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  Il castello di Sorci e la Stampa 

Vari articoli tratti da riviste e quotidiani che parlano del castello di Sorci

       

..e dopo mangiato si brinda al fantasma..

Ristoranti Vip: E' uno "spiritello burlone" il testimonial doc dell'antico Castello di Sorci

...E dopo aver mangiato si brinda al fantasma.Tra una polenta e una ribolita, i clienti del locale toscano possono "gustare" anche... fenomeni paranormali!

di Massimiliano Lazzari

   

Anghiari - Ottobre

A pranzo con un fantasma. Non vi è mai capitato? Allora dovete proprio andare al ristorante Castello di Sorci, un luogo davvero particolare, ad Anghiari, in provincia di Arezzo. Intellettuali, politici di primo piano e premi Oscar lo frequentano abitualmente. L'atmosfera è surreale, perchè qui si vive davvero come in un film con una presenza occulta che tutti indicano come un fantasma. "Mia moglie appena sente il pianoforte suonare e ode dei passi chiama subito il prete - dice Primetto Barelli, gestore e originalissimo animatore del ristorante annesso al castello e del castello stesso - ma io invece penso che siano dei fenomeni magnetici...". Anche in pieno giorno capitano questi misteriosi fenomeni e sarebbe troppo semplice pensare che si tratta di una messa in scena. "Che senso avrebbe - aggiunge Primetto - non ho più l'età per giocare e poi al mio ristorante ci vengono per mangiare bene, non per il fantasma". E la ricetta del mangiar bene qui è molto particolare: non esiste uno chef che prepari dieci, venti leccornie al giorno. Qui non hanno neanche i congelatori. Si mangia solo quello che Primetto acquista la mattina, non esiste menu. In un certo senso il menu, o meglio la scelta dei giorni per mangiare la polenta piuttosto che la ribollita, la suggerì il pittore Alberto Murri, uno dei massimi esponenti dell'arte contemporanea. Da 25 anni ci sono otto piatti che cambiano ogni otto giorni. Un esempio? La domenica polenta, il venerdì la ribollita, il giovedì gnocchi, il mercoledì quadrucci con i ceci e così via con tagliolini e altre specialità preparate fresche ogni mattina. Tra i clienti famosi ci sono Roberto Benigni, Luca di Montezemolo, Bernardo Bertolucci, Pupi Avati, Edwige Fenech... Troisi, davanti al caminetto di questo ristorante-castello, scrisse il soggetto di "Non ci resta che piangere". A proposito del castello, costruito nel dodicesimo secolo, con un milino accanto progettato da Antonio da Sangallo... è un monumento d'arte che può essere anche visitato per due ore ogni giorno. Intorno ha un parco stupendo e il tutto è una azienda agricola. Qui si fanno anche presentazioni di libri con scrittori di fama nazionale, l'ultimo è stato Paolo Mieli, ma ne sono passate davvero tante di eminenze grigie della cultura. Il tutto è un cocktail di belle sorprese, che a cominciare dal fantasma fino ad arrivare all'ottima cucina, possono rappresentare una valida alternativa al solito ristorante, sempre che non abbiate una terribile paura dei fenomeni paranormali...

A TAVOLA CON...

Nelle sale e nei corridoi di questa famosa locanda gestita da Primetto Barelli, la leggenda vuole che si aggiri una presenza occulta, un simpatico fantasma che tiene compagnia ai... commensali!

   

Purtroppo non siamo a conoscenza di quale sia la rivista fonte di questo articolo, nè della data della sua pubblicazione. Se qualcuno ne fosse a conoscenza può indicarcelo scrivendo a webmaster@daltramontoallalba.it

 A "Gazebo" con Sandra Milo si parla dei fantasmi.

da IL MESSAGGERO edizione Umbria
di Mercoledì 4 settembre 1991

   
Raidue 15:05. A "Gazebo" con Sandra Milo si parla dei fantasmi.

