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La Tortura
a cura di Laura Quattrini

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Malleus Maleficarum
Henrici Institoris Kramer - Iacobo Sprengero

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Il libro nero dell’inquisizione
Natale Benazzi

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inquisizione
a cura di Irene Bulla

L'Inquisizione (dal latino "inquisitio", ricerca, indagine, inchiesta) nacque nel XII secolo come tribunale ecclesiastico adibito ai processi contro catari e valdesi. Con il passare del tempo, il suo compito si specificò sempre di più nel ricercare e giudicare tutti gli eretici. Il criterio con cui si attribuiva a una persona il reato di eresia era piuttosto discutibile, e molto spesso i capi d'accusa erano del tutto privi di fondamento: tuttavia, gli accusati arrivavano ad attribuirsi i più inopinati e fantasiosi reati pur di porre fine alle atroci torture cui erano sottoposti. Sì, perché l'esecuzione non era possibile senza una confessione; e una confessione (specie se non c'era nulla da confessare) non poteva certo essere estorta con le buone maniere. Si ricordano tre Inquisizioni: quella medievale, quella spagnola e quella romana. Sebbene si collochino in luoghi ed epoche diverse, i loro metodi di procedura furono essenzialmente omogenei. Furono impiegati antichi metodi di tortura, e ne furono inventati di nuovi, grazie anche al contributo di presunti esperti di stregoneria e demonologia. Essi erano convinti che il diavolo lasciasse un "marchio" sulla pelle del suo servo: segno invisibile, ma che rendeva insensibile la pelle in quel punto. Per questo le carni degli accusati venivano penetrate da lunghi spilloni, fino a identificare il punto in cui il "servo di Satana" non provava dolore (e cioè non urlava - magari perché sfinito dalla tortura). E questa era considerata una prova sufficiente. Comunque, i supplizi più usati furono i seguenti:   

Sedia inquisitoria: era una sedia provvista di punte e aculei a cui il condannato era legato mediante strette fasciature. Il "fondo" della sedia poteva essere arroventato, per produrre gravi ustioni.

Impalamento: consisteva nel conficcare un palo appuntito nell'ano del condannato per poi farlo fuoriuscire dalle spalle, usando una particolare attenzione a non ledere gli organi vitali. In questo modo, l'agonia durava
anche giorni, e la sorte delle vittime poteva essere utilizzata come ammonimento per coloro che volevano trasgredire le regole dell'ordine costituito. Spesso, per rendere il tormento più atroce, l'impalato veniva posizionato a testa in giù.

Dissanguamento: con questo metodo, il condannato (spesso una presunta strega) veniva dissanguato fino alla morte, in quanto si riteneva che il "Male" risiedesse proprio nel suo sangue.

Vergine di Norimberga: era una sorta di bara modellata, appunto, a forma di fanciulla. Al suo interno, lunghe punte aguzze di metallo andavano da una parte all'altra della bara. È facile immaginare il tormento di chi vi veniva rinchiuso: l'agonia poteva durare anche giorni.

Stivaletto spagnolo (e varianti): le gambe venivano legate insieme e inserite in una sorta di stivale di ferro, che il boia stringeva fino allo spappolamento delle ossa.

Tortura dell'animale: un insetto, per lo più un tafano (a volte anche una o più api) veniva messo nell'ombelico dell'imputato, chiuso da un bicchiere di vetro. Alternativamente, si poteva inserire la testa del malcapitato in un sacco pieno di bestie inferocite (spesso gatti).

Mastectomia (o strappaseni): il nome dice tutto. Spesso "l'operazione" (eseguita con tenaglie arroventate) veniva preceduta dall'ustione dei capezzoli.

Ordalia dell'acqua: celeberrimo metodo con cui gli inquisitori credevano di accertare se la donna accusata fosse o meno una strega. Le venivano legati mani e piedi e poi veniva gettata in un fiume. Se galleggiava, era senz'altro una strega (l'acqua, elemento puro, rifiuta il male); se affondava, era innocente. Ma, nella maggior parte dei casi, era anche morta.

Pulizia dell'anima: si faceva ingerire al condannato acqua bollente o sapone, per mondare la sua anima corrotta.

Ruota: per prima cosa, alla vittima venivano spezzati gli arti pubblicamente, perché la sua sorte fungesse da monito. In seguito, veniva issata su una ruota e lasciata in pasto a uccelli e roditori.

Sega: terribile metodo di esecuzione applicato, nella maggior parte delle volte, agli omosessuali. Il condannato veniva appeso a testa in giù, con le gambe divaricate, e con una sega veniva tagliato in due verticalmente, partendo dai genitali fino ad arrivare alla testa. L'accusato veniva tenuto a testa in giù perché il dissanguamento fosse più lento, e perché il maggior afflusso di sangue al cervello acuisse la sensibilità al dolore. Pare anche che la vittima restasse cosciente finché la sega arrivava al cranio.

Culla di Giuda (o triangolo): l'imputato, tramite un complesso sistema di corde, veniva tenuto sospeso al di sopra di un cuneo appuntito. Allentando la corda principale, esso penetrava nell'ano o nei genitali della vittima. Questa tortura era tanto più terribile dal momento che implicava una veglia continua. Talvolta, se l'accusato si era macchiato di colpe particolarmente gravi, ai suoi piedi venivano applicati dei pesi.

Cremagliera e Cavalletto: sebbene con due metodi differenti, queste due torture facevano sì che le articolazioni del condannato si slogassero e che tutte le sue membra venissero disarticolate dalle giunture.

Veglia: l'accusato veniva costretto a una veglia continua, che poteva durare anche due giorni. Era costretto a restare in piedi, tra due sentinelle che si davano il cambio, e che si adoperavano per non farlo addormentare.

Pera: terribile strumento che veniva inserito nella cavità orale o nel retto del condannato (spesso nella vagina, se l'accusato era una presunta strega: ciò doveva farle pagare cari i suoi rapporti osceni col Maligno). Da questo strumento si liberavano viti e chiodi che andavano a dilaniare la cavità in cui la Pera era stata inserita.

Tortura dell'acqua: questo metodo veniva applicato spesso su personaggi compromettenti, dal momento che i suoi risultati non erano esternamente visibili. Veniva fatta ingurgitare all'accusato una quantità spropositata d'acqua, finché il suo ventre non raggiungeva dimensioni abnormi. Dopodiché veniva messo a testa in giù, perché la massa d'acqua pesasse sul diaframma e sui polmoni. Oltre al fortissimo dolore, ciò provocava gravi strappi e lesioni agli organi interni.

Culla della strega: come dice il nome stesso, questa tortura veniva applicata soprattutto alle donne accusate di essere serve di Satana. Esse venivano poste in un sacco, appese al soffitto o a un albero e fatte dondolare indefinitamente. Sebbene non sembri una vera e propria tortura, questo metodo, in realtà, causava disorientamento totale e spesso allucinazioni.
    
Naturalmente, alcuni di questi metodi erano utilizzati per ottenere confessioni, altri per compiere esecuzioni capitali. "Fides suadenda non imponenda" - "La fede deve essere indotta con la persuasione, non con la forza", diceva San Bernardo. Ma sembra che non sia stato ascoltato.