Salem
Village, Massachusetts,
nel 1642 era una
comunità rurale
satellite staccatosi dal
nucleo di Salem Town (il
luogo dell'antica Salem
Village corrisponde
all'incirca all'odierna
Danvers) formata da
emigranti di seconda e
terza generazione, molto
attivi e dotati di
iniziativa personale e
senso corporativo. Gli
abitanti della Nuova
Inghilterra erano "un
popolo scelto da Dio
perchè colonizzasse quei
territori che una volta
erano del diavolo",
scrisse Cotton Mather,
uno dei più noti
ministri della colonia.
La gente di Salem, come
tutti i coloni puritani
del Massachusetts, si
consideravano soldati
sempre in guerra contro
il diavolo e il suo
operato. Gli anni
immediatamente
precedenti il 1692 non
erano stati facili.
Invasioni di locuste e
ripetuti periodi di
siccità avevano
distrutto i raccolti in
tutta la regione,
causando ristrettezze e
miseria per la maggior
parte dei coloni, la sua
sopravvivenza era legata
ai frutti della terra.
Come se tutto ciò non
bastasse, un enorme
incendio scoppiò a
Boston nel 1691
distruggendo quasi tutta
la città. Poco dopo
questa tragedia giunse
il terribile terremoto
che rase al suolo Port
Royal in Giamaica
uccidendo circa duemila
persone, per la maggior
parte parenti e amici
dei coloni del
Massachusetts. A molti
sembrò che questi
disastri fossero parte
di un piano del diavolo
per cacciarli dalla
Nuova Inghilterra e
riprendersi i suoi
territori. Fu in questa
atmosfera di
superstizione e
crescente panico che nel
1692 scoppiò l'isterica
caccia alle streghe. Con
la rivelazione che
alcuni di loro "erano in
combutta cl diavolo",
per dare una spiegazione
alle loro sfortune la
gente trovò capri
espiatori nel piccolo
villaggio di Salem, che
per dodici mesi, visse
nell'incubo di una
selvaggia caccia alle
streghe. Salem si era
già guadagnato una certa
reputazione per liti tra
cricche rivali che
desideravano controllare
il paese, e due ministri
del culto se ne erano
andati dopo essersi
scontrati con la
congregazione. Il loro
successore fu il
reverendo Samuel Parris,
e i fatti che dovevano
scuotere la tranquilla
vita di Salem
cominciarono proprio
attorno al focolare
della sua cucina.
In precedenza Parris
aveva commerciato nelle
Indie Occidentali, ed
era tornato dall'isola
di Barbados con due
schiavi: John Indian, un
purosangue caraibico, e
la moglie Tituba, la cui
ascendenza era metà
caraibica e metà
africana. Essa era a
conoscenza dell'obeah,
la magia delle Indie
Occidentali giunta
dall'Africa con i suoi
antenati. Nei primi mesi
dell'anno 1962 Tutuba
cominciò a mostrare i
trucchi e gli
incantesimi che
conosceva alle due
fanciulle della casa,
Elizabeth e Abigail.
Elizabeth, figlia di
Parris, era una bimba
tranquilla e ubbidiente
di nove anni, mentre
Abigail Williams, cugina
e più vecchia di due
anni, era di uno stampo
diverso, maliziosa,
infida e insincera. Non
era interamente colpa
sua, perchè i rigori di
un'educazione puritana
pesavano terribilmente
sull'esuberanza di una
ragazza che viveva in
quei luoghi. A Salem
erano poche le vie
d'uscita dalla severa
atmosfera, e nella casa
dei Parris non ve ne
erano del tutto, trane
che in cucina. Durante i
lunghi pomeriggi
invernali, ogni volta
che lo zio e la zia
erano fuori casa,
Abigail correva ad
ascoltare le storie di
magia di Tituba,
pregandola di leggere
anche nel futuro.
Elizabeth, per la quale
la schiava nutriva un
particolare affetto,
veniva con la cugina e
ne condivideva le gioie
del proibito. Ben presto
la cucina dei Parris fu
meta di molte altre
ragazze desiderose di
sentirsi leggere il
futuro. Tra queste Mary
Walcott e Susanna
Sheldon che vivevano
vicino alla parrocchia.
Da più lontano veniva la
dodicenne Ann Putnam,
figlia di una madre
nevrotica, e Mercy
Lewis, domestica in casa
Putnam, una fanciulla
particolarmente curiosa
e portata ad origliare.
