Gran
parte dei popoli che
abitano la terra
custodisce antiche
leggende, che narrano di
un luogo sotterraneo
meraviglioso, dove il
sole non cala mai, dove
grandi uomini hanno
stabilito le loro città
e vegliano sull’uomo
ancora immaturo. Gli
induisti chiamavano
questo luogo Agharty,
ovvero l’Inaccessibile.
Agharty si estenderebbe
sotto l’intero pianeta
tra immense grotte e
lunghissimi tunnel che
le collegano e, a volte,
sfociano in superficie.
Capitale di questo
continente sotterraneo è
Shambala, un enorme
città sita in una grotta
posizionata sotto l’Asia
centrale. In questa
immensa e splendida
città, risiederebbe il
Re del mondo. Si narra
che anche gli abitanti
di Atlantide e Mu,
scomparsi
misteriosamente dopo il
cataclisma che ha
portato alla distruzione
delle loro meravigliose
città, si siano
rifugiati in questo
mondo sotterraneo. Gli
abitanti di Agharty,
secondo numerose
leggende e
testimonianze, sono
notevolmente più evoluti
dell’uomo, sia
spiritualmente che
tecnologicamente. Essi
padroneggiano un’energia
psichica chiamata Vril.
Questa fonte di energia,
che illumina i lunghi
tunnel e le immense
grotte di una luce
verde, permetterebbe la
crescita della
vegetazione, che alcuni
dicono essere
incredibilmente grande:
citando alcune
testimonianze: “acini
d’uva grandi come mele”.
Questa energia verrebbe
inoltre utilizzata per
la costruzione di nuove
gallerie attraverso la
crosta terreste e
sarebbe anche irradiata
su tutto il pianeta
attraverso un’antenna
nascosta nel sottosuolo
chiamata Zed. Il Vril
sarebbe utilizzato anche
come alimentazione dei
loro veicoli che
sfrecciano attraverso
anguste gallerie e che,
a volte, fanno capolino
anche in superficie:
sarebbero dunque i loro
velivoli a solcare i
nostri cieli e ad essere
avvistati quali U.F.O..
Alcuni di loro sarebbero
stati mandati in
superficie dopo la
tragedia di Hiroshima e
Nagazaki per comprendere
il nostro stato
evolutivo e lanciare
importanti segnali di
allarme: secondo loro
infatti, l’uomo avrebbe
scoperto e manipolato
un’energia che non gli
appartiene, l’energia
dell’atomo. Simbolo di
questo popolo è la
svastica, tristemente
conosciuta poiché
adottata dal dittatore
del terzo Reich come
stemma del proprio
regime. La svastica
però, è un antichissimo
simbolo religioso, usato
in molte culture come
simbolo solare positivo.
Solo in seguito
è
stato usato da Hitler,
snaturando con le sue
cruenti azioni di guerra
il suo significato.
Hitler è famoso per i
suoi interessi esoterici
e proprio questi lo
portarono a studiare il
mondo sotterraneo,
inviando ai poli
numerose spedizioni. Si
narra che nessuna delle
spedizioni riuscì a
tornare in patria e che
solo l’ultima fece
rapporto, dichiarando di
aver scoperto numerose
gallerie sotterrane,
prima di scomparire
anch’essa nel nulla. Ma
non furono gli unici a
trovare Agharty: molti
uomini hanno avuto
l’onore di visitare
questo luogo, anche se
solo pochi di essi sono
tornati in superficie
per raccontarlo.
Come ogni civiltà anche
Agharty ha il suo
sovrano. Si racconta
infatti che nel centro
di Shambala si erga una
torre in cima alla quale
siede il Re del mondo,
colui che è capo
spirituale e terreno del
regno aghartiano e colui
che tiene le redini di
tutti gli esseri umani.
In molti hanno scritto
di lui a cominciare da
Helena Petrovna
Blavatsky, medium e
fondatrice nei primi del
‘900 della Theosophical
society, e una delle
prime in occidente a
parlare di Agharty,
essendo stata, come lei
racconta, una delle
poche persone
privilegiate ad averla
visitata, ma soprattutto
ad essere tornata. Nel
suo “Dottrina segreta”,
si legge:
“Egli esercita la sua
potestà spirituale sugli
adepti iniziati
dell’intero mondo. Egli
è l’iniziatore poichè
siede, poiché siede
sulla soglia di luce.
Egli vi guarda dentro
dall’interno del cerchio
di tenebra che non
oltrepassa, ne
abbandonerà il suo posto
fino all’ultimo giorno
del ciclo della sua
vita.”
In “Bestie, uomini, dei.
Il mistero del Re del
mondo”, del geologo ed
osservatore russo
Ferdinand Ossendowski,
leggiamo invece:
“Egli conosce tutte
le forze della natura,
legge in tutte le anime
umane nel gran libro del
loro destino. Egli
governa non visto 800
milioni di uomini sulla
superficie della terra,
ed essi eseguono ogni
suo ordine.”
