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Settefonti

  a cura di Enrico Romano

  
   
   

 Settefonti (Settefonti - Bologna)

a cura di Maxim79

         

Il paesino di Settefonti rimane in provincia di Bologna, perso tra le colline e il silenzio…..Questo da secoli è un luogo molto particolare le leggende sono disparate, e purtroppo molti le raccontano lasciando campo libero alla fantasia; nelle righe che seguono cercherò di raccontarvi le vere leggende narrate in testi molto antichi che sono riuscito a recuperare, in più vi svelerò alcuni segreti su questo posto che solo pochi conoscono.
Un tempo, un'enorme castello dominava la vallata, costruito in epoca remota su quella che era un'antica strada che portava alla toscana. Questo Castello fu probabilmente costruito dai Canossa , le sue origini però sono incerte, i documenti dicono che alla fine del Duecento Bologna lo fortificò, in seguito la popolazione incominciò a diminuire inspiegabilmente fino all'abbandono del castello. Questa fortezza situata sulla cima di un precipizio aveva una sola entrata ed era circondato da grosse mura. Ghirardacci nel tardo cinquecento scrisse delle note in cui riportava la notizia che allora esistevano già delle rovine del castello che era stato abbandonato nel secolo precedente. In seguito su queste rovine fu costruita la chiesa di S.M. Assunta che fu poi parzialmente distrutta durante la seconda guerra mondiale. Attualmente sono stati fatti dei lavori di restauro alla facciata della chiesa i quali hanno riportato alla luce un muro costruito con blocchi di selenite che facevano parte della antica chiesa del castello di epoca romanica. Settefonti, anticamente " stifonte ", prende il suo nome da 7 miracolose fonti che sgorgavano nei boschi di questa zona. Secondo la leggenda avevano poteri diversi dalla guarigione fino alla vita eterna, sembra però che non fosse molto semplice raggiungerle perché protette da streghe che custodivano queste come un loro tesoro. In più sin dalla notte dei tempi si dice che da queste parti , soprattutto in prossimità delle fonti viva una piccola comunità di gnomi. Ma Settefonti non è solo questo. Quella che mi accingo a raccontare è una storia d'amore che si perde nel tempo…..Erano gli anni delle crociate quando i cavalieri combattevano in nome di Dio sacrificando la loro vita in terre lontane, e le donne si chiudevano nei conventi per sfuggire da quel mondo troppo violento e sanguinoso. Lei si chiamava Lucia dell' antica famiglia Chiari, lui era il conte e cavalier Diotagora Fava, conosciuto come Rolando. Il loro amore era forte ma Lucia sentì il richiamo del cielo e si fece monaca. Presi i voti venne a Settefonti dove fu costruito un piccolo convento. Rolando innamorato la seguì e per starle vicino riuscì a diventare capitano del vicino Castello. Il suo unico modo di vederla era andare alla messa tutti i giorni e scorgere il suo dolce viso attraverso le grate. Ma Lucia ancora innamorata di Rolando incrociava troppo spesso il suo sguardo, fino a quando un'altra monaca notò la cosa e fece chiudere le grate, così lui non la rivide più…..A Rolando non rimase altro che dimenticare Lucia e per fare ciò decise di partire per le Crociate. Durante una battaglia in Terra Santa Rolando fu fatto prigioniero e reso schiavo. Dopo anni di prigionia una notte quasi in fin di vita il suo pensiero andò a Lucia come faceva tante volte un tempo. Le chiese aiuto chiedendole di pregare Dio per lui….Lucia nel frattempo era però morta, ma quella notte gli apparve in sogno. La mattina seguente gli occhi stanchi di Rolando videro miracolosamente i calanchi famigliari di Settefonti. Il cavaliere si era svegliato incredulo in patria e quei ferri che lo tenevano da anni legato ad un muro lontano da casa ora erano ciondolanti ai suoi piedi. Questo fatto fu raccontato per la prima volta dal cavaliere redivivo e sParticolare del bosco di Settefonti, qui molti giurano di aver visto degli gnomi… Estate 2002ubito Lucia fu venerata come santa, la Chiesa però non la ritenne verosimile e ignorò la cosa. Soltanto dopo 3 secoli precisamente nel 1508 ne riconobbe ufficialmente il fatto e proclamò Lucia beata. Dopo la morte di Lucia il convento continuamente preso di mira da briganti data la sua posizione isolata fu trasferito a S. Andrea e poi a metà del Duecento dentro le mura di Bologna nel convento di S. Cristina della Fondazza oggi ancora esistente. Oggi il monastero e le fonti non ci sono più, anche l'ultima che era rimasta è stata interrata anni fa dal proprietario stanco del via vai della gente che si andava a bagnare sperando in un miracolo. Restano le mura della chiesa che danno un' immagine molto spettrale al luogo, basta mettere piede tra queste pareti per respirare un'atmosfera d'altri tempi, proprio in esse nascono le prime leggende: molti infatti raccontano di sentire urla e pianti uscire da queste rovine. Proseguendo per un altro sentiero si arriva alle rovine del cimitero, luogo fino ad un' anno fa molto pericoloso perché frequentato da satanisti e " questa è una news "da streghe che recuperano il luogo già anticamente usato dalle loro antenate.

