Certamente
tutti conosceranno la
fama dell'Inquisizione
per quanto riguarda la
nefasta attività per i
processi contro streghe
ed eretici. Gli uni e
gli altri hanno per
denominatore comune
l'ingiustizia feroce e
la cieca intolleranza,
ma sui primi è opportuno
dire qualcosa in più,
perché hanno più
strettamente a che fare
con il tema del diavolo.
La prima condanna a
morte di una strega si
ebbe nel 1244 in
Francia, l'ultima nel
1775 in Germania (si
danno anche dei casi,
quindici anni prima,
nella stessa Germania, e
ancora dieci anni prima
in Svizzera). Queste
date riguardano tuttavia
fatti relativamente
isolati: in realtà la
persecuzione contro la
stregoneria su vasta
scala durò circa
quattrocento
anni. Bastava mostrare
gli occhi arrossati o un
colorito troppo intenso
per essere creduta,
denunciata come una
strega e,
inesorabilmente, essere
condannata al rogo. Al
tempo dell'imperatore
Massimiliano I
(1459-1519), che pure è
ritratto da bambino
mentre apprende la
magia, nel solo
circondario di Treviri
furono processate più di
seimila streghe; poco
meno furono quelle
bruciate nelle Fiandre
nel 1419. Durante il
Quattrocento non c'è
regione d'Europa dove il
numero scenda sotto il
migliaio. Vale la pena
di tentare di capire, a
livello di ipotesi,
perchè nessun governo,
nessuna autorità,
nonostante le numerose
opposizioni da parte di
scrittori, di scienziati
e di qualche buon
giudice, non si sia
accorto della totale
follia della
persecuzione. La
stregoneria è sorta in
un periodo di guerre
durato quasi
ininterrottamente dal
1337 al 1648, durante il
quale sono state
combattute la guerra dei
Cento anni, quelle di
Carlo V e di Filippo II,
le guerre di religione
e, infine, quella dei
Trent'anni, che
coinvolse pressochè
tutta l'Europa. E'
verosimile che dopo il
primo mezzo secolo di
ostilità, per il
protrarsi dello stato di
guerra e il conseguente
acuirsi della povertà
delle popolazioni,
l'istituzione lasciasse
a desiderare anche negli
alti ranghi della
giustizia, fino a dare
spazio a giudici sempre
più incompetenti e
fanatici. Il discorso
vale anche per la
categoria dei medici:
quelli che furono
interpellati per sapere
se le malattie e le
morti riscontrate nelle
vittime erano dovute a
cause naturali o a
malefici, non seppero
con sicurezza formulare
una diagnosi (c'è
tuttavia il sospetto che
alcuni non volessero
farsi coinvolgere in
valutazioni che,
comunque, erano
precostituite). Gli
stessi parroci che, in
buona fede e a richiesta
degli interessati,
benedicevano i presunti
colpiti da malefici
vari, di fatto non si
rendevano conto che
mettevano in pessima
luce gli accusati di
fronte ai giudici e alla
stessa opinione pubblica
e davano un contribuito
determinante anche dal
punto di vista
psicologico (teoria del
capro espiatorio). In
generale la Chiesa ha
sempre condannato il
sesso e ridotto il
matrimonio a rimedio,
con venature più o meno
negative, della
debolezza della carne.
L'avversione nei
confronti della
sessualità diventa
avversione nei confronti
delle donne, su cui per
l'inferiorità della loro
natura il diavolo può
fare più presa.
L'Umanesimo e il
Rinascimento (non
importa se vissuti
laicamente
o religiosamente) furono
con la loro esaltazione
della bellezza e del
corpo un fenomeno
d'èlite, circoscritto
alle grandi corti, per
di più italiane. Il
"piacere della carne" è
e resterà un peccato per
le masse, a maggior
ragione se isolate nelle
valli sperdute o nelle
campagne e costrette a
rinunciare alle poche
consolazioni di una vita
grama nella speranza di
una salvezza finalmente
per tutti "uguale". Dopo
il Concilio di Trento le
mortificazioni delle
numerose mistiche, che
oggi possono apparire
aberranti, sono di
natura uguale e
contraria della presunta
licenziosità satanica
delle streghe. Nella
tipologia classica della
strega (donna
estremamente povera,
ovviamente analfabeta,
appartenente al mondo
rurale, spesso vecchia o
comunque sola,
depositaria di un sapere
empirico sul sapere di
guarigione delle erbe,
levatrice...) si delinea
una figura di donna
"diversa", suscettibile
di stati alterati per
assunzione di erbe
particolari (alcuni
studiosi hanno parlato
di vari ricorsi al mondo
vegetale e in
particolare della
"segale cornuta", un
fungo parassita della
segale, con effetti fra
gli altri eccitanti
delle fibre muscolari
lisce dell'utero, della
vescica e del retto).
Non vanno poi
dimenticati gli stati
allucinatori dovuti
all'insufficiente ed
errata alimentazione.
"La droga più efficace e
sconvolgente, più amara
e feroce, è sempre stata
la fame, produttrice di
insondabili scompensi
psichici e immaginativi:
da questa allucinazione
forzata sono scaturiti i
sogni aggiuntivi e
tridimensionali
compensativi dalla
miseria della
quotidianità, dello
squallore della ragione
e degli oltraggi
continui perpetrati su
esistenze miserabili e
personalità infantili,
della mobilità psichica
a tendenza convulsiva e
isteroide, tipiche di
una società schiacciata
dal peso degli "status"
piramidali,
immodificabile per legge
divina e volontà regale"
(P. Camporesi "Il pane
selvaggio", Bologna,
1981). La spiegazione
"femminista" ipotizza
che, in una società
misogina e fallocratica
che la reputa un essere
inferiore, l'unica
possibilità (anche se
pericolosissima, come si
è potuto constatare!) di
dare libero sfogo alle
sue pulsioni e di
sentirsi protagonista
sia potuta essere per la
donna LA SCELTA DI
ESSERE STREGA. Fatte
queste considerazioni,
non si può certo
considerare esaurito il
discorso su un fenomeno
di tale portata che ha
implicazioni storiche,
antropologiche,
politiche,
medico-sanitarie e, non
da ultimo,
ecclesiastiche, su cui
la questione è ancora
aperta. Basti almeno
averne denunciato
l'orrore.
BIBLIOGRAFIA
·
Atlante della storia
"Il diavolo (Il maligno
forse siamo noi?)" a
cura di Angela Cerinotti
e Davide Sala - Demetra |