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														 Da 
														centinaia di anni si 
														discute sulla veridicità 
														della sindone, la 
														reliquia più preziosa 
														della cristianità. 
														Nell'antichità il 
														vocabolo "sindon" si 
														usava per indicare un 
														taglio di tela per un 
														uso specifico (telo, 
														lenzuolo, tunica o 
														altro). La Sindone è 
														infatti un lenzuolo 
														rettangolare di puro 
														lino, di 4,36 metri di 
														lunghezza e 1,10 metri 
														di larghezza, cucito su 
														una tela bianca 
														d'Olanda, applicata come 
														sostegno dalle suore 
														clarisse di Chambèry 
														(Francia) nel 1534, due 
														anni dopo che un 
														incendio aveva 
														danneggiato la reliquia. 
														Il suo perimetro è 
														bordato da raso azzurro 
														e lungo il suo lato 
														superiore fu cucito nel 
														1868 dalla principessa 
														Clotilde di Savoia un 
														telo di raso rosso che 
														veniva steso a 
														proteggere l'immagine 
														quando il lenzuolo era 
														riposto nel reliquiario. 
														In origine forse le 
														dimensioni della Sindone 
														erano di circa 30 
														centimetri in più di 
														lunghezza, ma la 
														probabile asportazione 
														di piccoli pezzetti di 
														lenzuolo distribuiti a 
														chiese e monasteri deve 
														averne modificato le 
														originali dimensioni. Lo 
														spessore del telo è di 
														circa un terzo di 
														millimetro, maggiore di 
														quello delle comuni 
														stoffe usate per le 
														coperture di materassi; 
														la stoffa è tessuta in 
														un unico pezzo, in 
														diagonale "tre a uno":il 
														filo trasversale della 
														trama passa 
														alternativamente sopra 
														tre e sotto uno di 
														quelli longitudinali 
														dell'ordito. Questo 
														sistema di tessitura 
														contribuisce a 
														garantirne la 
														robustezza. La spigatura 
														che corre nel senso 
														della lunghezza varia di 
														inclinazione ogni 
														centimetro, dando così 
														alla stoffa il 
														caratteristico aspetto a 
														"spina di pesce". A 
														prima vista ciò che più 
														colpisce l'osservatore 
														sono le due linee scure 
														e i triangoli chiari che 
														corrono in tutta la sua 
														lunghezza a circa 25 
														centimetri dai lati 
														maggiori. Questo dipende 
														dai molti casi in cui la 
														preziosa reliquia ha 
														rischiato di andare 
														distrutta: 
 ·
														
														Tracce di un incendio 
														precedente al 1532 si 
														intravedono sulle due 
														linee parallele di 
														bruciatura, sotto forma 
														di cerchietti scuri, 
														all'altezza delle mani 
														dell'Uomo della Sindone 
														e nella sede 
														corrispondente 
														nell'impronta dorsale, 
														cioè a livello delle 
														natiche; risultano prive 
														di alone bruno perchè la 
														tela si carbonizzò 
														completamente. La 
														Sindone doveva essere 
														piegata in quattro 
														quando si verificò 
														questo danno. I rammendi 
														relativi sono stati 
														fatti con diversa 
														tecnica. Infatti si 
														vede, per esempio, un 
														rammendo a sopraggitto 
														che lascia completamente 
														liberi gli orli neri in 
														cui si notano, distinti 
														e sciolti, i capi dei 
														fili carbonizzati. 
														Testimonianze di quelle 
														bruciature si ritrovano 
														in una copia della 
														Sindone eseguita a 
														Chambèry nel 1516, 
														sedici anni prima 
														dell'incendio. Su questa 
														copia si vedono quattro 
														gruppi di macchie 
														esattamente 
														corrispondenti ai segni 
														dei fori sulla Sindone.
 
