La caccia alle streghe
stava avendo un
crescendo vertiginoso e
seguiva un tracciato
prestabilito. Le
fanciulle gridavano il
nome di una persona,
asserendo che il suo
spettro le aveva
tormentate, e quella
persona veniva
arrestata. Ad un primo
interrogatorio
l'accusato negava di
praticare la
stregoneria, al che le
fanciulle venivano colte
dai soliti attacchi.
Questo fatto costituiva
l'inconfutabile colpa
del prigioniero che
veniva condotto in
attesa del giudizio. Con
tale sistema vennero
imprigionate le sorelle
di Rebecca Nurse. Il 4
aprile venne arrestata
anche Elizabeth Proctor,
presso cui lavorava come
domestica Mary Warren,
una delle tormentate.
John e Elizabeth Proctor
abitavano in una
fattoria di loro
proprietà che confinava
con quelle di George
Jacobs senior e di Giles
Corey. Essi vennero
coinvolti nella caccia
alle streghe soprattutto
a causa di Mary Warren,
i loro beni vennero
confiscati, i figli
incarcerati uno dopo
l'altro, ed uno di essi
(William) torturato.
John fu impiccato;
Elizabeth, condannata a
morte, si salvò solo
perchè incinta (in
questi casi la legge
inglese sospendeva
l'esecuzione fin dopo il
parto). Quando Elizabeth
era stata arrestata, al
marito, che era
intervenuto in sua
difesa, fu riservato lo
stesso trattamento. In
precedenza John Proctor
aveva detto che le
ragazine avrebbero
dovuto essere frustate
ben bene perchè "se le
lasceremo fare,
diventeremo tutti quanti
diavoli e streghe". Le
sue parole si rivelarono
successivamente vere.
Due delle ragazze
tormentate cominciarono
a cambiare contegno
cercando invano di
sfuggire alla folle rete
di accuse che aveva
ormai imprigionato
Salem. Quando John
Proctor venne arrestato,
Mary Warren si staccò
dal gruppo delle
accustrici e le incolpò
di simulazione: subito
fu a sua volta accusata
di stregoneria,
denunciata e arrestata.
Tentò di resistere, ma
non vi riuscì; dopo un
penoso alternarsi di
dichiarazioni
d'innocenza e di
svenimenti, rientrò nel
ruolo che le imponevano
sia le sue compagne sia
i magistrati e i
concittadini. Anche
Sarah Churchill ebbe un
breve attimo di
ripensamento dopo
l'arresto del suo datore
di lavoro, il vecchio
George Jacobs ma, come
Mary Warren, cedette ai
pressanti interrogatori
dei magistrati e
testimoniò che Jacobs
l'aveva costretta a
firmare il libro del
diavolo. Più tardi disse
al pastore di Boston che
l'aveva interrogata: "Se
soltanto avessi detto al
signor Noyer una volta
di aver messo il mio
nome sul libro, mi
avrebbe creduto. Ma se
gli avessi detto cento
volte di no non mi
avrebbe creduto". In
aprile Salem raggiunse
il culmine della psicosi
grazie alla giovane Ann
Putnam, leader degli
accusatori, e spinta
dalla madre nevrotica.
Essa stava camminando
accanto al prato della
parrocchia, luogo
identificato come punto
dove le streghe si
raccoglievano per i loro
diabolici pasti a base
di pane rosso e di
sangue. Improvvisamente
Ann Putnam si fermò e
gridò: "Oh, povera me!
Viene un pastore. Ma
adesso anche i pastori
sono streghe?". Essa non
ne riconobbe le
sembianze ma disse il
nome. Era il reverendo
George Burroughs,
ex-pastore di Salem. Non
è sorprendente che i
magistrati esitassero
prima di trarlo in
arresto, ma la storia di
Ann Putnam venne
confermata da Mercy
Lewis, che prima di
essere domestica a casa
Putnam lo era stata da
Borroughs. I magistrati
emisero un mandato di
cattura. Burrough era
pastore in una
parrocchia nel lontano
Maine, ma il lungo
braccio della legge lo
raggiunse e lo afferrò
nel mezzo di un pasto.
La legge catturò anche,
su indicazione delle
fanciulle, il capitano
John Alden, un
rispettabile capitano di
mare la cui famiglia era
giunta in America nel
1620 a bordo del "Mayflower".
Quando guardò le
fanciulle esse si
mistero a gridare e
caddero in preda alle
convulsioni. Egli si
volse ai magistrati e
disse: "Perchè non
cadete a terra anche voi
quando vi guardo?". Essi
ignorarono la domanda e
lo mandarono in
prigione. Alden, deciso
a non finire i suoi
giorni appeso a una
corda per le accuse di
alcune ragazzine folli,
corruppe il carceriere,
e una mattina fuggì al
galoppo in un luogo dove
si tenne nascosto fino a
quando la grande caccia
alle streghe fu
terminata.
