Se in san Paolo i
Cori
angelici1 sono citati
come titoli generici
senza distinzione tra
angeli buoni e angeli
cattivi, già in
sant’Agostino compare
una differenziazione cui
del resto storicamente
corrisponde il bisogno
della Chiesa di fissare
limiti sempre più
precisi all’ortodossia
anche per mezzo della
riflessione teologica.
La questione delle
gerarchie era, da questo
punto di vista, molto
più rilevante di quanto
possa sembrare, perché
celava il problema di
una diversità di natura
e, conseguentemente,
d’ufficio. Lo stesso
vale, ovviamente, per
gli angeli caduti. Se la
Bibbia non dice molto al
riguardo, ben più
esplicito è il Corano,
secondo il cui dettato
il buon musulmano è
tenuto a credere
all’esistenza degli
angeli in virtù della
loro creazione diretta
da parte di Allah, alle
loro caratteristiche
individuali e collettive
e al loro lavoro
specifico. Tutto ciò
riguarda anche gli
angeli malvagi e
l’origine stessa del
male. Infatti, secondo
il credo islamico,
quando Allah l’Altissimo
comunicò loro la sua
intenzione di creare
l’uomo e di porlo sulla
terra come proprio
vicario, essi lo
contestarono dicendo:
(Egli) vi spargerà la
corruzione e vi verserà
il sangue, mentre noi Ti
glorifichiamo lodandoTi
e Ti santifichiamo?
Infine, però, dopo aver
ricevuto da Allah i
chiarimenti del caso, la
quasi totalità degli
angeli accettò la
volontà divina e si
prostrò dinanzi al
Signore e all’uomo
stesso, riconoscendone
la superiorità. Solo
Iblis – cioè Satana - si
intestardì nel suo
rifiuto e divenne “ uno
dei miscredenti” (XXXVIII:
71-74).
Dall’insubordinazione di
uno, insomma, derivò la
formazione e la
perdizione di tutta una
categoria di esseri
spirituali, che
portarono con sé, nella
direzione del Male,
l’eredità dei poteri
angelici di cui erano
dotati per natura. Per
esempio, come i loro
omologhi coranici anche
i demoni cristiani
possono assumere forme
diverse per facilitarsi
l’adempimento dei propri
compiti, che sembrano
consistere nel cercare
continuamente di
danneggiare noi umani,
pur nel rispetto dei
limiti molto precisi
fissati da Dio. Tali
limiti, gli stessi
peraltro che sono posti
agli interventi
soccorritori degli
angeli, sono quelli
impliciti nel libero
arbitrio. Come ben sanno
i tanti appassionati di
vampirologia, nessuna
Entità maligna può
infestare un essere
umano senza un invito o
almeno un implicito
consenso. A questo
proposito sono molto
istruttivi gli scritti
sul Rituale
dell’esorcismo
cattolico, ma anche le
fiabe possono fornire
utili indicazioni in
merito. Più fuorvianti
risultano la
letteratura, il cinema e
la televisione che ci
hanno suggerito l’idea
che per finire nelle
grinfie del demonio sia
necessario sottoscrivere
un vero e proprio
contratto,
preferibilmente stilato
con il sangue. Del pari
i media ci hanno
recentemente imposto una
visione estremizzata
dell’intervento
diabolico nelle vicende
umane, ma le cose non
sono così semplici.
Stando a quanto ci
dicono i più illustri
demonologi contemporanei
(tra cui il celebre
esorcista Padre Gabriele
Amorth, fondatore e
presidente
dell’Associazione
Mondiale degli
Esorcisti) , il diavolo
può lavorare in molti
modi: possedendo2,
assediando, influenzando
o semplicemente
ispirando al male.
Tracce di questo
continuo darsi da fare
si possono trovare
ovunque, anche nella
cronaca, nera
naturalmente, di tutti i
giorni. Secondo padre Amorth, per esempio, un
segnale certo
dell’interferenza del
demonio è l’efferatezza
di certi crimini.
