INDICE DI SEZIONE
 ARTICOLI A RIGUARDO

Monaciello: il folletto della notte
a cura di Massimiliano Lo Cicero

SEZIONE ARCHEOMITOLOGIA

Il Munaciello di Napoli
a cura di Giuseppe Ricciardiello

SEZIONE ARCHEOMITOLOGIA

        LIBRI A TEMA
 

IL MONACIELLO DI NAPOLI
Anna Maria Ortese

:: VAI ALLA SCHEDA ::

SEI INTERESSATO AD UN LIBRO SPECIFICO? EFFETTUA UNA RICERCA APPROFONDITA

         LIVE HELP
       NEWSLETTER

Inserisci la tua mail per ricevere gli aggiornamenti mensili del portale. Non perderti nulla del mondo "Daltramontoallalba.it"!

La nascita della leggenda sul Monaciello
La realtà storica della figura del monaciello napoletano
a cura di Gabriella Cinque

Il monaciello: il folletto della tradizione NapoletanaLa leggenda del monaciello, di cui tutti a Napoli sono a conoscenza, risale agli inizi del 1600, quando la città era talmente estesa che il vecchio acquedotto e le innumerevoli cisterne pluviali non bastavano più all’assetata città. Nel 1629 un facoltoso cittadino napoletano, il Carmignano, costruì un nuovo acquedotto riutilizzando i canali di tufo scavati nel IV sec. a.C. dai coloni greci che fondarono l’allora Neapolis. I condotti in questione sono quelli che formano la Napoli sotterranea, una seconda città che si estende per circa 10mila mq., da via Anticaglia a S. Gregorio Armeno, sotto l’odierna Napoli. Gli scavatori del nuovo acquedotto, i cosiddetti “pozzari”, avendo bisogno di difendersi da quel 90% di umidità che impregna l’aria del sottosuolo napoletano, indossavano lunghi mantelli scuri e un elmetto sulla testa. Ogniqualvolta avevano bisogno di risalire in superficie, si tiravano su con delle corde da dei pozzi preesistenti, che sboccavano nelle strade cittadine. Talvolta pNapolo sotterranea.erò erano essi stessi a scavare in alto per risalire o per aprire dei nuovi pozzi nei cortili delle case, e siccome l’occasione fa l’uomo ladro…trovandosi nelle case dei cittadini napoletani, spesso e volentieri ne approfittavano per fare uno spuntino col cibo altrui o per ricompensare il loro lavoro attraverso il furto di qualche oggetto di valore. Le persone, che intanto notavano sparire cibi e ori dalle proprie case, cominciarono a nascondersi per capire cosa succedesse e, vedendo questi uomini avvolti in un lungo mantello, con quell’elmetto che poteva tanto sembrare la chierica di un francescano, cominciarono a dare la colpa di quegli strani eventi ai “monacielli”. Fu così che il monaciello venne ad identificarsi nella fantasia popolare come un ometto piccolo, dal tipico aspetto di un frate, che si inserisce nelle case altrui e fa dispetti e furti a suo piacere, e c’è chi giura di vederlo ancora oggi passeggiare tra i vicoli della Sanità e dei Tribunali (lì dove c’è l’ingresso principale alla Napoli sotterranea). Infatti la tradizione si è mantenuta viva perché durante la seconda guerra mondiale i cunicoli della città sotterranea furono utilizzati come rifugio antiatomico, e la storia si è ripetuta. Niente folletti e gnomi, quindi, bensì realtà storica e, ancora una volta, tanta fantasia.

COME RAGGIUNGERE LA NAPOLI SOTTERRANEA

L’ingresso è su via Tribunali, all'altezza della chiesa di San Paolo Maggiore nei pressi di piazza S. Gaetano. L’escursione nel sottosuolo dura circa due ore ed è guidata dall'associazione di speleologi Napoli Sotterranea.

BIBLIOGRAFIA

· Depliant di Napoli sotterranea distribuiti dall’Associazione Napoli sotterranea

SITI SUL TEMA

· www.napolisotterranea.org
· www.lanapolisotterranea.it