In giugno le fanciulle
avevano accusato altre
cento persone, abitanti
di Salem e di città e
villaggi vicini. Le
prigioni straripavano,
ed era giunta ormai
l'ora di portare alcune
streghe a giudizio.
Giunse il nuovo
governatore britannico
del Massachusetts,
William Phips, che
nominò un tribunale
speciale, composto da
sette giudici e
presieduto da William
Stoughton, di 61 anni.
Uomo freddo e spietato,
agì con implacabile
fermezza, fu un
inflessibile fautore
della caccia alle
streghe e non ebbe mai
dubbi sulla correttezza
dei processi del 1692.
Il 2 giugno entrò in
aula la prima sospetta
strega, Bridget Bishop,
che gestiva una specie
di taverna. Certi lati
del carattere di Bridget
urtavano l'etica
puritana: ossia il fatto
che il suo mestiere
fosse legato al gioco e
al divertimento e che si
vestisse in un certo
modo (usava insolita
biancheria di pizzo).
Parecchi uomini
testimoniarono di averla
sognata, o meglio essa
aveva inviato la propria
immagine a disturbare il
loro sonno. Giudicata
colpevole, il 10 giugno
venne impiccata per
stregoneria su un'altura
appena fuori città,
chiamata poi Collina
delle streghe. Qyando la
corte si riunì di nuovo
alla fine di giugno fu
il turno di Rebecca
Nurse, che venne
giudicata assieme ad
altre quattro donne, tra
le quali v'era Sarah
Good. La giuria non ebbe
difficoltà a trovare le
altre quattro colpevoli,
ma quando toccò a
Rebecca che continuò a
ripetere di "non avere
mai tormentato un bimbo,
no, proprio mai", la
giuria non riuscì a
mettere in dubbio le sue
parole. C'era anche la
testimonianza di sua
figlia Sarah che colse
in flagrante simulazione
una delle accusatrici.
"...la vidi tirar fuori
dagli abiti alcuni
spilli, metterseli tra
le dita, e quindi
afferrarsi le ginocchia
con ambo le mani: e poi
ella gridò accusando
Goody Nurse di
pizzicarla e
tormentarla". La giuria
trovò che Rebecca Nurse
non era colpevole.
Stoughton si sentì
oltraggiato e pregò la
corte di riconsiderare
il verdetto. Questa
volta essi emisero la
sentenza che desiderava:
colpevole, il 19 luglio
Rebecca Nurse fu
impiccata insieme alle
altre quattro.
Questa seconda ondata di
impiccagioni gettò il
panico tra le rimanenti
accusate e coloro che le
ritenevano innocenti.
Alcune delle giustiziate
avevano una reputazione
dubbia, ma se la giuria
aveva trovato colpevole
Rebecca Nurse, non v'era
via di scampo per
nessuno. Alcune accusate
cominciarono a
"confessare", perchè era
risaputo che chiunque
avesse ammesso di essere
una strega veniva
risparmiata. Dissero di
essere state visitate
dal diavolo sotto varie
forme d'animale per
persuaderle a far del
male ai loro vicini. Più
tardi tutte quante
ritrattarono queste
confessioni dicendo che
lo avevano fatto solo
per avere salva la vita.
Presumibilmente le
autorità tennero in vita
coloro che avevano
confessato nella
speranza che potessero
incriminare altre
persone. Qualunque sia
la ragione, rimane il
fatto che soltanto
coloro che avevano
continuato a professare
la loro innocenza
salirono al patibolo. In
agosto il terzo gruppo
di prigionieri venne
processato, e tutti
vennero giudicati
colpevoli. Ormai, però,
alcuni abitanti del
Massachusetts
cominciarono a
organizzare petizioni
chiedendo processi più
onesti e imparziali. Ma
il movimento non era
ancora sufficientemente
forte per sopraffare la
credenza popolare che il
diavolo girava per le
strade del Massachusetts
cercando di sovvertire
il governo di Dio sulla
Terra avvalendosi delle
macchinazioni delle sue
streghe. Come si poteva
mettere in dubbio la
malvagità dei
prigionieri, si
chiedevano coloro che
credevano nella
stregoneria, quando gli
effetti sulle fanciulle
tormentate erano
visibili a tutti coloro
che partecipavano ai
processi? Cotton Mather,
un convinto assertore
della stregoneria i cui
scritti sull'argomento
erano ampiamente letti a
Salem, si recò al
villaggio e prese parte
al processo di George
Burroughs, dichiarando
che era tutto in regola.