Queste ragazze portarono
con sè amiche e
cameriere: Sarah
Churchill, domestica in
casa del vecchio George
Jacobs; Elizabeth
Hubbard, nipote della
moglie del dottor Griggs,
il medico del villaggio
e domestica nella sua
casa; Mary Warren,
domestica in casa di
John ed Elizabeth
Proctor. Il gruppo,
composto da circa dieci
ragazze, tutte al di
sotto dei vent'anni,
provò per la prima volta
una sensazione eccitante
che rompeva la monotonia
della loro vita
quotidiana, nonostante
quel che facevano fosse
assai pericoloso perchè
severe leggi dettate da
un rigoroso puritanesimo
vietavano di leggere nel
futuro, considerandola
una prerogativa del
diavolo che portava a
dannazione certa e al
fuoco eterno
dell'inferno. L'effetto
sul fragile sistema
nervoso delle ragazze fu
inevitabile. Preoccupate
per quel che avevano
visto e sentito esse
caddero ammalate e
cominciarono a
comportarsi in modo
strano.
La piccola Elizabeth
Parris cadeva in trance
guardando a lungo
fissamente nel vuoto,
dopo di che cominciava a
gridare e si lasciava
cadere a terra. Abigail
si comportava allo
stesso modo, emettendo
dei suoni gutturali come
se stesse soffocando,
abbaiava come un cane e
camminava carponi su
mani e piedi. Quando
Parris pregava per la
loro guarigione, Abigail
si tappava le orecchie
alle sante parole ed
Elizabeth gridava e
gettava attraverso la
stanza la Bibbia di
famiglia. Profondamente
allarmato da questo
comportamento, Parris
chiamò il dottor Griggs
che curò le bimbe con
varie medicine, senza
tuttavia ottenere alcun
miglioramento. Alla fine
scosse la testa e
diagnosticò che erano in
preda a un maleficio. I
vicini colsero al volo
la frase e dissero che
le due ragazzine erano
stregate. Mary Walcott e
Susanna Sheldon ebbero
delle convulsioni. Ann
Putnam si muoveva
carponi con movenze
animalesche. L'intero
villaggio era
preoccupato: che cosa si
poteva fare per aiutare
le povere ragazze? John
Proctor fu pronto a
trovare una soluzione.
Fece sedere Mary Warren
al filatoio e le disse
che se avesse avuto un
altro attacco l'avrebbe
legata. Essa guarì.
Altri risero delle
"bambine", così venivano
chiamate nonostante
avessero quasi
vent'anni. Parris non
era tra quelli che
ridevano, nè credeva nel
rimedio di John Proctor.
Egli chiamò aiuto
dall'esterno, e in
risposta alla sua
supplica giunsero una
mezza dozzina di
ministri del culto da
Salem Town e dalla
vicina Beverly per
pregare con le ragazze.
All'inizio esse
ascoltarono
tranquillamente, ma
presto un moto di
insofferenza serpeggiò
tra loro e cominciarono
ad agitarsi ogni volta
che veniva citato il
nome di Dio. Alla fine
si contorcevano sul
pavimento, e le loro
grida echeggiavano
talmente alte da
costringere i pastori ad
abbandonare le loro
preghiere. Parris allora
si ricordò della schiava
Tituba. Durante i suoi
viaggi nelle Indie
Occidentali aveva
sentito parlare di "obeah"
e "voodoo". I disturbi
accusati dalla figlia
potevano essere causati
da qualche diavoleria
del genere? Egli osservò
attentamente Tituba, e
un giorno la vide
prendere qualcosa dalla
cenere del camino e
darla da mangiare al
cane. Quando le chiese
di che cosa si trattasse
si sentì rispondere:
"Una torta, signore".
Parris si rese conto che
la donna aveva preparato
una "torta della
strega". La torta della
strega era fatta con
farina di segale
impastata con urina di
bimbo e data in pasto a
un cane. Si credeva che
se il cane avesse
cominciato a tremare, il
bimbo sarebbe guarito.
Tituba stava cercando di
far guarire la sua amata
Elizabeth. Alla scoperta
della torta, Parris fu
assalito da un attacco
di collera violenta e
fustigò Tituba finchè
questa confessò di aver
appreso le arti magiche
nel suo paese, ma negò
di essere una strega.
Parris fece poi delle
domande a Elizabeth sui
suoi rapporti con Tituba
finchè la bimba scoppiò
in pianto e confessò
tutto sugli incontri che
avvenivano in cucina.
