L'Inquisizione (dal
latino "inquisitio",
ricerca, indagine,
inchiesta) nacque nel
XII secolo come
tribunale ecclesiastico
adibito ai processi
contro catari e valdesi.
Con il passare del
tempo, il suo compito si
specificò sempre di più
nel ricercare e
giudicare tutti gli
eretici. Il criterio con
cui si attribuiva a una
persona il reato di
eresia era piuttosto
discutibile, e molto
spesso i capi d'accusa
erano del tutto privi di
fondamento: tuttavia,
gli accusati arrivavano
ad attribuirsi i più
inopinati e fantasiosi
reati pur di porre fine
alle atroci torture cui
erano sottoposti. Sì,
perché l'esecuzione non
era possibile senza una
confessione; e una
confessione (specie se
non c'era nulla da
confessare) non poteva
certo essere estorta con
le buone maniere. Si
ricordano tre
Inquisizioni: quella
medievale, quella
spagnola e quella
romana. Sebbene si
collochino in luoghi ed
epoche diverse, i loro
metodi di procedura
furono essenzialmente
omogenei. Furono
impiegati antichi metodi
di tortura, e ne furono
inventati di nuovi,
grazie anche al
contributo di presunti
esperti di stregoneria e
demonologia. Essi erano
convinti che il diavolo
lasciasse un "marchio"
sulla pelle del suo
servo: segno invisibile,
ma che rendeva
insensibile la pelle in
quel punto. Per questo
le carni degli accusati
venivano penetrate da
lunghi spilloni, fino a
identificare il punto in
cui il "servo di Satana"
non provava dolore (e
cioè non urlava - magari
perché sfinito dalla
tortura). E questa era
considerata una prova
sufficiente. Comunque, i
supplizi più usati
furono i seguenti:
Sedia inquisitoria:
era una sedia provvista
di punte e aculei a cui
il condannato era legato
mediante strette
fasciature. Il "fondo"
della sedia poteva
essere arroventato, per
produrre gravi ustioni.
Impalamento:
consisteva nel
conficcare un palo
appuntito nell'ano del
condannato per poi farlo
fuoriuscire dalle
spalle, usando una
particolare attenzione a
non ledere gli organi
vitali. In questo modo,
l'agonia durava
anche giorni, e la sorte
delle vittime poteva
essere utilizzata come
ammonimento per coloro
che volevano trasgredire
le regole dell'ordine
costituito. Spesso, per
rendere il tormento più
atroce, l'impalato
veniva posizionato a
testa in giù.
Dissanguamento:
con questo metodo, il
condannato (spesso una
presunta strega) veniva
dissanguato fino alla
morte, in quanto si
riteneva che il "Male"
risiedesse proprio nel
suo sangue.
Vergine di Norimberga:
era una sorta di bara
modellata, appunto, a
forma di fanciulla. Al
suo interno, lunghe
punte aguzze di metallo
andavano da una parte
all'altra della bara. È
facile immaginare il
tormento di chi vi
veniva rinchiuso:
l'agonia poteva durare
anche giorni.
Stivaletto spagnolo (e
varianti): le
gambe venivano legate
insieme e inserite in
una sorta di stivale di
ferro, che il boia
stringeva fino allo
spappolamento delle
ossa.
Tortura dell'animale:
un insetto, per lo più
un tafano (a volte anche
una o più api) veniva
messo nell'ombelico
dell'imputato, chiuso da
un bicchiere di vetro.
Alternativamente, si
poteva inserire la testa
del malcapitato in un
sacco pieno di bestie
inferocite (spesso
gatti).
Mastectomia (o
strappaseni):
il nome dice tutto.
Spesso "l'operazione"
(eseguita con tenaglie
arroventate) veniva
preceduta dall'ustione
dei capezzoli.
