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Soul Saga - Non è tutto oro quello che riluce
a cura di Filippo Longo

Copertina primo volume edizione italianaPrendete un'idea di fondo che potrebbe essere interessante (anche se un po' datata), sviluppatela per 1/20 delle sue potenzialità, aggiungete dei disegni spettacolari (anche se con uno stile poco innovativo), mischiate il tutto con una bella grafica computerizzata, e avrete Soul Saga. Ecco uno di quegli esempi di fumetti che abbagliano alla prima occhiata ma che poi deludono ai quali mi riferivo nella presentazione alla rubrica. Come dicevo la storia può essere interessante. Una spada mistica, la Spada dell'Anima, è custodita da secoli in un luogo segreto delle Terre Desolate, dove attende paziente che giunga colui che è in grado di brandirla. Una spada con il potere di ferire e uccidere chi ferito non può essere dal metallo comune, né da altra arma forgiata dall'uomo. Una spada contrassegnata da tre anelli legati insieme. In un paese sperduto, tre giovani, tre fratelli adottivi, decidono di arruolarsi nell'esercito del loro paese per la imminente guerra contro lo stato confinante che si oppone alla sua espansione. Uno di essi, Aries, è il prescelto, la reincarnazione di colui che per primo prese in mano la Spada dell'Anima e che sconfisse la prima volta l'emissario dei poteri oscuri. A questo punto ci si aspetta che alla fine delle sei storie che compongono la saga (tre volumetti nell'edizione italiana), alcuni di questi spunti narrativi vengano portati avanti e giungano ad un punto di arrivo logico e coerente con l'inizio. E invece, fino alla terz'ultima pagina del terzo volume, non c'è praticamente nulla, o quasi, di tutto questo. Nelle ultime tre pagine, dove l'autore si affanna cercando di colmare i vuoti lasciati, si assiste a tavole letteralmente sommerse di parole che cercano di dare un senso a tutta la vicenda. Con scarso risultato, ovviamente. Non si capisce che cosa sia successo al protagonista, come sia arrivato e come sia uscito da una certa situazione, che fine hanno fatto altri personaggi della storia, se la storia avrà un seguito o se si è conclusa. Trame e spunti seminati qua e là senza venire più ripresi, gente che apparentemente muore, si dice che deve tornare e poi non torna, insomma, quanto di più superficiale si possa trovare in una saga fantasy a fumetti. Per quanto riguarda le considerazioni stilistiche, tutto sommato l'opera può andare. La disposizione delle tavole è piuttosto interessante, il tratto è abbastanza intonato con il tipo di storia, un tratto un po' spigoloso ma accurato per una storia fuori dalla realtà. Piuttosto sgradevole risulta invece l'alternanza di tavole senza una sola parola a tavole riempite totalmente di dialoghi, che fisicamente ingombrano e oscurano un po' i disegni. Alcune scelte grafiche possono sembrare un po' illogiche, ma non poi così diverse da quelle che a volte si vedono nei film o in altre produzioni. In particolare mi sembra strano che soldati che combattono soltanto corpo a corpo, con spade e lance, scelgano come abbigliamento delle armature non solo pesantissime, ma soprattutto ingombranti e scomode per i movimenti del corpo. In particolare le braccia sembrano imprigionate dentro dei gusci rigidi senza nessuna libertà di movimento, cosa fondamentale per chi lotta con la spada. Tutto questo in nome della ricercatezza estetica. Come se un giocatore di calcio usasse lo smoking e le scarpe di vernice nera per giocare. Ma su tutto questo si potrebbe anche sorvolare. Quello che è assolutamente deludente è come viene portata avanti la storia. Secondo me è mancata una attenta pianificazione dello svolgimento dei fatti. E ciò suona alquanto strano, soprattutto se si considera che quest'opera è una produzione americana. Di solito le case americane adottano come strategia editoriale quella di realizzare una miniserie, pubblicarla, valutare la risposta di pubblico, e infine decidere se aprire una serie regolare, e con quale cadenza. Secondo questa logica, quindi, sembrerebbe normale che ci sia una sorta di pianificazione temporale degli eventi della storia, anzi. Se lo scopo della miniserie è proprio quello di catturare il pubblico e di creare un mercato per le uscite della serie regolare, proprio la miniserie dovrebbe essere la produzione più curata. Le trame dovrebbero essere sviluppate adeguatamente, gli spunti per continuare dovrebbero essere lasciati in sospeso in modo scrupoloso e attento, utilizzando la tecnica dell'accennato ma non detto, che lascia alla fantasia del lettore la continuazione della trama, che poi però potrebbe anche essere smentito, e quindi lo spinge a comprare le nuove uscite. Una tecnica in cui gli americani sono maestri, avendola utilizzata e sviluppata da oltre quarant'anni. Tutto questo invece manca in questa saga, che non solo non cattura per un potenziale seguito, ma delude anche nella realizzazione presente. Un aspetto che invece può essere positivo, è la rappresentazione di come spesso un eroe giusto e leale verso il suo paese si ritrova invischiato in trame e intrighi da governanti senza scrupoli, che alterano la realtà delle cose e la dipingono in modo a loro conveniente ai sudditi. é il caso dei cosiddetti ribelli, un popolo in realtà massacrato dalla occupazione straniera, umiliato e offeso nell'animo come nel corpo, che viene fatto passare da criminale agli occhi del popolo e dei soldati che andranno a combatterlo. E proprio al fronte Aries si renderà conto della realtà dei fatti, subendo egli stesso il prezzo da pagare per essersi ribellato ai suoi superiori. Interessante è pure la gestione del potere nel regno. Il re acclamato e amato dal popolo infatti si scopre essere nient'altro che un burattino nelle mani di un oscuro demone, che agendo nell'ombra e rimanendo un personaggio marginale agli occhi della gente comune, tesse le sue trame e cura i suoi interessi personali, primo tra tutti uccidere il prescelto, colui che può rivendicare la Spada dell'Anima e che potrebbe distruggerlo definitivamente, cosa che non seppe fare il suo antenato secoli prima. Un vero peccato dunque che un soggetto come questo non sia stato affidato a mani più esperte di quelle di Platt e Lichtner, che forse sanno come vendere a un certo tipo di pubblico, ma sicuramente non sanno come entusiasmare gli appassionati del vero fumetto fantasy.

Copertina secondo volume edizione italiana    Copertina terzo volume edizione italiana