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FOTOGRAFATA UNA PRESUNTA ENTITA' PARANORMALE AL CASTELLO MALASPINA

ANALISI FOTOGRAFICA DI UNA IMMAGINE DIGITALE
CON ELEMENTO “EXTRA” DI PRESUNTA NATURA PARANORMALE
ACQUISITA AL CASTELLO MALASPINA DI FOSDINOVO (MS)


Analisi, elaborazioni grafiche e testi a cura di Michele Morettini

INTRODUZIONE

Il signor Alessandro di La Spezia, in visita al Castello Malaspina di Fosdinovo (Fosdinovo – Massa Carrara) in data 19 Ottobre 2013, insieme alla sua famiglia e alla custode del Castello (la signora Mina), è risultato protagonista di una acquisizione di un elemento “supernormale”, riconducibile ad una presunta manifestazione paranormale. Durante la visita guidata notturna, condotta dalla signora Mina alla esclusiva presenza del suo nucleo familiare, in alcuni scatti lo stesso ritiene di aver fotografato delle anomalie energetiche (orbs - clicca per approfondire) e una presunta “entità”, risultante di una manifestazione apparizionale. Questo scatto in particolare sarà l’oggetto di questo report di analisi.

Il Sig. Alessandro mi ha gentilmente chiesto di approfondire la questione e verificare la natura dell’elemento eccedente, fornendo una spiegazione al fenomeno stesso e convalidando la genuinità dello scatto, escludendo manipolazioni grafiche e digitali. Le conclusioni che trarrò saranno relative a quanto potuto verificare in relazione al materiale inviato e la sua testimonianza, conclusioni che non debbono essere prese come univoca sentenza alla natura dal fenomeno, ma frutto di personali considerazioni relative alla mia personale esperienza nel campo della ricerca di “confine”.

Il Castello Malaspina di Fosdinovo (Fosdinovo – Massa Carrara)

Castello Malaspina di Fosdinovo
Via Papiriana, 2 - Fosdinovo
54035 Massa-Carrara

www.castellodifosdinovo.it

CENNI STORICI SUL CASTELLO

Il Castello Malaspina di Fosdinovo, feudo di uno dei rami dei Malaspina del Ramo Fiorito dal XIV al XVIII secolo, riveste una notevole importanza oltre che storica, anche, e soprattutto, architettonica. La costruzione dell’imponente fortezza, che si fonde incredibilmente con la roccia arenaria tanto da farla sembrare scolpita nella pietra viva, ebbe inizio nella seconda metà del XII secolo, anche se si parla del Castrum Fosdinovense già in documento di Lucca del 1084. Il Castello di Fosdinovo si compone di una pianta quadrangolare con 4 torri rotonde orientate, un bastione semicircolare, due cortili interni (uno centrale, teatro della presunta manifestazione paranormale), camminamenti di ronda sopra i tetti, giardini pensili, loggiati ed un avamposto verso il Paese detto in antico lo “spuntone”, formidabile strumento difensivo (una sorta di rivellino). Protetta anticamente da un ponte levatoio, la porta d’ingresso duecentesca introduce su di un piccolo cortile in puro stile romanico dove una colonna marmorea, anch’essa del duecento, ne sostiene i loggiati superiori. Dal piccolo cortile, dove un tempo si trovavano i cannoni difensivi, partono le larghe rampe di scale (ci si passava con i cavalli) che conducono al grande cortile centrale. Questo presenta un elegante porticato rinascimentale con colonne in pietra, un pozzo ed un bel portale in marmo cinquecentesco che ci introduce nella visita delle sale del Castello, arredate ed affrescate alla fine del 1800. La Sala d’ingresso, la Sala da pranzo col grande camino settecentesco e le ceramiche da farmacia del ‘600, la Sala del trono, il grande Salone con gli attigui salotti e la camera del trabocchetto con la sottostante sala delle torture. Si racconta che proprio da questa stanza, la marchesa Cristina Pallavicini, donna malvagia e lussuriosa, eliminava i suoi amanti facendoli cadere nella botola situata ai piedi del letto. E proprio i trabocchetti erano una prerogativa del castello. Ne esistevano tre, due nel loggiato che dava sull’orto ed uno nella torre d’angolo. Alla loro base erano infissi affilati coltelli con la punta rivolta verso l’alto, di modo che il disgraziato, una volta caduto dalla botola attivata con una molla, veniva colto immediatamente dalla morte. Oltre a questi tremendi strumenti di tortura, ne esisteva un altro ancor più terribile. Si trattava di un braccio di ferro che sporgeva dal muro della torre, ad esso era applicata una carrucola ed un anello murato in terra, collegati da una corda. Il torturato veniva appeso a lasciato penzoloni sotto gli occhi di tutto il paese, finché non fosse morto. Nella più antica torre di levante, si trova la cosiddetta “camera di Dante”, dove, secondo la tradizione, dormì il sommo poeta quando fu ospitato al castello durante il periodo d’esilio.

