Quando
i Nefilim arrivarono,
circa 450.000 anni fa,
un terzo della Terra era
coperto da ghiacci
(seconda glaciazione),
il livello dei mari era
più basso (fino a 200
metri) e le condizioni
climatiche di alcuni
luoghi erano decisamente
diverse da come le
conosciamo ora. Scelsero
tre luoghi che a turno
divennero il centro di
una civiltà antica: la
regione del Nilo, quella
dell’Indo e quella del
Tigri e dell’Eufrate,
tutte ricche di acqua,
petrolio (tranne quella
dell’Indo) e con un
clima temperato. La
prima città fondata fu
Eridu, poi ne seguirono
altre sei, ma la cosa
importante è che non
furono costruite in modo
casuale, ma con una
logica ben precisa: il
Monte Ararat domina
l’altopiano armeno con
il suo diametro di 40 km
e con le due altissime
cime perennemente
innevate (Piccolo Ararat
e Grande Ararat) ed è
adattissimo per farci
passare un immaginario
meridiano che va ad
intersecare il corso
dell’Eufrate, inoltre è
un luogo accessibile sia
via terra (intorno al
massiccio montuoso c’è
un’enorme pianura per
poter atterrare) che via
fiume (L’Eufrate con le
sue ricche fonti di
bitumi superficiali); le
tre città di Bad Tibira,
Shuruppak e Nippur si
trovano su una linea che
forma un angolo preciso
di 45° rispetto al
meridiano di Ararat e
che incrocia il
meridiano esattamente a
Sippar! Le altre due
città, Eridu e Larsa, si
trovano anch’esse lungo
un’altra linea che
incrocia la prima e il
meridiano di Ararat
proprio a Sippar.
Basandoci su un antico
schizzo che metteva
Nippur al centro di un
cerchio, e tracciando
cerchi concentrici che
toccano le diverse
città, scopriamo che
un’altra delle antiche
città sumeriche, Lagash,
si trovava esattamente
su uno di questi cerchi,
in posizione
perfettamente speculare
a Larsa. Cosi costruite
diventavano, dall’alto,
un facile modo per poter
individuare ed atterrare
senza problemi. Sippar
divenne il loro porto
spaziale e Nippur il
centro di controllo
della missione.
Al tempo il potere sulla
terra era diviso tra
Enlil che occupava il
“mondo superiore”
(emisfero boreale) ed
Enki che occupava il
“mondo inferiore”
(emisfero australe).
Quest’ultimo dirigeva un
gruppo di Anunnaki nel
Sud Africa che si
occupava dell’estrazioni
di minerali e metalli,
in special modo oro
(utilissimo anche per
l’industria
elettronica); recenti
ritrovamenti indicano
come l’attività
estrattiva sia molto
antica, risalente, nello
Swaiziland, anche a
70.000/80.000 anni prima
di Cristo. Grazie ad un
testo ricostruito da
W.G. Lambert e A.R.
Millard (Atra-Hasis: La
storia babilonese del
Diluvio) basato su
un’originale sumerico,
possiamo leggere
l’arrivo degli dèi sulla
Terra, la creazione
dell’uomo e la
distruzione ad opera del
Diluvio. La storia
comincia al tempo in cui
soltanto gli dèi
abitavano la Terra:
Quando gli dèi, come gli
uomini,
si affannavano a
lavorare
e sopportavano la fatica
grande era la fatica
degli dèi,
pesante il loro lavoro,
e immensa la sofferenza
Il racconto continua
descrivendo le diverse
sfere di comando e va
avanti raccontando di
come gli dèi minori
scavassero per le
diverse esigenze (letti
dei fiumi, canali
d’irrigazione e
minerali) fino a quando,
dopo quaranta “periodi”,
dissero: basta.
Essi si lamentavano,
parlavano male di tutti,
mugugnavano durante le
operazioni di scavo.
E poi:
Affrontiamo il nostro…
Capo ufficiale,
che egli ci sollevi da
questo duro lavoro.
Il Re degli dèi, l’eroe
Enlil,
spaventiamolo nella sua
dimora!
L’ammutinamento creò non
pochi problemi agli dèi,
fino a quando Enki
propose una soluzione:
creare un lulu, un
“lavoratore primitivo”.
Dal momento che qui
con noi
C’è anche la Dea della
Nascita,
che essa crei un
lavoratore primitivo;
che sia lui a portare il
giogo…
a sopportare le fatiche
degli dèi!
La proposta fu
accettata, sarebbe stato
creato un lavoratore
primitivo. Mami, la
madre degli dèi, aiutata
da Enki riuscì
nell’impresa:

<<Mi avete affidato un
incarico-
io l’ho portato a
termine…
vi ho tolto i lavori
pesanti
e ho imposto la vostra
fatica al lavoratore,
l’uomo.
Avete levato il vostro
grido perché io creassi
una stirpe di
lavoratori:
ecco, io ho allentato il
vostro giogo,
vi ho regalato la
libertà>>.
I Nefilim, dunque,
arrivati sulla Terra per
allestire le loro
colonie, avevano dato
forma a un proprio
sistema di schiavitù,
con “lavoratori
primitivi” che essi
stesi avevano creato.
Riscontri su una
creazione dell’uomo li
abbiamo anche nel Libro
della Genesi:
Ed Elohim disse:
<<Facciamo l’uomo a
nostra immagine, a
nostra somiglianza>>.