Anche questa settimana vip (very important person) e nip (non important person) sono ospiti di Gazebo, il programma pomeridiano condotto da Sandra Milo e Fabrizio Mangoni, in onda su Raidue dal lunedì al venerdì alle 15,05. Alla trasmissione, articolata in rubriche, interviste e situazioni estive raccontate in studio da ospiti e da personaggi curiosi, prendono parte anche Silvia Annichiarico, Daniele Cestana, Giulio Federici, Francesco Gasperoni e Manuela Romano che intervengono in vari momenti con intermezzi musicali e umoristici. Giamarco Tognazzi con il regista Francesco Lazzotti sono gli ospiti vip di oggi. Quando è presente anche Giorgio Harold Stuart: toscano di Montepulciano spiega, tra il serio e il faceto, dove e quando trovare fantasmi in Italia. Lo accompagna Primetto Barelli per parlare del fantasma del suo castello che, assicura, compare ogni cinquant' anni. Domani è in studio Anna Mazzamauro. Venerdì intervengono Lando Fiorini con Antonio e Marcello.

Festa al Castello con fantasma e VIP

da LA REPUBBLICA
di Giovedì 5 settembre 1991

    

Festa al castello con fantasma e vip.
AREZZO - Appuntamento col fantasma al castello di Sorci, vicino Anghiari, alla mezzanotte di domani. Così Baldaccio d'Anghiari, condottiero di ventura decapitato a palazzo Vecchio il 6 settembre di 550 anni fa, comparirà, come ogni anno, al cospetto di una selezionata platea di quaranta nobili invitati per l'occasione. Baldaccio arriverà, con la testa sotto il braccio, per rendere visita ai suoi avi. E in passato il fantasma ha sempre tenuto fede all'appuntamento, mettendo in fuga invitati di riguardo come Ettore Scola e Ugo Gregoretti.

Il fantasma tradisce i mille VIP

da IL GIORNALE
domenica 8 settembre 1991

   
Arezzo, una folla per l'apparizione ma lo spirito si limita a "parlare" attraverso un medium

Il fantasma "tradisce" i mille vip

Arezzo - Al capitano di ventura Baldaccio di Anghiari, narrano le cronache di 550 anni fa, piacevano le donne, le battaglie e gli sfrenati conviti, con musica e amici. La decapitazione alla quale fu sottoposto il 6 settembre 1441 deve, però, avergli rovinato il carattere perchè il suo fantasma è tutt'altro che socievole e odia il rumore della folla. A mezzanotte lo aspettavano in mille al castello di Sorci, dove il capitano di ventura è nato e ha vissuto i 41 anni della sua vita. Dimenticavano però che i fastasmi non tengono conto dell'ora legale. Baldaccio, infatti, si è presentato parlando attraverso un medium, ma lo ha fatto quando stava per scoccare la mezzanotte "solare". Il castello di Sorci ha subito venerdì sera un assedio in piena regola. Mille le persone munite di regolare invito, firmato dai proprietari Gabriella e Primetto Barelli, che sono entrate all'interno, centinaia quelle rimaste fuori controllate dai carabinieri. Tra gli invitati il direttore