Ormai
abbiamo molte
testimonianze scritte
del mondo sumerico che
evidenziano l’importanza
e l’influenza su altre
civiltŕ: a livello
architettonico
(ziggurat), l’invenzione
della scrittura (anche
l’alfabeto greco, dal
quale deriva anche il
latino, proveniva dal
Medio Oriente, gli
storici greci scrissero
che un fenicio di nome
Kadmus portň loro
l’alfabeto, che
comprendeva lo stesso
numero di lettere, nel
medesimo ordine, di
quello ebraico. Fu il
poeta Simonie di Ceo ad
aumentare il numero a 26
nel V secolo a.C.), le
prime operazioni di
chirurgia, i primi testi
dettagliatissimi di
terapie e diagnosi (č
evidente che non si
affidavano a magie o
stregonerie), i primi
farmaci, l’agricoltura,
le prime scuole (ci sono
ritrovamenti di veri e
propri edifici
scolastici), le prime
leggi, la musica e
addirittura l’invenzione
della stampa utilizzando
caratteri mobili. Ma era
il loro avanzato sistema
matematico che consentě
la crescita e lo
sviluppo cosi imponente
della loro civiltŕ. Il
sistema numerico,
chiamato sessagesimale,
si fondava su due
numeri: il”terreno” 10 e
il “ celestiale” 6, che
insieme formavano la
figura base di 60.
Questo sistema, piů
sofisticato di quelli
adottati da Greci e
Romani, permetteva di
effettuare divisioni e
moltiplicazioni anche
per milioni, di
calcolare radici
quadrate o elevare i
numeri a diverse
potenze; ma soprattutto
introdusse il concetto
di localizzazione del
numero ( in quello
decimale un 2 puň essere
2 o 20 o 200, nello
stesso modo un 2
sumerico poteva indicare
2 o 120 ecc.). Nella
vita di ogni giorno
possiamo trovare tracce
della matematica
sumerica: la
circonferenza č 360°, il
piede sono 12 once, il
concetto di dozzina.
Ma come avvenne che dopo
centinaia, migliaia e
persino milioni di anni
di lento e faticoso
sviluppo umano, le cose
cambiarono
all’improvviso
trasformando dei nomadi
primitivi dediti alla
caccia e alla raccolta
di semi e frutti, in
agricoltori stanziali in
costruttori, matematici,
medici, astronomi ecc…?
I Sumeri avevano la
risposta:<<Tutto ciň che
appare bello lo abbiamo
fatto per grazia degli
dči>>. E’ ormai certo
che gli antichi dči dei
sumeri (divini ed umani
al tempo stesso) fossero
gli stessi dei Greci,
Ariani, Ittiti, Hurriti,
Cananei, Egizi e
Amorriti, inseriti in un
pantheon o circolo di
dodici divinitŕ. I
Grandi Dči facenti parte
del pantheon erano tutti
imparentati l’uno con
l’altro, e cosi, tolte
le innumerevoli figure
minori, emerge un gruppo
molto ristretto e coeso,
nel quale ciascuno aveva
un ruolo molto preciso,
poteri e responsabilitŕ
ben definite.
I Sumeri credevano
anzitutto in divinitŕ
“dei cieli” come Apsu,
Tiamat, Anshar, Kinshar,
che esistevano “prima
che le cose fossero
create” e che, per
quanto sappiamo dalle
fonti di cui disponiamo,
non erano mai apparse
sulla terra. Se
guardiamo questi “dči”
che esistevano prima
della creazione della
Terra, notiamo che
corrispondono ai corpi
celesti che formano il
nostro sistema solare,
ma questi miti sono in
realtŕ concetti
cosmologici ben precisi
riguardanti la creazione
del nostro sistema
solare. Sotto ai Grandi
Dči c’erano gli “Dči del
cielo e della terra”,
essi erano davvero
potenti, capaci di
imprese che andavano al
di lŕ dell’abilitŕ e
della comprensione
umana, eppure avevano un
aspetto umano e non
solo, mangiavano,
bevevano ed avevano
tutta la gamma di
sentimenti umani. Questo
gruppo principale č una
sorta di famiglia
divina, strettamente
legata ma anche
aspramente divisa.
Il capo si chiama AN (o
ANU, nei testi
assiro-babilonesi), č il
grande padre degli dči,
il loro re, il suo
dominio erano i cieli e
li si trovava la sua
dimora, il suo simbolo č
una stella. Poteva
acconsentire ad altri
dči, ed a volte umani,
di fargli visita.(
Nell’Antico Testamento
si hanno “echi” di
questa credenza, quando
si parla dell’ascesa al
cielo di Enoch e del
profeta Elia). La sua
consorte era ANTU. La
seconda divitŕ piů
potente era EN.LIL, che
significava “signore
dello spazio aereo”, era
il figlio maggiore di
Anu che in epoca
antichissima discese
sulla terra diventando
cosi il principale Dio
del Cielo e della Terra.
Sua moglie era NIN.LI.
Il terzo grande Dio di
Sumer era un altro
figlio di Anu ed aveva
due nomi: E.A.
(“casa-acqua”) ed EN.KI.
Era il signore dei mari
e degli oceani e come
suo fratello discese
sulla terra dal cielo e
fondň nel suo territorio
(vicino al Golfo Persico
al tempo territorio
molto paludoso) la su
cittŕ E.RI.DU. (“casa di
chi va lontano”).
Le altre divinitŕ sono:
NINHURSAG (loro
sorella),ANTU, NINKI,
NINLIL, ISHKUR, NANNAR,
NINGAL, NINURTA (tutti
figli/e di Enlil),
INANNA, UTU. Da notare
che i sumeri applicavano
un sistema criptografico
numerico, Anu aveva il
60, Enlil il 50, Enki il
40 e cosi via. Come
dimostrano i testi
sumerici, i popoli
dell’antichitŕ erano
certi che gli Dči del
Cielo e della Terra
potessero salire al
Cielo e volare a loro
piacimento, a questo
riguardo ci sono
descrizioni (un viaggio
di Inanna in
particolare), statue e
bassorilievi che fanno
notare la somiglianza di
questi dči a degli
astronauti.
BIBLIOGRAFIA
·
“Il Pianeta degli Dči” –
Anno 2006- Edizioni
Piemme
·
“La storia volume 1” –
Anno 2007- Edizioni
Mondatori
WEBGRAFIA
www.paleontologiaumana.it
www.acam.it
www.edicolaweb.net
CAPITOLI ARTICOLO
Prefazione -
Zecharia Sitchin -
Origini sull'Uomo -
I Sumeri -
I Nefilim o Anunnaki
Nibiru e la formazione
della terra -
La creazione dell'Uomo
-
Il Diluvio e il destino
degli Uomini
Epilogo -
Prove a sostegno -
Orbita Incrociata |