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La "Santa Compaña"
a cura di
Stefano Tansini
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Il
dottor Pereira stava
rincasando nel cuore di
una buia notte senza
luna. Dopo aver
assistito il difficile
parto di una giovane
donna era fisicamente e
mentalmente provato ed
il suo unico desiderio
era quello di
raggiungere il conforto
della calda atmosfera
domestica. Ormai a pochi
passi da casa, però, una
misteriosa visione lo
paralizzò dal
terrore.... I suoi occhi
gravidi di paura non
poterono non posarsi su
una macabra e spettrale
processione. Innanzi a
lui un corteo di una
decina di tetre e
inquietanti figure che,
guidate da un pallido
individuo che con
immensa fatica reggeva
una grossa croce di
legno, si muovevano nel
più assoluto silenzio,
mentre un forte odore di
cera profumatissima
avvolgeva tutta l'area
circostante. La
demoniaca processione si
fermò davanti alla casa
di Manolo, il ferramenta
del paese, ma a quel
punto il panico si era
già impossessato del
dottor Pereira a tal
punto da farlo fuggire a
rotta di collo da quel
posto e da quei
fantasmi, come anima
inseguita dal demonio in
persona. Il quarto
giorno dopo la visione
della processione
infernale, il dottor
Pereira venne informato
che Manolo era morto
improvvisamente
d'infarto...
Il dottor Pereira era
stato testimone oculare
del "mito impossibile",
i suoi occhi avevano
visto la mitica «Santa
Compaña».
Tipico caso del folklore
e della cultura popolare
galiziana ancora
presente tra i vecchi
borghi della regione, la
vicenda appena narrata è
solo uno degli esempi di
storie e racconti che
hanno come protagonista
la processione dei morti
e, al giorno d'oggi, è
praticamente impossibile
trovare luogo, paese o
villaggio di Galizia nel
quale non esista almeno
una testimonianza di
questa misteriosa
apparizione. Ogni
piccola località ha una
propria «Santa Compaña»
con singolari
caratteristiche e sono
molte e attendibili le
testimonianze offerte da
persone che sostengono
di avere visto la
Compaña.
Juan Pérez raccontò di
essere in macchina col
figlio, vicino alla
spiaggia, quando la
vide. Era formata da una
mezza dozzina di
individui e tutti
vestivano tuniche
bianche, molto simili a
quelle dei monaci, e si
muovevano in silenzio
attraverso le rocce e
gli scogli.
Bruno Alabau, altro
testimone della insolita
apparizione, assistette
al fenomeno da molto più
vicino: «Fu nel marzo
del 1982, a Gisamo (La
Coruña). Al tempo ero un
boy-scout e mi
incontravo con i miei
compagni in un
accampamento ogni fine
settimana. Dopo cena,
una notte, stavo
camminando solo per il
bosco quando vidi alcune
luci. Pensai fossero
alcuni dei miei compagni
così mi nascosi dietro
dei cespugli con l'idea
di spaventarli, però a
spaventarmi fui io! Non
chiedetemi cosa ho
visto... Erano sette
persone disposte su due
file da tre con uno di
loro davanti a tutti,
come se fosse la loro
guida. Tutti vestivano
allo stesso modo, una
specie di tunica
terminante in un
cappuccio. Quello
davanti portava una
grande croce che
sembrava fatta con due
travi di legno. E quelli
che immediatamente lo
seguivano, uno in ogni
fila, reggevano un
grosso cero ognuno.
Rimasi lì, come
paralizzato, fino a
quando passarono di
fronte a me e si
dileguarono tra gli
alberi. Subito tornai
correndo
all'accampamento ma non
raccontai nulla a
nessuno. Mi avrebbero
preso per pazzo...»
Secondo la tradizione
popolare, la «Santa
Compaña» sarebbe
composta da un gruppo di
defunti con a capo un
vivo condannato a
guidarli tutte le notti,
destinat o
a capeggiare la
peregrinazione funebre
portando con sè una
grossa croce lignea o un
vaso di acqua benedetta,
almeno fino all'incontro
con un altro vivo al
quale passare la propria
malidizione. In caso
contrario il maledetto
avrebbe avuto in sorte
di ammalarsi e
impallidire gradatamente
fino alla morte.
La leggenda sostiene
inoltre che non tutti i
mortali abbiano la
facoltà di vedere con i
propri occhi la «Compaña»,
ma solamente alcune
persone "dotate"
avrebbero questa
possibilità: solamente i
bambini battezzati da un
prete che, per errore,
abbia usato un olio per
i defunti potranno, a
partire
dall'adolescenza, vedere
l'apparizione. Gli altri
potranno solamente,
purchè credano nella
leggenda, intuirla o
percepirla in virtù di
una serie di indizi,
come un improvviso odore
di cera o lo spavento di
alcuni animali, come
cani, gatti e cavalli,
animali che possono
vedere i fantasmi grazie
ad una speciale
sensibilità della quale
sono dotati. Il buon
credente dovrà farsi
guidare da questi
sentori e prendere le
dovute precauzioni. Un
abitante dei dintorni di
La Coruña, Fernando A.