Perfino lo psicanalista
(ateo), Emilio Servadio,
pensava che quando certe
azioni raggiungono vette
(o abissi?) di perfidia
inesplicabili secondo i
comuni parametri umani,
vi si può scorgere
l’azione del demonio.
Dio, tutt’al più,
permette il male: è
escluso a priori che lo
voglia o lo programmi.
Il lavoro di Satana,
dunque, sembrerebbe
autoindotto, motivato
dall’odio che lo divora:
verso Dio, verso l’uomo,
verso se stesso. Sulla
questione, la posizione
ufficiale della Chiesa
di Roma è esemplarmente
chiara: l’esistenza del
diavolo è un articolo di
fede. Nell’Udienza del
23 luglio 1986 dedicata
alla Catechesi sugli
angeli, Giovanni Paolo
II ha affermato:
La scelta operata … ha
diviso anche il mondo
dei puri spiriti in
buoni e cattivi. I buoni
hanno scelto Dio come
Bene supremo e
definitivo, conosciuto
alla luce
dell'intelletto
illuminato dalla
rivelazione. Avere
scelto Dio significa che
si sono rivolti a lui
con tutta la forza
interiore della loro
libertà, forza che è
amore. Dio è divenuto il
totale e definitivo
scopo della loro
esistenza spirituale.
Gli altri invece hanno
voltato le spalle a Dio
contro la verità della
conoscenza che indicava
in lui il bene totale e
definitivo. Hanno scelto
contro la rivelazione
del mistero di Dio,
contro la sua grazia che
li rendeva partecipi
della Trinità e
dell'eterna amicizia con
Dio nella comunione con
lui mediante l'amore. In
base alla loro libertà
creata hanno operato una
scelta radicale e
irreversibile al pari di
quella degli angeli
buoni, ma diametralmente
opposta… Tutto ciò
sembra espresso in modo
conciso nelle parole:
"Non ti servirò!"
Quand’è avvenuto
esattamente il
consolidamento
dottrinale della
demonologia cattolica?
Secondo l’antropologo
Alfonso Di Nola, il
Medioevo ha segnato
l’inizio dell’epoca
d’oro di questa branca
della teologia che, nata
dalla fobia nei
confronti delle eresie e
dei relativi scismi,
doveva portare agli
innominabili eccessi
dell’Inquisizione. Nel
libro Il Diavolo lo
scrittore, partendo
dalle culture
originarie, individua in
S. Tommaso d’Aquino il
teorico più importante
sull’argomento:
Le questioni L- LXIV
della Summa Theologica
formano il Tractatus de
angelis, nel quale sono
discussi i problemi
della qualità, della
natura, degli attributi,
dei limiti d'azione dei
demoni e della loro
funzione nell'ordine
della Provvidenza. In
sintesi, i principi
tomistici, che ispirano
tutta la posteriore
dottrina cattolica
sull'argomento e che
riassumono le tesi già
sostenute da Pietro
Lombardo e da S.
Agostino, possono essere
così sintetizzati:
1. i demoni, nel momento
in cui desideravano di
essere uguali a Dio,
secondo la narrazione
del Genesi, commisero un
peccato di orgoglio e di
invidia
2. i demoni non sono
naturalmente malvagi, ma
tutti lo divengono in
conseguenza
dell'esercizio della
loro libera volontà;
3. la caduta del diavolo
non fu simultanea con la
creazione di esso,
perché, se lo fosse
stata, Dio sarebbe la
causa del male. Vi fu,
pertanto, un intervallo
tra la creazione e la
caduta dei demoni;
4. il diavolo fu,
all'origine, il massimo
fra gli angeli, e il suo
peccato fu la causa del
peccato degli altri
angeli caduti, per
incitamento e non per
compulsione.
5. il numero degli
angeli caduti è più
piccolo del numero di
quelli che hanno
perseverato nella loro
fedeltà a Dio;
6. le menti dei demoni
sono oscurate dalla
privazione della
conoscenza dell’ultima
verità3 , ma essi
posseggono la conoscenza
naturale;
7. come gli angeli
buoni, dopo la loro
beatificazione, sono
determinati nella loro
bontà4 , così la volontà
degli angeli cattivi è
fissata nella direzione
del male;
8. i demoni soffrono
pene che non hanno,
però, carattere
sensibile
9. i demoni hanno due
dimore, l'inferno in cui
torturano i dannati,
l'aria dove essi
incitano gli uomini al
male.
