Allo scopo di non
applicare ingiustamente
le pene contro
innocenti, invece di un
saggio sistema
d'indagine o di un
sicuro spionaggio, gli
uomini idearono la
tortura, sistema barbaro
di inquisire il
colpevole, che per tanti
secoli disonorò
l'umanità, inclusa la
civilissima Europa.
Tutti i popoli hanno
ammesso la tortura, in
modo tale che per il
dolore a lui provocato,
il criminale venisse
spinto a confessare il
proprio delitto. In
generale però, con
questo mezzo che fu
riconosciuto una
diabolica invenzione da
tiranni, non si giungeva
che ad ottenere
risultati contrari al
vero. Presso i Greci la
tortura era adottata
solamente contro gli
schiavi, e benchè i loro
padroni avessero avuto
il diritto di rifiutarsi
non lo facevano mai,
mentre il pubblico
accusatore chiedeva
sempre l'applicazione
del tremendo sistema.
Inoltre gli schiavi non
potevano essere messi
alla tortura a meno che
non si fossero resi
colpevoli di un delitto
contro l'onore, contro i
beni e contro la persona
dei loro legittimi
possessori e padroni.
Questi erano i sistemi
dei Romani primitivi,
sotto i Re, e nel
periodo glorioso della
Repubblica; ma all'epoca
della tirannia
dittatoriale di Silla,
all'epoca dei primi
Cesari, la tortura fu
fatta degenerare in
numerosi abusi, benchè
la legge accordasse dei
difensori. Ad Atene e a
Roma si ricorreva per lo
più alla frusta, alle
verghe, al bastone, ma
il nome generico che si
dava ad ogni sorta di
supplizio generico per
cavar di bocca ai rei la
verità o per punirli
quando l'avessero detta,
era quella di "tormentum".
Si dice che l'imperatore
Comodo inventò la
"Ruota" per divaricare e
spezzare le membra dei
rei. Questo barbaro
castigo di applicava in
vari modi. Lo
"schiacciamento" si
otteneva per mezzo di
due ruote pesantissime
di forma cilindrica; si
ponevano queste in cima
ad un monte o ad un
piano inclin ato,
quindi il torturato,
interamente nudo, era
legato sopra di esse che
venivano lasciate
scorrere verso il basso
dove giungevano dopo
avere letteralmente
ridotto in poltiglia le
membra del disgraziato.
Si adoperavano anche
delle ruote di un
diametro più piccolo e
di cui la superficie era
ricoperta di denti e di
spunzoni. Si attaccava
il delinquente su questa
ruota in modo che le
punte potessero
profondamente penetrare
nelle sue carni. Poi si
rotolava l'apparecchio
per terra oppure si
abbandonava il
condannato in quella
posizione nell'attesa di
una lenta morte. Per
aumentare la crudeltà
del supplizio, si
piantavano in terra dei
lunghi chiodi di ferro e
si faceva correre la
ruota su quel cammino
spinoso in modo che il
"paziente" fosse
tormentato da due parti.
Il terzo metodo, quello
dei Romani e di loro
invenzione, era anche
più barbaro. La ruota,
costruita come quella
descritta sopra,
riposava sopra un'asse
munita di una manovella
e supportata da un
cavalletto di legno. La
superficie della ruota
si trovava, così,
leggermente sollevata da
terra. Si piantavano
chiodi e spunzoni nella
parte del terreno
situata sotto la ruota e
quando questa veniva
messa in movimento, il
condannato che vi era
legato sopra si trovava
straziato atrocemente.
Per accrescere le sue
sofferenze gli aiutanti
del boia battevano
furiosamente con degli
staffili, con delle
verghe, su quel corpo
ridotto in brandelli. Se
al disgraziato restava
ancora un alito di vita,
il boia accendeva un
fuoco che consumasse
quei miseri resti. Nella
"Miloniana" Cicerone fa
allusione all' "Eculeo",
altro barbaro modo di
supplizio, speciale ai
Romani. Era uno
strumento di legno,
molto alto, raffigurante
rozzamente un cavallo;
su quello era fissata
una punta acuminata. Il
criminale era obbligato
a sedersi su questa
punta e quindi gli
venivano attaccati ai
piedi degli enormi pesi
per aumentare la
pressione del corpo su
questo "embrione
d'impalamento".
Trattandosi di grandi
criminali le sofferenze
dell'eculeo erano
aggravate a mezzo degli
uncini, delle unghie e
delle corde, che non
erano altro che dei
terribili strumenti,
fatti per lo più in
forma di pettine e coi
quali il boia strappava
alle sue vittime la
carne a brandelli. MA
che cos'era questa sorta
di tortura paragonata al
"tormento del fuoco"? Il
criminale era costretto
a camminare a piedi nudi
su dei carboni ardenti,
oppure legato sopra una
specie di banco, in modo
da non poter fare nessun
movimento, gli venivano
posti sulle parti
sensibili del corpo
carboni ardenti!
Trattandosi di grandi
delinquenti,
specialmente se accusati
di delitto politico,
erano attaccati ad un
blocco qualunque in modo
che i piedi potessero
pendere liberamente, e
allora sotto i piedi
stessi si accendevano le
fiamme. Gli accusati di
delitti d'importanza
minore passavano per una
serie di torture più
semplici. Esse erano:
TORMENTO DELLA FAME,
che consisteva nel far
digiunare l'accusato
finchè non si decidesse
a confessare.
TORMENTO DELLA SETE,
anche se più feroce
perchè l'accusato
era nutrito con cibi
salati e mantenuto
costantemente in
ambienti caldissimi.
TORTURA DELLA VEGLIA,
per cui il delinquente
posto nudo in piedi fra
due sentinelle che si
davano il cambio d'ora
in ora, non poteva
neanche socchiudere gli
occhi sotto pena di una
scarica di nerbate.
TORMENTO DELLA CAPRA,
per il quale l'accusato
era legato strettamente;
gli venivano spalmate le
piante dei piedi di
sale: quindi si faceva
venire una capra, la
quale ghiottissima di
sale, leccava tanto le
piante dei piedi da
mettere le ossa allo
scoperto, senza
considerare, da
principio, le
convulsioni spasmodiche
provocate da quell'atto
in una parte tanto
delicata.
TORMENTO DEL SALE,
poteva spesso provocare
la morte dell'inquisito
al quale si cacciava in
gola un batuffolo di
lana impregnata di acqua
salata.Talvolta i
movimenti dell'esofago
facevano discendere il
tutto nello stomaco del
condannato e ne
provocava la morte.
TORMENTO DELLO SCARABEO,
consisteva nel porre
questo insetto, coperto
da un vaso rovesciato,
sul corpo del paziente
che provava le più
terribili sofferenze;
talvolta invece dello
scarabeo si mettevano
delle api o delle vespe.
TORMENTO DELLA CORDA
veniva applicato nello
stesso modo con cui fu
applicato da tutti
popoli fino alle più
recenti età, essendo uno
degli strumenti che più
hanno resistito al tempo
e all'invasione della
civiltà, e Garibaldi lo
seppe in America quando
dovette subire
l'orribile supplizio per
ordine del feroce
governatore Millan. |