														
														
														·
														
														Secondo gli studiosi, 
														questi segni delle 
														bruciature più antiche 
														potrebbero essere la 
														conseguenza di una 
														"prova del fuoco" alla 
														quale sarebbe stata 
														sottoposta la Sindone il 
														14 Aprile del 1503.. 
														Antoine Lalaing narra 
														che in quell'anno, nella 
														città di Bourg-en-Bresse 
														(Francia), l'arciduca 
														Filippo I il Bello, di 
														ritorno dal suo viaggio 
														in Spagna, incontrò la 
														sorella Margherita 
														d'Austria, moglie del 
														duca Filiberto II di 
														Savoia, che aveva con sè 
														la reliquia. La Sindone 
														venne esposta alla 
														presenza di tre vescovi; 
														poi, per provare che era 
														autentica, venne bollita 
														nell'olio, gettata nl 
														fuoco, lavata e 
														lisciviata più volte; ma 
														non si riuscì a 
														cancellare l'immagine 
														che vi era impressa. 
														L'episodio ha del 
														leggendario e quindi è 
														molto probabile che i 
														segni presenti sulla 
														Sindone risalgano ad 
														un'epoca parecchio più 
														antica. 
														
														
														· 
														Le righe e i segni scuri 
														sono le tracce lasciate 
														dall'incendio che 
														devastò la 
														Saint-Chapelle del 
														castello di Chambèry 
														nella notte fra il 3 e 
														il 4 dicembre del 1532. 
														La Sindone in 
														quell'occasione era 
														tenuta ripiegata in un 
														reliquiario di legno 
														rivestito d'argento, dal 
														quale caddero gocce di 
														metallo fuso che 
														bruciarono in un angolo 
														i diversi strati della 
														stoffa. Una volta 
														aperto, il lenzuolo 
														risultò danneggiato in 
														modo simmetrico. 
														Inoltre, l'acqua usata 
														per spegnere l'incendio 
														aveva lasciato molti 
														aloni a forma di losanga 
														che circoscrivono le 
														zone rimaste asciutte. I 
														triangoli chiari sono le 
														rappezzature dei punti 
														completamente bruciati: 
														queste riparazioni 
														furono eseguite, come la 
														cucitura sulla tela 
														d'Olanda, dalle suore 
														clarisse di Chamèry, che 
														ricavarono le toppe da 
														corporali d'altare. 
														
														
														· 
														Nel maggio 1990, per la 
														necessità di 
														improrogabili lavori di 
														restauro, la cappella 
														della Sindone, attigua 
														al duomo di Torino, era 
														stata chiusa. Proprio 
														quel giorno, festa 
														liturgica della Sindone, 
														alcuni pezzi di 
														cornicione erano caduti 
														durante la celebrazione 
														della messa. La cappella 
														della Sindone, gioiello 
														barocco di Guardino 
														Guarini, sacerdote 
														teatino e architetto 
														ducale, custodiva il 
														prezioso lino dal 1694. 
														Un trasferimento 
														temporaneo a questo 
														punto era però 
														inevitabile ed è 
														avvenuto il 24 febbraio 
														1993, giorno delle 
														Ceneri. Il venerato 
														lenzuolo, chiuso nel suo 
														reliquiario, è stato 
														collocato dietro 
														l'altare maggiore del 
														duomo e protetto da 
														cristalli antiproiettile 
														le cui pareti erano 
														spesse 39 millimetri. 
														Nella notte fra l'11 e 
														il 12 aprile 1997 un 
														furioso incendio si è 
														sviluppato nella 
														cappella dei Guarini, 
														provocando danni anche 
														all'attiguo palazzo 
														reale e al duomo. La 
														Sindone è stata salvata 
														dai vigili del fuoco, in 
														particolare dal coraggio 
														e dalla determinazione 
														del funzionario Mario 
														Trematore, il quale non 
														ha esitato a rischiare 
														la vita pur di 
														infrangere a colpi di 
														mazza i cristalli che 
														racchiudevano il 
														reliquiario per portarlo 
														poi indenne fuori dal 
														duomo. 
														
