Fin
dall’antichità gli
uomini sentivano la
necessità di conoscere
il proprio futuro, il
proprio destino, e
avevano bisogno di un
sostegno di natura
superiore a cui
appoggiarsi e a cui fare
riferimento nei momenti
più difficili. Da questa
necessità nascono le
cosiddette mantiche (dal
greco mantikè), ossia
quelle arti divinatorie
tramite le quali gli
uomini potevano
soddisfare il loro
bisogno di risposte alle
domande in merito al
loro futuro. Sia in
Oriente che in Occidente
si credeva che il futuro
fosse stabilito da
entità superiori spesso
identificate con le
divinità. Per mettersi
in comunicazione con gli
dei si ricorreva a delle
figure specializzate,
chiamate con nomi
differenti da civiltà a
civiltà, le quali
riuscivano a stabilire
un contatto con una
determinata divinità, la
quale comunicava il
proprio responso in modi
differenti.
Nell’Antica Grecia
queste figure a cui fare
riferimento erano gli
Oracoli, situati spesso
all’interno dei templi,
che ricoprivano il ruolo
di intermediari fra
l’uomo e gli dei. Altre
figure di riferimento
per interpretare le
risposte divine erano i
sacerdoti. Inoltre, a
volte, si ricorreva alle
cosiddette Pitonesse (o
Pizie), nome mitologico
che deriva dalla
leggenda che parla di
come il dio Apollo
imprigionò nel profondo
di una grotta un grosso
serpente (in greco piton).
Le Pitonesse non erano
altro
che fanciulle vergini,
scelte fra le famiglie
più in vista della
città, le quali erano
sottoposte ad una vera e
propria iniziazione che
prevedeva più fasi:
innanzitutto le
fanciulle erano
sottoposte ad un periodo
di digiuno e
raccoglimento; poi
venivano loro
somministrate bevande
eccitanti e,
successivamente,
venivano esposte a dei
fumi tossici provenienti
da alcune grotte. In
questo modo si credeva
che fosse più facile
raggiungere lo stato di
trance che permetteva
loro di esternare le
facoltà paranormali.
Nell’Antica Roma,
invece, le figure di
riferimento a cui
rivolgersi per
soddisfare questo genere
di esigenze erano
gli appartenenti ad una
casta sacerdotale, noti
come àuguri, i quali
interpretavano la
volontà divina tramite
lo studio del volo degli
uccelli o dei fenomeni
meteorologici. La
mantica è quindi quel
fenomeno per cui un
soggetto è in grado di
conoscere eventi
appartenenti al futuro
(e a volte anche al
passato) utilizzando a
tale scopo oggetti che,
in apparenza, non hanno
niente a che vedere con
l’evento stesso. Le
mantiche ebbero una loro
evoluzione nel corso
degli anni fra le varie
popolazioni, fino a
diventare mantiche
“popolari” praticate da
singoli individui per
singole persone. Ne
nacquero, così, tante
tipologie (qui sotto
elencate le più
conosciute):
·
Cartomanzia:
divinazione per mezzo
della lettura delle
carte;
·
Chiromanzia:
divinazione per mezzo
della lettura della
mano;
·
Radioestesia:
divinazione per mezzo
delle vibrazioni di un
pendolo (più noto come
pendolino);
·
Rabdomanzia:
divinazione per mezzo
delle vibrazioni di una
bacchetta divinatoria a
forma di Y;
·
Cristallomanzia:
divinazione per mezzo
dei cristalli;
·
Acutomanzia:
divinazione per mezzo di
aghi e spilli;
·
Idromanzia:
divinazione per mezzo
dell’interpretazione
delle superfici d’acqua
o tramite
l’interpretazione di
gocce d’olio versate
nell’acqua;
·
Astromanzia
(o Astrologia):
divinazione per mezzo
dell’interpretazione del
moto degli astri;
·
Aruspicina:
divinazione per mezzo
dell’interpretazione
dell’aspetto di viscere
di animali sacrificati.

BIBLIOGRAFIA
·
Cassoli P. e B., La
parapsicologia, Xenia
Edizioni, Milano, 2000 |