di raiuno, Carlo Fuscagni, Sandra Milo, i proprietari di case con fantasmi, giornalisti, fotografi, troupe televisive. "Non è così che si fa una ricerca seria, questa è un'utilizzazione che non mi piace", ha ripetuto per tutta la sera Franco Zepponi, medium famoso e rispettato, chiamato da Giorgio Stuart, esperto di fantasmi, per evocare lo spirito di Baldaccio, mentre nel cortile del castello molti acquistavano bottiglie di vino on fantasma disegnato sull'etichetta e davanti allo spazio riservato a una chiromante si formava una lunga coda. L'appuntamento con Baldaccio era fissato nella sala delle armature. Sette le persone prescelte per incontrare il fantasma del capitano che il 6 settembre fu ucciso per ordine di Cosimo dei Medici in Palazzo Vecchio a Firenze e che, da allora, appare ogni 50 anni, nella notte tra il 6 e il 7 settembre: il medium Franco Zepponi, Giorgio Stuart, i Barelli, attuali proprietari del castello, Sergio Conti e Francesco Romano, presidente e vicepresidente dell'istituto di ricerca psichica "Atlantide" e una giornalista di "Astra". Immediata protesta dei giornalisti "laici" esclusi dalla sala, e dopo la lunga trattativa, il compromesso: sarà ammesso in sala il giornalista dell'Ansa. A mezzanotte (legale) la stanza è ancora affollata di curiosi e Sandra Milo lancia un grido: la testa di un'armatura è caduta senza che nessuno l'abbia toccata. "E' Baldaccio, dice l'attrice". La sala viene fatta sgombrare. Restano i sette prescelti seduti intornoa un tavolo e l'osservatore "laico". La luce viene spenta. C'è solo il chiarore proveniente dall'esterno. A mezzanotte e 40 Zepponi va in trance, senza che sia stata formata nessuna catena con le mani. Il medium si agita, comincia a urlare, batte i pugni e il tavolo, pesantissimo, si muove freneticamente. Con la voce si Zepponi e con il linguaggio di oggi, Baldaccio parla seccatissimo: "Cosa volete da me, cosa state cercando, questa è casa mia". Poi chiede "giustizia". "Voglio che la storia sia scritta di nuovo, sono stato tradito dai miei amici. Negli archivi della repubblica di Firenze esistono documenti sulla verità". Baldaccio accetta poi di rispondere alle domande. "non è vero che mi sono mostrato ogni 50 anni, l'ho fatto molto più spesso". "Quando è caduta l'armatura ero qui, ma non sono stato io". Quindi i rimproveri: "Tutto questo ronzio della gente non mi ha commosso". Infine la delusione: "Non credo che stasera mi mostrerò". Il medium sta male, la seduta si interrompe. Si riapre la porta della sala, subito si sente uno schianto. Mario Bruno, medium di Arezzo, ha fatto una "catena" su un tavolino del Seicento che, avanti a decine di testimoni, è balzato in alto ed è ricaduto a terra spezzandonsi. "E' Baldaccio", urlano in molti. Gabriella Barelli protesta con Bruno. Non si rovinano così i tavoli dei Seicento.