Vi chiederete come ho fatto a scoprire questo. Una notte ero a fare delle foto con un mio collaboratore, ci muovevamo tranquillamente ignari di ciò che ci aspettava.
Dopo la visita alla chiesa molto cupa e misteriosa anche perché all'epoca non era illuminata, ci addentrammo per il sentiero che conduce al cimitero. Questo rimane circondato da delle piccole mura, quasi totalmente sommerse dalla vegetazione.
Arrivati capimmo subito che c'era qualche cosa che non andava, nello spostare i rami per entrare notammo che molti di questi erano legati fra loro da un filo trasparente, incuriositi dalla cosa decidemmo di proseguire fino alla piccola chiesetta all'interno del cimitero. Entrammo ma subito capimmo che avevamo interrotto qualche cosa……L'ossario era aperto e sopra di esso c'era una porta di legno con disegnato sopra un pentacolo con alcuni simboli sulle punte. Decidemmo di andarcene molto velocemente.

In seguito feci analizzare il pentacolo a molte persone, alcuni mi dissero che poteva essere un rito molto raro fatto da alcune streghe devote al male, discendenti di quelle che già facevano riti in quella zona. Di seguito riporto l'analisi "secondo me la più attendibile" fatta da un' amica molto ferrata in questo campo.

ANALISI DEL PENTACOLO A CURA DI MORGANA:

Il dettaglio del pentacoloIl pentacolo nella posizione in cui la punta del pentagramma è rivolta in alto sono rappresentate le forze dello spirito che presiedono sulla potenza dei 4 elementi. Al contrario, con la punta rivolta verso il basso (ad uso di satanisti per lo più), è rappresentato lo spirito nascosto dalla materia, o i 4 elementi sbilanciati e disarmonizzati. I simboletti al fianco delle punte rappresentano i 4 elementi in antico simbologia cabalistica. Il pentacolo usato dalle stette sataniche è rovesciato, reca infatti la punta verso il basso e non verso l'alto, così da raffigurare (se consideriamo solo la punta inferiore e le sue superiori, escludendo quelle laterali) un muso tendente al caprino con barbetta a punta e due corna. C'è da aggiungere anche che i satanisti nell'utilizzo di questa aberrazione di tale simbolo non sono altro che gli ultimi venuti. Infatti la "magnifica" idea venne ad un ordine interno alla massoneria (i Cavalieri dell'Ordine del Tempio, che la avrebbero presa dalla setta islamica degli Assassini), che lo utilizzò per simboleggiate Baphomet, per essere precisi.

     

Un ringraziamento a Morgana del sito www.stregadellemele.it

        

              

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