Ordalia dell'acqua:
celeberrimo
metodo con cui gli
inquisitori credevano di
accertare se la donna
accusata fosse o meno
una strega. Le venivano
legati mani e piedi e
poi veniva gettata in un
fiume. Se galleggiava,
era senz'altro una
strega (l'acqua,
elemento puro, rifiuta
il male); se affondava,
era innocente. Ma, nella
maggior parte dei casi,
era anche morta.
Pulizia dell'anima:
si faceva ingerire al
condannato acqua
bollente o sapone, per
mondare la sua anima
corrotta.
Ruota: per
prima cosa, alla vittima
venivano spezzati gli
arti pubblicamente,
perché la sua sorte
fungesse da monito. In
seguito, veniva issata
su una ruota e lasciata
in pasto a uccelli e
roditori.
Sega:
terribile metodo di
esecuzione applicato,
nella maggior parte
delle volte, agli
omosessuali. Il
condannato veniva appeso
a testa in giù, con le
gambe divaricate, e con
una sega veniva tagliato
in due verticalmente,
partendo dai genitali
fino ad arrivare alla
testa. L'accusato veniva
tenuto a testa in giù
perché il dissanguamento
fosse più lento, e
perché il maggior
afflusso di sangue al
cervello acuisse la
sensibilità al dolore.
Pare anche che la
vittima restasse
cosciente finché la sega
arrivava al cranio.
Culla di Giuda (o
triangolo):
l'imputato, tramite un
complesso sistema di
corde, veniva tenuto
sospeso al di sopra di
un cuneo appuntito.
Allentando la corda
principale, esso
penetrava nell'ano o nei
genitali della vittima.
Questa tortura era tanto
più terribile dal
momento che implicava
una veglia continua.
Talvolta, se l'accusato
si era macchiato di
colpe particolarmente
gravi, ai suoi piedi
venivano applicati dei
pesi.
Cremagliera e
Cavalletto:
sebbene con due metodi
differenti, queste due
torture facevano sì che
le articolazioni del
condannato si slogassero
e che tutte le sue
membra venissero
disarticolate dalle
giunture.
Veglia:
l'accusato veniva
costretto a una veglia
continua, che poteva
durare anche due giorni.
Era costretto a restare
in piedi, tra due
sentinelle che si davano
il cambio, e che si
adoperavano per non
farlo addormentare.
Pera:
terribile strumento che
veniva inserito nella
cavità orale o nel retto
del condannato (spesso
nella vagina, se
l'accusato era una
presunta strega: ciò
doveva farle pagare cari
i suoi rapporti osceni
col Maligno). Da questo
strumento si liberavano
viti e chiodi che
andavano a dilaniare la
cavità in cui la Pera
era stata inserita.
Tortura dell'acqua:
questo metodo
veniva applicato spesso
su personaggi
compromettenti, dal
momento che i suoi
risultati non erano
esternamente visibili.
Veniva fatta ingurgitare
all'accusato una
quantità spropositata
d'acqua, finché il suo
ventre non raggiungeva
dimensioni abnormi.
Dopodiché veniva messo a
testa in giù, perché la
massa d'acqua pesasse
sul diaframma e sui
polmoni. Oltre al
fortissimo dolore, ciò
provocava gravi strappi
e lesioni agli organi
interni.
Culla della strega:
come dice il nome
stesso, questa tortura
veniva applicata
soprattutto alle donne
accusate di essere serve
di Satana. Esse venivano
poste in un sacco,
appese al soffitto o a
un albero e fatte
dondolare
indefinitamente. Sebbene
non sembri una vera e
propria tortura, questo
metodo, in realtà,
causava disorientamento
totale e spesso
allucinazioni.
Naturalmente, alcuni di
questi metodi erano
utilizzati per ottenere
confessioni, altri per
compiere esecuzioni
capitali. "Fides
suadenda non imponenda"
- "La fede deve essere
indotta con la
persuasione, non con la
forza", diceva San
Bernardo. Ma sembra che
non sia stato ascoltato. |