LEGGENDE ED EPISODI DI NATURA PARANORMALE OCCORSI AL CASTELLO

Il castello vive, oltre che dei suoi splendori architettonici e paesaggistici, anche delle sue famigerate leggende. La più famosa è sicuramente quella che riguarda la giovane Bianca Maria Aloisia, figlia di Jacopo (Giacomo) Malaspina ed Oliva Grimaldi. La bellissima ragazza si era perdutamente innamorata di un giovane stalliere che voleva sposare a tutti i costi. I genitori, contrari a quell’amore infamante per il blasone dell’intera famiglia, avevano tuttavia minacciato la poveretta di rinchiuderla a pane ed acqua nelle segrete del Castello. La giovane, affatto impaurita da quelle minacce, non aveva desistito dai propri propositi d’amore. Quell’atteggiamento ribelle aveva costretto i genitori a prendere una severa decisione. E fu così che lo stalliere venne allontanato dal paese e la giovane rinchiusa in un convento. Non per questo volle prendere i voti né rinunciare al suo sogno romantico. Fu allora riportata al castello, rinchiusa nelle prigioni e torturata finché non fosse rinsavita. Ciononostante la sua volontà non fu piegata. Solo allora, per evitare occasioni di scandalo, fu murata viva in una cella, insieme ad un cane, simbolo di fedeltà, e ad un cinghiale, emblema della ribellione. A confermare l’autenticità della storia, accadde che nei recenti scavi effettuati durante i lavori di consolidamento, furono trovati resti di ossa appartenute molto probabilmente ad una fanciulla e a due animali. Questa vicenda così violenta e brutale, tuttavia, se pose fine alla vita della giovane Bianca Maria, sola non bastò a domarne lo spirito che pare aleggiare ancora per le stanze del castello, nelle forme di una ragazza dai lunghi capelli posati sulla schiena. Affascinati ed attratti da questi racconti, esperti ed appassionati dell’occulto e di fenomeni paranormali hanno effettuato, qualche anno addietro, una serie di esperimenti, tutti filmati con cinepresa. Inquietante come in uno di questi si è poi visto, chiaramente, una figura scura, dalle sembianze umane, attraversare la stanza da muro a muro, come fosse sospinta dal vento. Un’altra delle storie che si raccontano nel Castello riguarda la marchesa Cristina Pallavicini. Una vita macchiata di sangue e delitti, la sua. Il marito Ippolito, infatti, fu vittima e carnefice dei fratelli Pasquale e Ferdinando in un’atroce lotta per il domino del feudo. Rimase tutrice del piccolo Carlo Agostino, suo figlio, e governò su Fosdinovo finché il piccolo non raggiunse la maggiore età. Della donna si tramanda un’immagine di fascino, lussuria, mistero e morte. In vita sua ebbe molti amanti, quasi tutti popolani, e la leggenda racconta che la marchesa, per non essere scoperta né tradita, dopo averci trascorso la notte insieme, se ne sbarazzava facendoli precipitare nella botola posta al centro della sua stanza da letto. Le grida disperate degli sventurati uomini, data la particolare acustica della stanza, ricadevano al centro di essa e non venivano udite al di fuori della porta. Per questo i delitti, al tempo, non furono mai scoperti. Nella camera, in effetti, è ancora ben visibile la traccia di un’antica botola. Sotto di questa da poco è stata scoperta un’altra stanza (soprannominata “camera delle torture”) perfettamente uguale per dimensioni (siamo in una torre) alla prima e dove, verosimilmente, cadevano i corpi dei malcapitati. Oltre a queste, tante altre le inquietanti leggende scritte nelle mura del maniero: il letto che respira ed a cui batte il cuore, il fotografo che immortalò nello specchio della camera ducale la figura di una donna, le immagini impresse nella sala del trono.