Sull’onda del successo
del trattato tomistico,
le specializzazioni in
demonologia si
moltiplicarono a
dismisura dando luogo a
una congerie di
elucubrazioni che
potrebbero essere
definite grottesche se
non ne fossero
conseguite – per secoli
- azioni che dovrebbero
far arrossire ancora
oggi ogni cristiano. Una
delle tante questioni
che assorbivano
l’interesse dei
demonologi era quella
del numero degli angeli,
caduti e non, anche se
l’opinione comune è che
erano (sono?) molto
numerosi. Nell’episodio
dell’indemoniato (Marco
5, 2-9) Gesù incontra un
posseduto tormentato da
uno spirito maligno:
“stava sempre in mezzo
alle tombe dei morti...
Se ne andava di qua e di
là, in mezzo alle tombe
e sui monti, di giorno e
di notte, urlando e
picchiandosi con le
pietre". Prima di
liberare l’infelice,
Gesù gli chiede come si
chiami5: “E quello
rispose: Il mio nome è
Moltitudine, perché
siamo in molti"'. Robert Masello, nel libro
Creature delle tenebre,
riferisce che “San
Macario di Alessandria
implorò il Signore di
lasciargli vedere le
moltitudini del male, fu
accontentato, e Macario
sostiene che fossero
numerose come api”. Tra
i pensatori cristiani
che per secoli cercarono
di risolvere la spinosa
Masello ricorda Alfonso
de Spina, che nel 1459
utilizzò un approccio
decisamente matematico:
Valutò che circa un
terzo degli angeli
originari si fossero
ribellati e fossero
divenuti, di
conseguenza, demoni:
quel numero, dichiarò,
ammontava a 133.306.608.
Ma altri esperti si
dichiararono di diverso
avviso. Uno sosteneva
che in Inferno ci
fossero 66 principi, che
dominavano su 6.660.000
demoni; un altro, Johan
Weyer, un medico tedesco
del sedicesimo secolo,
sosteneva che, tutto
considerato, in Inferno
ci fossero 7.405.926
demoni, governati da 72
principi dell'Inferno.
Weyer giunse a tale
cifra utilizzando
un’antica formula: prese
il grande numero
pitagorico, 1234321 (un
numero mistico che si
riteneva incarnasse
certi arcani principi
dell'universo), e lo
moltiplicò per 6. Il suo
metodo sembra valido
quanto qualunque altro.
Ciò che risultava
unanimemente
incontestato era che i
demoni costituissero una
forza enorme e potente,
con eserciti e
parlamenti,
aristocratici e comuni
cittadini. Quando i
battaglioni dell'Inferno
marciavano in formazione
da parata , si diceva
che facessero
addirittura tremare la
terra: demoni a cavallo
di grifoni e cammelli,
che facevano
sferragliare le loro
armi e ululavano di
rabbia, votati alla
distruzione, alla
vendetta e allo
spargimento di sangue .
Nel corso di una
conversazione,
testimoniata da tre
monaci, un generale
demonio osservò
apertamente: "La forza
del nostro esercito è
tale che se tutte le
Alpi, le loro rocce e i
ghiacciai fossero divisi
tra noi, nessuno
porterebbe più di mezzo
chilo di peso".
Cose d’altri tempi,
oscurantistiche,
medioevali. Ma ne siamo
proprio sicuri? Secondo
certe fonti di
provenienza
cristiano-cattolica
Satana oggi sarebbe più
attivo – e cattivo – che
mai. Secondo padre
Pellegrino Ernetti,
esorcista e autore del
libro
La catechesi di
satana6, il Nemico
apprezza molto certi
aspetti della società
contemporanea, come ad
esempio “i preti vestiti
come netturbini,
camuffati, così li porto
dove voglio io, negli
alberghi e nelle case
private, in cerca di
donne e di omosessuali e
faccio commettere tanti
sacrilegi e li porto nel
mio regno… Le gonne
corte, con le quali
accalappio uomini e
donne e riempio il mio
regno (risate
lunghe....sganasciate);
che contento... che
gioia... che contento...