Il capitano senza testa

da GIOIA N°26
del 1 luglio 1991

    

"Quello che mi appare è un antico guerriero con la testa staccata dal corpo: la porta sottobraccio", dice Primetto Barelli parlando del fantasma di Baldaccio d'Anghiari che gli ha cambiato la vita spingendolo a lasciare il lavoro e ad acquistare l'antico castello di Sorci. "E' diventato il mio spirito-guida".

Sorci (Arezzo), giugno
Una storia incredibile, quella di Primetto Barelli, che prende l'avvio alla fine del 1968, quando il fantasma di Baldaccio d'Anghiari comincia a comparirgli e, reggendo la propria testa mozzata sotto il braccio, annuncia una serie di eventi straordinari. "Mi disse che prima o poi avrei comprato il suo castello e abbandonato il mio lavoro, che era quello di perito agrario", spiega Barelli. "Mi spinse a lanciarmi nelle più disparate attività culturali per far conoscere il suo nome in tutto il mondo. E ancora adesso continuo a vivere un'avventura senza fine". Ma come si diventa protagonisti di una vicenda che assomiglia ad un film di Renè Clair o di Frank Capra? "Non lo so", risponde l'attuale proprietario della "Locanda al Castello di Sorci". "So soltanto che da quel lontano '68 Baldaccio mi ha preso per mano, è diventato il mio spirito-guida e tornando da un passato remoto che io non conoscevo affatto ha rivoluzionato la mia esistenza. Oramai l'inverosimile mi sembra naturale ed io lo accetto come un dono". Una volta dischiuso questo regno magico, Baldaccio contina ad apparire a Barelli in un territorio indistinto, tra il sonno e la veglia e intanto promette, protegge e invia messaggi. E' grazie al suo accorto intervento che a Sorci, in questi ultimi vent'anni, sono nate una famosa locanda, una rinomata Accademia di cucina sotto l'egida del conte Giovanni Nuvoletto, un'enoteca che tra gli altri produce il vino "Fantasma", un premio letterario e tanti spettacoli, concerti, convegni e mostre. "Perchè meravigliarsi? Sorci è una terra magica", dice Barelli. "Qui tutto è speciale, anche la luna che si solito splende in cielo immensa, fiammeggiante. Inoltre si ode il perenne suono di uno zufolo o di un'ocarina di cui nessuno è riuscito a localizzare la provenienza". Ma la provenienza non sarà proprio lo stregato castello di Sorci dove l'ombra di Baldaccio impera? Non sorprende, dunque, che Alberto Burri, Giorgio Forattini e Luca di Montezemolo siano diventati gli abituali frequentatori della locanda di Primetto Barelli, sebbene abbiano sempre evitato di soggiornarvi nottetempo. Nè stupisce che Ettore Scola si sia impegnato a curare per il prossimo agosto la regia de "La rievocazione storia dell'assedio al castello di Sorci del 14 maggio 1321". Siamo ugualmente pronti a non mancare all'appuntamento del 6 settembre quando lo spettro di Baldaccio apparirà nela dimora che ha abitato un tempo, come ha promesso a Barelli, come usualmente fa allo scadere di ogni 50 anni.