In questo castello si aggira lo spettro di una giovane castellana dal viso meraviglioso e dai lunghi capelli biondi. Visse nel XVI secolo ed era una donna dal fascino incredibile ed usava questa sua caratteristica come "arma" per sedurre qualunque uomo. La sua vita peccaminosa la portò a compiere diversi delitti per assicurarsi il silenzio di coloro che non era riuscita a conquistare. Il Fantasma in questione sarebbe stato notato da diverse persone anche in tempi molto recenti. In data 3/10/1992, una troupe televisiva immortalò con le proprie telecamere una presunta apparizione. Sul nastro, in uno dei locali principali del castello, si nota la lenta materializzazione di una strana figura. Il presunto spettro si presenta come un'ombra scura e consistente che, dopo aver mosso alcuni passi, scompare attraversando il muro del salone. Pare indossare una sorta di mantello con cappuccio ma non se ne distinguono nitidamente i tratti. Durante la registrazione nessuno dà mostra di aver notato qualcosa di strano ma, pochi istanti dopo, dall'esterno, giungono le grida angosciate di una donna che si sarebbe ritrovata lo spettro dinanzi proprio mentre questo fuoriusciva dalla parte esterna del muro. La testimone indica il breve percorso esterno che lo spettro avrebbe compiuto: le riprese si soffermano lungo le mura del castello ma null'altro viene ripreso. Che cosa le telecamere abbiano effettivamente colto in quella notte di tempesta non é così chiaro: l'apparizione registrata non é in primo piano e non é facile trarre delle indicazioni precise ed inconfutabili. Ciò nonostante, potrebbe (il condizionale é assolutamente d'obbligo) trattarsi di uno dei rarissimi spettri italiani su video. Permane qualche perplessità. Ancora un'annotazione: un'insolita presenza fece parlare di sé quando, stando a quanto allora riportò la cronaca, si materializzò nel corso di una conferenza dedicata al paranormale. Era la notte del 2 Febbraio 1993.

LE RICERCHE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE DAL TRAMONTO ALL’ALBA

A partire dal marzo 2011 fino alla metà del 2012, il castello è stato oggetto di studio da parte dell’Associazione Culturale Dal Tramonto all’Alba, associazione di ricerca e studio delle tematiche legate al mondo del paranormale. Lo scopo della ricerca è stato quello di:

approfondire “strumentalmente” la leggenda della famosa “macchia” presente nella sala degli affreschi con indagine termografica

effettuare un sopralluogo “dinamico” all’interno di tutto il castello, posizionando strumenti atti a:
• monitorare eventuali variazioni di parametri ambientali (che si presumono siano risultanti di accadimenti paranormali)
• acquisire informazioni videografiche in banda infrarossa e fotografiche multispettrali (UV/VIS/NEAR-IR)

le apparecchiature, le fotocamere e le videocamere sono state posizionate in diversi punti di interesse determinati sia dalla raccolta delle leggende e di testimonianze di accadimenti paranormali, che dalla relazione del sensitivo che ha collaborato all’indagine (informazioni ottenute mediante PSIcoscopia ambientale).

effettuare una seduta medianica nella sala degli affreschi con Medium e sensitivi di supporto per slatentizzare e quindi documentare fenomeni PK di natura paranormale, monitorando anche in questo caso i parametri ambientali della sala.

La ricerca è stata seguita con interesse dai media locali e le due foto di interesse, risultate dalla stessa, sono state divulgate in una conferenza tenuta al castello nell’aprile del 2012. Le riporto qui di seguito:

CAMERA DELLE BIFORE
Anomalia energetica globulare ripresa in esclusiva banda NEAR-IR
con fotocamera multispettrale dotata di filtro passa banda IR.

CAMERA TONDA
Particolare di addensamento molecolare ripreso in esclusiva banda UV (300 – 320 nanometri) con fotocamera multispettrale dotata di filtro passa banda. La foto mostra quello che si presume sia la genesi di un fenomeno apparizionale, che scaturisce e quindi risulta visibile inizialmente solo in questa frequenza

ANALISI DELL'IMMAGINE CON ELEMENTO "EXTRA"

Dopo questa necessaria premessa sul castello, le leggende, i fenomeni paranormali che sembrano capitarvi e le ricerche già condotte, vorrei entrare nel merito specifico della questione. La foto che Alessandro mi ha gentilmente inviato è stata scattata il 20 ottobre 2013 pochi minuti dopo la mezzanotte e ritrae la facciata laterale dell’interno del castello, ripresa dal fondo del cortile.
 

