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Volto umano nella Necropo di Sovana

a cura di Simone Martino

   

  Necropoli di Sovana (Sovana - Grosseto)

a cura di Simone Martino

     

La necropoli di Sovana è sicuramente una delle testimonianze più suggestive che ci ha lasciato il popolo Etrusco. Le tombe sono riferibili ad una popolazione che risiedeva nella vicina Sovana tra il VII ed il I sec a.C. Le tombe più antiche hanno forme semplici e numerosi loculi, si pensa che siano i sepolcri delle genti che abitavano in piccoli villaggi dediti alla pastorizia. Le tombe più artistiche sono quelle realizzate tra il III ed il II sec a.C. quando Sovana aveva acquistato una notevole predominanza economica nella zona. Intorno alle città più importanti crescevano le necropoli, le "città dei morti", che col passare degli anni si allargavano e si moltiplicavano; il tabù nei luoghi di sepoltura, infatti, proibiva la distruzione di qualsiasi parte delle costruzioni funerarie. La tomba era il luogo in cui il defunto avrebbe continuato la sua esistenza; era dunque necessario garantire la presenza di tutto ciò che lo aveva accompagnato nella quotidianità. Splendide tombe con decorazioni, pitture, rilievi (affreschi di banchetti allietati da musici e danzatori, scene di caccia o di pesca o semplicemente imprese di guerra della famiglia) e provviste di tutto quanto potesse necessitare una comune abitazione (crateri, coppe, colini, piatti) affermano l’intenzione di imitare, per la dimora dei morti, la casa dei vivi, Le tombe, secondo la conformazione del terreno, venivano scavate sottoterra (ipogee) o nella roccia (rupestri). La pianta della tomba ipogea, nella quale si accedeva attraverso uno stretto corridoio, era costituita da un piccolo atrio che immetteva nella camera sepolcrale principale, in cui le salme dei fondatori della tomba erano deposte in sarcofagi. Il grande sviluppo della città, dimostrato dalle monumentali tombe rupestri, è però in massima parte successivo alla conquista romana del 280 a.C., che investì Vulci, Volsinii e i loro territori. Resta inspiegato il motivo del trattamento di favore che venne riservato dai conquistatori a Sovana, evidentemente risparmiata mentre altri insediamenti minori del vulcente vennero distrutti radicalmente. Secondo l'ipotesi pi` semplice Sovana si sarebbe schierata contro Vulci, alleandosi con Roma. Le tombe monumentali pi` elaborate sono del tipo a tempio (Tomba Ildebranda, Tomba Pola) o ad edicola con ricche decorazioni scolpite.

LA TOMBA ILDEBRANDA

La Tomba Ildebranda fu scoperta nel 1924 da uno dei fratelli Rosi, e da allora studiata attentamente nei suoi dettagli da Ranuccio Bianchi-Bandinelli. Risalente al III-II sec. a.C. è considerata nella sua particolarità il più importante monumento della necropoli non solo sovanese, ma anche dell'intera Etruria. Il nome non ha nessun legame, ovviamente, con il grande Pontefice, ma non sapendo nulla a riguardo del personaggio che si fece costruire una così imponente e "bizzarra" tomba, gli scopritori vollero darle il nome del più illustre cittadino di Sovana. La tomba è composta da due parti ben distinte: la Camera Sepolcrale, e il Monumento Funebre, entrambi scavati interamente nelle pareti tufacee poco distanti dal centro di Sovana. Il Monumento è stato costruito senza aggiunta di parti esterne e proprio per questo motivo, considerando la friabilità del tufo, che molti dei suoi elementi architettonici sono andati perduti. Solo grazie a frammenti decorativi recuperati durante gli scavi, ed a confronti con il frontone del tempio di Talomone, si è potuto risalire ad una ricostruzione abbastanza realistica dell'opera. Proprio grazie a questa ricostruzione, possiamo dire che la tomba Ildebranda venne costruita seguendo lo stile di un tempio greco. Caratteristiche, elementi architettonici e decorativi sottolineano i rapporti socio-culturali tra la cultura Etrusca e quella Ellenica. Il monumento prevedeva un alto podio con due scalinate laterali nel quale si trovavano 12 colonne che delimitavano un "Pronaos" con soffitto a cassettoni e su queste colonne poggiava il "Coronamento" che era la parte ornamentale più importante anche grazie al fregio trilaterale nel quale si potevano trovare una serie di grifoni e figure umane e motivi vegetali. Tutto il monumento era ricoperto da stucchi policromi secondo l'arte decorativa etrusca che amava i colori sgargianti. Purtroppo, oggi di quest'opera rimane ben poco dell' aspetto originale, anche se il suo fascino è ancora notevole. La Camera Sepolcrale, situata simmetricamente al di sotto del Monumento, non presenta decorazioni di rilievo e nessun frammento del suo corredo poiché fu profanata in epoca antica. Vi si accede mediante un "dromos" centrale che scende per una decina di metri. Questo "dromos" ne interseca un altro a destra che scende nel terreno per circa 10 metri e raggiunge una tomba risalente al IV sec. a.C. L'interno di quest'ultima camera sepolcrale è di stile greco, e il suo soffitto è decorato da cassettoni ben levigati di pregevole fattura. La Tomba Ildebranda situata in posizione dominante a poca distanza dalla strada etrusca del "Cavone" non fu soltanto una grandiosa opera architettonica, ma anche, probabilmente, un luogo sacro e sicuramente un punto di riferimento per i viandanti che si trovavano a passare nel territorio di Sovana.

I CANOPI

Gli etruschi praticavano sia il rito dell’incinerazione che quello dell’inumazione. I canopi sono vasi di terracotta per contenere le ceneri e sono formati con elementi della figura umana. Inizialmente veniva rappresentata solo la testa, che fungeva da coperchio e riproduceva in maniera generica, ma espressiva, i tratti somatici del defunto. Il canopo ha subito nel tempo una serie di trasformazioni, fino a diventare una vera e propria statua cineraria con testa e busto; non sempre rappresentava l’effigie del defunto, poteva anche simboleggiare una divinità protettrice.

CAVONE

Sono chiamate vie cave quelle singolari vie lunghe buie e strette, profondamente incassate nella roccia tufacea che dagli altopiani (nei pressi di Sorano e di Pitigliano) scendono alle sponde dei fiumi.  La folta vegetazione che spontaneamente cresce alla sommità delle alte pareti ne occulta l’ubicazione. Il percorso, anche se molto tortuoso non ha pendenze eccessive, mentre l’altezza delle pareti raggiunge in certi casi anche 20m. Sono state molto sfruttate nei secoli scorsi, ma oggi solo qualche turista si avventura alla loro esplorazione, peraltro molto suggestiva. Sono in molti ad affermare che originariamente le “cave” non erano altro che ruscelletti che portavano acqua ai fiumi principali. Ma chi conosce bene il territorio pensa che siano state scavate esclusivamente per farne percorsi.

            

                     

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