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udire voci
a cura di Sabrina Bettin

Circa le allucinazioni uditive, così vengono chiamate le voci all’interno della comunità scientifica esistono pareri discordanti: per esempio Bentall , uno psicologo inglese che si è interessato al fenomeno, scrive: “La mia esperienza di persone che odono le voci è che si tratta spesso di individui molto intelligenti, sensibili e creativi, che stanno lottando per dare un senso ad mondo spesso confuso e spaventoso”. Frequentemente la persona sente l’ eco dei propri pensieri, voci che discutono tra loro, commentano…, alcune suggeriscono e consolano, altre sono minacciose ed inquietanti. In base alla documentazione storica, le teocrazie mesopotamiche, egiziane ed ebraiche erano fondate sull’ autorità della voce divina che si rivelava attraverso profeti e sacerdoti: in certi periodi l’ udire voci era un fenomeno comune e diffuso. La trance oracolare era un fenomeno istituzionalizzato nella Grecia del 400 a. C. . L’ udire voci è un fenomeno che pervade la storia del cristianesimo. La sua presenza caratterizza la vita e l’ esperienza di molti Santi: raramente in questi casi esse sono state attribuite alla follia, talvolta a simulazione, come nel caso di Giovanna d’ Arco. Le voci “cattive” sono invece state considerate “frutto” prima del demonio, poi della pazzia. Come sostiene Focault, quando non è più possibile esprimere un giudizio in termini di bene o male, lo sarà in termini di normale e patologico. Secondo Julian Jaynes, psicologo sperimentale che ha investigato su cosa sia la coscienza e sulla sua origine, sostiene che essa è una funzione acquisita recentemente nella storia dell’ essere umano. La coscienza sarebbe affiorata da una struttura cognitiva arcaica in cui le componenti culturali visive si sono affermate su quelle uditive. Secondo tale autore l’autoconsapevolezza era legata a forme meno individuali di controllo, in parte esercitate da voci interiorizzate, udite allucinatoriamente, provenienti da entità che ricoprivano posizioni importanti nella scala gerarchica simbolico- religiosa e sociale. Un'ipotesi molto accreditata è che l’ udire voci sia dovuto ad una particolare discontinuità della coscienza, meccanismo che svolge una funzione adattiva, rendendo il comportamento del soggetto coerente alle diverse situazioni. Spesso le persone, favorite dal contesto culturale in cui vivono, dalla propria disposizione, possono imparare a innescare stati dissociativi: ciò è evidente nei cambiamenti di identità, in alcuni riti di possessione, nell’ assunzione di ruoli ieratici (sacerdotali, sciamanici, medianici…). Il fenomeno delle voci appare quindi molto più complesso di quanto la definizione di allucinazione lascerebbe intendere. Alcune forme di conoscenza, come quella simbolica, estetica, morale, linguistica, il sapere scientifico, possono consolare e rendere migliore la vita delle persone. Molte sono ancora le strade da percorrere per far avanzare la conoscenza in questo ambito: il fenomeno tende infatti ad assumere connotazioni diverse nel momento in cui diverse linee di ricerca si confrontano.

BIBLIOGRAFIA

· JAYNES (1976), The Origin of Consciousness (tr. it. L’ Origine della coscienza o il crollo della mente bicamerale, Adelphi, Milano, 1984)
· ROMME M. , ESCHER A. , (1993), Accepting voices, London, Mind Publ. (tr. it. Accettare le voci: le allucinazioni uditive, Milano, Giuffrè)
· SALVINI A. , Udire voci (1997), “ Psicologia Contemporanea” , n° 140
· SALVINI A. , Pensieri che parlano (2001), “ Psicologia Contemporanea”, n° 166

Qui di seguito troverete delle domande per una ricerca: si chiede cortesemente agli uditori di voci di rispondere e di inviare il tutto (domande e risposte) al seguente indirizzo: sabry78@interfree.it  Ringraziandovi fin d’ ora per l’ attenzione e la collaborazione, cordiali saluti. Sabrina Bettin

P.S. (Non è fissato un limite per la lunghezza delle risposte). Le risposte fornite sono assolutamente riservate, è garantita la massima riservatezza.

    QUESTIONARIO

Età:

Sesso:

1. Cosa significa per Lei udire voci?

2. Come si descriverebbe in qualità di persona che “sente voci”?

3. Come pensa che un operatore sanitario (ad esempio un medico-psichiatra) descriverebbe colui che “sente voci”?

4. Come pensa che un familiare descriverebbe colui che “sente voci”?

5. Come pensa che la gente comune descriverebbe chi “sente voci”?

6. Come vorrebbe che venisse descritto chi “sente voci” da parte della gente comune?

7. Come vorrebbe che venisse descritto chi “sente voci” da parte degli operatori sanitari?

8. Si è mai rivolta/o ad un operatore sanitario in qualità di persona che “sente voci”?