L'ORIGINALE DELLA FOTO INVIATAMI DA ALESSANDRO. CLICCA PER INGRANDIRE

Di primo occhio risulta evidente la presenza di una elemento estraneo al contesto strutturale: una figura antropomorfa ben definita sulla destra dell’inquadratura. Alessandro specifica che nel momento dello scatto nessuno si interponeva tra l’obiettivo e la facciata del castello, quindi esclude categoricamente che persone del gruppo od esterni possano aver fatto capolino davanti l’obiettivo. Dunque, anche senza lavorare con filtri o software appositi, l’elemento è immediatamente ben definito e risulta nettamente distinguibile.

La procedura di analisi di fotografie digitali in cui si evincono elementi “extra” prevede (ovviamente) di verificare se la foto sia stata sottoposta a processi di elaborazione post-grafica o modifiche di qualsiasi genere. Dopo averla analizzata con appositi script e software precompilati, estrapolato i metadati presenti all’interno del file e lavorato sulla mappatura dei pixel in prossimità del contorno della figura, ho stabilito che la foto è assolutamente genuina; non e stata artefatta in alcun modo. Qui di seguito il resoconto dello script  che permette di lavorare sulle foto, determinando la loro genuinità con risultati abbastanza univoci.

ANALISI DELL'IMMAGINE CON ELEMENTO "EXTRA"

Filename: [E:\e quì...ecco l'entita in basso a dx------.JPG]
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OFFSET: 0x00000000

*** Marker: APP1 (xFFE1) ***
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EXIF MakerIFD @ Absolute 0x00001320
Makernote decode option not enabled.

EXIF InteropIFD @ Absolute 0x00001CF6
Dir Length = 0x0003
[InteroperabilityVersion ] = 01.00
[RelatedImageWidth ] = 1600
[RelatedImageLength ] = 1200

Based on the analysis of compression characteristics and EXIF metadata:

ASSESSMENT: Class 4 - Uncertain if processed or original
While the EXIF fields indicate original, no compression signatures
in the current database were found matching this make/model

Appears to be new signature for known camera.
If the camera/software doesn't appear in list above,
PLEASE ADD TO DATABASE with [Tools->Add Camera to DB]

ESTRAPOLAZIONE DEI METADATI: LE INFORMAZIONI “SEGRETE” DELLA FOTO

La stragrande maggioranza delle odierne macchine fotografiche nel momento dello scatto è in grado di salvare preziose informazioni tecniche, i dati EXIF. La sigla EXIF sta per EXchangeable Image File, ovvero file di immagine intercambiabile. Si tratta di un formato utilizzato per abbinare a ciascuna foto digitale un insieme di informazioni aggiuntive, condiviso da tutti produttori di fotocamere. Le informazioni avanzate sono numerose e si possono dividere in due insiemi:

• informazioni statiche, come ad esempio marca e modello della macchina fotografica,
• informazioni dinamiche, che cambiano di foto in foto, come ad esempio i valori usati per apertura, tempo di esposizione e ISO o la data in cui la foto è stata scattata.

I dati EXIF vengono registrati ad ogni scatto ed incorporati nell’immagine. Queste informazioni sono una fonte preziosissima per le nostre analisi, perché ci spiega la “genesi” tecnica della foto: il modello di fotocamera utilizzata, la data e l’orario, se si è utilizzato il flash, i parametri di scatto come iso – apertura focale – tempo di esposizione etc. Questa marea di informazioni ci serve per stabilire se l’elemento extra può essere il risultato di un effetto ottico naturale come un’acquisizione in lenta esposizione, l’effetto di una posaB, un lens-flare e molti altri o comunque sia, ragionare sulla natura della proiezione dell’elemento eccedente nel contesto di scatto. Ecco i dati relativi all’immagine:

LE INFORMAZIONI IMPORTANTI DELLO SCATTO

• La foto è stata scattata con un Canon DIGITAL IXUS 100 IS
• E’ stata scattata domenica 20 ottobre 2013 alle 00.10
• La foto è stata scattata in modalità AUTO
• Il tempo di esposizione è di 1/60 di secondo, un tempo molto breve; questo esclude anomalie dovute alla lunga esposizione ed effetti posaB
• E’ stato utilizzato il flash
• Non è stato utilizzato lo zoom ottico (causa di molti errori di elaborazione e aberrazione cromatica)
• La qualità dell’immagine è molto bassa in quanto 180 dpi permettono una mappatura di 1200 x 1600 pixel. In fase di analisi dell’elemento extra questo fattore preclude una definizione ottimale e risulta difficile analizzarne i particolari

APPLICAZIONE DI FILTRI PER ESALTARE LA DEFINIZIONE DELL’ELEMENTO “EXTRA”

Equalizzazione dell’istogramma e regolazione contrasto e luminosità. Clicca per ingrandire.

Analisi “consistenza fisica” dell’elemento “extra” nel contesto fotografico. Clicca per ingrandire.

Stima dimensione elemento “extra”. Clicca per ingrandire.

Analisi della riflettanza dell’elemento extra. Clicca per ingrandire

Lo spettro di riflattanza rilevato sulla pelle della sagoma antropomorfa è compatibile con il contesto fotografico dell’ambiente ripreso. Questo dato conferma, sul piano strettamente tecnico, che l’immagine ignota ha caratteristiche di riflessione della luce compatibili con quella di un normale essere vivente.

LA FOTOGRAFIA ELABORATA E OTTIMIZZATA PER L'ESALTAZIONE DELL'ELEMENTO ECCEDENTE

Clicca per ingrandire

L’ELEMENTO “EXTRA” ESALTATO NEL DETTAGLIO

Clicca per ingrandire

CONCLUSIONI

Quando si ha a che fare con la fotografia paranormale sentenziare conclusioni definitive relative ai fenomeni studiati è sempre un dilemma; ci sono tantissime variabili da tenere in considerazione e alcune di queste spesso rappresentano dei veri ostacoli. Del resto ai giorni nostri con la grafica digitale è possibile elaborare "fantasmi" in pochissimo tempo, spesso tanto abilmente creati che risultano addirittura difficili da riconoscere e conseguentemente smascherare. Questa breve ma doverosa premessa risulta necessaria per far capire come il sottoscritto si pone nei riguardi di questo tipo di fenomenologia e quanto ho trovato interessante, fin da subito, questo caso.

Partiamo dal luogo dove la foto è stata scattata: il Castello Malaspina. Ho avuto modo di effettuare ricerca in questo splendido luogo in due occasioni nel corso di un anno, conoscendo personalmente il proprietario e la custode; ho presenziato fisicamente nel cortile dove la foto è stata scattata, ho reperito (tramite la collaborazione dei Soci della vecchia Associazione Culturale Dal Tramonto all’Alba) moltissime informazioni su presunti eventi paranormali occorsi al castello, incrociandole con i pareri di medium e sensitivi che hanno collaborato alle ricerche. Queste importanti informazioni mi hanno permesso di avvalorare il contesto fotografico come "punto caldo" di fenomenologie già occorse in passato e, essendoci dunque uno storico di accadimenti paranormali, risulta interessante constatare che la presunta manifestazione acquisita si sia verificata in questo specifico punto del castello.

Quanto alla testimonianza del Signor Alessandro, a mio avviso è da considerarsi senza dubbio genuina, ho colloquiato telefonicamente con lui molte volte durante la fase di analisi e non ravvedo in essa elementi o moventi che possano presupporre il distorcimento della dinamica degli accadimenti con cui lo scatto è stato effettuato.

Il primo obiettivo delle mie analisi è stato quello di certificare la genuinità della fotografia. Ho analizzato il file con appositi script e software precompilati, estrapolando i metadati presenti al suo interno e lavorando sulla mappatura dei pixel in prossimità del contorno della figura: in questa maniera ho stabilito con certezza assoluta che la foto inviatami è genuina e che non risulta artefatta in alcun modo. Oltre a questo ho escluso categoricamente che la stessa sia il frutto di un effetto "posa lunga", poichè il tempo di esposizione (1/60 sec.) non avrebbe permesso di certo l'ingresso repentino in inquadratura di alcun elemento estraneo, vista la notevole definizione con cui lo stesso si manifesta. Inoltre, l'invio da parte del Signor Alessandro di foto "temporalmente" ravvicinate l'una dall'altra rispetto alla foto con l'elemento "eccedente" preclude alla possibilità che un soggetto possa essere entrato nel campo di inquadratura della macchina fotografica, sopratutto perchè lo stesso elemento si presenta "immobile" e sufficientemente definito.