Un altro famoso
ricercatore russo
Nicholas Roerich,
scrisse nel 1930, nei
resoconti del suo
viaggio in oriente
pubblicati nel volume
“Shambhala la
Risplendente”:
“Il Re del mondo,
come un diamante
risplende la luce sulla
torre di Shambhala. Lì
egli risiede
infaticabile, sempre
vigile per il bene
dell’umanità. I suoi
occhi non si chiudono
mai, e la potenza del
suo pensiero penetra
anche nelle terre più
lontane. Le sue
incalcolabili ricchezze,
sono a disposizione di
tutti coloro che ne
hanno bisogno per
servire la causa della
giustizia e della
rettitudine.”
La leggenda racconta che
il Re del mondo, essendo
l’essere più antico e
più evoluto, è a capo di
tutte le razze e i
popoli di Agharty. Egli
non governa. Ama e dona
vita. Egli è il più alto
esponente della
sinarchia, un governo
centrale di uomini
insigni, potentissimo e
ramificato. Chiamato
Brahmatma, cioè colui
che ha il potere di
parlare con Dio, il Re
del mondo regna per una
delle quattordici ere di
cui è composto il ciclo
cosmico. L’attuale Re
del mondo è il settimo,
ed è il re dell’era del
cinghiale bianco. Egli è
in comunione spirituale
con tutti i Re del mondo
che hanno regnato prima
di lui. Si racconta che
di tanto in tanto egli
si rechi nella cripta
del tempio dove si
trova, all’interno di un
sarcofago di pietra
nera, il corpo
imbalsamato del suo
predecessore, per unire
la sua mente con i
regnanti del passato, le
cui parole esprimono la
volontà di Dio. Il
Brahmatma, iniseme al
Mahatma, colui che
conosce il futuro, e al
Mahanga, cioè colui che
procura le cause
affinchè gli avvenimenti
si verifichino, forma
una potente triade da
cui dipende una società
di cavalieri sacerdoti,
il cui livello più
elevato è formato da 12
iniziati: sono i
templari confederati
dell’Agharty. Da questo
particolare, alcuni
studiosi hanno
paragonato il Re del
mondo a re Artù e i 12
iniziati ai cavalieri
della tavola rotonda. In
molti pensano che queste
due leggende abbiano
punti in comune, e uno
degli esempi più
riportati è quello della
morte di re Artù. Come
la leggenda racconta,
dopo la sua morte Artù
fu seppellito nell’isola
di Avalon, da molti
ritenuta un territorio
di Agharty, come anche
Camelot ma non solo,
anche Atlantide, Mu,
Xanadu e molte altre
terre leggendarie. In
realtà però la leggenda
vuole che il Re del
mondo non si mostri mai
agli uomini, fino a
quando sarà venuto il
tempo di condurre tutti
gli uomini buoni contro
i cattivi. Si può già
capire quindi che il Re
del mondo non è
solamente un capo
religioso, ma regge
anche i destini
materiali del pianeta.
La sinarchia di cui esso
è a capo ha infatti
anche degli esponenti
terreni che ispirano e
controllano dietro
ordini del Re del mondo
i grandi moti politici e
di altra natura che
influenzano il destino e
la vita dell’umanità. Il
Re del mondo conosce
tutti i piani e i
disegni delle persone
che governano la terra,
non solo capi di stato,
ma anche sacerdoti,
scienziati etc..e se
questi piani sono
graditi a Dio, egli li
asseconda, altrimenti li
fa fallire. C’è poi una
teoria molto
interessante che mette
nella stessa veste il Re
del mondo, Nettuno e
Lucifero, paragonando
Agharty all’inferno
cristiano, e Dio alla
figura di Giove,
chiamato re dei cieli.
Atlantide sarebbe stato
il paradiso terrestre,
ma una volta che il Re
del mondo fece capire
agli uomini che erano
sottomessi al re dei
cieli donandogli il
frutto della conoscenza,
quest’ultimo, ovvero
Giove, fece cadere
Lucifero, ovvero il Re
del mondo, negli inferi,
ovvero ad Agharty,
accompagnato da tutti
quelli che vedevano in
lui la ragione. E qui il
Re del mondo si è
costruito il suo impero,
in attesa che arrivi il
tempo propizio per
cominciare una guerra
contro il re dei cieli e
i suoi adepti. Le teorie
attorno alla leggenda di
Agharty fondamentalmente
sono tante, c’è anche
quella ad esempio che
racconta come il Re del
mondo e la sua tribù di
Annunaki siano discesi
dal dodicesimo pianeta,
che si trovava tra Marte
e Giove prima di
esplodere, e che questo
gruppo di uomini/dei,
avessero relazioni con
la stella Sirio. Però,
ogni linea di pensiero,
su una sola cosa non
transige: il Re del
mondo governa si il
regno sotterraneo di
Agharty, ma ha tra le
mani i fili del destino
di tutti noi.
