La sirena, da quel che
sappiamo, è una creatura
di grande bellezza che
ha l'aspetto di una
donna nella parte
superiore del corpo, di
un pesce in quella
inferiore. Nelle notti
di luna, sulle acque
basse dei mari ch'ella
frequenta, è stata vista
sovente tenere in una
mano lo specchio e, con
l'altra, pettinarsi le
chiome fluenti. Più
spesso solo il suo canto
è stato udito. La sua
voce è meravigliosa:
ella canta con tale
dolcezza che i
naviganti, attratti dal
suo canto, fanno vela
verso gli scogli, dove
essa sta nascosta, e
conducono la loro nave
verso un ineluttabile
naufragio. Esse cantando
con voce dolcissima
avevano il potere di
ammaliare i marinai a
tal pu nto
da spingerli a gettarsi
in mare per
raggiungerle, così poi
da ucciderli e
divorarli. Nell'Odissea
le Sirene sono legate a
un celebre episodio del
mito. Quando Ulisse
giunse nei pressi
dell'isola da loro
abitata, per opporre
resistenza al richiamo
del loro amabile canto
turò con la cera le
orecchie dei compagni
mentre lui, pur di
udirle, si legò
all'albero maestro della
nave così da non correre
alcun rischio. La voce
ammaliante delle tre
donne pesce di Omero si
chiamava Leucosia , e il
segreto della sua
esistenza è celato in
una piccola isoletta
rocciosa alla quale
diede il proprio nome e
che forma una delle due
estremità della baia di
Salerno. Secondo la
leggenda Leucosia si
gettò dalla rupe della
costa per non essere
riuscita a sedurre
Ulisse e i suoi
compagni, e il suo corpo
prese le forme di uno
scoglio, oggi chiamato
isola di Licosa,
sovrastato da un faro e
circondato da antiche
mura. Per la gente del
posto le sirene sono
sacerdotesse, per altri
raggi di sole,
pericolose scogliere,
cannibali del mare, per
altri ancora sono
simboli di attrazione e
spiriti planetari, è
nella splendida luce di
questi luoghi che Ulisse
incontrò le Sirene, in
uno di quei periodi di
pesante ristagno estivo,
conosciuti da queste
parti come scirocco
chiaro. Quando la sirena
è adirata il suo canto è
come l'urlo del vento
che soffia nella
tempesta. Talvolta la si
può vedere emergere
dalla spuma delle onde o
guizzare sulla cresta
dei marosi, per questo
si ritiene che una delle
sue caratteristiche
maggiori sia il suo
grande amore per la
danza. Vi sono sirene in
tutti i mari del mondo.
In inglese la sirena è
detta "mermaid", in
tedesco "meriminni" o "meerfrau",
in islandese "marmenill",
in danese "maremind", in
irlandese "merow" e così
via, parola che,
tradotta letteralmente,
significa "ragazza del
mare". Vi sono echi
della sua storia anche
in Oriente. Le "matsyanaris",
figure che talvolta si
trovano scolpite sui
templi indiani, sono
ninfe con la coda di
pesce, ed i marinai
cinesi superstiziosi
credon fermamente
nell'esistenza di tali
creature nei mari della
Cina. Dalle molte
descrizioni più o meno
fantastiche, che sono
state fatte di questi
straordinari esseri
umani, i biologi moderni
hanno creduto di poter
identificare le sirene
con alcune particolari
specie di foche dal naso
rigonfio o genericamente
con grosse forme
acquatiche dell'ordine
dei mammiferi. Esse
abitano le insenatura
tranquille del mare e
gli estuari e si nutrono
prevalentemente di
materie vegetali.
Comprendono il
"dugongo", i "lamantini"
e la "ritina"; di queste
specie le prime due sono
ancona viventi, l'ultima
è completamente estinta.
E' interessante notare
che il dugongo ha un
modo quasi umano di
drizzare la parte
superiore del corpo
fuori dall'acqua e
guardare intorno;
inoltre mette al mondo
di solito un solo nato
per volta e se ne prende
cura con grande affetto;
porta il piccolo sotto
la pinna anteriore
esattamente come una
donna tiene il suo
bambino tra le braccia.
UN
ESSERE PATETICO
La sirena è, sotto molti
aspetti, un essere assai
patetico. Il suo sguardo
è soffuso di profonda
malinconia, forse per il
crudele destino che la
condanna a far parte
della specie degli
animali. Essa compare
nelle acque dei mari
tropicali attratta dalla
musica che proviene
dalle navi e non si
stanca di danzare
intorno ad esse. Oppure,
per una notte, assume
forma umana e viene
sulla spiaggia ad unirsi
ai ballerini dei
villaggi in festa; ma
essi la riconoscono
perché l'orlo del suo
vestito è sempre bagnato
e la cacciano via. La
sua grande aspirazione è
di possedere un'anima
umana, ma questo le è
negato. Per quanto bella
e sontuosa possa essere
la sua casa sotto le
acque verdi del mare, sa
che senz'anima non potrà
mai avere un'altra vita,
e che che quando morrà,
sarà per sempre
dimenticata. Quindi non
meravigliatevi che le
sirene attirino le navi
fra gli scogli e soffino
sulle onde durante le
tempeste. Lo fanno forse
per vendicarsi contro
gli uomini che
riconoscono in esse
soltanto strane forme di
fauna marina. Se voi
foste creature
meravigliose, brave a
cantare e a danzare, non
vi seccherebbe che "un
esperto" dicesse che non
siete altro che mostri
marini?
Grazie a
Vanessa
Cardinali per lo
splendido disegno!
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