ATTENZIONE: Questo
articolo è semplicemente
una lista veloce dei più
importanti serial killer
della storia. I casi più
significativi verranno
singolarmente trattati
in futuro.
Facendo un salto
indietro nel tempo, è
possibile che spesso la
verità si mescoli alla
leggenda, è possibile
che certi particolari
siano stati modificati o
addirittura inventati,
si può arrivare
addirittura a pensare
che la realtà di duemila
anni fa sia ormai così
lontana da noi da non
aver più niente di
comparabile con la vita
di oggi… Analizzando
però il panorama
omicidiario del passato,
o quanto ci resta di
esso, ci si accorge di
quanto non sia di molto
diverso da quello
attuale. Sembra che
l’antica Roma sia stata
la culla per la nascita
e la diffusione
dell’omicidio seriale…
Sotto i consolati di
Valerio Flacco (261
a.C.) e di Marcello una
serie di morti
improvvise per
avvelenamento sconvolse
la città. Si scoprì che
un gruppo di donne e
criminali preparava in
segreto intrugli
velenosi da
somministrare a gente
nemica o a cui si
volevano togliere tutti
gli averi. Secondo
Michael Newton, lo
studioso che più si è
occupato dell’analisi
internazionale del
fenomeno, il primo caso
documentabile di
omicidio seriale è
quello di Locusta
(conosciuta anche come
Lucusta)
un’avvelenatrice
professionista attiva a
Roma durante il primo
secolo d.C., la quale
sembra avesse anche una
certa complicità con
Nerone.
Imperatore romano dal 54
al 68 d.C. Nerone iniziò
a mostrare tendenze
sadiche già in tenera
età. Sembra che da
adolescente amasse
nascondersi con un
cappuccio e percorrere
le strade di notte “in
cerca di guai. Uno dei
suoi giochi preferiti
era quello di aggredire
uomini sulla via di
casa, pugnalarli se
opponevano resistenza e
poi gettare i loro corpi
nei canali di scolo”
(Svetonio. Sembra però
che alcune sue
affermazioni siano
false). Più avanti prese
l’abitudine di fingere
di essere una delle
belve fameliche del
Colosseo. Coperto dalla
pelle di un animale,
saltava fuori da un
nascondiglio per
“attaccare le parti
intime di uomini e donne
legati a dei pali”,
“mordendo e strappando i
loro genitali in uno
stato di estasi
selvaggia”. Usò il
veleno per uccidere il
fratellastro Britannico,
poi, dopo un tentativo
fallito, riuscì a far
uccidere la madre,
Agrippina, e in seguito
fece uccidere anche la
zia paterna per
impossessarsi dei sui
beni; dopo aver commesso
altri omicidi raggiunse
il culmine delle sue
atrocità quando diede
l’ordine di bruciare
Roma. Non contento
accusò i cristiani di
essere gli incendiari e
ne fece massacrare
quanti più possibile.
Anche Tiberio e Caligola
sembra avessero
comportamenti
particolarmente
violenti:
Tiberio,
imperatore romano dal 14
al 37 d.C., omosessuale
e pedofilo, dopo aver
soddisfatto le sue
voglie gettava in mare
da una rupe i giovanetti
serviti allo scopo.
Caligola,
imperatore romano dal 37
al 41 d.C., amava
assistere agli
spettacoli violenti e
provava un gusto sadico
nell’assistere alle
torture e alle
esecuzioni capitali;
inoltre amava
vagabondare per le
strade di Roma con una
parrucca per non farsi
riconoscere, in modo
tale da poter
frequentare indisturbato
i locali equivoci della
città. Una volta morto
Tiberio, Caligola
assunse il potere e si
rese responsabile di una
serie di uccisioni
indiscriminate. Il suo
motto era “Colpisci in
maniera che quello si
accorga di crepare”.
Proseguendo nella lista
di assassini “storici”,
nel V secolo incontriamo
Zu
Shenatir, un
ricco possidente che
risiedeva nell’odierno
Yemen: attirava i
ragazzi a casa sua con
la promessa di cibo e
denaro, con lo scopo di
sodomizzarli ed
ucciderli gettandoli da
una finestra dei piani
superiori (Newton 1992).