La televisione... uh, la
televisione... è il mio
apparecchio, l'ho
inventato io.. per
distruggere le singole
anime e le famiglie...
le separo, le disgrego
con i programmi miei,
sottilissimi e
penetranti... uh, la
televisione è il centro
di attrazione dove
attiro anche tanti
preti, frati e suore,
specialmente nelle ore
piccole e poi non li
faccio più pregare... In
un attimo mi presento in
tutto il mondo... mi
ascoltano e mi vedono
tutti... mi aiutano
assai bene i miei fedeli
servi, i maghi, le
streghe, cartomanti,
chiromanti,
astrologi....”. Tali
informazioni, ricavate
da alcuni esorcismi di
cui padre Ernetti è
stato protagonista, si
integrano, per nostra
fortuna, con quelle
relative alle cose che
dispiacciono al diavolo,
ma non si tratta di
invenzioni recenti: la
Confessione,
l’Eucaristia, la
preghiera, in
particolare del Rosario7
danno molto fastidio a
Satana e in certi casi
possono addirittura
sconfiggerlo, almeno
temporaneamente. E’
interessante notare che
nessuno degli strumenti
di lotta citati è
peculiare della nostra
epoca; comunque anche in
questo caso risulta che
la prassi esorcistica
continua a rivelarsi
fonte preziosa di
notizie non solo – e non
tanto – su Satana e
accoliti – ma in genere
su tutte le “cose
visibili e invisibili”
nella cui esistenza è
articolo di fede, per i
Cattolici, credere.
Stiamo parlando di
teologia e che il
diavolo sia in esperto
in questo campo non è
certo una novità. Anche
Dante, nel XVII Canto
dell’Inferno, lo ha
ritratto nell’atto di
ammaestrare
filosoficamente il
consigliere fraudolento
Guido da Montefeltro:
Francesco venne poi,
com’io fu’ morto,
per me; ma un d’i neri
cherubini
li disse: “non portar;
non mi far torto.
Venir se ne dee giù tra’
miei meschini
perché diede ‘l
consiglio frodolente
dal quale in qua stato
li sono a’ crini:
ch’assolver non si può
chi non si pente,
né pentere e volere
insieme puossi
per la contradizion che
nol consente”.
Oh me dolente! Come mi
riscossi
quando mi prese
dicendomi: “Forse
tu non pensavi ch’io
loico fossi!”.
La figura del diavolo
sapiente appare
particolarmente
inquietante. Come
difenderci da lui, se è
tanto intelligente? A
parte il fatto che la
questione di cosa sia
veramente l’intelligenza
è tuttora aperta e che,
a nostro avviso, il male
può essere furbo, dotto,
esperto, astuto,
sagace
ma intelligente mai8 ,
il modo migliore per
affrontare i suoi
attacchi sembra quello
di rafforzare le proprie
difese cercando rifugio
nelle forza del Bene. Ma
proprio perché, da una
parte, siamo dotati del
libero arbitrio e,
dall’alta, il
Nemico non
demorde finché siamo in
vita9 , la scelta del
Bene deve essere decisa,
senza tentennamenti e
continuamente rinnovata.
