Degli Incas dell'antico
Perù si hanno poche
notizie, tranne una
contrapposizione tra
magia bianca e magia
nera, forse ancora
praticata in Italia
nelle aree di cultura
tradizionale. All'azione
dei sacerdoti di alto
rango, cui era delegata
la salute del popolo, si
opponeva quella degli
individui malvagi, che
ricorrevano a fatture e
a filtri. Per esempio
infilzavano con degli
aghi dei fantocci dei
loro nemici per qualche
ragione, fino a
determinarne la morte
dopo inspiegabili
sofferenze. Sono assenti
comunque dalla mitologia
riferimenti precisi a
figure demoniache. Nella
mitologia dei Maya è
invece contemplato un
vero e proprio inferno
("Mitnal"), retto
da "Ah Puch", Signore della
Morte. Ma è estraneo il
concetto di colpa e di
responsabilità
individuale. Piuttosto,
si oppongono le forze di
creazione e di
fecondazione e quelle di
distruzione, secondo una
paura giustificata in
una civiltà agricola. E'
altresì da osservare
come "Ixchel", la
"Vecchia" corrispondente
alla luna e sposa di
Itzamna, il sole, possa
svolgere funzioni
malefiche, anche se nel
suo aspetto benefico
presiede ai riti
sessuali ed è patrona
delle gravidanze, oltre
che delle arti
femminili. Un'altra
divinità ambivalente è "Ek
chuah". E' rappresentato
di colore nero e con la
coda di scorpione e,
collegato in qualche
modo alla guerra, porta
lance e giavellotti. Ma
vi è anche espressamente
un dio della guerra, che
brucia le case con la
torcia e le demolisce
con la lancia. In
seguito viene "Uac mitun
ahau", ritratto senza
mezzi termini in forma
di scheletro o come un
teschio su un corpo
tumefatto: la guerra e
la morte, evidentemente,
rappresentavano le paure
ancestrali dei Maya.
Fra
gli Aztechi del Mesico
il dio "Tezcatlipoca",
che ha un "doppio" nel
giaguaro, corrisponde
nella sostanza alla
dinamica del tempo, il
cui fluire deriva dal
fatto che l'Essere
Suremo è duale e i suoi
figli si oppongono come
principi opposti del
bene e del male. Ogni
anno a Tezcatlipoca si
sacrificava un giovane
perfetto sotto tutti i
punti di vista. Il
rituale più frequente
del sacrificio
consisteva nel
distendere la vittima su
un altare di pietra:un
colpo violento inferto
con un coltello di
silice gli apriva il
petto e ilsacrificante
gli strappava il cuore e
lo offriva al Sole. Il
sacrificato poi veniva
decapitato e il suo
cranio andava ad
aggiungersi a quelli che
si andavano accumulando
su una sorta di
cavalletto, detto "tzompantli".
Oltre Tezcatlipoca, gli
Aztechi prevedevano
altre entità demoniache:
"Coatlicue", che era la
loro divinità
protettrice, ma anche la
costante minaccia del
potere distruttivo della
terra e delle forze
ctonie (il suo tempio,
in Tenochtitlan, era la
"Casa di Oscurità" e le
sue statue la
rappresentavano sotto
forma di serpente, a
sottolinearne
l'ambiguità) e "Tlazolteotl".
Sembra che si possa
interpretare
quest'ultima come
l'istinto della
sessualità al di là
delle regole: il suo
nome significa infatti
"Dea dell'impurità", e
per placarne le brame si
celebravano in suo onore
danze falliche. Infine
era prevista una sorta
di inferno: i morti più
penalizzati finivano
nell'ultimo dei mondi
inferiori,
caratterizzato dai geli
e dall'aridità del Nord
e governato dal re dei
morti "Miclantecuhtli" e
da "Mictecacuatl", sua
mesta consorte.
BIBLIOGRAFIA
·
Il diavolo
"L'avversario: angelo
ribelle, principe delle
tenebre, seduttore..."
·
Il Il
maligno... forse siamo
noi? a cura di Angela
Cerinotti e Davide Sala
·
Gli aztechi - di
Jacques Soustelle |