Il lunedì di
Pentecoste nel febbraio
1725, nella
città francese di Rheims,
una tale signora Nicole
Millet, moglie del
proprietario della
locanda ‘Lion d’or’, fu
trovata bruciata su una
poltrona rimasta
intatta. Il marito fu
accusato di uxoricidio,
ma un giovane chirurgo,
il dr. Claude-Nicholas
Le Cat, fece di tutto
per dimostrare che si
trattava di un caso di
autocombustione umana,
così il Millet fu
graziato. Il verdetto
fu: la donna era stata
visitata dal "fuoco
divino". Il caso ispirò
un ricercatore francese,
Jonas Dupont, che
raccolse tutta la
casistica disponibile su
questo fenomeno così
misterioso in un volume
che pubblicò a Leida nel
1763 ‘De incendiis
corporis humani
spontanei’. Nel suo
libro ‘Secrets of the
Supernatural’ Joe
Nickell scrisse che i
resti della donna non
furono ritrovati su una
sedia rimasta intatta,
ma piuttosto, che una
parte del suo cranio,
alcune vertebre e le
"parti inferiori del
corpo" (quali di preciso
non è dato di sapere)
furono ritrovate in un
punto del pavimento
della cucina bruciata
anche questa. Non citava
però il dottor Le Cat e
disse che la corte che
aveva processato il
marito, aveva attribuito
la morte della Millet
all’autocombustione
umana. Le sue fonti
erano: "Theodric and
John Becks' Elements of
Medical Jurisprudence"(1835),
George Henry Lewes
‘Spontaneous Combustion’
tratto da Blackwood's
Edinburgh Magazine n. 89
dell’aprile 1861, e
Thomas Stevenson:
‘Principals and Practice
of Medical
Jurisprudence’. Nickell
rilevò inoltre altri
particolari intriganti
sulla faccenda da quelle
sue fonti. Come il fatto
che la Millet si
ubriacava tutti i
giorni, e fu vista
l’ultima volta quando,
incapace di prender
sonno, era andata in
cucina per ‘riscaldarsi’
e che poi i suoi resti
furono ritrovati a pochi
metri di distanza dal
camino della cucina. Da
ciò Nickell trasse la
conclusione che la donna
si ubriacò, svenne sul
camino e prese così
fuoco. Una delle sue
fonti, Stevenson, era
pervenuto alla stessa
conclusione. (fonti:
‘Secrets of the
Supernatural’ di Joe
Nickell (con John F.
Fischer), del 1988;
Colin e Damon Wilson ‘Il
grande libro dei misteri
insoluti’; Anomalies
Articles: Spontaneous
Human Combustion web
site)
Prima del 1731:
il caso della contessa
Cornelia dei Bandi da
Cesena
La contessa Cornelia dei
Bandi da Cesena, 62
anni, fu ritrovata sul
pavimento della camera
da letto da parte della
sua dama di compagnia.
Le gambe erano rimaste
intatte, ma la testa era
mezza bruciacchiata, ed
il resto del corpo
ridotto ad un mucchietto
di cenere, mentre
nell’aria fluttuavano
polveri impalpabili. Il
letto era rimasto
intatto. Le coperte
erano spostate, come se
la poveretta avesse
tentato di correre verso
la finestra, invano,
perché le fiamme
l’avevano divorata
istantaneamente,
lasciandola in piedi,
così che il cranio era
caduto sul troncone
delle gambe, mentre il
resto del corpo non
c’era più. La donna non
amava bere, così venne a
cadere una delle ipotesi
più diffuse del tempo,
secondo cui l’alcool
presente in grandi
quantità nel corpo,
poteva essere una causa
dell’autocombustione
umana. (fonte: Colin e
Damon Wilson ‘Il grande
libro dei misteri
insoluti’)
Una donna rimasta
anonima,
poco prima del 1870,
quando fu raccontato in
Francia, fu ritrovata
bruciata nella sua
stanza due ore dopo che
il marito la vide per
l’ultima volta. Aveva
notato poi che la porta
era molto calda e riuscì
ad entrare passando
dalla finestra e dentro
ritrovò la moglie col
torso completamente
bruciato e le gambe
intatte. Joe Nickell nel
suo libro ‘Secrets of
the supernatural’
aggiunse che la donna
era ubriaca quando fu
vista per l’ultima volta
viva, e che il
paviemento stava ancora
ardendo quando il corpo
fu ritrovato, e che la
donna era parzialmente
distesa a terra, anche
se non c’era nessun
incendio in corso.