Sembrano esserci un po’
troppi plurali in questa
frase: a chi stava
parlando questa divinità
unica ma plurale (Elohim),
e a immagine e
somiglianza di chi
(“nostra”) intendeva
creare l’uomo? Ma com’è
possibile che una nuova
creatura fosse una copia
fisica, mentale ed
emotiva dei Nefilim?
Come fu creato l’uomo? I
Nefilim non crearono i
mammiferi o i primati o
gli ominidi, “L’Adamo”
della Bibbia non è il
genere Homo in quanto
tale, ma l’essere che
rappresenta il nostro
diretto progenitore, il
primo Homo Sapiens. E’
l’uomo moderno, come noi
lo conosciamo, a essere
stato creato dai Nefilim.
Enki, svegliato nella
notte con la notizia che
gli dèi avevano deciso
di formare un
adamu, disse:
<<La creatura di cui
avete pronunciato il
nome esiste già!>>
poi aggiunse:<<Legatele
sopra l’immagine degli
dèi>>.
Ecco dunque che l’uomo
non è stato creato dal
nulla, ma hanno preso
una creatura già
esistente e l’hanno un
po’ cambiata,
<<legandole addosso
l’immagine degli dèi>>.
La teoria
evoluzionistica e i
racconti provenienti dal
vicino oriente sulla
creazione non sono in
conflitto: anzi, si
spiegano e si completano
a vicenda. Il
procedimento che Enki
consigliò per ottenere
un rapido progresso
evolutivo dell’Homo
Erectus fu,
probabilmente, la
manipolazione genetica.
Il presupposto da tenere
in considerazione è che
i Nefilim, già capaci di
viaggiare nello spazio,
fossero altrettanto
avanti nel campo delle
scienze biologiche;
riferimenti a una sorta
di “mescolanza” tra due
fonti di vita si
ritrovano anche in testi
antichi:
Apparvero uomini con due
ali, alcuni con quattro
e due facce. Avevano un
corpo solo ma due teste,
una di uomo, l’altra di
donna; analogamente,
anche molti altri loro
organi avevano una parte
maschile e una
femminile…
…Vi erano poi tori con
testa di uomini, e cani
con quattro corpi e una
coda di pesce….
E’ possibile che gli
strani dettagli del
racconto nascondano
un’importante verità,
che prima di ricorrere
alla creazione
dell’uomo, i Nefilim
abbiano tentato altre
vie, come l’ibridazione,
per ottenere la forza
lavoro necessaria di cui
avevano bisogno. Gli
strani uomini-toro o
uomini-leone (sfingi)
che adornavano i templi
edll’antico Medio
Oriente forse non erano
prodotti della fervida
fantasia di un’artista,
ma riproduzioni di vere
e proprie creature.
Gli stessi esperimenti
di Ninhursag ed Enki
descritti dai Sumeri non
dettero subito i
risultati sperati, ma
alla fine riuscirono ad
ottenere l‘uomo perfetto
che Enki chiama Adapa,
la Bibbia Adamo, in
nostri studiosi Homo
Sapiens. Con questo
prodotto finale i
Nefilim erano
geneticamente
compatibili con le
figlie dell’uomo e
quindi avere figli da
loro, ma questa
compatibilità poteva
esistere solo se l’uomo
si fosse sviluppato
dallo stesso “seme
vitale” dei Nefilim.
Gli antichi testi
affermano che l’uomo
nasceva dalla fusione di
un elemento divino,
sangue o “essenza”, con
l’”argilla” della Terra.
Il termine ebraico adama
e il nome ebraico del
color rosso, adom,
derivano dai termini che
significano sangue:
adamu, dam. Adamo poteva
significare “quello
della terra”, “quello
fatto di terra color
rosso scuro” e “quello
fatto di sangue”. Il
testo
Quando gli dèi come gli
uomini ed
altri testi paralleli
fanno una dettagliata
descrizione di come
avvenne la creazione
dell’uomo. Enki mise a
disposizione la sua
stessa sposa, Ninki, per
portare nel suo grembo “Adapa”,
e solo dopo lo usarono
come modello genetico
per farne dei duplicati,
sia maschili che
femminili. Un’altra
dimostrazione di come i
testi biblici siano un
condensato, spesso poco
preciso, delle originali
fonti sumeriche è
questa:
Il giorno che Elohim
creò Adamo,
a somiglianza di Elohim
Egli lo fece.
Maschio e femmina egli
li creò,
e li benedisse e li
chiamò “Adamo”
il giorno stesso in cui
li creò.
C’è una palese
contraddizione, venne
creato un solo essere e
poi subito dopo vennero
creati un maschio e una
femmina. La
contraddizione si fa più
profonda quando Dio fece
addormentare Adamo per
poi creare la Donna con
una sua costola, ma c’è
una spiegazione, la
costola biblica è un
gioco di parole del
termine numerico TI
(“costola”, ma anche
“vita”), che ci conferma
che Eva nacque
dall’”essenza vitale” di
Adamo.
BIBLIOGRAFIA
·
“Il Pianeta degli Dèi” –
Anno 2006- Edizioni
Piemme
·
“La storia volume 1” –
Anno 2007- Edizioni
Mondatori
WEBGRAFIA
www.paleontologiaumana.it
www.acam.it
www.edicolaweb.net
CAPITOLI ARTICOLO
Prefazione -
Zecharia Sitchin -
Origini sull'Uomo -
I Sumeri -
I Nefilim o Anunnaki
Nibiru e la formazione
della terra -
La creazione dell'Uomo
-
Il Diluvio e il destino
degli Uomini
Epilogo -
Prove a sostegno -
Orbita Incrociata |