Dapprima le altre
ragazze negarono la
storia di Elizabeth, ma
alla fine ammisero tutto
quanto.
Anche a questo punto la
situazione avrebbe
potuto essere contenuta
entro certi limiti se
Parris non avesse posto
la domanda fatale. "Chi
oltre a Tituba, è
coinvolto in questa
storia?". Abigail
rispose: "Goody Good".
("Goody", abbreviazione
di goodwife è
intraducibile. Assieme
al maschile goodman,
questi due appellativi
venivano usati per
capifamiglia e
denotavano rispetto e
quasi deferenza nei
confronti delle persone
anziane e stimate.
Alcune volte, come in
questo caso, sono
attribuiti anche a
persone di condizione
sociale inferiore, mai
però a schiavi o servi).
Sarah Good era una mezza
vagabonda dalla
reputazione piuttosto
dubbia, che si
arrangiava a forza di
espediente, fumava la
pipa, ed era disprezzata
da tutti. "Chi altro?" "Goody
Osborne". Anch'essa era
considerata una donna di
dubbia moralità.
Benestante e a quanto
pare un po' svanita di
cervello e molto malata.
Sposatasi tre volte, con
l'ultimo marito aveva
convissuto per un certo
tempo prima di sposarlo
(da qui la fama di
immoralità), nessuno
l'aveva mai vista in
chiesa. Il 29 febbraio
1692 vennero emessi
mandati di cattura per
Tituba, Sarah Good e
Sarah Osborne. Il giorno
successivo fecero
ingresso nel villaggio
due magistrati di Salem
Town: John Hathorne,
antenato dello scrittore
Nathaniel Hawthorne, e
Jonathan Corwin. Gli
interrogatori si tennero
nella Casa delle
Adunanze di Salem
Village, edificio dove
avvenivano le riunioni
della congregazione. La
prima ad essere
sottoposta a
interrogatorio fu Sarah
Good, che negò di aver
mai fatto ricorso a
pratiche di stregoneria.
Hathorne ordinò che
tutte le bambine la
guardassero bene per
vedere se era lei la
persona che le
tormentava; allora esse
la guardarono e
dichiararono che era
proprio lei. Subito dopo
caddero in preda ai
tormenti gridando che
era lo spettro di Sarah
Good a morsicarle e
pizzicarle. La folla
adunata nella sala
osservava quel che stava
succedendo con terrore,
convinta che tutto ciò
era dovuto al diavolo.
Questi invisibili
attacchi alle bambine
dovevano giocare un
ruolo essenziale
nell'esame di tutti gli
accusati, e nei
successivi processi.
Senza questa "prova
diabolica", come venne
chiamata, nessuno dei
prigionieri avrebbe
potuto essere
imprigionato. La prova
diabolica era basata
sulla convinzione che il
diavolo potesse assumere
la forma fisica di una
strega, e sotto tali
spoglie ingannare il
marito giacendo al suo
fianco mentre essa
presenziava a un sabba
o, come a Salem,
molestava coloro che la
accusavano. Solo coloro
che venivano tormentati
riuscivano a vedere
questi spettri, ma la
loro esistenza venne
comunque considerata un
fatto reale. Si credeva
inoltre che il diavolo
potesse assumere le
sembianze di una persona
solo col suo permesso e
non avrebbe mai potuto
farlo con un innocente.
Di conseguenza, chiunque
fosse stato visto da uno
degli accusatori veniva
ritenuto colpevole e non
serviva a nulla produrre
un alibi. Il corpo
fisico di una persona
poteva benissimo stare
alla presenza di un
centinaio di testimoni,
ma il suo spirito, col
suo permesso, poteva
tormentare gli
accusatori. Sottoposta a
interrogatorio, Sarah
Osborne negò di aver mai
seviziato le ragazze. Le
suddette fanciulle,
presenti in aula,
l'accusarono, dopo di
che si agitarono e
urlarono come se fossero
sottoposte a ogni sorta
di violenza. Hathorne
chiese alla Osborne
perchè facesse loro del
male, ma essa negò ogni
addebito. Richiesta di
spiegare come facesse a
tormentarle a quel modo,
pur restando fisicamente
lontana, negò di aver
mai fatto qualcosa del
genere. Le venne chiesto
allora chi fosse a farlo
in vece sua. Essa avanzò
l'ipotesi che fosse il
diavolo ad assumere le
sue sembianze senza che
lei lo sapesse, ma la
corte non la prese
neppure in
considerazione. Sarah
Osborne venne rinchiusa
in prigione dove morì
due mesi dopo.