														
														GLI ULTIMI INTERVENTI 
														SULLA SINDONEDa: "Informazioni per la 
														stampa (Torino, 21 
														settembre 2002)" -
														
														www.sindone.org
 
														Una serie di importanti 
														interventi è stata 
														compiuta sulla Sindone 
														nel periodo fra giugno e 
														luglio scorsi, nel 
														recinto del Duomo di 
														Torino: 
 1. 
														Si è provveduto a 
														scucire completamente la 
														Sindone dal telo 
														d'Olanda su cui era 
														fissata dal 1534; sono 
														state rimosse tutte le 
														"toppe" cucite dalle 
														Clarisse di Chambéry e 
														un nuovo supporto è 
														stato unito al Telo 
														sindonico.
 
														
														2. 
														E' stata effettuata la 
														scansione digitale 
														completa sia sul lato 
														dell'immagine sia su 
														quello posteriore. 
														
														3. 
														Si è realizzata una 
														nuova documentazione 
														fotografica completa 
														della Sindone.
 Tutte le operazioni si 
														sono svolte sotto la 
														sorveglianza del Custode 
														pontificio, 
														l'Arcivescovo di Torino 
														card. Severino Poletto. 
														I lavori sono stati 
														seguiti in tutte le loro 
														fasi dagli Assistenti 
														del Custode mons. 
														Giuseppe Ghiberti e 
														prof. Piero Savarino, 
														con la collaborazione 
														della Commissione 
														diocesana per la Sindone 
														e della Commissione per 
														la conservazione. Gli 
														interventi sono stati 
														eseguiti partendo dalle 
														indicazioni elaborate 
														dalla Commissione per la 
														Conservazione sin dal 
														1992; il programma è 
														stato approvato dal 
														Custode e dalla 
														proprietà (la S. Sede).
 
														
														1 
														- Scucitura e 
														sostituzione delle toppe 
														La dott.ssa Mechthild 
														Flury Lemberg, 
														direttrice emerita della 
														scuola di restauro del 
														tessuto antico presso il 
														Museo Abegg di Berna ha 
														eseguito, in 
														collaborazione con la 
														restauratrice Irene 
														Tomedi, l'ampio e 
														complesso intervento di 
														scucitura del Telo 
														sindonico dalle toppe e 
														dal sottostante "telo 
														d'Olanda", la fodera a 
														cui era unito dal 1534, 
														quando intervennero le 
														Clarisse di Chambéry per 
														riparare i danni dell'incendio del 1532. 
														La separazione della 
														Sindone dal telo 
														d'Olanda era necessaria 
														per ridurre il problema 
														delle pieghe sul Telo e 
														limitare i danni dovuti 
														alla presenza di residui 
														carboniosi: dopo la 
														decisione di conservare 
														la Sindone distesa e non 
														più arrotolata, si 
														tratta di un ulteriore 
														miglioramento delle 
														condizioni di 
														conservazione, proprio 
														perché i punti di 
														cucitura (lungo i bordi, 
														in corrispondenza delle 
														toppe e in altre zone) 
														tendevano in modo 
														irregolare e 
														incontrollato il Telo, 
														con il rischio di 
														approfondire le pieghe 
														esistenti o di crearne 
														di nuove. Inoltre le 
														condizioni di pulizia 
														della fodera erano 
														divenute notevolmente 
														preoccupanti. Ugualmente 
														importante è stato 
														l'intervento di 
														rimozione delle toppe: 
														gli interstizi fra il 
														tessuto delle toppe e il 
														Lino sindonico avevano 
														accumulato per secoli 
														polveri e detriti, e una 
														notevole quantità di 
														microscopici frammenti 
														di tessuto carbonizzati. 
														Tutto il materiale 
														asportato dalla Sindone 
														è stato raccolto e 
														catalogato, con relativa 
														documentazione 
														fotografica, ed è 
														custodito dalla 
														Cancelleria 
														Arcivescovile di Torino. 
														La dott.ssa Flury 
														Lemberg ha poi proceduto 
														alla sostituzione del 
														vecchio telo d'Olanda 
														con un nuovo supporto, 
														cucito lungo il 
														perimetro e in maniera 
														"larga" in 
														corrispondenza dei bordi 
														delle bruciature, in 
														modo che sia possibile 
														in ogni punto verificare 
														la non - invasività 
														dell'intervento 
														effettuato. La 
														sostituzione del telo 
														d'Olanda consentirà per 
														il futuro la 
														conservazione del Lino 
														in una condizione di 
														maggiore sicurezza per 
														quanto riguarda le 
														tensioni del tessuto. La 
														"ripulitura" dei residui 
														di bruciatura e dei 
														detriti dai bordi 
														garantisce, inoltre, una 
														migliore conservazione. 
														L'opportunità di questo 
														intervento era stata 
														sottolineata con forza 
														dal compianto prof. Alan 
														Adler, membro della 
														Commissione per la 
														Conservazione. 
														