Quando Burroughs fu
condotto al patibolo
successe una cosa
incredibile: col cappio
attorno al collo
cominciò a recitare il
Padre Nostro. La folla
si aspettava che facesse
l'inevitabile errore, si
supponeva infatti che le
streghe non fossero
capaci di recitare
questa preghiera
correttamente perchè ai
sabba la recitavano
all'incontrario. Ma
Burroughs lo recità in
modo perfetto e con un
sentimento tale che tra
la folla cominciò a
serpeggiare la
convinzione che, dopo
tutto, non poteva essere
colpevole. Vi fu perfino
un tentativo per
rilasciarlo, che sarebbe
anche riuscito se Cotton
MAther non avesse
arringato la folla
dicendo che, qualche
volta, il diavolo poteva
camuffarsi da angelo del
cielo. Così Burroughs fu
impiccato. Tra quelli
giudicati colpevoli
assieme a Gurrough
c'erano George Jacobs e
John ed Elizabeth
Proctor. Jacobs e
Proctor vennero impicati,
ma la data
dell'esecuzione di
Elizabeth venne
posticipata perchè la
donna era incinta. Il 22
settembre si ebbe
l'ultima e più numerosa
ondata di impiccagioni.
I processi si svolsero
tra il 9 e il 17 e si
conclusero con ben
quindici sentenze
capitali, di cui solo
otto furono eseguite.
Tra le a ccusate
Tituba e Martha Cory,
già incontrata perchè
derideva le ragazze. Una
sedicesima persona,
l'ottantenne marito di
Martha Cory, Giles, era
stata portata in
giudizio, ma il suo caso
presentava un problema.
Alla domanda di rito:
"Vi ritenete colpevole o
innocente?", Giles Cory
si rifiutò di
rispondere. Secondo le
leggi inglesi, e quindi
della Nuova Inghilterra,
rifiutarsi di rispondere
a quyesta domanda
preliminare costituiva
reato di insolenza
contro l'autorità e
ribellione alla legge.
Il silenzio era punito
con la cosiddetta "peine
forte et dure".
L'imputato veniva messo
a giacere sotto un
enorme peso, e di tanto
in tanto gli si faceva
nuovamente la domanda;
se persisteva nel
silenzio, il peso veniva
lentamente aumentato
fino a che o si aveva la
risposta (e quindi ne
seguiva il processo) o
si aveva la morte per
stritolamento. I giudici
ordinarono che a Cory
fosse inflitta la "peine
forte et dure" e venne
portato in un campo
presso il tribunale.
Dopo due giorni di
agonia Giles Cory
moriva. Tre giorni dopo
sua moglie, assieme ad
altre sette, veniva
impiccata. Gli altri
riconosciuti colpevoli,
tra cui Tituba, avendo
confessato, vennero
rimandati in prigione.
Prima che la Corte si
riunisse nuovamente le
fanciulle superarono se
stesse. La gente aveva
pensato che giustiziare
le streghe avrebbe
ridotto le sofferenze
delle ragazze, ma doveva
ben presto scoprire che
le cose non sarebbero
affatto andate in questo
modo. Ad ogni strega che
saliva al patibolo le
ragazze trovavano
qualcun altro da
accusare. Alla fine esse
gridavano nomi che anghe
gli inquisitori più
influenzabili non
potevano acettare, ad
esempio alcuni parenti
dei giudici e la moglie
del governatore, Lady
Phips. Durante la
maggior parte del
processo alle streghe il
governatore era stato a
combattere gli Indiani
presso il confine
canadese. Quando apprese
quel che era successo in
sua assenza, egli
insultò aspramente
Stoughton e fece fermare
ogni attività della sua
Corte Suprema. Alla fine
le voci più sagge
vennero ascoltate. Le
implicazioni teologiche
furono esaminate da un
certo numero di pastori,
nessuno così credulo
come Samuel Parris o
Cotton Mather. Il padre
di Cotton, Increase
Mather, presidente
dell'Harvard College,
dichiarò: "E' meglio che
dieci streghe sospette
sfuggano alla morte
piuttosto che una sola
innocente sia
condannata". Nominata
una nuova Corte, la
prova diabolica non
venne più riconosciuta.
Le esecuzioni dei
prigionieri vennero
sospese, le accuse
contro di loro caddero e
le prigioni cominciarono
a svuotarsi. Il 14
gennaio 1693 il
governatore Phips
concesse perdono a tutti
coloro che erano stati
accusati di stregoneria.
Il Massachusetts si era
liberato dall'incubo
delle streghe, e riprese
la solita via. Ma a
Salem le ferite
continuarono a dolere
per generazioni. Durante
il periodo d'isterismo,
le fanciulle si erano
rese responsabili
dell'arresto di quasi
duecento persone, di cui
trenta vennero
condannate a morte.