Thomas Stevenson, nel
suo ‘The Principles and
Practices of Medical
Jurisprudence’ suggerì
che la donna poteva
anche avere addosso una
scatola di fiammiferi e
che, nel suo stato di
ebbrezza alcolica,
poteva essere accaduto
quello che era accaduto
ma in modo meno
misterioso. (fonti:
‘Secrets of the
Supernatural’ di Joe
Nickell (con John F.
Fischer); General
Article: Spontaneous
Human Combustion web
site)
Nel dicembre 1885,
i signori Rooney furono
ritrovati morti nella
cucina di casa loro dal
domestico, John Larson,
e dal figlio John, in
Illinois. L’ultima volta
che i due furono visti
vivi era la sera
precedente, quando si
erano scambiati gli
auguri di natale. Il
mattino dopo Larson
scoprì il capofamiglia
accasciato e morto sulla
sedia dov’era seduto la
sera prima, mentre la
moglie fu trovata dopo
che Larson era corso
alla casa del figlio dei
due per chiedere aiuto.
I resti della donna
erano in fondo ad un
buco nel pavimento della
cucina: il suo corpo era
stato ridotto ad un
mucchietto di cenere,
mentre il teschio era
rimasto intonso assieme
a due vertebre, ed un
piede. Nient’altro nella
cucina era stato
ritrovato danneggiato o
manomesso. Le indagini
della polizia e del
coroner portarono alla
conclusione che la donna
era rimasta vittima del
fenomeno
dell’autocombustione
umana mentre il marito
era rimasto asfissiato
dai fumi emessi dal suo
corpo che si andava
bruciando. John Larson
fu discolpato
dall’accusa di omicidio
in quanto le polveri
dell’incendio si erano
depositate sul suo
cuscino creando un
contorno attorno alla
testa, che provava che
lui aveva dormito lungo
tutto l’avvenimento.
Invece, Joe Nickell, nel
suo libro ‘Secrets of
the Supernatural’ ci dà
un resoconto tutto
diverso.
Da due fonti, l’articolo
di Allan W. Eckert
intitolato "The Baffling
Burning Death," apparso
sulla rivista ‘True’
del maggio 1964,
e Vincent H. Gaddis 'Mysterious
Fires and Lights’
(1967), Nickell apprese
che Larson si era
sentito male ed aveva
preso a vomitare quando
si era svegliato il
mattino della scoperta
della morte dei suoi
datori di lavoro, e che
nella cucina tutto era
stato trovato ricoperto
da una cenere nera ed
oleosa. Vi erano
incertezze sul luogo del
ritrovamento del corpo
di mr. Rooney, chi
diceva vicino o al
tavolo di cucina, chi
nella stanza da letto
del primo piano. Mentre
i resti della moglie,
secondo Nickell erano
solo un po’ di ossa ed
un mucchietto di cenere,
volendo suggerire con
ciò che anche se non è
dato di sapere se il
forno fosse acceso nel
momento in cui il corpo
della donna aveva preso
fuoco, avrebbe potuto
benissimo causarlo lei
stessa tentando di
accenderlo. (fonti:
Charles Berlitz ‘World
of the Incredible but
True’, tradotto in
italiano con il titolo
‘Libro dei fatti
incredibili ma veri’;
‘Secrets of the
Supernatural’ di Joe
Nickell (con John F.
Fischer).
Nel 1888
fu ritrovato il corpo
bruciato di un vecchio
soldato in un fienile ad
Aberdeen. (fonti: ‘The
World's Greatest
Mysteries’ di Joyce
Robins; General Article:
Spontaneous Human
Combustion web site)
Il 27 agosto 1938,
a Chelmsford, Essex,
mentre stava danzando
con grande energia, la
22enne Phyllis Newcombe
aveva cominciato molto
stranamente a brillare
di una luminosità
azzurrognola e, dopo un
attimo, si era
trasformata in una
torcia umana, morendo in
pochi minuti.
Nell’ottobre dello
stesso anno, un’altra
ragazza di nome Maybelle
Andrews, mentre stava
allegramente danzando in
un night a Soho, col
fidanzato Billy Clifford,
si incendiò
spontaneamente, con le
fiamme che si erano
sprigionate dalla
schiena, dal petto e
dalle spalle. Il
fidanzato pure si era
ustionato tentando di
aiutarla e testimoniò
che in quella sala non
c’era nessuna fiamma
libera e che il rogo si
era scatenato
fuoriuscendo dal corpo
della povera Maybelle.