Un po’ quello che
suggeriva Max Freedom
Long, che per primo
studiò scientificamente
ed esportò fuori dalle
Hawaii la pratica e le
teorie della
filosofia
Huna10, quando
affermava che poteva
essere conveniente
ripetere spesso durante
il giorno la seguente
affermazione:
GOOD, GOOD, GOOD! I AM
GOOD. I think only good
and helpful thoughts. I
do good and eject all
hurtful deeds11
Nell’ambito
dell’autodifesa dalle
insidie diaboliche
devono essere ricordate
le preghiere che, anche
secondo la Chiesa
cattolica il fedele può
recitare da solo. Il
fatto di poter ricorrere
a numerose forme di
aiuto e sostegno (oltre
ai Sacramenti, ai
Sacramentali, alla
preghiere e, come si è
visto, al pensiero
positivo non attenua
però un’angosciante
questione di base: come
può accadere che Dio
permetta la persecuzione
di un innocente da parte
di esseri votati al
male? La Chiesa
risponde:
La permissione divina
dell'attività diabolica
è un grande mistero, ma
"noi sappiamo che tutto
concorre al bene di
coloro che amano Dio"
(Rom 8, 28)" (Catechismo
della Chiesa Cattolica,
n. 395).
La capacità del Bene di
rivolgere a sé anche il
male più odioso
risultato evidente,
ancora una volta,
proprio grazie agli
esorcismi. Nel libro
Possessione diabolica
oggi, del gesuita Adolf
Rodewyk viene descritto
un lungo e difficile
esorcismo compiuto
dall’autore su una
giovane donna di nome
Magda. Durante gli
incontri/scontri con i
demoni che la
infestavano, l’esorcista
ottenne numerosi
dettagli sui loro
omologhi uguali e
contrari, gli angeli,
nonché sulle leggi
superiori che
regolamentano la
possessione. Ecco le
dichiarazione di Erode,
uno degli invasori:
"Oggi hai potuto
chiederle già tanto
perché noi abbiamo
dovuto lasciarla in pace
per ordine di Michele .
Lei doveva sfogarsi. Noi
questo non lo avremmo
mai permesso, ma eravamo
saldamente incatenati
alle sue membra in
maniera tale, che non
eravamo in grado di
disturbare. Non potevamo
parlare. Noi siamo
tenuti legati (ad un
filo) come un aquilone.
Non possiamo fare a
piacimento…
NOTE
1:
Principati, Potestà,
Virtù (I Corinzi, XV, 24
seg.) e Troni (Colossesi,
I, 16)
2:
Per la differenza tra
la possessione e la
ossessione, Vedi oltre
in questo stesso
Capitolo.
3:
VEDI La possessione
diabolica
4:
VEDI Catechesi del
Papa.
5:
Anche nel Rituale
Romano all’esorcista è
consentito chiedere il
nome del demonio, ma non
porgli domande dettate
da semplice curiosità.
6:
In molti testi di
provenienza cattolica il
nome del principe
infernale è scritto con
l’iniziale minuscolo. In
effetti in ebraico satan
significa l’avversario,
il nemico e quindi
grammaticalmente
potrebbe essere
corretto, ma logicamente
non lo è in quanto si
tratta di
un’antonomasia. In altre
parole, abbiamo a che
fare con l’Avversario
per eccellenza e quindi
il nome comune diventa
nome proprio e va
scritto con l’iniziale
maiuscola. Probabilmente
le ragioni della scelta
errata risiedono in una
sorte di scaramanzia
correlata alla magia del
nome.
7:
Sui cattivi rapporti
intercorrenti tra Maria
Madre di Gesù e Satana,
si può vedere, oltre
s’intende alla Genesi,
il recente Satana a Medjugorie di Piero
Mantero.
8:
Al contrario di Dio
che è, per definizione
“Sapienza amante”.
9:
Non è forse detto
perseverare diabolicum?
10:
VEDI Santagada, Il
sentiero delle FAQ
11:
(Il Bene, il Bene, il
Bene! Io sono buono. Io
penso solo a cose buone,
ho soltanto pensieri
amorevoli. Io faccio il
Bene e respingo ogni
intenzione malevola).
12:
Si tratta
dell’Arcangelo, che nel
testo ha spesso a che
fare con i diavoli ai
quali impartisce ordini
che non ammettono
replica.
BIBLIOGRAFIA
·
L’articolo è un
adattamento del II
Capitolo del libro “IL
LAVORO DEGLI ANGELI” di
Chiara Santagada. Anche
parte delle note dunque
si riferiscono ai
capitoli del libro |