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Castello dei Conti Guidi (Poppi - Arezzo) |
a cura di
Morettini Michele |
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CENNI
STORICI
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Il castello venne fondato dai Conti Guidi, antica famiglia nobile Toscana, della quale si hanno notizie fin dal X° secolo. Di questa famiglia si ricordano i due fratelli,
Simonte, conte di Battifolle e Guido Novello, conte di
Modigliana, vissuti nella seconda metà del XIII° secolo ed esercitanti il proprio potere nel casentino. Il castello rimase in possesso dei Conti Guidi fino al 1440 quando per il tradimento del conte Francesco, che si era
alleato col Duca di Milano contro i Fiorentini, passò alla Repubblica Fiorentina che
ne fece la sede del Vicariato del Casentino. Al conte di Battifolle gli storici attribuiscono la costruzione o la
ricostruzione del castel lo nel 1274. Nonostante gli interventi operati a distanza di tempo sul castello, non è stato modificato il
primitivo aspetto del complesso, il quale esprime potenza ed intenzioni di difesa. Il
portone principale del castello
introduce nel cortile, nel quale possiamo trovare successivi elementi quali la SCALA DEL
TORRIANI, i BALLATOI IN LEGNO e la COLONNA ECCENTRICA di sostegno al tetto sostenuta da mensole sovrapposte. Molto
importante è la BIBLIOTECA, per le centinaia di manoscritti medievali e di incunaboli, all'interno della quale un cartello alla porta indica
che al suo interno regnano ancora gli spettri dei letterati.
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LA
LEGGENDA
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Sono principalmente due le storie che aleggiano intorno al castello di Poppi. Una riguarda uno dei primi conti Guidi. All'interno del castello, in cima ad una scalinata troviamo la sua statua come struttura portante. Tradito dalla moglie, si dice che, dopo la sua morte, ogni qualvolta ella passasse sulla scala insieme ad uno dei suoi amanti, la statua del conte si muovesse e girasse la testa per scrutarla. Inoltre si dice che baciare le "parti intime" della statua del conte porti fortuna alle donne. La seconda storia riguarda la Contessa Matelda la quale raggirava i giovani più belli che vivevano nei pressi del castello, facendo credere loro che si sarebbero recati al castello per lavorare. In realtà la contessa faceva di
loro i suoi amanti e poi li uccideva. Un giorno le madri dei giovani, non ricevendo più loro notizie, fecero una rivolta e scoperto l'accaduto fecero
rinchiudere Matelda in una
torre del castello e lì venne murata viva fino alla sua morte. Si dice che
il suo spettro, ancora oggi si aggiri per i locali del castello.
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