Alla fine comparve
Tituba e la sua entrata
venne accolta da
violentissime reazioni
da parte delle ragazze
accusatrici,
probabilmente
terrorizzate all'idea di
quel che poteva rivelare
sugli incontri che
avvenivano nella cucina
dei Parris. Ma la
sfortunata Tituba aveva
imparato qualcosa dal
duro trattamento
riservatole dal padrone.
Quando aveva negato di
conoscere l'arte della
stregoneria era stata
picchiata, quando invece
aveva "confessato" la
punizione era cessata.
Dinanzi ai magistrati
cercò di us are
la stessa tattica, e di
nuovo funzionò. Hathorne
le chiese: "Hai mai
visto il diavolo?".
Tituba rispose: "Il
diavolo è venuto a
trovarmi e mi ha
ordinato di servirlo".
Il pandemonio in aula
cessò. Tutti gli occhi
erano puntati su Tituba
mentre narrava la sua
storia. Così come una
volta aveva tenuto le
ragazze incantate
accanto al fuoco, ora il
pubblico non perdeva una
parola di quanto diceva.
Per tre giorni
consecutivi narrò
meraviglie. Il diavolo
le si era presentato
qualche volta sotto
forma di gatto o di topo
o di rospo, anche se la
maggior parte delle
volte compariva sotto le
spoglie di un uomo di
alta statura, vestito di
nero e dai capelli
bianchi. Egli le disse
di essere Dio e le
chiese di scrivere il
suo nome nel libro che
aveva con sè. Essa
ubbidì firmando con "un
segno rosso come il
sangue". Era volata a un
sabba e aveva incontrato
delle streghe
provenienti da Boston e
da altre parti. Le forme
di Sarah Osborne e Sarah
Good, e di altre di cui
non conosceva il nome,
le avevano ordinato che
tormentasse le bambine,
anche la sua amata
Elizabeth. Le persone
presenti si sentirono
sollevate all'idea che
almeno una strega si
fosse redenta e
confessasse le sue
malefatte, anceh se
davano loro fastidio
"quelle altre forme".
Chi potevano essere?
Salem Village non doveva
aspettare a lungo le
altre candidate
all'accusa. Martha Corey,
con il suo ironico
disinteresse per la
spettacolare scenografia
montata dalle ragazzine,
fu la prima. ann Putnam
l'additò gridando, e
venne arrestata. "Io
sono una donna che vive
secondo il Vangelo",
essa disse alla corte.
"E' una strega del
vangelo!" gridò una
delle ragazze, e tutte
le altre presero a
cantare in coro: "Strega
del Vangelo! Strega del
Vangelo!".
Una di esse indicò la
finestra e disse che
riusciva a vedere le
streghe che si
raccoglievano in quello
stesso istante per un
sabba sul prato
antistante la Casa delle
Adunanze. Gli astanti
erano terrorizzati. Ann
Putnam identificò in una
strega Rebecca Nurse, da
tutti considerata una
santa donna. Anche
l'inflessibile John
Hathorne parlò in
termini gentili a
Rebecca quando gliela
condussero dinanzi.
Vecchia, fragile e
sorda, madre amata di
quattro maschi e quattro
femmine, rispose alle
domande che le venivano
poste protestando la
propria innocenza. La
sua sincerità era tale
che, nonostante il
vociare delle ragazze,
sembrò che il caso
contro di lei venisse
chiuso. Poi la voce
della madre di Ann
Putnam si levò sopra
tutte: "Non ti sei
portata appresso l'Uomo
Nero?" Non mi hai
minacciato di strapparmi
l'anima dal corpo,
ripudiando con parole
oscene e orrendamente
blasfeme il Signore
Iddio benedetto?". "Mio
Dio aiutami!", gridò
Rebecca e tese le
proprie mani in segno di
sgomenta costernazione.
Al che le fanciulle
presenti tesero
anch'esse le loro mani e
da quel momento presero
a copiare esattamente
ogni gesto che la
sfortunata prigioniera
faceva. Gli spettatori
cominciarono a nutrire
dei dubbi sulla
innocenza di Rebecca, e
la corte concluse che
aveva stregato le
bambine davanti ai loro
occhi.
BIBLIOGRAFIA
·
Il mondo
dell'occulto" -
Stregoneria e magia di
Jeremy Kingston anno
1976
PARTE SECONDA ->
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