Domanda: Com'è iniziato il suo dialogo con Baldaccio?
Risposta: Era il 1968, facevo il perito agrario ed abitavo in una fattoria vicino a Citerna. Non sapevo niente di Baldaccio d'Anghiari. Non conoscevo nè lui nè la sua storia. Ed ecco che questo strano personaggio ha cominciato a comparirmi. E' un antico capitano con la testa staccata dal corpo, la porta sotto il braccio, quasi fosse un elmo. Sulle prime mi sono spaventato ma lui mi ha subito tranquillizzato dicendomi: "Barelli non ti preoccupare, sono Baldaccio. C'è qui vicino un castello che un tempo fu mio. Devi comprarlo, li troverai anche una grande azienda agricola inutilizzata, prendila tu perchè quando non ci saranno più proprietari che hanno un cognome che inizia con la lettera B, crollerà il castello". Ma io non sapevo dove si trovasse e solo dopo cinque o sei apparizioni ho detto a mia moglie Gabriella: "Insomma, io questo castello devo trovarlo!". Lei mi ripeteva: "Stai calmino, non ci pensare. Non farti illusioni". Fin quando un giorno sono andato al mercato di Anghiari a vendere dei maialini e lì tutto è diventato chiaro, grazie ad Armandino.
Domanda: Chi era Armandino?
Risposta: Era il fattore del Castello di Sorci ce mi disse che quel maniero, appartenuto a Baldaccio d'Anghiari, stava per essere messo in vendita. Io subito gli chiesi: "Ma dov'è questo castello? Voglio vedere se è come lo penso". E lui mi ci portò subito e quando lo vidi mi sembrò di esserci sempre stato. Un fenomeno incredibile, al di là di ogni immaginazione.
Domanda: A chi apparteneva a quel tempo il castello?
Risposta: Fin dal 1919 era passato, per via matrimoniale, ai Buonservizi di Sorci, un altro cognome che iniziava con la B. Mi misi in lizza con poche probabilità di farcela perchè i compratori erano tanti. Occorrevano 70 milioni, una cifra enorme. Non li avevo. Non sapevo come trovarli. E poi come avrei potuto pagare anche i mobili? Ma anche io questo caso Baldaccio arrivò in mio soccorso. 
Domanda: Le ricomparve?
Risposta: Certo. Mi disse: "Primetto, stipula un compromesso, compralo e per i mobili emetti delle cambiali. Tu pensi di non farcela invece ce la fai. Ti aiuterò". 
Domanda: Ma questo Baldaccio che è senza testa sembra invece averla ben piantata sulle spalle. E' pratico, sa anche consigliare dei buoni affari. Barelli me la racconti giusta, a me sembra un fantasma inattendibile.
Risposta: Cosa posso dirle? E' tutto vero, vero come l'oro colato. Infatti dopo due anni di pratiche complicatissime, nel 1970 sono diventato proprietario del Castello di Sorci. Ma all'inizio tutto è stato difficile. Più di quanto Baldaccio avesse detto.
Domanda: Perchè?
Risposta: Anche se mia moglie era incinta, io volevo entrare subito al castello. Ho pensato "O adesso o mai più". Lei, poverina, non voleva, aveva paura. 
Domanda: Paura di cosa?
Risposta: Paura del castello che è al centro di grandi forze magnetiche. E' un castello stregato. A tutte le ore si odono musiche, rumori, passi, porte e finestre sbattute. Paura di Baldaccio che per me, invece, era una figura familiare. Paura delle serpi perchè il castello era infestato dalle vipere, visto che l'antica proprietaria le nutriva con delle ciotole di latte. Ho dovuto stanarle da sotto le mura con i lanciafiamme perchè con i rampicanti scendevano e salivano tranquillamente.
Domanda: I primi mesi saranno stati un inferno...
Risposta: I rumori erano insopportabili, nelle soffitte, ovunque, i passi erano costanti, improvvisi, brutali. I contadini continuavano a ripetere che si trattava di barbagianni. Allora ho fatto la prova con chili e chili di borotalco. Altro che barbagianni! Dicevo ai contadini: "Ma i barbagianni lasciano le orme, le impronte. Portano le scarpe?" Poi spesso qui si sente il suono di un pianoforte. Di tanti fatti incredibili sono testimoni sia la proprietaria dell'Hotel Europa che per la paura è finita all'ospedale, sia il capitano della finanza Annunziata. Il castello era, è stregato.
Domanda: Stregato da chi?
Risposta: Ma da Baldaccio, che mi ha fatto venire qui e dunque mi protegge ma la sua anima senza pace continua a trascinarsi tra queste mura.
Domanda: Chi era Baldaccio?
