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Fathom - Vivono tra noi
a cura di Filippo Longo

Copertina primo albo edizione italianaAd ogni essere umano è capitato almeno una volta di guardare in cielo e porsi la fatidica domanda: "Ma siamo davvero soli nell'universo?". Alla ricerca di un'altra forma di vita intelligente (ponendo come prima quella umana, cosa tutt'altro che scontata) si sono dedicati molti uomini per molte generazioni. Nessuno di quelli che hanno scrutato l'universo non ha mai sperato nemmeno per un istante di vedere a un certo punto materializzarsi davanti ai suoi occhi una creatura aliena, a bordo della sua astronave. La letteratura, la cinematografia e l'arte in generale hanno sin dalle loro prime forme dato sfogo e voce a questa curiosità connaturata nell'uomo, molto spesso esasperandola e facendo passare per banali eventi e situazioni che in realtà non lo sono. Una delle più grosse banalità, che solo negli ultimi anni è stata finalmente abbandonata, era quella che gli alieni venissero da Marte, da cui il termine marziani. Qualche anno fa ho avuto occasione di leggere qualcosa di veramente interessante riguardo a questa tematica: gli alieni. Si diceva di come sia banale la concezione che gli alieni vengano da Marte. In "Fathom", lo sceneggiatore e disegnatore Michael Turner porta l'attenzione su questo concetto e lo amplifica al punto da mostrare una banalità ancor più grande, e tuttavia più celata: perché gli alieni devono venire per forza dallo spazio? Con una sapiente operazione letteraria, l'autore porta a riflettere sul significato intrinseco della parola alieno, che etimologicamente deriva dal latino alius - alia - aliud, cioè "altro, estraneo, diverso". Diverso da cosa? Ma naturalmente dalla natura intrinseca dell'osservatore, che è inevitabilmente un rappresentante del genere umano. Ma torniamo alla domanda: perché per forza dallo spazio? Utile risulta, per spiegare il rivoluzionario punto di vista di Turner, citare le battute iniziali della sua opera:

"Terra. Strano nome per un pianeta la cui superficie è coperta per più di due terzi da oceani, laghi e fiumi. "Acqua" sarebbe stato più corretto. Le montagne più alte... le depressioni più profonde... la maggior parte delle specie di vita... dei pericoli... e dei misteri... sono tutti sotto la superficie. L'uomo ha sempre avuto foga di guardare le stelle per trovare risposte... o una guida... o il vero motivo per cui siamo su questo pianeta... e ha dimenticato di guardare nel luogo più ovvio... sotto i suoi piedi. Nel mondo sotterraneo."

Già questo basta a far intuire al lettore che aprendo il primo albo di Fathom si trova alle prese con un'opera rivoluzionaria e innovativa. Ma, proprio per quella sinergia tra parole e disegni che si deve realizzare in un fumetto, solo guardando la sequenza delle tavole che ripercorre e integra quella delle didascalie ci si rende conto del valore intrinseco dell'opera. Questo tuttavia è solo il primo di una serie di spunti interessantissimi che Turner ci mostra. Sempre riguardo al tema della diversità, egli ci spinge a riflettere su come questa vada sempre ricercata all'interno delle cose e non sulla loro superficie. Proprio per questo iCopertina primo albo edizione italiana Variant Edition suoi alieni hanno un aspetto esteriore assolutamente assimilabile a quello della specie umana, tanto assimilabile che la protagonista, ovviamente un'aliena, vive per circa tredici anni in mezzo agli umani senza rendersi conto della sua vera natura e senza che altri notino la differenza. Una razza aliena che quindi potrebbe perfettamente vivere in mezzo a noi. Altro tema interessante è quello della evoluzione. Evidentemente, per essere alieni, questi esseri devono avere delle caratteristiche peculiari. Gli alieni di Turner vivono nell'acqua. Di più, sono fatti di acqua, o meglio ancora sono in grado di trasformarsi in acqua. E dall'acqua sono in grado di sviluppare un'energia devastante, di molto superiore a quella delle armi costruite dall'uomo. Oltretutto sono creature estremamente intelligenti ed evolute, tanto da sviluppare una tecnologia largamente superiore a quella degli umani. Inoltre, a differenza degli umani che per quanto evoluti riescono ad essere alquanto stupidi, essi hanno capito che i rapporti con la razza umana sarebbero estremamente difficili. In questo si può cogliere un'ulteriore critica di Turner alla nostra specie. Nel corso dei secoli l'uomo ha preso coscienza della sua evoluzione e si è convinto, sbagliando, di occupare il gradino più alto della scala filogenetica. Da questa consapevolezza è scaturita l'arroganza di dover dominare su tutto quello che lo circonda. La razza degli acquatici, consapevole della sua superiorità evolutiva quanto della sua inferiorità numerica, ha deciso quindi di estraniarsi dalle faccende degli umani, limitandosi ad osservare senza mai mostrarsi. L'uomo ha però commesso l'inconsapevole quanto imperdonabile errore di violare e profanare l'habitat naturale di queste creature. I test per gli ordigni nucleari sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso, soprattutto quando hanno distrutto una città sottomarina e ucciso migliaia di esseri viventi. Alcuni sono rimasti dell'avviso di non intervenire, cautelandosi in altro modo, altri hanno deciso che la superiorità della loro razza doveva ormai venire alla luce per portare al dominio sul genere umano. Lo scontro è a questo punto inevitabile. Nessuno di noi può sapere se questa razza di neo-atlantidei esiste o esisterà mai, e sicuramente Turner ha attinto alla sua fantasia nel creare la sua opera. Però uno di quei famosi messaggi di cui si è detto sopra sembra proprio essere questo: qualunque azione ci accingiamo a compiere, dobbiamo sempre pensare che avrà delle conseguenze su quanto ci circonda, e inoltre non possiamo mai sapere che cosa c'è nell'ignoto del nostro pianeta. Una cosa è certa: per quanti sforzi facciamo, nel singolo come nel collettivo, ci sarà sempre prima o poi qualcuno che ci supererà. Giudicarsi al di sopra di qualsiasi altra cosa è solo la manifestazione di una cieca arroganza che purtroppo ci portiamo dentro fin dalle nostre prime generazioni.

Copertina quinto albo italiano   Aspen e Cannon   Aspen e Killian