														nell'isola di Santorino 
														aveva invece attecchito 
														fortemente la credenza 
														del lupo mannaro. 
 BRUCOLACO, BRUCOLAK: 
														vampiro originario della 
														Grecia. Di solito è il 
														figlio di uno 
														scomunicato o lo 
														scomunicato stesso. La 
														cerimonia per la sua 
														uccisione, come il più 
														delle volte, non è molto 
														semplice:aprire la tomba 
														naturalmente durante il 
														giorno, tagliargli la 
														testa, la quale verrà 
														bruciata e le cui ceneri 
														saranno disperse al 
														vento.
 
 MORMO: 
														vampiro della mitologia 
														greca, servo della dea 
														Ecate. Si pensava fosse 
														uno dei più terribili 
														demoni del mondo 
														sotterraneo.
 
 VRYCOLAKAS, BURCULACAS: 
														i loro corpi non si 
														decompongono perchè sono 
														uomini morti non in pace 
														con la chiesa ortodossa. 
														La loro pelle non si 
														decompone, ma si tira 
														come quella di un 
														tamburo. Urlando 
														lanciano invocazioni per 
														far cadere in trappola i 
														vivi: chi risponde 
														diventa la sua preda. 
														Possono uscire dalla 
														loro tombe anche di 
														giorno, e queste si 
														riconoscono dal leggero 
														bagliore che emanano. 
														Una variante racconta 
														che questi vampiri 
														bussano alla porta delle 
														loro vittime chiamando 
														il loro nome: se la 
														persona designata non 
														risponde per tre volte 
														questo se ne va, mentre 
														se risponde la sua vita 
														avrà durata breve. Se 
														questo vampiro si 
														incontra di giorno, e 
														chi lo incontra gli 
														parla, il demonio 
														svanisce, ma chi gli ha 
														parlato muore poco dopo.
 
 
  VRYKOLATIOS: 
														unica specie di vampiro 
														trovata sull'isola di 
														Santorini. Sono 
														descritti come spiriti 
														maligni che banchettano 
														sui viventi. 
 L'abate Alberto Fortis, 
														dopo un viaggio in 
														Dalmazia nel 1774, 
														scrisse una relazioni 
														sulle superstizioni di 
														questo luogo, 
														descrivendo in modo 
														particolare quella sui 
														vampiri. Fortis comincia 
														raccontando che i 
														molacchi hanno una 
														strana idea della 
														religione, credono 
														fortemente in folletti, 
														streghe, incantesimi e 
														apparizioni notturne 
														come se ne avessero 
														avuto varie prove. Nello 
														stesso modo credono 
														all'esistenza dei 
														vampiri e a loro 
														attribuiscono il 
														succhiamento del sangue 
														dei bambini. Quando 
														muore qualcuno 
														sospettato di diventare 
														vampiro, gli vengono 
														tagliate le caviglie e 
														viene punto su tutto il 
														corpo con degli spilli, 
														credendo di costringerlo 
														in questo modo nella sua 
														tomba.
 
 Questa è una breve 
														carrellata per quanto 
														riguarda la credenza 
														europea del vampiro. Ho 
														tralasciato alcune 
														nazioni in cui la 
														credenza non ha molto 
														attecchito, o dove i 
														tratti non 
														differenziavano molto da 
														altre credenze. Il 
														Vampiro però si può 
														trovare in tutta Europa 
														sotto molti nomi 
														diversi, ed elencarli 
														tutti sarebbe veramente 
														impossibile. Per 
														concludere però volevo 
														proporre una lista di 
														varie specie che non 
														rientrano nei casi sopra 
														riportati.
 
 GERMANIA
 
 ALP: spirito 
														vampiro tedesco che di 
														norma disturba i sogni e 
														le notti delle donne. 
														Questo spirito si può 
														manifestare fisicamente, 
														e allora diventa molto 
														pericoloso. Credenza 
														molto diffusa durante il 
														medioevo, quando si 
														diceva che l'Alp veniva 
														visto sotto forma di 
														gatto, uccello od altro 
														animale, ma sotto 
														qualsiasi spoglie si 
														presentasse indossava 
														sempre un cappello. L'Alp 
														è solito succhiare latte 
														dai capezzoli delle 
														donne, ma in mancanza di 
														questo succhiano sangue, 
														anche da uomini o da 
														bambini. L'Alp è 
														impossibile da uccidere.
 