Risposta: La famiglia di Baldaccio era di chiatta anghiarese con proprietà a Sorci fin dal '200, quando un suo avo, conosciuto come Bruno da Sorci, vi acquistò alcuni terreni. Come racconta Giuseppe Bartolomei nel suo bel libro, Baldaccio nacque negli ultimi anni del 1300 o all'inizio del 1400. Non si sa nulla della sua fanciullezza tranne che era provvisto di grande esuberanza. Possedeva coraggio e baldanza più del necessario e con queste caratteristiche cominciò a distinguersi come capitano. Anche Machiavelli lo ammirava.
Domanda: Insomma era un tipo violento e carismatico?
Risposta: Si, era un trascinatore, un agitatore. Nel 1420, Baldaccio imperversava in combriccola tra Anghiari, Sorci e la Sovara. Agiva insiemead un gruppo di fidi compagni. A quel tempo i soldati mercenari discutevano se era meglio mettersi al soldo di un principe oppure sotto la Repubblica fiorentina che faceva contratti a breve termine e non rinnovabili. Probabilmente già allora Baldaccio parlava con i suoi amici di sottrarre Anghiari a Firenze e di offrirla ai Malatesta, tanto è vero che solo per le voci che circolavano, venne accusato di sedizione e alto tradimento. Ma, malgrado un processo e la tortura, non emerse nulla contro di lui nè contro gli altri imputati. Così rivoltò subito la rabbia per il torto che riteneva di aver ingiustamente subito contro il suo principe accusatore. Tardiolo di Guiduccio Marescotti. Insieme ai suoi fidati si appostò e lo fece fuori. Condannato a morte, Baldaccio si mise al seguito di Carlo Malatesta. Subito dopo cominciò a darsi fare in proprio utilizzando tutti i metodi consentiti dalla militanza mercenaria, compreso il furto, la rapina. Il vicario di Anghiari emise contro di lui sentenza di impiccagione. Ma tanto nessuno riusciva a catturarlo. 
Domanda: Ma dove andava?
Risposta: Di solito si rifugiava dai Malatesta. Infatti nel 1429 lo troviamo al seguito di Sigismondo Malatesta. E l'anno dopo fa un colpo da novanta. Si unisce a Firenze contro Lucca acquistando così grande onore da meritarsi un processo di revisione e l'abolizione di tutte le condanne precedenti. In quel periodo a Baldaccio vennero dati incarichi di grande fiducia e si collocò nel giro importante delle fazioni fiorentine ma dalla parte dei Neri Capponi e degli Albizzi e non dei Medici, scelta che in seguito gli costò la vita.
Domanda: S'era messo a servire Firenze?
Risposta: Si e nel 1435 fu mandato in aiuto del papa Eugenio IV, impegnato a domare Bologna in rivolta. Fu l'inizio di un breve periodo trionfale.Baldaccio si distingueva da tutti per la sua intelligenza innovativa. Il suo ascendente cresceva sempre di più, tanto che il comune di Firenze gli concesse la cittadinanza onoraria e gli regalò un palazzo. A coronare la sua fortuna si aggiunse il matrimonio con una bella giovane di nobile casata, Annalena Malatesta, figlia di Galeotto, conte di Chiusercole del ramo cadetto dei malatesta di Ghiaggiolo. Grazie a questo matrimonio Baldaccio entrò in possesso anche del castello di Ranco, sempre mantenendo attivo a Sorci il suo castello fortilizio che continuava ad ingrandire. 
Domanda: Fu protagonista di altre imprese?
Risposta: Continuamente, sia in proprio che, ad esempio, sotto l'egida di Federico da Montefeltro. Ma non partecipò mai alla battaglia di Anghiari come erroneamente si pensa. Certo, spesso si muoveva con un'accozzaglia di gente di bassa risma che però pendeva dalle sua labbra, lo riteneva invincibile. Anche il papa lo amava. Per suo conto compì le ultime imprese fin quando la signoria di Firenze con delle scuse lo richiamò all'ordine. Baldaccio rispose evasivo e meravigliato a questi reclami. Non sospettando nulla tornò a Firenze, dalla moglie e dal figlio nato da poco. E fu la sua fine. Cadde in un tragico agguato perpetrato dal gonfaloniere di giustizia Bartolomeo Orlandini. Il suo corpo venne gettato dalla finetra in via della Ninna e trascinato in piazza, dove, dopo che gli fu tagliata la testa, venne macabramente esposto. Era il 6 settembre 1441. Contrariamente a quanto si crede, Baldaccio non lasciò grandi ricchzze e il castello di Sorci, dintesa con la Signoria, passò ai Pichi. Annalena Malatesta, la moglie, ebbe un comportamento straordinario. Lo difese sempre e quando, dieci anni dopo, perse il figlio, prese i voti e fondò un monastero.
Domanda: Ma il suo fantasma ricompare veramente ogni 50 anni?
Risposta: Ricompare, ricompare. E quest'anno mi ha fatto più di una promessa. Io gli credo e la lancio come una sfida. Perchè per il 6 settembre non riuniamo qui da me tutti i proprietari delle case stregate che lei ha intervistato? Sarà una notte magica. Una notte da brivido.