Hermida, raccontò che,
mentre in una buia sera
invernale andava col
figlio a vedere una gara
di motociclismo vicino a
Santa Cristina,
improvvisamente sentì i
cani di una casa vicina
abbaiare furiosamente e
un fortissimo odore di
cera iniziare a
diffondersi tutto
intorno....
Alcuni investigatori
hanno tentato di trovare
alcuni parallelismi con
altri casi di
apparizioni infernali in
Galizia e il mito della
Compaña. Ad esempio,
Celia D. Calo, descrive
l'apparizione nella sua
casa di un essere alto,
vestito di bianco e con
un'apparenza quasi
religiosa. Se ci
limitassimo a tale
povera descrizione,
potremmo effetivamente
trovare dei
parallelismi, però la
Compaña possiede una
struttura, una
personalità e una
trdizione molto
specifica, impossibile
da assimilare ad altre
tradizioni similari.
Ancora di più quando il
caso presenta tinte
precognitive. Gli
elementi precognitivi
sono proprio alcuni dei
segnali caratteristici
dell'autentica «Santa
Compaña». Nella località
di Marìn Charo Santiago,
mentre tornava a casa
dopo il lavoro la vide.
Erano una decina,
vestivano di bianco e
alcuni portavano delle
luci, ceri e candele.
Sostarono davanti alla
casa di Mari Carmen, una
vecchina che Santiago
conosceva da anni, ma,
seppur preoccupato per
la sua sorte,
letteralmente
terrorizzato, scappò più
veloce che potè. Non
disse niente a nessuno
della sua avventura, ma,
due giorni quell'incontro
la vecchina morì
improvvisamente di non
si sa quale rara e
improvvisa malattia.
Casi come quello di
Charo Santiago hanno
portato alcuni
parapsicologi a
sostenere la possibilità
che la visone sia una
specie di
giustificazione
inconscia del testimone
che abbia avuto una
premonizione di morte e,
conseguentemente,
l'abbia proiettata
mentalmente come «La
Compaña».
Tra i monti della
Galizia si sono viste in
numerose occasioni
"processioni di anime",
denominate dai locali
"Santa Compaña", ma non
si ha ancora avuto, fino
ad oggi, alcuna forma di
indagine approfondita.
Secondo Javier Alonso
Rebollo questo mito
raccoglie le
caratteristiche
classiche dei popolari
fantasmi nonostante sia
intriso di folklore
gallego: una delle
maggiori influenze che
il neolitico portò a
questa regione fu quello
della convinzione di una
vita dopo la morte, e le
diverse correnti
culturali ed eretiche
diffusesi in Galizia nel
corso dei secoli,
partendo da questa base,
tramandarono la credenza
che fosse possibile
comunicare con i morti.
Questo fatto da solo
potrebbe spiegare alcune
credenze spiritiste, ma
non va sottovalutato
che,in aggiunta a ciò,
«La Santa Compaña»
presenta anche un
peculiare, e
difficilmente
spiegabile, aspetto
precognitivo annunciando
la morte del visitato
e anche ancor più
inspiegabili aspetti
relativi allo
sdoppiamento astrale,
poichè il vivo che deve
presiedere la
peregrinazione non potrà
nascondersi in nessun
luogo o tentare di
scappare. Secondo il
mito, ogni notte,
inevitabilmente, fino a
quando non passerà la
croce ad un altro vivo o
morrà, si allontanerà
dal corpo quando questo
sarà addormentato e
guiderà nuovamente la
processione dei
defunti.
Nel paese di Budiño
esiste uno dei casi più
tipici dell'apparizione
della Santa Compaña.
Sofía R.Pérez è una
casalinga di 42 anni,
madre di quattro
bambini, conosciuta e
rispettata da tutti in
paese. Nonostante il
tempo trascorso dalla
sua esperienza, Sofía la
ricorda ancora
perfettamente. «Avevo
appena compiuto otto
anni quando la vidi. Mia
madre e io stavamo
andando a trovare
un'amica percorrendo una
strada dietro la nostra
casa, vicino al
cimitero. Non era molto
tardi, però, essendo
inverno era già buio
pesto. Improvvisamente
sentii un rumore di
passi molto forte, come
causato dall'arrivo di
molta gente. Chiesi a
mia mamma se anche lei
sentisse quel rumore e
mi rispose di sì.
Improvvisamente si vide
una processione passare
lungo la strada. Erano
molti, non saprei dire
quanti, però tutti
vestiti allo stesso
modo. Indossavano
tuniche nere che
coprivano tutto il corpo
e un cappuccio,
anch'esso nero. Non
capii molto bene cosa
fosse ciò che stavo
vedendo, ma mia madre
sembrava terrorizzata e
mi stringeva forte
dicendomi di non fare
rumore. E che sorpresa
vedere alla fine del
corteo una donna, una
nostra vicina con in
mano una specie di
palo... Ci passò molto
vicino, in silenzio.
Quattro giorni dopo
morì...» |
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