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Neon Genesis Evangelion - La via che condurrà l'uomo a Dio
a cura di Filippo Longo

introduzione

Se apriste con fare disinteressato il primo volume della serie Neon Genesis Evangelion, cominciaste a sfogliare le prime pagine e dopo dieci minuti qualcuno vi chiedesse che cosa state sfogliando, rispondereste “Un fumetto che parla di robot”. E in effetti in Evangelion c’è il tipico robot antropomorfo cattivo, c’è la città futuristica e ipertecnologica che difende la Terra con il suo robot, e c’è il classico pilota giovane a bordo di quest’ultimo. Insomma non manca nessuno degli ingredienti del tipico fumetto “robotecnologico” anni ’70. Cominciando a leggere però qualcosa comincia a non quadrare più secondo questo schema. Perché il robot nemico si chiama Angelo (termine che nel pensiero comune è generalmente associato a qualcosa di buono)? Che cosa vuole? Chi lo manda? Come mai il pilota buono sembra tutto tranne che un eroe coraggioso? Che cosa nascondono i silenzi del comandante della base terrestre? Questi sono solo i primi interrogativi che attraversano la mente del lettore che apre le prime pagine di Evangelion, ma sicuramente egli starà dicendo tra sé: “Appena finisce la battaglia si spiega tutto”. E invece no. Gli interrogativi non fanno che aumentare, i dubbi si spostano su livelli di analisi diversi, e le immagini insieme alle parole e alle non parole suscitano un incredibile sensazione di curiosità e anche una sorta di timore. A questo punto siamo realmente entrati nel mondo di Neon Genesis Evangelion. Ma quando si entra in un luogo che non si conosce, per non perdersi la cosa migliore è trovarsi una guida. La nostra guida sarà Misato (vedi la scheda Cast), che ci accompagnerà per tutta la serie, e assieme a lei andremo scoprendo tutti i misteri che si celano dietro La NERV, gli Angeli, gli Eva e molto altro ancora.

Per entrare un po’ più nello specifico, possiamo subito dire che vi sono almeno tre livelli di lettura in questa opera: il primo è rappresentato dall’ormai classico scontro tra umanità e una qualche forza ad essa estranea (sia questa una razza aliena, dei robot, o quant’altro), che però non è affatto banalizzato, anzi contiene spunti di riflessione molto validi che vedremo in seguito; il secondo livello di lettura è quello rappresentato dai personaggi, dalla loro spiritualità e dalla loro maturazione psicologica: nessuno dei protagonisti di Neon Genesis Evangelion rimarrà lo stesso dall’inizio alla fine della serie, poiché tutti, nell’arco di tempo che abbraccia la vicenda con i suoi richiami al passato, verranno in qualche modo cambiati dalle esperienze fatte; il terzo livello di lettura è quello che riguarda l’aspetto religioso ed esoterico della storia, uno degli aspetti più nascosti ma forse il più importante, poiché rappresenta il filone guida di tutta la storia, ed anche perché i riferimenti a questo ambito della conoscenza umana sono costanti e numerosissimi in tutta la serie, anche se spesso piuttosto difficili da cogliere. Tuttavia questi tre livelli di lettura non sono separati l’uno dall’altro, ma si compenetrano e si legano fino a fondersi completamente, tanto che spesso è difficile distinguere se una scena o una sequenza riguarda il personaggio preso in esame in quel momento, la situazione della storia, o il mondo intero come lo conosciamo. Volendo spendere una parola in più sui personaggi (e quando dico personaggi non intendo affatto indicare soltanto gli esseri umani), bisogna dire che riguardo ad essi niente è lasciato al caso: presentano una complessità a dir poco straordinaria, tanto da sembrare individui reali, con molte sfaccettature di carattere. In Evangelion si combattono sempre almeno due battaglie, quella contro i nemici e quella contro i dubbi che ogni personaggio si pone e deve affrontare.

In definitiva, Neon Genesis Evangelion non è affatto una serie di facile interpretazione: è sottile, molto sottile, ma questa sottigliezza risulta pesante, carica di significati ma anche di quesiti irrisolti, che finiscono per gravare pesantemente il lettore. Spesso le situazioni e le scene risultano così misteriose da sembrare senza senso, ma va sempre tenuto presente che in questa opera niente, ma proprio niente, è lasciato al caso. Non di rado un episodio va riletto più volte, e ogni lettura aggiunge particolari di fondamentale importanza. D’altra parte la situazione è molto pressante: il mondo è a un bivio, e le scelte di pochi esseri determineranno la sorte dell’intera umanità. Il concetto stesso di umanità è in gioco, e tra poco scopriremo perché. L’ironia è presente nella serie (basti pensare al pinguino Pen Pen) ma non è mai fine a se stessa, perché nasconde la consapevolezza del fatto che il mondo è ben diverso. Già il nome dell’opera è carico di significati: Neon Genesis Evangelion (in originale Shin Seiki Evangelion) può essere secondo me tradotto, con un’interpretazione un po’ libera, come “Vangelo della nuova generazione”. Questo però non allude affatto ad alcuna denigrazione dei Vangeli, ma va inteso in questo modo: qualunque sia la nostra religione, la cultura cristiana dal suo esordio ha influenzato prepotentemente il mondo e continua a farlo ancora adesso, e siccome essa ha come fondamento quanto riportato nei Vangeli e nella Bibbia tutta, si potrebbe dire che, come i Vangeli hanno trasmesso un forte messaggio nell’antichità, così quest’opera ci propone, nel suo piccolo, un insegnamento, una linea guida, e anche un antidoto ai falsi schemi di pensiero della società moderna. Considerando Evangelion prima un anime e poi un manga, abbiamo una doppia testimonianza di quanto sia superata e riduttiva l’equazione “cartone animato/fumetto = roba per bambini”, usata ed abusata troppo spesso da alcuni adulti che sembrano quasi rifuggire dal mondo della fantasia, dell’immaginazione e del sogno che queste opere rappresentano, per rinchiudersi in quel mondo fatto di materialismo e totale repressione della capacità di dare ascolto a quella parte vitale e sognatrice che ognuno di noi possiede nel profondo della sua anima. Per questi motivi, e anche per altri, i più superficiali non ameranno Evangelion, o ameranno solo la parte dei combattimenti, bellissimi e importanti, ma che sono solo un completamento della serie: il vero messaggio è posto oltre, anche se questi hanno il chiaro significato di intrattenere il pubblico e di spezzare la tensione emotiva con una tensione dinamica.

Concludo questa introduzione con un accenno più strettamente legato all’anime. Dopo un iniziale periodo di stordimento, causato dalla sua natura di anime sperimentalista, Neon Genesis Evangelion è diventato una serie di culto, e ha riscosso un enorme seguito di fans. Purtroppo (o per fortuna, non so bene cosa dire in questo caso) alcuni di essi non hanno capito e apprezzato il vero significato del finale televisivo, che prendeva in esame la soggettività dei personaggi. Per questo il regista Hideaki Anno è stato forzato a realizzare i due film conclusivi della serie, concludendo con ottime soluzioni quest’ultima, rivelando e definendo alcune trame rimaste leggermente in sospeso, ma creando allo stesso tempo la discrepanza tra serie e lungometraggi che va sotto il nome dell’annoso “problema dei due finali” di Evangelion. Questo aspetto sarà argomento di una scheda della sezione “Analisi, interpretazioni e commenti” alla fine dell’articolo.