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Neon Genesis Evangelion - La via che condurrà l'uomo a Dio
a cura di Filippo Longo

PRESENTAZIONE

Non è cosa semplice tentare unapproccio analitico al capolavoro di Yoshiyuki Sadamoto, tale è la complessità di questa opera e i riferimenti alle fonti umane più disparate. Per non farla risultare superficiale e scontata, o, al contrario, confusionaria e farraginosa, imposterò questa trattazione in diverse parti, ognuna dedicata ad un aspetto cardine dell’opera, relegando le spiegazioni piuttosto accademiche a due schede iniziali, Data Files e Cast, che ricalcano l’impostazione originale della versione italiana a fumetti dell’opera. Va precisato sin da subito però che le diverse parti in cui articolerò il discorso sono sempre da considerare un tutt’uno indivisibile, in cui i vari frammenti si compenetrano, complementandosi e arricchendosi a vicenda.

Prima di iniziare però si rendono necessarie alcune precisazioni su questa opera, in modo da rendere chiari alcuni aspetti che chi non conosce bene quello di cui sto scrivendo potrebbe ignorare, rendendo ancora più difficile da seguire un discorso già di per sé molto complesso. Neon Genesis Evangelion nasce dalla volontà della Gainax, una casa di produzione di anime (i cartoni animati giapponesi, per intenderci) di rilanciarsi sulle scene dell’animazione dopo un periodo di silenzio, con lo scopo di produrre una serie emozionante e originale. Per questo motivo il regista Hideaki Anno, che ha diretto tra l’altro anche Fushigi No Umi No Nadia (conosciuto in Italia come “Il mistero della pietra azzurra), ha dedicato una particolare attenzione nella pianificazione di questo progetto. Solo recentemente è stata realizzata una versione a fumetti, ad opera di Yoshiyuki Sadamoto (già autore dei disegni della serie animata), che ha compiuto un eccellente lavoro di adattamento dell’anime al formato cartaceo. Quindi, contrariamente a quello che avviene di solito, Evangelion è prima un anime e solo dopo un manga, tanto che la versione italiana del manga non è ancora completata (giunta al volume 8), e, avendo raggiunto la produzione giapponese, i tempi di uscita dei volumi sono molto lunghi, con grande disperazione di tutti noi appassionati. In un secondo momento, visto il successo riscosso dalla serie animata, gli autori giapponesi hanno deciso di produrre due lungometraggi, che riprendevano le fila degli ultimi episodi della serie e rivisitavano il finale, da un lato riuscendo a concludere parecchi filoni narrativi in maniera molto brillante, ma dall’altro creando una sorta di discrepanza tra serie e lungometraggi (il famoso problema dei due finali sul quale ritornerò in seguito). Quindi, per chi volesse affacciarsi solo adesso al mondo di Evangelion, si pongono due problemi di difficile soluzione: intanto, la serie animata è stata trasmessa una sola volta in tv, e che io sappia non ci sono repliche in vista, ma per fortuna è presente in sei dvd, che però sono molto costosi. Purtroppo invece i lungometraggi non sono mai stati tradotti in italiano, e sono presenti il primo (Death & Rebirth) in inglese, il secondo (The end of Evangelion) solo in lingua originale con i sottotitoli in inglese. Volendo quindi dare un consiglio a quanti volessero iniziare a scoprire questo mondo fantastico, suggerisco di recuperare i volumi della versione manga (che anche se presenta alcune differenze dall’anime è molto ben fatta), restando in attesa della pubblicazione dei nuovi volumi. Per concludere, tengo a sottolineare che per redigere questo articolo ho consultato moltissime fonti, letto decine di pagine web, fatto lunghe chiacchierate con esperti del settore dei fumetti e dell’animazione e infine studiato con dedizione quasi maniacale il fumetto. Per le parti che ancora non sono state pubblicate mi sono basato sulla serie animata e sui resoconti dei lungometraggi che ho trovato (non avendo ancora avuto occasione di vederli personalmente). Inoltre è giusto dare riconoscimento al lavoro di Claudio Gatta sulla “Cabala in Evangelion”, lavoro al quale ho fatto costante riferimento, soprattutto per alcune parti dell’articolo. Al di là di ciò voglio precisare che tutto quello che è scritto qui di seguito è frutto del mio lavoro e della mia personale interpretazione e rielaborazione di quanto ho trovato sull’argomento, e quindi non è da ritenere una analisi “ufficiale” dell’opera, ma un commento personale, e inoltre non posso garantire che la tematica e le forme di questa trattazione non siano già state prodotte da altri prima di me. Fatte queste precisazioni, forse un po’ noiose ma necessarie, cominciamo.