Nel 1090, Hasan bin
Sabbah aveva fondato nel
territorio
corrispondente
all’odierno Iran, l’Ordine
degli assassini,
che uccideva con fine
politico. Le cronache
però riportano casi di
omicidi commessi solo
per piacere personale.
Dopo la sua morte un
ramo della setta
attecchì anche in Siria,
venendo a contatto con i
crociati che
introdussero il termine
assassino, prima
sconosciuto, nel lessico
del Vecchio Continente.
L’Ordine degli assassini
entrò quindi nelle
cronache della Terza
Crociata diventando una
figura leggendaria, fino
al 1300 quando, anche
per la diminuzione degli
adepti, l’Ordine cessò
di esistere come forza
politica. Nel XII secolo
nacque in India una
setta formata da
adoratori di Kali, i cui
seguaci si
autodefinivano
truffatori o thags
(termine che in inglese
è diventato thugs.
Proviene dalla radice
sanscrita sthag che
significa “dissimulare”.
Negli anni recenti si
può trovare l’uso
arbitrario del termine
nella lingua inglese per
indicare, soprattutto
negli Stati Uniti, un
bandito o un
rapinatore). Si resero
colpevoli di furti,
omicidi per
strangolamento e
mutilazione di vittime
scelte a caso. Non si
consideravano criminali
in quanto per loro
uccidere era una
vocazione ossessiva che
derivava dall’essere
entrati al servizio
della “dea nera”. Sembra
che abbiano compiuto
40.000 omicidi.
Nel XV secolo nasce
in Europa l’omicidio
seriale di natura
sessuale e/o delirante,
equiparabile alla
concezione moderna del
fenomeno.
Personaggi
“famosi” in Europa
furono sadici
aristocratici come
Gilles de Rais,
arrestato nel 1440 con
le accuse di
stregoneria, sodomia e
omicidio, che ispirò la
favola di Barbablù di
Charles Perrault;
Vlad Tepes l’impalatore,
al trono di Valacchia
(ai confini meridionali
della Transilvania) dal
1456, creativo nello
scegliere i metodi di
tortura;
Erzsebet Bàthory,
la “Contessa
sanguinaria”, nata nel
1560 e già da
adolescente dedita ai
piaceri della tortura,
dell’adorazione del
diavolo e della
perversione sessuale;
Lucrezia Borgia,
che pare usasse un
veleno in polvere
nascosto in un anello
per sbarazzarsi dei
nemici; fino ad arrivare
a
Jack lo Squartatore,
probabilmente il più
famoso assassino di
prostitute ancora
oggetto di studio, in
azione nella Londra
vittoriana. Da notare la
presenza di due donne
nella lista, spesso il
gentil sesso viene
sottovalutato, ma per
quanto riguarda violenze
ed omicidi non è da meno
dell’uomo.
Il numero degli
assassini seriali
registrati nel corso
degli anni (a partire
dal XV secolo) ha
seguito un innalzamento
costante. Il dato
potrebbe dimostrare come
la società
modernizzandosi si sia
resa causa principale
dell’aumento. Modernità
però significa anche
migliori metodi
identificativi, in
passato era sicuramente
più facile commettere
omicidi senza farsi
notare e senza pagare le
relative conseguenze. La
tabella seguente riporta
i dati della
distribuzione temporale
degli assassini seriali,
su un campione di 2027
casi (De Luca).

Da notare che tra il
1970 e il 2000 si
concentra il 63% dei
serial killer totali.
Tra i serial killer più
conosciuti degli ultimi
anni ricordiamo
Peter Kürten
(1883-1931. 30+
vittime),
Andrei Romanovich
Chikatilo
(1936-1994. 55 vittime),
Theodore Robert Bundy
(1946-1989. 30-100+
vittime),
Jeffrey Lionel Dahmer
(1960-1994. 17 vittime),
gli italiani
Michele Profeta
(1947-2004. 2 vittime) e
Donato Bilancia
(1951–?. 17 vittime).
Sembra che i probabili
serial killer non
catturati ed attivi in
Italia negli ultimi 25
anni siano 30 (Fonte:
Ofras – Osservatorio sui
Fenomeni di Rilevante
Allarme Sociale), e
forse la cifra non è
destinata a diminuire…
BIBLIOGRAFIA
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