Mentre la stavano
portando al pronto
soccorso, la giovane
spirò. (fonte: Colin e
Damon Wilson ‘Il grande
libro dei misteri
insoluti’; Anomalies
Articles: Spontaneous
Human Combustion web
site)
L’ultima volta che la
67enne Mary Reeser,
vedova, fu vista viva
era la sera di
domenica 01 luglio
1951. Il
figlio, dr. Richard
Reeser, e l’affittavola,
signora Pansy M.
Carpenter, che l’avevano
visitata, le augurarono
la buonanotte alle ore
21:00, più o meno, e la
lasciarono seduta sulla
sua sedia a dondolo nel
suo appartamento a St.
Petersburg, Florida,
fumando la sua
sigaretta. Il primo
segno che qualcosa
andava storto fu alle
05:00 di mattina, quando
la Carpenter fu
svegliata all’improvviso
da un acre odore di
fumo, e, pensando che
fosse la pompa
dell’acqua in garage che
poteva essersi
surriscaldata, cosa che
già era successa, era
scesa in garage e
l’aveva spenta, e quindi
era tornata a letto.
Alle ore 08:00, fu
svegliata ancora da un
postino che le recapitò
un telegramma diretto
alla Reeser. Così firmò
per la ricevuta, e si
recò nella camera della
Reeser…. ma nessuno le
venne ad aprire alla
porta. La donna allora
provò a cercare la
maniglia; era rovente!
Allarmata corse fuori
per cercare aiuto.
Accorsero due
imbianchini che
lavoravano nei paraggi,
e, assieme, riuscirono a
forzare la porta e ad un
primo colpo d’occhio
tutto era normale, non
c’era traccia di
incendio, e la stanza
sembrava vuota. Poi la
Carpenter aveva notato
un grosso buco nel
tappeto, proprio nel
punto in cui un tempo
c’era la poltrona
dell’anziana ospite
della quale erano
rimasti solo pochi
brandelli. Nel bel mezzo
spiccava un teschio
ridotto alla grandezza
di una palla da baseball
per via di un intenso
calore, ed un grosso
frammento di fegato,
attaccato ad una
vertebra. Accanto, c’era
un piede ancora infilato
in una pantofola di
raso, intatto. Uno
spettacolo che superava
ogni immaginazione! Cosa
poteva aver bruciato la
povera donna senza
danneggiare niente nel
resto dell’appartamento?
Gli esperti notarono che
dovette esserci stata
una temperatura pari a
2.500 gradi per cremarla
in quel modo. La
sigaretta che fumava,
anche se avesse acceso i
suoi abiti, non avrebbe
potuto ridurla così. Un
patologo dell’FBI provò
con il gasolio ed altri
materiali combustibili,
ma nessuno pareva
adatto. Fu considerato
pure un fulmine
improvviso, ma quella
notte a St. Petersburg
non ve ne furono. Pochi
mesi dopo l’incidente,
il capo della polizia ed
il capo dei detectives
firmarono una
dichiarazione nella
quale veniva attribuita
la morte della signora
Reeser all’essersi
addormentata con la
sigaretta accesa, che
avrebbe incendiato i
suoi abiti. Anche se era
già stato dimostrato che
ciò non sarebbe bastato
a cremarla così, la
dichiarazione servì per
archiviare
definitivamente il caso.
La vera causa di questa
morte orripilante ancora
oggi rimane ignota, e
non si scoprirà mai.
Nel maggio 1957,
tale signora Anna Martin
fu trovata dal figlio,
Samuel, un vigile del
fuoco, completamente
incenerita a casa loro,
in West Philadelphia,
Pennsylvania. La stanza
era fredda e non c’era
nessun fuoco acceso. Joe
Nickell, che ha attinto
dal libro di Vincent H.
Gaddis 'Mysterious Fires
and Lights’ (1967),
descrisse le condizioni
della donna al momento
del ritrovamento: solo
il suo torso era
incenerito tanto da
renderne difficile il
riconoscimento. Tutto
era stato completamente
consumato, tranne le
scarpe, e forse pure i
piedi. Il corpo era
disteso in una zona
limitata dove c’erano
solo i residui del corpo
incendiatosi, e nel
seminterrato di una casa
a due piani, di fronte
ad un forno a carbone.
Anche se al momento
della scoperta il corpo
della donna era freddo,
non si può escludere che
la donna non avesse
causato da sé l’incendio
tentando inutilmente di
accendere la fornace.
(fonti: Secrets of the
Supernatural, Joe
Nickell (with John F.
