Se apriste con fare
disinteressato il primo
volume della serie Neon
Genesis Evangelion,
cominciaste a sfogliare
le prime pagine e dopo
dieci minuti qualcuno vi
chiedesse che cosa state
sfogliando,
rispondereste “Un
fumetto che parla di
robot”. E in effetti in
Evangelion c’è il tipico
robot antropomorfo
cattivo, c’è la città
futuristica e
ipertecnologica che
difende la Terra con il
suo robot, e c’è il
classico pilota giovane
a bordo di quest’ultimo.
Insomma non manca
nessuno degli
ingredienti del tipico
fumetto
“robotecnologico” anni
’70. Cominciando a
leggere però qualcosa
comincia a non quadrare
più secondo questo
schema. Perché il robot
nemico si chiama Angelo
(termine che nel
pensiero comune è
generalmente associato a
qualcosa di buono)? Che
cosa vuole? Chi lo
manda? Come mai il
pilota buono sembra
tutto tranne che un eroe
coraggioso? Che cosa
nascondono i silenzi del
comandante della base
terrestre? Questi sono
solo i primi
interrogativi che
attraversano la mente
del lettore che apre le
prime pagine di
Evangelion, ma
sicuramente egli starà
dicendo tra sé: “Appena
finisce la battaglia si
spiega tutto”. E invece
no. Gli interrogativi
non fanno che aumentare,
i dubbi si spostano su
livelli di analisi
diversi, e le immagini
insieme alle parole e
alle non parole
suscitano un incredibile
sensazione di curiosità
e anche una sorta di
timore. A questo punto
siamo realmente entrati
nel mondo di Neon
Genesis Evangelion. Ma
quando si entra in un
luogo che non si
conosce, per non
perdersi la cosa
migliore è trovarsi una
guida. La nostra guida
sarà Misato (vedi la
scheda
Cast),
che ci accompagnerà per
tutta la serie, e
assieme a lei andremo
scoprendo tutti i
misteri che si celano
dietro La NERV, gli
Angeli, gli Eva e molto
altro ancora.
Per entrare un po’ più
nello specifico,
possiamo subito dire che
vi sono almeno tre
livelli di lettura in
questa opera: il primo è
rappresentato dall’ormai
classico scontro tra
umanità e una qualche
forza ad essa estranea
(sia questa una razza
aliena, dei robot, o
quant’altro), che però
non è affatto
banalizzato, anzi
contiene spunti di
riflessione molto validi
che vedremo in seguito;
il secondo livello di
lettura è quello
rappresentato dai
personaggi, dalla loro
spiritualità e dalla
loro maturazione
psicologica: nessuno dei
protagonisti di Neon
Genesis Evangelion
rimarrà lo stesso
dall’inizio alla fine
della serie, poiché
tutti, nell’arco di
tempo che abbraccia la
vicenda con i suoi
richiami al passato,
verranno in qualche modo
cambiati dalle
esperienze fatte; il
terzo livello di lettura
è quello che riguarda
l’aspetto religioso ed
esoterico della storia,
uno degli aspetti più
nascosti ma forse il più
importante, poiché
rappresenta il filone
guida di tutta la
storia, ed anche perché
i riferimenti a questo
ambito della conoscenza
umana sono costanti e
numerosissimi in tutta
la serie, anche se
spesso piuttosto
difficili da cogliere.
Tuttavia questi tre
livelli di lettura non
sono separati l’uno
dall’altro, ma si
compenetrano e si legano
fino a fondersi
completamente, tanto che
spesso è difficile
distinguere se una scena
o una sequenza riguarda
il personaggio preso in
esame in quel momento,
la situazione della
storia, o il mondo
intero come lo
conosciamo. Volendo
spendere una parola in
più sui personaggi (e
quando dico personaggi
non intendo affatto
indicare soltanto gli
esseri umani), bisogna
dire che riguardo ad
essi niente è lasciato
al caso: presentano una
complessità a dir poco
straordinaria, tanto da
sembrare individui
reali, con molte
sfaccettature di
carattere. In Evangelion
si combattono sempre
almeno due battaglie,
quella contro i nemici e
quella contro i dubbi
che ogni personaggio si
pone e deve affrontare.