Apportando migliorie di equalizzazione alla foto ho accentuato la visibilità dell'elemento "extra", cosi da poterlo analizzare e osservare nel migliore dei modi. Lavorando sull'istogramma dello scatto, contrasti e luminosità ho potuto constatare oggettivamente che l'elemento si manifesta come una FIGURA ANTROPOMORFA INTERA assimilabile alla rappresentazione di un soggetto umano adulto in posizione eretta e ripreso dal suo profilo sinistro.

Risultano altresì oggettivamente distinguibili:

il volto visto dal profilo sinistro;
la cavità orbitale sinistra;
una capigliatura argentea a mezzo collo;
la differenziazione tra busto e arti inferiori (quelli superiori sembrerebbero adesi al tronco);
la curvatura dell'articolazione dell'arto inferiore destro;
una sorta di soprabito che si distingue nettamente e sembra partire dal collo fino alla metà degli arti inferiori;

ulteriori speculazioni su dettagli del soprabito (o presunto), del volto, della chioma o degli arti inferiori non sono a mio avviso ammissibili in quanto la bassa qualità dell'immagine e la conseguente scarsa definizione di pixel potrebbe ricondurre facilmente a fenomeni pareidolici. La pareidolia (dal greco είδωλον, immagine, col prefisso παρά, simile) è l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale. È la tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani.

Ho effettuato una stima teorica (mediante apposito software) sull’altezza dell’”elemento eccedente”, avendo come dati di riferimento le misure strutturali del cortile dove è stata scattata la fotografia, dati reperiti ed archiviati nelle passate ricerche al castello. Ne risulta che la figura manifestatasi avrebbe un’altezza approssimativa compresa tra i 140 cm e 160 cm; quanto alla risposta della riflessione fotonica sulla stessa, lo spettro di riflettanza rilevato sul volto della sagoma antropomorfa è compatibile con il contesto fotografico dello sfondo. Questo dato conferma, sul piano strettamente tecnico, che l’immagine ignota ha caratteristiche di riflessione della luce compatibili con quella di un normale essere vivente. Questi due dati sono gli unici non in linea con la casistica delle manifestazioni apparizionali “tradizionali”, essendo molto rari i casi in cui le figure si presentano complete, con “proporzioni” in linea con quelle di “figure viventi” e a cui la riflessione della luce ha medesime caratteristiche con quella di soggetti viventi.

In conclusione, alla luce di quanto potuto analizzare nel corso di queste settimane, non ho di certo la presunzione di affermare che la figura che si è palesata nella foto inviatami dal Signor Alessandro è la rappresentazione visiva di una entità disincarnata senziente, poiché la stessa non è stata acquisita in condizioni controllate tramite specifico protocollo di ricerca; sta di fatto che ho potuto constatare che:

la figura apparsa in foto non è il risultato di una elaborazione o manipolazione digitale;

stando alla testimonianza del signor Alessandro, che ho ritenuto essere genuina, nessun soggetto esterno poteva essere ripreso in foto in quello specifico istante;

il luogo dove l’elemento “extra” è stato acquisito ha uno storico di fenomenologia paranormale;

l’elemento “extra” ha alcune delle caratteristiche classiche delle manifestazioni apparizionali che si evidenziano nella casistica della “fotografia spiritica”;

e dunque, in relazione a quanto sopra affermato, ritengo plausibile che la figura antropomorfa acquisita sia riconducibile ad una manifestazione di natura PARANORMALE di origine ignota.

BIBLIOGRAFIA

· Quaderni di Parapsicologia (C.S.P.)
· A caccia degli spiriti - H.Price
· Fantasmitalia.it (Fonte)
· Wikipedia - Voce Castello Malaspina di Fosdinovo (Fonte)
· Aspetti scientifici della Parapsicologia - R.Cavanna
· Fotografare gli Spiriti - J. Harvey
· La fotografia all’infrarosso – C. Romeo
· Fotografia all’infrarosso bianco e nero all’ultravioletto e alla fluorescenza – Ass. Fotografia all’Infrarosso
· Appunti personali dell'Autore