E' un dato di fatto che
molte persone ritengano
il fenomeno degli
omicidi seriali un
problema contemporaneo,
causato forse dalla
crescita demografica,
dal miglioramento della
qualità della vita nei
paesi industrializzati,
dallo stress lavorativo,
dall’incapacità di
qualcuno di emergere
nella società... In
realtà i Serial Killer,
così comunemente
chiamati oggi, sono
sempre esistiti. Solo
venivano definiti in
altro modo, o,
semplicemente, non
venivano riconosciuti
come assassini
“seriali”. Non si tratta
solo di una moderna
follia, da curare con
sofisticate tecnologie.
Probabilmente neanche i
più fanatici sostenitori
della crime fiction sono
in grado di dare una
definizione chiara di
chi è un Serial Killer.
In molti avranno
sicuramente sentito
parlare di Jeffrey
Dahmer (il mostro di
Milwakee), di Andrei
Chikatilo (il mostro di
Rostov) o di Aileen
Wournos, forse per aver
visto i film che hanno
ricostruito le loro
storie … Qualcun altro
si ricorderà di Ted
Bundy, di Marc Dutroux
(il Mostro di Marcinelle)
o del complicato caso
del Mostro di Firenze…
Ma quanti sanno
realmente di cosa stiamo
parlando? Il panorama
dell’omicidio seriale,
in Italia e nel mondo, è
purtroppo molto più
vasto di quanto pochi
nomi rimasti impressi
nella nostra memoria ci
possano far immaginare.
Ma che cosa spinge
persone apparentemente
normali, che il più
delle volte passano
addirittura inosservate,
a compiere efferati
omicidi, preceduti o
seguiti da violenze di
ogni genere?
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