														
														2 
														- Scansione digitale 
														Per la prima volta è 
														stata realizzata la 
														scansione digitale 
														completa delle due 
														"facce" della Sindone 
														(una prima scansione 
														parziale era stata 
														effettuata nel novembre 
														2000). L'intervento è 
														stato eseguito dal prof. 
														Paolo Soardo, 
														dell'Istituto 
														Elettrotecnico Nazionale 
														"Galileo Ferraris" di 
														Torino, in 
														collaborazione con i 
														dott. Jacomussi e Rossi. 
														La mappatura digitale 
														completa permetterà di 
														compiere un'ampia serie 
														di studi non invasivi 
														sulla Sindone. 
														
														
														3 
														- Le nuove fotografie 
														Gli interventi 
														effettuati, e 
														soprattutto la rimozione 
														delle toppe, hanno 
														restituito una 
														"immagine" della Sindone 
														che, al primo impatto, è 
														un po' diversa da quella 
														che tutti ricordano. Per 
														questo è stata 
														effettuata, dallo studio 
														Giandurante, una nuova 
														serie completa di 
														fotografie, di cui 
														vengono messi a 
														disposizione alcuni 
														campioni. Le immagini 
														più rappresentative sono 
														pubblicate nel fascicolo 
														in uscita per la 
														conferenza stampa, e 
														sono disponibili sul 
														sito ufficiale della 
														Sindone 
														(www.sindone.org). La 
														documentazione 
														scientifica e 
														fotografica degli 
														interventi di ricucitura 
														e scansione digitale 
														sarà pubblicata nel 
														volume in lavorazione, 
														che completa la 
														documentazione della 
														"stagione delle 
														ostensioni", concludendo 
														quanto si era iniziato 
														con la pubblicazione di 
														"Le due facce della 
														Sindone". Il nuovo 
														volume conterrà anche la 
														documentazione 
														scientifica degli 
														interventi di ricucitura 
														e scansione digitale. 
														
														
														ANALISI DELLE MACCHIE 
														
														
														
  
														  
														  
														1. Gonfiori sul viso2. Colpi di flagello
 3. Toppe cucite per 
														riparare i danni più 
														gravi dell'incendio
 4. Ferita provocata da 
														un chiodo che ha 
														trapassato il polso
 5. Macchie lasciate 
														dall'acqua usata per 
														spegnere l'incendio
 6. Ferita al ginocchio 
														sinistro
 7. Rivoli di sangue 
														sulla fronte e tra i 
														capelli
 8. Bruciature dovute 
														all'incendio del 1532
 9. Ferita e colata di 
														sangue dal lato destro 
														del petto
 10. Colate di sangue 
														sull'avambraccio destro
 
 
 
														  
														  
														
														
														BIBLIOGRAFIA 
														
														
														· 
														
														
														La sindone, storia di 
														un enigma (Orazio 
														Petrosillo - Emanuela 
														Marinelli) |