Anche se designati
con nomi differenti, i
fantasmi fanno parte del
folklore e della
tradizione culturale di
tutti i popoli del mondo
di ogni tempo. La prima
testimonianza ufficiale
di un fantasma, per
esempio, risale
addirittura al primo
secolo: in una lettera
all’amico Sura, lo
stoico Plinio il Giovane
narra dell’apparizione
di un fantasm a presso la
casa del filosofo Atenodoro elencando
tutti quegli elementi
che avrebbero poi fatto
parte della tradizione
folkloristica di tutti i
popoli del mondo: rumori
di catene, l’apparizione
di una figura sinistra e
apparentemente
incorporea e la
sparizione improvvisa
della stessa figura, una
morte violenta alla base
della manifestazione
paranormale. Nonostante
sia di antica data, ad
oggi non si è ancora
giunti ad un tentativo
di spiegazione univoco
del fenomeno. Le ipotesi
circa la natura dei
fantasmi sono molteplici
e tutte presentano
vantaggi e svantaggi.
La teoria oggi più
comunemente accettata,
vuole che i fantasmi
siano la manifestazione,
sul piano fisico, degli
spiriti dei defunti. In
condizioni normali, in
seguito alla morte, le
anime dei vivi
dovrebbero staccarsi dal
corpo e raggiungere il
successivo piano animico,
che lo si voglia
chiamare aldilà o in
qualsiasi altro modo,
per potere andare
incontro al proprio
naturale destino.
Tuttavia, non sempre
sono presenti le
condizioni, sul nostro
piano di realtà, perché
tale spostamento possa
avvenire. Nel caso in
cui la morte sia stata
particolarmente
violenta, sia
sopraggiunta in maniera
improvvisa, spezzando
una vita ancora da
compiersi completamente
e così impedendo al
defunto di realizzare un
desiderio o una propria
“missione”, le anime dei
vivi permangono nel
nostro piano di realtà,
trasformandosi, secondo
la definizione di Hans
Holzer, in stay behind,
cioè “coloro che
rimangono indietro”.
Bloccati in questa
realtà senza possibilità
di trovare una via
d’uscita e l’eventuale
pace, queste entità si
agitano e si manifestano
ai vivi, spesso anche in
maniera molto impetuosa.
E’ il caso, ad esempio,
dei cosiddetti
poltergeist, cioè, dal
tedesco, “spiriti
fracassoni”. Il termine
indica tutte quelle
manifestazioni che si
concretizzano nello
spostamento di oggetti o
nella produzione di
forti rumori.
Un’altra interessante
teoria è quella dell’”impregnazione
ambientale”. Secondo
tale teoria, alcuni
individui sarebbero
portatori inconsapevoli
di una particolare
energia psichica molto
forte. Quando tali
individui si trovano a
vivere eventi
particolarmente violenti
dal punto di vista
fisico e/o psicologico
(una ingiustizia, una
crudeltà, una morte
violenta o improvvisa,
per esempio), tale
energia troverebbe sfogo
esternamente, andando ad
impregnare, come fosse
una spugna, la materia
tutt’attorno. In
seguito, anche dopo la
morte dell’individuo e
dunque la scomparsa
della fonte primaria di
tale energia,
l’ambiente, i luoghi e
gli oggetti,
continuerebbero a
conservare parte di tale
energia e, come
ripetitori televisivi, a
trasmetterla
continuamente.
Al di là del fascino
esercitato da tale
ipotesi, essa non
permette di spiegare in
maniera coerente e
logica alcuni fenomeni.
Per esempio, come può
una semplice carica
energetica psichica
insita nella materia
essere la causa di
fenomeni apparentemente
logici come quelli che
avvengono, ad esempio,
in occasione di sedute
spiritiche? E’ davvero
soltanto energia quella
che, in maniera
razionale e sensata,
risponde alle domande
poste dai medium durante
tali esperimenti?
Probabilmente, la
spiegazione di tali
fenomeni va cercata
altrove.
Strettamente collegata
alla precedente è la
teoria formulata da
Peter Underwood e
Hermann Wilkins,
dell’università
dell’Ohio. Secondo tale
teoria, i fantasmi altro
non sarebbero che
immagini provenienti dal
passato. Secondo i due
ricercatori, in
particolari condizioni
fisiche ambientali, si
creerebbe una sorta di
temporaneo “buco
temporale”, che
permetterebbe di vedere
nel passato per pochi
secondi. Tale teoria
spiegherebbe, ad
esempio, perché i
fantasmi sarebbero in
grado di attraversare
porte chiuse o muri:
dove ora ci sono tali
barriere, in passato,
“la via era libera” e
gli uomini, le immagini
dei quali torniamo
momentaneamente a
vedere, potevano
muoversi liberamente. Anche
in questo caso, tale
teoria non può
soddisfare appieno,
perché non permette di
spiegare fenomeni
prodotti da entità
invisibili e
apparentemente dotate di
raziocinio.
Un’altra suggestiva e
razionale teoria è
quella proposta
recentemente dal
ricercatore inglese Vic
Tandy in un articolo
apparso nel 1998 sul
Journal of the Society
for Psychical Research.
Una notte, si legge
nell’articolo, Tandy si
trovava da solo nel
proprio laboratorio.