Fischer), 1988
Prometheus Books;
World's Greatest
Mysteries, Joyce Robins,
1989 Hamlyn Publishing
Group Lt)
Nel dicembre 1959,
Billy Peterson fu
ritrovato morto nel
sedile della sua auto, a
Pontiac, Michigan,
apparentemente
suicidatosi con il
monossido di carbonio
introdotto
nell’abitacolo per mezzo
di un tubo collegato
allo scappamento. Ma a
ben guardare il
cadavere, si notarono
dei segni di ustioni di
terzo grado sul retro
delle gambe, e sulle
braccia, ma non c’erano
altri segni di
bruciature attorno al
corpo, né sui suoi
abiti, né sul sedile
dov’era rimasto, né sui
peli attorno alle
ustioni. Il verdetto
ufficiale fu di morte
per avvelenamento da
monossido di carbonio.
Non si fece cenno alle
ustioni. (fonti: Charles
Berlitz ‘Il libro dei
fatti incredibili ma
veri’; e General Article:
Spontaneous Human
Combustion web site)
Nel novembre 1963
un’anziana signora di
Leeds, Inghilterra, fu
ritrovata defunta al
centro della sala di
casa sua, col corpo
completamente bruciato
tranne per il suo piede
destro. Tranne per i
mobili interamente
rivestiti da una strana
fuliggine e le pareti
gonfiate, non c’era
altro danno notevole.
Una tovaglietta da tè
appesa sul portello del
forno chiuso aveva un
piccolo segno, e la
legna giaceva intonsa
dentro il forno, secca.
Di questo caso parlò
Joyce Robin nel suo
libro ‘The world’s
greatest mysteries’,
dicendo che era stato
investigato dal dr. D.J.
Gee, un conferenziere in
medicina forense
all’università locale. E
ciò che ne rilevò era
decisamente esatto: lui
pensava che quando la
donna era caduta a
terra, le braci del
focolare avevano dato
fuoco ai suoi capelli.
Dopo di che il corpo fu
lentamente consumato
mentre bruciava il suo
stesso grasso interno
come una candela, poi il
tiraggio del camino
aveva portato le fiamme
verso l’alto impedendo
di diffondersi nel resto
della stanza. (Fonte
primaria: ‘A Case of 'Spontaneous
Combustion’ D.J.Gee,
Medicine, Science, and
the Law, 1965, no.5, pg.
37-38; ‘The World's
Greatest Mysteries’
Joyce Robins, 1989
Hamlyn Publishing Group
Ltd, pg. 44; fonte
secondaria: Anomalies
Articles Spontaneous
Human Combustion web
site)
Il 13 marzo 1966,
morirono
contemporaneamente tre
uomini: il diciottenne
Willem ten Bruik, John
Greeley, e George Turner.
Il primo era bruciato al
volante della sua auto,
a Nijmegen, Olanda. Ma
bruciò solo lui, il
resto era rimasto
completamente intatto.
Il secondo, timoniere
della nave ‘Ulrich’, fu
ritrovato ridotto in
cenere a pochi
chilometri ad ovest di
Finisterre. Mentre il
terzo fu trovato
carbonizzato vicino ad
una ruota del suo camion
che era scivolato in un
fosso. Come accade in
questi fenomeni, tutto
quello che era attorno
ai tre defunti era
rimasto intatto. Michael
Harrison evidenzia una
curiosità legata a
collegamenti geografici:
i tre uomini erano alle
estremità di un
triangolo equilatero i
cui lati erano lunghi
340 miglia, intendendo
dire che la superficie
terrestre potrebbe
emettere essa stessa
delle scariche di
energia elettrica,
secondo un ignoto schema
triangolare. (Fonti
primarie: Colin e Damon
Wilson ‘Il libro dei
misteri insoluti’,
Newton Compton Editori,
ottobre 2003, pag. 591;
Michael Harrison ‘Fire
from heaven’; fonte
secondaria: Anomalies
Articles Spontaneous
Human Combustion web
site)
Nell’ottobre 1980,
un caso di
autocombustione umana fu
osservato da vicino.
Protagonista una donna
pilota, la signora
Jeanna Winchester, che,
mentre stava viaggiando
nella sua auto lungo la
Seaboard Avenue, a
Jacksonville, Florida,
assieme ad un caro
amico, Lesile Scott,
all’improvviso prese
fuoco come dal nulla. La
donna, terrorizzata,
grida di poter uscire
dall’auto. Scott, più
spaventato di lei,
lasciò la presa sul
volante e tentò
disperatamente di
spegnere le fiamme con
le mani. L’auto intanto
si schiantò contro un
palo del telegrafo. Al
centro ustionati, dove
furono ricoverati, si
appurò che oltre il 20%
della donna era rimasto
ustionato in modo grave,
ma sopravvisse. |