La caratteristica
saliente del lupo
mannaro è la sua doppia
natura umana e bestiale
che convivono nello
stesso essere.
Normalmente prevale la
natura umana, ma nelle
notti di luna piena
prevale la bestia. Quale
migliore sintesi per
rappresentare la natura
umana capace del supremo
sacrificio per un altro
essere umano, ma anche
capace delle peggiori
efferatezze? Il cane è
il primo animale ad
essere addomesticato.
Prima di essere cane era
lupo e, come tale un
potenziale pericolo per
l’uomo. Il cane è il
miglior amico dell’uomo,
ma dopo millenni di
addomesticamento ogni
tanto il lupo torna
nella sua natura e
attacca l’uomo. Il cane
conserva questa natura
ambivalente, come il
lupo mannaro oscilla fra
l’uomo e la bestia.
L’uomo primitivo si
trovava ad essere in
contatto col cane che
fisicamente era ancora
simile al lupo e il lupo
selvaggio. La fusione
dei due elementi, era
una buona
rappresentazione della
natura umana.
Generalmente buona, ma
quando soggetta all’ira,
capace delle peggiori
azioni contro i suoi
simili. Esattamente come
il lupo mannaro,
normalmente inoffensivo,
ma un pericolo nelle
notti di luna piena. Il
mito sarà nato
dall’abitudine dell’uomo
primitivo di indossare
pelli d’animali per
acquisirne le sue
caratteristiche di forza
e di agilità. Nel caso
della pelle di lupo,
poteva rappresentare una
maggiore ferocia in
battaglia. In qualche
caso l’esaltazione dei
guerrieri che
indossavano simili pelli
può aver causato atti di
cannibalismo durante la
lotta. È la nascita del
mito. Si può esaminare
la storia dei Berserker1,
i mitici guerrieri orso
del nord, che
combattevano indossando
pelli di orso e
assumendo droghe sotto
forma di funghi per non
aver paura e pietà dei
nemici. Qualcosa di
simile può essere
avvenuto per il lupo. In
fondo i Berserker erano
uomini normali anche se
guerrieri, e la loro
spietatezza in battaglia
era occasionale proprio
come la bestia che
fuoriesce dall’uomo
nelle notti di luna
piena. Il lupo mannaro
rappresenta un’ottima
sintesi. È da notare che
in lingua inglese esiste
l’espressione “to go
berserk” col significato
di infuriarsi, dare
fuori di matto,
derivante proprio dal
nome dei mitici
guerrieri del nord. Il
lupo mannaro non
rappresenta, però, in
un’ottica dualista le
opposte forze del bene e
del male, perché l’uomo
può scegliere fra le
due, mentre il lupo no,
è maledetto ed è
condannato ad una vita
doppia senza possibilità
di scelta. Per questo
non può rappresentare il
libero arbitrio che
dovrebbe avere l’essere
umano per scegliere fra
il bene e il male.
Rappresenta invece la
collera, la perdita di
controllo che trasforma
l’uomo per un tempo
breve in un altro, in un
animale incapace di
frenarsi. Dopotutto
nella Bibbia c’è
scritto:” Guardati
dall’ira dei miti”,
quasi a voler
sottolineare l’assunto
qui esposto. Una persona
normalmente calma, per
un motivo scatenante
tira fuori la bestia che
è in ognuno di noi. Una
rappresentazione visiva
che mette in luce il
carattere da lupo
mannaro dell’uomo è una
scena del film “Tutti
a casa” con
Alberto Sordi, che
racconta dell’otto
settembre del 1943. In
una parte del film il
protagonista per tornare
a casa si presta a fare
da autista per un
autocarro pieno di
farina da portare al
mercato nero. La
sfortuna vuole che venga
scoperta la natura del
carico e un gruppo di
uomini resi ciechi dalle
privazioni della guerra
lo saccheggia in maniera
selvaggia. La scena
viene resa di una
violenza inaudita dalla
presenza di una bambina,
che sopraffatta dalla
follia di uomini grandi
e grossi, si mette,
piangendo, a raccattare
la farina caduta nel
fango. È da notare la
coincidenza fra il
bianco della farina che
fa scattare la cieca
violenza nel film e il
bianco della luna piena
che tramuta l’uomo in
lupo mannaro. D’altronde
questa scena riprende il
ben più famoso episodio
dell’assalto ai forni ne
“I
promessi sposi”.
Anche lì è il bianco
della farina in
contrasto con il nero
del pane misturato a
rendere cieca la folla.
(Da notare l’assonanza
fra folla, folle e
follia, quasi ad
indicare che un
assembramento di persone
genera automaticamente
una sorta di coscienza
collettiva portata a
ragionare ed agire in
maniera sconsiderata).
Il bianco della luna
piena e il nero delle
notti senza luna. Alcune
assonanze sono davvero
incredibili. Ripensando
anche a questi racconti
non si può non pensare
che il lupo mannaro sia
un ottimo simbolo per
rappresentare la natura
umana oscillante fra i
due opposti di una
generale calma e di una
violenza incontrollata
circoscritta a brevi
periodi e scatenata da
eventi esterni.
NOTE
1:
Nelle tradizioni
vichinghe esistono tre
gruppi di guerrieri
caratterizzati da nomi
di altrettanti animale:
- I Berserker che
utilizzavano pelli di
orso, e combattevano in
gruppo. La parola
scandinava Bar/Ber
indica l’orso;
- Gli Ulfedhnar, che
vestivano pelli di lupo
combattevano soli e
soprattutto di notte
utilizzando
prevalentemente la
lancia e l’ascia. La
parola Ulf significa
lupo ed è simile al wolf
inglese e tedesco;
- Gli Svinfylking,
uomini cinghiali, abili
nei travestimenti
combattevano con una
particolare formazione a
cuneo chiamata a “Testa
di Cinghiale”, col
compito di aprire il
fronte nemico.
BIBLIOGRAFIA
·
L’assalto ai forni -
cap. 12 de “I promessi
sposi” di Alessandro
Manzoni
·
Antropologia - Il
diavolo, gli eretici e i
lupi mannari di Massimo
Centini da Piemonte
Parchi
·
Martin Mystère n.
202,203 |