Diciannove furono
impiccate, due
esecuzioni rinviate
perchè le donne erano
incinte, vennero alla
fine sospese, e cinque
sfuggirono alla morte
dopo che era stata
emessa la sentenza.
Quando la tempesta si
calmò più di
centocinquante streghe
rimasero in prigione, e
nonostante fosse stata
sospesa l'esecuzione,
prima di essere
rilasciate dovettero
pagare le spese
giudiziarie e di
detenzione. Tituba fu
tra le ultime a essere
rilasciata perchè Parris
si rifiutò di pagare per
lei, e per far fronte
alle spese, fu venduta a
un altro padrone. Parris
stesso, nel 1697, fu
costretto a rassegnare
le dimissioni da
ministro di Salem.
Sembra non
vi
sia dubbio che a Salem
sia stato praticato un
certo tipo di magia
bianca. Tituba si
dilettava di
stregoneria, e
probabilmente furono
proprio i suoi
incantesimi esotici e le
predizioni del futuro a
creare gravi squilibri
psiconervosi nelle menti
della piccola Elizabeth
Parris e delle sue
compagne. I puritani
condannarono tutte
quelle superstizioni,
qualunque fosse il loro
paese d'origine, ma
nonostante ciò la
superstizione continuò
ad esistere. I puritani
consideravano queste
attività come opera del
diavolo, ma a dire il
vero essi vedevano il
diavolo in qualunque
cosa fosse contraria
alla loro concezione
morale; anche la
ribellione naturale
degli adolescenti venne
interpretata come opera
del diavolo. Le
ragazzine di Salem
scoprirono presto che le
convulsioni davano loro
un'opportunità d'oro per
sfuggire ai rigori di
un'educazione
strettamente religiosa
indulgendo in qualsiasi
genere di comportamento
oltraggioso senza paura
di essere punite. Ma
quale spiegazione dare a
questo comportamento
bizzarro? Gli adulti
erano apparentemente
desiderosi, quasi
morbosamente avidi di
credere che fossero
stregate. Infatti, sia
il medico che il pastore
incoraggiarono l'idea, e
una volta mossa la prima
accusa, era impossibile
tornare indietro. Se mai
le fanciulle avessero
avuto un attimo di
esitazione, c'erano
sempre i "grandi", e in
modo particolare la
madre di Ann Putnam, ad
incitarle. La caccia
alle streghe può essere
cominciata come una
confusione mentale
venutasi a creare in
alcune delle ragazze più
impressionabili, come
Elizabeth Parris, ma
venne rinfocolata da
ripicco, dispetto,
desiderio di essere al
centro dell'attenzione e
di provare nuove ed
eccitanti sensazioni.
"Lo abbiamo fatto per
divertimento", ammise
una delle ragazze.
"Dovevamo pure
divertirci un po'". Per
soddisfare questo loro
desiderio, e credessero
o meno alle proprie
accuse, le prime
delatrici di Salem
agirono comunque su una
base di connivenza e
omertà che ebbe il suo
epicentro nel gruppo
delle presunte
indemoniate e di chi
sosteneva il loro
atteggiamento., ma trovò
un pubblico che divenne
coprotagonista del
dramma. Ventidue
concittadini morirono,
anche se non è nulla al
confronto delle
centinaia di migliaia
che persero la vita in
Europa, spesso dopo
terrificanti torture.
Salem deve in parte la
sua fama al fatto che
riacquistò il buon
senso, e in parte
all'abbondanza di
opuscoli, diari, lettere
e verbali dei processi
che permettono ai
protagonisti di tornare
sulla scena. Dopo i
fatti terribili di 300
anni or sono, la città
ha imparato a convivere
con questa fama
sinistra. E a trarne un
grande vantaggio
turistico, sicuramente
aiutata dal clima e
dalla bellezza del
paesaggio (siamo sulla
costa atlantica degli
Stati Uniti, non lontano
da Boston). Il viaggio
nella Salem dei misteri
potrebbe cominciare con
una visita al "Salem
witch museum" (www.salemwitchmuseum.com),
una casa in stile gotico
in cui viene riproposto
l'ambiente e le fasi più
"calde" del processo
alle streghe del 1692.
Il museo è anche
attrezzato con un sito
internet che permette
una visita virtuale alle
stanze dove si tenne il
processo. Per non
parlare di una "chicca"
per gli appassionati:
gli acquisti on line di
qualche oggetto
"stregonesco". Un'altro
appuntamento da non
perdere, nella
cittadina, è il "Salem
Wax Museum of Witches",
il museo delle cere
delle streghe di Salem.
Una proposta particolare
e, oggi, curiosa e
divertente. Per vedere
da vicino il volto dei
protagonisti di quella
lugubre, folle vicenda.
BIBLIOGRAFIA
·
"La Macchina del
Tempo", Anno 2 N°7
<- PARTE PRIMA
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