 DOPPELSAUGER: 
														in Germania si credeva 
														che un bambino già 
														svezzato diventava un 
														vampiro se riprendeva 
														l'allattamento, e 
														durante la 
														trasformazione si 
														sarebbe cibato delle 
														mammelle della madre 
														estraendone, da esse, 
														l'essenza vitale.
 
 NEUNTOTER: 
														era il vampiro portatore 
														di pestilenza per 
														eccellenza. Avvistato 
														duranti le grandi 
														epidemie.
 
 PORTOGALLO
 
 BRUXSA: 
														vampiro femmina, vittima 
														di tale sorte perchè in 
														vita era stata una 
														strega. Solitamente 
														lascia la sua dimora 
														sotto forma di uccello 
														per tormentare 
														viaggiatori stanchi o 
														smarriti. Durante il 
														giorno la Bruxsa appare 
														sotto forma di bella 
														ragazza, la quale cresce 
														dei bambini che 
														diventano la sua fonte 
														di cibo.
 
 CROAZIA
 
 DAMPYR-LUMPIROVIC: 
														è il figlio di un 
														vampiro e di una donna 
														umana, di solito 
														zingara. Solo questa 
														poteva ucciderlo, perchè 
														grazie alle sue origini 
														è in grado di vedere i 
														vampiri che si rendono 
														invisibili e così 
														riusciva a combatterlo 
														con armi o formule 
														magiche. I Damppyr hanno 
														il potere di 
														trasformarsi in lupo.
 
 KOZLAK: 
														vampiro originario della 
														Dalmazia, ma 
														diffusissimo in Croazia.
 
 VLOKOSLAK: 
														Solitamente appaiono 
														vestiti di bianco, sia 
														di giorno che di notte, 
														e possono trasformarsi 
														in cavalli o pecore. Si 
														uccidono tagliando loro 
														gli alluci o infilando 
														un chiodo attraverso il 
														loro collo.
 
 BULGARIA
 
 KRVOPIJAC-OBOURS: 
														vampiri con una sola 
														narice e la lingua a 
														punta, diventati tali 
														perchè in vita aveva 
														commesso atti 
														sacrileghi. Mettendo 
														delle rose intorno alla 
														loro bara, il vampiro 
														era immobilizzato, 
														mentre per distruggerlo 
														bisognava accendere su 
														di esse un falò.
 
 MORA: vampiro 
														creato da anime inquiete 
														che si nutrono di 
														sangue.
 
 UBOUR: questo 
														vampiro prendeva vita 
														quando una persona 
														moriva violentemente, 
														quindi il suo spirito si 
														rifiutava di lasciare il 
														corpo. Il cadavere 
														usciva dalla tomba dopo 
														40 giorni dalla morte. 
														Finchè trovava altre 
														fonti di cibo, non 
														beveva sangue. La 
														credenza dice che questo 
														vampiro creava scintille 
														quando si muoveva.
 
 ALBANIA
 
 KUKUTHI: 
														nella tradizione 
														albanese si usa questo 
														termine per indicare un 
														vampiro che ha superato 
														i trent'anni di attività 
														e che quindi è in grado 
														di atteggiarsi ad essere 
														umano, cioè anche uscire 
														alla luce del giorno. 
														Per distruggerlo, oltre 
														al tradizionale paletto 
														e al fuoco, si poteva 
														farlo sbranare dei lupi.
 
 LUGAT: 
														vampiro non troppo 
														pericoloso: beve sangue 
														dalla sua vittima senza 
														ucciderla.
 
 VARKOLAKA: 
														vampiro nato dall'anima 
														inquieta di un 
														condannato a morte. 
														Passa l'eternità ad 
														infestare il luogo della 
														sua morte succhiando il 
														sangue di chi vi passa. 
														Poteva essere scacciato 
														solo attraverso certi 
														rituali e con l'uso 
														della croce.
 
														
														
														BIBLIOGRAFIA &
														WEBGRAFIA 
														
														
														·
														"Vampiri e lupi mannari" 
														di Erberto Petoia·
														"The vampire watcher's 
														handbook" di Constantine 
														Gregory
 ·
														
														www.vampiri.net
 ·
														
														www.ilgiornaledeivampiri.com
 |