Prendete
un'idea di fondo che
potrebbe essere
interessante (anche se
un po' datata),
sviluppatela per 1/20
delle sue potenzialità,
aggiungete dei disegni
spettacolari (anche se
con uno stile poco
innovativo), mischiate
il tutto con una bella
grafica computerizzata,
e avrete Soul Saga. Ecco
uno di quegli esempi di
fumetti che abbagliano
alla prima occhiata ma
che poi deludono ai
quali mi riferivo nella
presentazione alla
rubrica. Come dicevo la
storia può essere
interessante. Una spada
mistica, la Spada
dell'Anima, è custodita
da secoli in un luogo
segreto delle Terre
Desolate, dove attende
paziente che giunga
colui che è in grado di
brandirla. Una spada con
il potere di ferire e
uccidere chi ferito non
può essere dal metallo
comune, né da altra arma
forgiata dall'uomo. Una
spada contrassegnata da
tre anelli legati
insieme. In un paese
sperduto, tre giovani,
tre fratelli adottivi,
decidono di arruolarsi
nell'esercito del loro
paese per la imminente
guerra contro lo stato
confinante che si oppone
alla sua espansione. Uno
di essi, Aries, è il
prescelto, la
reincarnazione di colui
che per primo prese in
mano la Spada dell'Anima
e che sconfisse la prima
volta l'emissario dei
poteri oscuri. A questo
punto ci si aspetta che
alla fine delle sei
storie che compongono la
saga (tre volumetti
nell'edizione italiana),
alcuni di questi spunti
narrativi vengano
portati avanti e
giungano ad un punto di
arrivo logico e coerente
con l'inizio. E invece,
fino alla terz'ultima
pagina del terzo volume,
non c'è praticamente
nulla, o quasi, di tutto
questo. Nelle ultime tre
pagine, dove l'autore si
affanna cercando di
colmare i vuoti
lasciati, si assiste a
tavole letteralmente
sommerse di parole che
cercano di dare un senso
a tutta la vicenda. Con
scarso risultato,
ovviamente. Non si
capisce che cosa sia
successo al
protagonista, come sia
arrivato e come sia
uscito da una certa
situazione, che fine
hanno fatto altri
personaggi della storia,
se la storia avrà un
seguito o se si è
conclusa. Trame e spunti
seminati qua e là senza
venire più ripresi,
gente che apparentemente
muore, si dice che deve
tornare e poi non torna,
insomma, quanto di più
superficiale si possa
trovare in una saga
fantasy a fumetti. Per
quanto riguarda le
considerazioni
stilistiche, tutto
sommato l'opera può
andare. La disposizione
delle tavole è piuttosto
interessante, il tratto
è abbastanza intonato
con il tipo di storia,
un tratto un po'
spigoloso ma accurato
per una storia fuori
dalla realtà. Piuttosto
sgradevole risulta
invece l'alternanza di
tavole senza una sola
parola a tavole riempite
totalmente di dialoghi,
che fisicamente
ingombrano e oscurano un
po' i disegni. Alcune
scelte grafiche possono
sembrare un po'
illogiche, ma non poi
così diverse da quelle
che a volte si vedono
nei film o in altre
produzioni. In
particolare mi sembra
strano che soldati che
combattono soltanto
corpo a corpo, con spade
e lance, scelgano come
abbigliamento delle
armature non solo
pesantissime, ma
soprattutto ingombranti
e scomode per i
movimenti del corpo. In
particolare le braccia
sembrano imprigionate
dentro dei gusci rigidi
senza nessuna libertà di
movimento, cosa
fondamentale per chi
lotta con la spada.
Tutto questo in nome
della ricercatezza
estetica. Come se un
giocatore di calcio
usasse lo smoking e le
scarpe di vernice nera
per giocare. Ma su tutto
questo si potrebbe anche
sorvolare. Quello che è
assolutamente deludente
è come viene portata
avanti la storia.
Secondo me è mancata una
attenta pianificazione
dello svolgimento dei
fatti. E ciò suona
alquanto strano,
soprattutto se si
considera che
quest'opera è una
produzione americana. Di
solito le case americane
adottano come strategia
editoriale quella di
realizzare una
miniserie, pubblicarla,
valutare la risposta di
pubblico, e infine
decidere se aprire una
serie regolare, e con
quale cadenza. Secondo
questa logica, quindi,
sembrerebbe normale che
ci sia una sorta di
pianificazione temporale
degli eventi della
storia, anzi. Se lo
scopo della miniserie è
proprio quello di
catturare il pubblico e
di creare un mercato per
le uscite della serie
regolare, proprio la
miniserie dovrebbe
essere la produzione più
curata. Le trame
dovrebbero essere
sviluppate
adeguatamente, gli
spunti per continuare
dovrebbero essere
lasciati in sospeso in
modo scrupoloso e
attento, utilizzando la
tecnica dell'accennato
ma non detto, che lascia
alla fantasia del
lettore la continuazione
della trama, che poi
però potrebbe anche
essere smentito, e
quindi lo spinge a
comprare le nuove
uscite. Una tecnica in
cui gli americani sono
maestri, avendola
utilizzata e sviluppata
da oltre quarant'anni.
Tutto questo invece
manca in questa saga,
che non solo non cattura
per un potenziale
seguito, ma delude anche
nella realizzazione
presente. Un aspetto che
invece può essere
positivo, è la
rappresentazione di come
spesso un eroe giusto e
leale verso il suo paese
si ritrova invischiato
in trame e intrighi da
governanti senza
scrupoli, che alterano
la realtà delle cose e
la dipingono in modo a
loro conveniente ai
sudditi. é il caso dei
cosiddetti ribelli, un
popolo in realtà
massacrato dalla
occupazione straniera,
umiliato e offeso
nell'animo come nel
corpo, che viene fatto
passare da criminale
agli occhi del popolo e
dei soldati che andranno
a combatterlo. E proprio
al fronte Aries si
renderà conto della
realtà dei fatti,
subendo egli stesso il
prezzo da pagare per
essersi ribellato ai
suoi superiori.
Interessante è pure la
gestione del potere nel
regno. Il re acclamato e
amato dal popolo infatti
si scopre essere
nient'altro che un
burattino nelle mani di
un oscuro demone, che
agendo nell'ombra e
rimanendo un personaggio
marginale agli occhi
della gente comune,
tesse le sue trame e
cura i suoi interessi
personali, primo tra
tutti uccidere il
prescelto, colui che può
rivendicare la Spada
dell'Anima e che
potrebbe distruggerlo
definitivamente, cosa
che non seppe fare il
suo antenato secoli
prima. Un vero peccato
dunque che un soggetto
come questo non sia
stato affidato a mani
più esperte di quelle di
Platt e Lichtner, che
forse sanno come vendere
a un certo tipo di
pubblico, ma sicuramente
non sanno come
entusiasmare gli
appassionati del vero
fumetto fantasy.

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