Nella vita comune
dell'uomo normale, il
ripetersi casuale di
certi eventi,
l'avverarsi dei sogni,
il crearsi di mille
piccole situazioni
apparentemente affidate
alla bizzarria del
destino,possono far
nascere altrettante
credenze e superstizioni
che riescono a dare di
tali fenomeni una
spiegazione più o meno
ingenua, ma tuttavia
tale da appagare la
curiosità di coloro che
vi credono. Per questo
assai giustamente si è
osservato che la
principale ragione per
la quale sono stati
inventati spiritelli,
genietti, demoni,
folletti e altri esseri
di questa specie, è
proprio quella di far
ricadere su di essi la
responsabilità dei guai,
degli incidenti, delle
sfortunate combinazioni
che possono accadere
agli uomini. In questo
articolo si passeranno
brevemente in rassegna
alcune di queste
fantastiche creature che
popolano la mente dei
superstiziosi sulla
scorta delle credenze
popolari raccolte da
Felice Del Beccaro nel
Bollettino storico
lucchese. Risalendo alle
origini troviamo, nella
mitologia romana, tra i
genii dei boschi,Fauno.
Più che un genietto vero
e proprio è una divinità
che tutela la campagna,
i monti ed il bestiame,
ma al pari dei genietti,
trova gusto a
terrorizzare la gente
entrando di notte nelle
case e provocando in
coloro che dormono sogni
paurosi o addirittura
destandoli per porre
loro dinanzi apparizioni
terribili. Per questo
genere di scherzi Fauno
è detto, dai Romani,
"incubo". Nell'antica
Gracia un genietto assai
simile a Fauno fu Pan;
anche esso terrorizzava
nei boschi gli uomini
solitari creando quel
"timor panico" che ancor
oggi è rimasto
nella nostra lingua per
indicare la paura
improvvisa. Folletto che
vive nei boschi è pure
Silvano, caratteristico
per le sue apparizioni
improvvise fatte per
incutere timore: da esso
deriva "salvan", nome
ancor oggi conosciuto in
alcuni paesi della
Lombardia. Del resto i
torinesi chiamano con il
nome di "sarvan" quel
bagliore o riverbero che
è prodotto da uno
specchio incontro al
sole; i trentini lo
chiamano "salvanell",
sempre derivandone il
nome dal genio
boschereccio del latino
Silvano. Per rimanere
nell'antichità, genii
benevoli che
esercitavano una
notevole influenza sulla
vita degli uomini
possono essere
considerati i Penati e i
Lari che, a somiglianza
dei Mani,
rappresentavano le anime
buone dei defunti. Le
anime dei cattivi erano
invece identificate nei
Lemuri che tormentavano
i vivi in vari modi. Era
appunto ai Lemuri che si
attribuivano le
apparizioni degli
spettri.
FOLLETTI DI OGNI PAESE
Nella tradizione
germanica del Medio Evo,
gli spiriti erano
rappresentati dagli Elfi
che abitano l'aria,
l'acqua, i boschi e i
monti. Questi Elfi sono
piccoli esseri e si
distinguono in Elfi
bianchi ed Elfi neri: i
primi amici degli
uomini, i secondi
nemici. Un boscaiolo
della Foresta Nera
affermò, non più di una
ventina d'anni fa, di
aver visto simili esseri
fantastici vagare per i
boschi e di avervi
persino conversato. Nel
1800 Carlo De Coster
studiò ampiamente un
folletto che, secondo la
tradizione germanica e
fiamminga, sarebbe
realmente esistito. Si
chiama Till Eulenspiegel
e si ritiene che le sue
imprese furono oltre che
burlesche anche di
carattere eroico e
glorioso. Nelle leggende
nordiche, come ognuno
sa, gli spiritelli
risiedono a nugoli; sono
in genere piccoli esseri
pieni di furberia e
dispettosi oltre ogni
dire. Un certo
professore Calmeti,
studioso di scienze
occulte, assicurava di
avere conosciuto un
individuo che aveva per
cameriere un folletto il
quale gli lustrava gli
stivali e gli radeva la
barba. Ancora nei
riguardi della
tradizione straniera
sappiamo che Shakespeare
descrive ampiamente
nell'atto I di Romeo e
Giuilietta la regina Mab,
la quale, secondo le
leggende inglesi, è la
fata dei sogni, la
diavolessa notturna. In
Francia il diavolo che
turba i sogni dei
mortali è Cauchemar;
presso i Russi un
analogo diavoletto è
conosciuto sotto il nome
di Domovoi.