Improvvisamente, senza
una ragione apparente,
cominciò ad avvertire
una sensazione di
disagio, ansia, tremito
e avvertì la presenza di
una figura inquietante
nell'ambiente attorno a
lui. Il mattino
seguente, rientrando in
laboratorio, si trovò ad
osservare una lamina
metallica fissata a una
morsa che vibrava senza
causa apparente. Si rese
improvvisament e conto
che le vibrazioni erano
prodotte da onde sonore
a bassa frequenza
(infrasuoni) generate da
un ventilatore presente
nella stanza e,
probabilmente, entrate
in risonanza con le
pareti. Tandy ipotizzò
allora che gli stessi
infrasuoni potessero
essere la causa della
sgradevole sensazione
provata la notte
precedente. Dal punto di
vista fisico, gli
infrasuoni non sono
percepiti dalle nostre
orecchie; tuttavia essi
possono produrre
apprezzabili effetti
fisiologici. Ogni parte
del corpo umano,
infatti, possiede una
precisa frequenza di
risonanza, in
corrispondenza della
quale gli infrasuoni
avrebbero effetti
particolarmente
significativi. Ad
esempio, la testa
entrerebbe in risonanza
con una frequenza di
2-20 Hz e produrrebbe
malessere diffuso,
mentre i globi oculari
risuonerebbero, in
particolare, intorno ai
18 Hz e causerebbero
difficoltà nella
visione. Alla luce di
tali dati scientifici,
Tandy immaginò che le
sensazioni di ansia e di
paura da lui provate
potessero essere
originate proprio dagli
infrasuoni. In
particolare, gli
infrasuoni potrebbero
essere entrati in
risonanza con il bulbo
oculare, provocando la
sensazione che qualcuno
fosse presente nella
stanza. I fantasmi, in
definitiva, non sono
altro che spiacevoli
sensazioni corporee
prodotte dalle
interferenze tra il
nostro corpo e i suoni a
bassa frequenza.
Secondo un’altra
teoria, certamente
riduttiva del fenomeno e
in grado di spiegare
unicamente certi tipi di
manifestazioni, i
fantasmi non sarebbero
altro che il frutto
della mente dell’uomo.
Secondo tale teoria,
sostenuta per la prima
volta dallo studioso
inglese
Andrew Green,
quando si viene a
conoscenza di una morte
improvvisa o violenta, o
per autosuggestione o
per empatia (questo
specialmente nel caso in
cui il defunto sia una
persona cara), la mente
umana tende a creare
quasi in automatico
un’immagine della
persona defunta e a
trasferirla nell’ultimo
luogo dove il defunto è
stato visto. Tale
immagine, poi, non
verrebbe letta dal
cervello come un
“ricordo” o un’immagine
fittizia, ma come
un’immagine reale,
registrata dagli occhi.
I fantasmi, dunque, non
sarebbero le anime dei
defunti, ma scariche
elettriche prodotte dal
cervello.
Tale teoria, come
abbiamo visto, spiega
soltanto il manifestarsi
di un fantasma dal punto
di vista visivo. Altri
fenomeni,
come la telecinesi, per esempio,
sarebbero spiegabili
tirando in ballo una
latente ed
incontrollabile energia
psichica innata negli
uomini, la quale, in
situazioni di
particolare stress
mentale ed emotivo,
troverebbe inconscio e
involontario sfogo
proprio nella produzione
di tali fenomeni.
Secondo gli scettici,
l’esistenza dei fantasmi
è impossibile, perché è
ancora da comprovare
l’esistenza di entità
metafisiche; quand’anche
tale esistenza possa
essere provata, in ogni
caso, è assolutamente
impossibile che possano
avvenire “interferenze”
tra la nostra dimensione
di vivi e l’aldilà.
Tutti i fenomeni
inizialmente spiegati
tirando in ballo
fantasmi ed altre entità
sono il frutto di
allucinazioni o frodi e
trucchi. In situazioni
di particolare stress,
la mente umana è in
grado di produrre
percezioni distorte
della realtà e,
sostanzialmente, di
farci prendere “lucciole
per lanterne”.
Anche fenomeni
riguardanti più
individui
contemporaneamente
sarebbero spiegabili con
“allucinazioni
collettive”, le quali
colpirebbero proprio in
situazioni
particolarmente
stressanti o
coinvolgenti
emotivamente.
Tale teoria, come detto,
soddisfa gli scettici e
i promotori del “tutto è
razionale”. Tuttavia,
non è in grado di
spiegare come, in
concomitanza al
manifestarsi di
“allucinazione”, si
registrino, per esempio,
forti cali di
temperatura o aumenti
del livello di
elettromagnetismo
ambientale. Alla stessa
maniera, risulta
quantomeno difficile
classificare come
“allucinazioni visive”
chiare e nitide
fotografie di possibili
entità disincarnate o
“allucinazioni auditive”
pulitissime
registrazioni metafoniche. La speranza
di chiarire in maniera
definitiva la natura dei
fantasmi è… un fantasma
che nessun
ghost hunter
riuscirà probabilmente a
catturare.
BIBLIOGRAFIA
·
Un origine fisica per
i fantasmi?, di Silvano
Fuso
·
X-Factor, n. 2,
DeAgostini, 1997 |