Sono molte le
testimonianze
riguardanti il mondo
sotterraneo di Agharty,
innumerevoli le leggende
di popoli antichi che
scomparvero nel
sottosuolo, o che
comunicavano
regolarmente con i suoi
abitanti, molti gli
esploratori che
scoprirono, a volte in
modo casuale, enormi
gallerie sotterranee
popolate da grandi
uomini, numerosi gli
iniziati che affermano
di essere in contatto
con questi grandi uomini
del sottosuolo. Ma
sicuramente la più
dettagliata ed
affascinante
testimonianza la portò
l’ammiraglio americano
Richard Evelin Byrd. Nel
1924, Byrd prese il
comando di una
spedizione a ovest della
Groenlandia. Il 9 Maggio
del 1926, a bordo di un
aereo monoposto, sorvolò
il Polo Nord. Ciò che
riportò nei suoi diari
di viaggio è quanto meno
ambiguo. Egli scrisse:
“Quando ci siamo
avvicinati al Polo, il
tempo e la direzione
sono diventati confusi.”
E continua dicendo:
“Al posto di una
superficie di ghiaccio
appare una separazione
che segnalava l’inizio
di acqua verde-blu.”
Ad un dato momento,
trascurando la distanza
tra le nuvole sfumate in
bassa formazione, vide
l’altezza delle montagne
di un paese lontano. Al
ritorno della spedizione
Byrd fu acclamato come
eroe nazionale, e
nell’autunno del 1928 si
apprestò ad organizzare
una nuova spedizione,
questa volta
nell’Antartico. Il
resoconto di questa
spedizione però è
scomparso. Nel 1946 fu
incaricato dal governo
di effettuare una nuova
spedizione, il quale
scopo sarebbe stato
quello di elaborare
alcune carte dei Poli
nord e sud. L’operazione
prese il nome di High
Jump. Questa volta però
egli non fece parola con
nessuno dei risultati
del suo viaggio, pare
infatti che il Pentagono
gli impose il segreto
militare. Nonostante ciò
scrisse in segreto un
diario di viaggio in cui
riporta alcuni fatti a
dir poco sconcertanti.
Tale diario riporta la
dicitura:
“Diario di volo.
Campo Artico. 19
Febbraio 1947”
Durante questo volo,
effettuato su un aereo
biposto, egli riporta
sul suo diario:
“Adesso nessuna
presenza di ghiaccio.
Primo rapporto che
indica delle montagne.
Non è un’illusione.
Oltre la catena di
montagne, appare una
valle con un piccolo
fiume, o corsi d’acqua
che si dividono
v erso
il centro della valle
stessa. Non dovrebbe
esserci una valle verde
qui. C’è definitivamente
qualcosa di sbagliato e
anormale qui.”
In seguito il suo aereo
viene affiancato da due
velivoli sconosciuti che
prendono misteriosamente
il controllo del suo
aereo guidandolo
attraverso questo luogo
surreale. Il suo diario
recita:
“Hanno la forma di
dischi e sono
splendenti. Posso vedere
la loro insegna. È un
tipo di svastica.”
I misteriosi dischi
volanti portarono poi
Byrd a terra. Venne
chiesto al compagno di
restare vicino all’aereo
mentre l’ammiraglio
veniva condotto
all’interno di un’enorme
città: gli venne detto
che doveva incontrarsi
con il maestro. Byrd
venne condotto in una
sala in cui sedeva un
uomo anziano che lo
invitò ad accomodarsi.
Questo misterioso
personaggio disse di
essere preoccupato per
le sorti dell’umanità e
volle che Byrd portasse
in superficie il suo
messaggio. Questo
messaggio mostrava tutta
la preoccupazione che il
popolo del sottosuolo
nutriva per la scoperta
umana dell’energia
atomica e dell’immaturo
impiego che l’umanità ne
avrebbe fatto a causa
degli egoistici intenti
che i nostri governatori
detengono. Dopo aver
ascoltato le parole del
maestro, Byrd venne
riportato all’aereo che
lo portò nuovamente in
superficie. Alcune
settimane prima di
morire Byrd scrisse
alcune righe nel suo
giornale personale:
“Devo dire che in
tutti questi anni ho
tenuto fedelmente questo
affare segreto: mi è
stato ordinato così.”
E continua dicendo:
“L’ho visto, e ciò ha
stimolato e liberato il
mio spirito. Ho visto il
paese dietro i poli, il
centro del grande
sconosciuto.”
Concludendo, riportiamo
un’altra teoria che
differisce leggermente
da quelle finora citate.
Secondo alcuni studiosi,
molti dei quali fanno
uso di quell’abilità
chiamata Channeling,
dicono che Agharty, e la
sua capitale Shambala,
si esistono, ma in
realtà non si trovano in
questa dimensione, ma in
una delle tantissime
altre che compongono
l’intero mondo visibile
ed invisibile. Secondo
questa teoria, le grotte
che metterebbero in
contatto con il mondo
sotterraneo, di cui
parlano i vari
ricercatori e medium,
altro non sarebbero che
portali per altre
dimensioni. |