Marina Ceratto

Liberate il fantasma di Baldaccio d'Anghiari

   

Sindaco Senesi: non si fermi solo il recupero della "Battaglia"

Liberate il fantasma di Baldaccio d'Anghiari

di Pier Luigi Rossi, capogruppo Forza Italia in consiglio provinciale

    

Con grande interesse ho seguito tutte le iniziative per il recupero della pittura di Leonardo da Vinci "La battaglia di Anghiari" avvenute in queste ultime settimane. Siamo nella strada giusta per la promozione culturale e turistica di Anghiari e della Valtiberina. Rivolgo però l'invito al Sindaco di Anghiari Maddalena Senesi a non fermari solo al recupero della Battaglia di Anghiari, ma di andare a recuperare anche il valore militare e storico di Baldaccio d'Anghiari, che partecipò alla stesa battaglia. Fu davvero un grande uomo d'armi e un astuto uomo del suo tempo. Per troppo tempo è stato imprigionato nella macchietta del fantasma. E' arrivato il tempo di una sua liberazione da questa gabbia troppo stretta dato il suo valore. Riconosco merito a Primetto Barelli, rinascimentale mecenate del Castello di Sorci per aver creduto in Baldaccio d'Anghiari in anni passati. Ma è arrivato il tempo per una sua piena riabilitazione storia. Pugnalato a tradimento e scaraventato sulla piazza da una finestra del Palazzo della Signoria a Firenze, poi decapitato ed infine bruciato. Era il 6 settembre 1441. Questa fu la tragica fine di Baldaccio d'Anghiari. Il giovane uomo d'armi, quando arrivò a Firenze il quel Settembre di 559 anni fa, aveva in mente uno straordinario progetto politico e militare: diventare Signore del Borgo e della valle del Tevere. Era davvero un progetto ambizioso, perchè dal Borgo poteva estendere la sua Signoria sulle terre e città della Romagna, Montefeltro, dell'Umbria e delle Marche. Era un grande progetto, ma troppo aggressivo contro Firenze. Baldaccio d'Anghiari non può essere ridotto solo ad un capitano di compagnia di ventura, aveva una grande capacità politica e militare, aveva già governato il Borgo in quegli ultimi anni di grandi e continui sconvolgimenti nella valle del Tevere. Partecipò alla "Battaglia di Anghiari", resa celebre in una pittura di Leonardo da Vinci, che avvenne il 29 giugno del 1440. Fu combattuta per il possesso del Borgo tra Niccolò Piccinino comandante delle truppe dei Visconti di MIlano e l'esercito confederato di Firenze e della Chiesa. Vinse Firense e il Borgo divenne dominio fiorentino. Con questa sua storia alle spalle Baldaccio andò a Firenze. Prima di entrare nel Palazzo della Signoria a Firenze dove trovò la morte, Baldaccio aveva avuto tutto il tempo di incontrare il suo amico Neri Capponi, la più lucida mente politica di quegli anni tempestosi e crudeli a Firenze per parlargli del suo disegno politico-militare. Il Neri, figlio di Gino, apparteneva alla nobile e potente famiglia dei Capponi, casata in aperta contesa con la famiglia dei Medici per il possesso di Firenze. Anche questa sua amicizia contribuì alla sua tragica fine. Cosimo dei Medici era il Signore di Firenze, ma la sua Signoria era ancora debole e incerta. Baldaccio unito a Neri Capponi era in grado di condizionare tutto. La mente polita (Neri Capponi) e la forza delle armi (Baldaccio d'Anghiari) erano un pericolo mortale per Cosimo. Quiindi o si raggiungeva un accordo vantaggioso per tutti oppure a Cosimo non rimaneva altro che uccidere il giovane d'armi attirandolo in un agguato a tradimento. Così infatti fece. La spiegazione del terrore di Cosimo dei Medici per Baldaccio d'Anghiari la fornisce niente meno che Niccolò Machiavelli, che alcuni decenni dopo l'assassinio di Baldaccio così scriveva: "Tra molti altri capi dell'esercito fiorentino era Baldaccio d'Anghiari, uomo in guerra eccellentissimo perchè in quei tempi non v'era alcuno in Italia che di virtù di corpo e d'animo lo superasse". Baldaccio era il Signore di due castelli: Sorci e Ranco, entrambi ottenuti dai Tarlati di Pietramala. Il castello di Ranco era posto su una collina in grado di controllare la strada che collegava Arezzo al Borgo. Ancora oggi rimangono suggestivi ruderi immersi in un bosco di querce tra Palazzo del Pero e Ville Monterchi. Il castello di Sorci era ubitato ungo una strada di assoluta importanza commerciale c he collegava il Borgo, Anghiari, passando per Pietramala (castello atavico dei Tarlati Signori di Arezzo), San Polo, Arezzo. Era un tratto di strada che abbreviava molto la distanza tra la valle del Tevere e Arezzo, da non confondersi con la Libbia. Era la strada del guado, un colorante naturale estratto da una pianta, coltivata lungo il Tevere. Dalle sue foglie, con un complesso procedimento si otteneva il vero e proprio guado, cioè l'indaco (azzurro cupo). L'Arte della Lana di Firenze era l'acquirente principale. Lungo questa millenaria strada sorge ancora come cinque secoli fa il castello di Baldaccio, dove oggi c'è una locanda gestita da Primetto Barelli. Mangiare nel castello di Sorci e pensare alla tragica vita di Baldaccio è una emozione da vivere. E' tempo ormai di riabilitare la figura storia ci Baldaccio d'Anghiari. Il 6 settembre prossimo è il giorno della sua morte. Ricordiamolo come si deve ad un grande e sfortunato personaggio storico.

    

Purtroppo non siamo a conoscenza di quale sia il quotidiano fonte di questo articolo, nè della data della sua pubblicazione. Se qualcuno ne fosse a conoscenza può indicarcelo scrivendo a webmaster@daltramontoallalba.it