E'
una reliquia della
corona di spine del capo
di Cristo, venerata
nella Chiesa Matrice di
San Quirico da tempo
immemorabile. Una
tradizione antichissima
narra che la reliquia fu
portata in patria da un
devoto crociato, come
dono per il suo paese
natale. I documenti
scritti sulla
venerazione della Sacra
Spina risalgono
all'inizio del 1500. Il
centro storico di Serra
San Quirico con la sua
preziosa reliquia si
trova a circa due
chilometri dalla via
Clementina, che lega
Roma al Mare Adriatico
lungo la Vallesina,
percorsa fin dai tempi
antichi per raggiungere
la città d’Ancona e
soprattutto il Santuario
della Santa Casa di
Loreto. Nei secoli
passati, la tradizione
ricorda anche tanti
pellegrini di passaggio,
legati all'importanza di
un'arteria come la
strada Clementina,
viandanti come santi,
commercianti come
visitatori, sempre
pellegrini diretti o
provenienti da Loreto.
LA
VENERAZIONE POPOLARE
DELLA SANTA SPINA
La Sacra Spina era ed è
venerata nei Venerdì del
mese di marzo,
particolarmente il
terzo. Moltissimi i
pellegrini ogni anno,
negli almeno sei secoli
di venerazione. La
leggenda vuole che
proprio il terzo venerdi
di marzo, la spina,
oramai secolare e
racchiusa sotto un urna
di vetro, fiorisca
miracolosamente sotto
gli occhi di tutti i
fedeli della zona. Il
bacino di provenienza di
tali pellegrini è
certamente tutta la
Vallesina ed il
Fabrianese. Due luoghi
di culto lungo la via
Clementina in territorio
serrano certamente
legati al
pellegrinaggio: la
Chiesa di Santa Maria di
Loreto, il cui stesso
titolo evidenzia il
legame con i pellegrini
verso Loreto e la Chiesa
di San Vito, la cui
origine è antichissima e
legata all'ospitalità
dei viandanti e
pellegrini, sempre
insidiati dai banditi
che resero tristemente
famoso il pittoresco
valico della Gola della
Rossa.
Questo articolo è
dedicato alla MIA
splendida Serra San
Quirico.

La Santa Spina di
Montone (Perugia)
a segnalazione a
cura di un nostro
visitatore
Vorrei segnalare la
Santa Spina di Montone
(PG), la cui ostensione
avviene nel Lunedì dell’
Angelo e la penultima
Domenica di Agosto. Per
maggiori informazioni
visitate il sito
www.montonein.it da
cui l'articolo seguente
è tratto.
Le
sacre spine
sono il simbolo estremo
della
passione di Gesù
Cristo,
segno di una regalità
autentica, paradossale
rispetto a quelle umane.
La storia della
corona di Cristo
è densa di suggestioni.
Il ritrovamento delle
reliquie della passione
è attribuito Sant’Elena
madre dell’imperatore
Costantino, la quale
durante un
pellegrinaggio sul
Golgota, rinvenne la
croce e i chiodi della
crocefissione.

La
corona di spine
sembrerebbe non far
parte del ritrovamento.
Tuttavia le prime spine
di cui si ha notizia
sono quelle donate da
Sant’Elena nel 323 a
Roma, provenienti da
Gerusalemme dove la
corona restò certamente
fino al IV secolo,
presenza confermata da
S. Paolino da Nola. Fino
al 1200, le notizie sono
frammentarie e non
sempre attendibili.
Nel 1204 la
corona di Cristo
era venerata a
Costantinopoli nella
cappella di Santa Maria
del Faro. Da questo
momento la reliquia
divenne oggetto di
trattative e scambio.
Nella cristianità del
XIII secolo, grande
manifestazione di
devozione, e fonte di
grande prestigio è il
possesso di reliquie,
pertanto la corsa al
collezionismo da parte
di re, stati, città,
creò un vero e proprio
mercato capace di far
lievitare i prezzi di
quelle più rare e, cosa
di non minor conto,
capace di favorire le
falsificazioni.
L’imperatore di
Costantinopoli,
Baldovino II, per far
fronte alle spese di
guerra, ottenne un
prestito dai veneziani
offrendo in pegno la
Corona di spine, alla
scadenza del pegno Luigi
IX di Francia, il re
santo, offrì a Baldovino
II il riscatto per la
Corona che in questo
modo sarebbe stata
trasportata in Francia.
I veneziani non
accettarono di buon
grado l’idea di essersi
fatti sfuggire di mano
una tale insigne
reliquia e dopo lunghe
trattative ottennero
che la Corona fosse
trasportata a Venezia,
perché la città godesse
dei benefici, seppur
temporanei, della sua
presenza: la protezione,
i favori, il prestigio.
Trasportata infine a
Parigi, in una solenne
processione
penitenziale, il re a
piedi nudi e vestito da
penitente consegna la
Corona all’arcivescovo.
Al glorioso reliquiario
San Luigi fece erigere,
nel 1248, la
Sainte-Chapelle, e non
perse l’occasione di
associare la gloria del
re al quella di Dio.
La corona è oggi
custodita a
Notre Dame
ed è un serto senza
spine.
Tra il 1470 e il 1477
Carlo Fortebracci, conte
di Montone, per le sue
virtù militari,
ereditate di certo dal
padre Braccio,
combatteva al servizio
della Serenissima
Repubblica di Venezia,
qui ricevette in dono
una Spina della Corona
del Cristo, la portò in
dono a Montone e ne
decretò la festa il
Lunedì dell’Angelo. La
leggenda racconta che la
Spina fiorisse il
Venerdì Santo emanando
un dolcissimo profumo.
Il richiamo della
reliquia era talmente
grande, i pellegrini
tanto numerosi, che nei
primi anni del ‘600, per
motivi di ordine
pubblico, fu ordinata
una seconda ostensione.
Dal 1798, quando la
chiesa di S. Francesco
fu incendiata, la Spina
nel suo prezioso
reliquiario è custodita
dalle suore del Convento
di S. Agnese.
Se ne festeggia
l’ostensione il Lunedì
dell’Angelo e la
penultima domenica di
Agosto in un clima
intriso di religiosità
popolare e storia. |