SPIRITELLI DI CASA
NOSTRA
Neppure in Italia
mancano naturalmente i
folletti astuti e
maliziosi, fatti apposta
per compiere o tramare
burle ai poveri
creduloni. Essi hanno un
nome diverso in ciascuna
regione: Linchetto in
Toscana, Mazzamareddu in
Sicilia, Carcaveja in
Piemonte, Massaruol nel
Bellunese, ma essi hanno
in comune la
caratteristica di
rappresentare, per il
popolo delle campagne,
per i contadini
specialmente, una
risposta a tanti
"perché" capaci di
assillare la loro mente
non molto evoluta o
magari abituata a non
pensar troppo. Non si
trova un oggetto:
"L'avrà preso il
Linchetto!". C'è chi ha
paura a recarsi di notte
da un posto all'altro:
"Ti mangerà il Gatto
Mammone!". La credenza
nel Gatto Mammone pare
sia comune a quasi tutte
le regioni d'Italia. Si
legge in antichi libri
che il sonno tribolato
dalla fantasia deve
essere attribuito al
Gatto Mammone, un
folletto che si
accovaccia sul petto
delle persone
addormentate provocando
loro orribili incubi. Il
vocabolo "mammone" del
resto ha
origini antichissime ed
è da riferirsi al
"mammona" ebraico che
significa "diavolo".
Naturalmente i mille "dispettucci"
che queste fantastiche
creature compiono, sono
diversi a seconda che
colpiscano gli abitanti
delle città o i
campagnoli o i
montanari. In città
questi folletti sembrano
esplicare la loro
instancabile attività
soprattutto fra le
pareti della vita
domestica provocando la
caduta degli oggetti,
otturando le toppe delle
porte, facendo
tintinnare i vetri,
tirando le coperte a chi
dorme. Ma nelle campagne
dove la superstizione, e
talvolta l'ignoranza, è
più radicata, le
diavolerie dei folletti
sono ancor più varie e
dispettose: essi si
nascondono nei tini al
tempo della vendemmia
provocando nel vino una
clamorosa fermentazione,
arricciano i crini ai
cavalli e si prendono
gusto a bussare di notte
alla porta di quelli che
dormono; tolgono il
mangime alle bestie,
scompongono la paglia
nei fienili quando
addirittura non vi
appiccano il fuoco.
Insomma la credenza di
queste fantastiche
creature perdura anche
ai giorni nostri e
conferma la grande
popolarità che esse
ebbero nei secoli
passati. Provate a dire
al contadino un pò
semplice delle campagne
Lucchesi che vi farà
visitare la sua stalla,
che i crini accordellati
delle bestie accusano il
manifestarsi di un
eczema dovuto a poca
pulizia: giurerà che non
è vero; spiegherà che fu
il Linchetto o qualche
altro spirito maligno ad
attorcigliare i crini
alle sue bestie. E non
provatevi ad insistere
perché c'è da farsi
guardar male, come
nel caso di chi volesse
spiegare ad un tipo
superstizioso che
durante la notte ha
avuto dei disturbi di
stomaco, che si tratta
di una comunissima
cattiva digestione e non
dei malefizi del
terribile Gatto Mammone.
I resti delle mille
superstizioni invalse
nelle epoche oscure
alimentano gli studi di
dotti ricercatori e
rallegrano le storie
fantastiche di ogni
paese. Queste portano
nei bimbi un senso vago
di mistero che incanta
ed appassiona; negli
adulti la dolce
suggestione che c'è
ancora, nel mondo, chi
crede ingenuamente nei
personaggi delle
novelle, come gente che
vive al di fuori dei
tempi, in perfetta
beatitudine. |