In definitiva, Neon
Genesis Evangelion non è
affatto una serie di
facile interpretazione:
è sottile, molto
sottile, ma questa
sottigliezza risulta
pesante, carica di
significati ma anche di
quesiti irrisolti, che
finiscono per gravare
pesantemente il lettore.
Spesso le situazioni e
le scene risultano così
misteriose da sembrare
senza senso, ma va
sempre tenuto presente
che in questa opera
niente, ma proprio
niente, è lasciato al
caso. Non di rado un
episodio va riletto più
volte, e ogni lettura
aggiunge particolari di
fondamentale importanza.
D’altra parte la
situazione è molto
pressante: il mondo è a
un bivio, e le scelte di
pochi esseri
determineranno la sorte
dell’intera umanità. Il
concetto stesso di
umanità è in gioco, e
tra poco scopriremo
perché. L’ironia è
presente nella serie
(basti pensare al
pinguino Pen Pen) ma non
è mai fine a se stessa,
perché nasconde la
consapevolezza del fatto
che il mondo è ben
diverso. Già il nome
dell’opera è carico di
significati: Neon
Genesis Evangelion (in
originale Shin Seiki
Evangelion) può essere
secondo me tradotto, con
un’interpretazione un
po’ libera, come
“Vangelo della nuova
generazione”. Questo
però non allude affatto
ad alcuna denigrazione
dei Vangeli, ma va
inteso in questo modo:
qualunque sia la nostra
religione, la cultura
cristiana dal suo
esordio ha influenzato
prepotentemente il mondo
e continua a farlo
ancora adesso, e siccome
essa ha come fondamento
quanto riportato nei
Vangeli e nella Bibbia
tutta, si potrebbe dire
che, come i Vangeli
hanno trasmesso un forte
messaggio
nell’antichità, così
quest’opera ci propone,
nel suo piccolo, un
insegnamento, una linea
guida, e anche un
antidoto ai falsi schemi
di pensiero della
società moderna.
Considerando Evangelion
prima un anime e poi un
manga, abbiamo una
doppia testimonianza di
quanto sia superata e
riduttiva l’equazione
“cartone animato/fumetto
= roba per bambini”,
usata ed abusata troppo
spesso da alcuni adulti
che sembrano quasi
rifuggire dal mondo
della fantasia,
dell’immaginazione e del
sogno che queste opere
rappresentano, per
rinchiudersi in quel
mondo fatto di
materialismo e totale
repressione della
capacità di dare ascolto
a quella parte vitale e
sognatrice che ognuno di
noi possiede nel
profondo della sua
anima. Per questi
motivi, e anche per
altri, i più
superficiali non
ameranno Evangelion, o
ameranno solo la parte
dei combattimenti,
bellissimi e importanti,
ma che sono solo un
completamento della
serie: il vero messaggio
è posto oltre, anche se
questi hanno il chiaro
significato di
intrattenere il pubblico
e di spezzare la
tensione emotiva con una
tensione dinamica.
Concludo questa
introduzione con un
accenno più strettamente
legato all’anime. Dopo
un iniziale periodo di
stordimento, causato
dalla sua natura di
anime sperimentalista,
Neon Genesis Evangelion
è diventato una serie di
culto, e ha riscosso un
enorme seguito di fans.
Purtroppo (o per
fortuna, non so bene
cosa dire in questo
caso) alcuni di essi non
hanno capito e
apprezzato il vero
significato del finale
televisivo, che prendeva
in esame la soggettività
dei personaggi. Per
questo il regista
Hideaki Anno è stato
forzato a realizzare i
due film conclusivi
della serie, concludendo
con ottime soluzioni
quest’ultima, rivelando
e definendo alcune trame
rimaste leggermente in
sospeso, ma creando allo
stesso tempo la
discrepanza tra serie e
lungometraggi che va
sotto il nome
dell’annoso “problema
dei due finali” di
Evangelion. Questo
aspetto sarà argomento
di una scheda della
sezione “Analisi,
interpretazioni e
commenti” alla fine
dell’articolo. |