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Atlantide: Realtà o Fantasia?
a cura di Laura Quattrini

SEZIONE ANTICHE CIVILTA'

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Atlantide e i suoi Misteri
Demetrio Merezkovskj

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atlantide: mito o realta'?
a cura di Stefano Tansini

Nulla nasconde la terra che il tempo non porterà alla luce 
(Orazio)

Il mito, la leggenda di un favoloso continente sommerso dalle acque dell'oceano in seguito a sconvolgimenti geologici di immane portata, patria primigenia di un'antichissima ed evoluta civiltà capace di perpetuare nei secoli un meraviglioso sapere, affascina e accompagna da sempre il genere umano. Non esiste luogo sulla terra che non abbia tradizioni orali, testi scritti, espressioni del folklore in vario modo legati ad una civiltà scomparsa da millenni, condannata ad un inevitabile oblio, segregata in un limbo mitologico o nel regno della fantasia. Eppure la scienza ufficiale e il sapere ortodosso si ostinano con forza a negare anche la semplice possibilità dell'esistenza di una civiltà le cui tracce siano state in gran parte cancellate dallo scorrere inesorabile del tempo... L'indagine del passato remoto dell'uomo ha origini antiche, antichissime, ma è solo con Platone (427 - 347 a. C.) che l'interesse per le civiltà scomparse sale prepotentemente alla ribalta, acquisendo una dimensione scientifica, soprattutto in virtù delle numerose interpretazioni e dei numerosi studi che l'opera platonica è stata in grado di stimolare. In due suoi celeberrimi dialoghi, il "Timeo" e il "Crizia", sulla base di ancestrali tradizioni raccolte dal grande legislatore ateniese Solone presso i sacerdoti egizi di Sais, ci parla di antichissimi popoli e delle loro gesta. Popoli un tempo potenti, ma dei quali la storia non è stata in grado di serbare il ricordo. Platone, forse inconsapevolmente, aveva dato vita ad un mito destinato a sopravvivergli e a giungere fino ai gioni nostri: Atlantide, un topos letterario per l'eternità. Un topos letterario destinato a crescere progressivamente, destinato a corredarsi di una vera e propria mitologia, destinato a vivere di vita propria, acquisendo storicità e veridicità attraverso le gesta dei suoi dieci re, della sua regina Antinea, grazie alle doti semidivine dei suoi abitanti e alle favolose imprese belliche dei suoi eroi. Sono passati due millenni da quando Platone scrisse i suoi dialoghi e da allora sono stati versati fiumi e fiumi d'inchiostro su Atlantide. Il mitico continente scomparso è stato oggetto di studio da parte di illustri scienziati, oggetto di speculazione da parte di teosofi e adepti delle nuove pseudo-filosofie New Age, fonte d'ispirazione per una vastissima letteratura mitologico-fantascientifica. Atlantide e il suo mito sono ormai una concreta realtà, viva e presente nelle tradizioni letterarie e culturali dei popoli di tutto il globo. Possibile che un mito così presente, capace di penetrare in profondità nella nostra mentalità sia solo un grande fenomeno letterario, al massimo sconfinante negli ambiti del folklore? La scienza ufficiale e il sapere ortodosso non hanno dubbi: è impossibile che in un passato remoto sia esistita una civiltà ultra-progredita, ma della quale il tempo ha cancellato ogni traccia. Analizzando la questione più a fondo non si può biasimare questa pretesa certezza. Ammettere, anche solo per via ipotetica, l'esistenza di un antico continente ora scomparso avrebbe effetti dalla portata devastante: si tratterebbe di mettere in discussione un sapere ormai consolidatosi da secoli, mettere in seria discussione i fondamenti ideologici sui quali poggia la nostra stessa civiltà, distruggere un bagaglio di conoscenze ormai acquisite e date per scontate. Più banalmente si tratterebbe di riscrivere tutti i libri di storia, almeno per il periodo antico. Molto probabilmente Atlantide, l'Atlantide platonica e le sue derivazioni, non è mai storicamente esistita. Si tratta di un brillante artificio letterario. Però non è eresia credere che la nostra storia passata, soprattutto quella più antica, non sia quella imparata sui banchi di scuola. Anche il più inguaribile degli scettici è costretto ad ammettere che "i conti non tornano". La mancanza di prove inconfutabili dal punto di vista scientifico e la mancanza di reperti archeologici indubbiamente datati potrebbe bastare a nullificare quest'ultima affermazione, ma, nel contempo, quale responsabilità è imputabile ai pregiudizi che impediscono anche solo di prendere in considerazione certe tesi? 

OOPART (Out Of Place ARTifacts), antiche mappe di luoghi nascosti di Piri Re'is, Mercator, Oronzio Fineo, imponenti siti megalitici e mestose costruzioni come le piramidi egizie o sudamericane, popoli misteriosi come gli ormai estinti Guanci delle Canarie e gli ancora esistenti Dogon del Sahara... Tutto ciò, indubbiamente vero, visibile e testimoniato, viene dispregiativamente relegato alla sfera dell'esoterismo e affrontato semplicisticamente dalla scienza. La paura, obiettivamente giustificata, di rivedere nozioni ormai acquisite, impedisce nel contempo di guardare alla realtà con l'animo di chi vuole semplicemente Conoscere (conoscere con la C maiuscola, lo studiare privi da preconcetti con lo scopo di ampliare il mare della conoscenza umana). Il punto cruciale, nonostante sia difficile ammetterlo, è uno solo: la Preistoria e la storia più antica non sono età di uomini bruti e di popolazioni ancora collocate ai più bassi gradini dell'evoluzione sociale, ma periodi caratterizzati da civiltà molto più progredite di quanto si possa immaginare, impegnate nello studio dell'astronomia, della matematica, dell'ingegneria, capaci di raggiungere sbalorditivi tragurdi in ognuno di questi campi, probabilmente supportate da un complesso sistema civile e religioso-dogmatico. Civiltà scomparse in epoche remotissime, ma in grado di influenzare i diretti discendenti, probabilmente più "barbari" rispetto a loro stesse, vittime e protagonisti ad un tempo di quella vicessitudine caratteristica da sempre della storia dell'uomo ("corsi e ricorsi", parafrasando Vico).

Col termine Atlantide non si può indicare solamente un mitico e favoloso continente scomparso. Atlantide è un termine-limite che sta ad indicare quel remoto passato caduto nell'oblio, ma che incessantemente tenta di imporsi all'uomo del presente. Atlantide è un monito a non voler abbandonare tra nebbie del tempo pagine sbiadite del libro della storia del genere umano. Atlantide è un invito a servirsi della scienza abbandonando ogni pregiudizio e ogni falso dogmatismo, avendo il coraggio, come novelli Galileo, di far valere le proprie ragioni innanzi al sapere ufficiale. Atlantide è una fanatsia, ma tutto ciò che questo nome comporta e può comportare è realtà.

BIBLIOGRAFIA

· Impronte degli dei, G. Hancock 
· Il Mito di Atlantide, Sprague de Camp
· Custode della Genesi, G. Hancock
· Atlantide e Mu, V. Zecchini
· La fine di Atlantide, coniugi Flem-Ath