Un Il Coelacanthus è
stato considerato da
molti l’avvenimento
criptozoologico del XX
Secolo anche se in
questo caso si tratta di
una riscoperta di un
pesce che si credeva
estinto da migliaia di
anni. Nella riscoperta
del Coelacanthus gioca
una buona parte la
fortuna, assistente
principale nella maggior
parte delle scoperte
criptozoologiche. Nel
1839 viene individuato
per la prima volta un
fossile di
Coleacanthus in
Inghilterra dal
naturalista Louis
Agazzis e da allora
entra nell’elenco degli
animali preistorici
estinti. Ma nel 1938
questo pesce-fossile
regala una sorpresa al
mondo: Marjorie
Courtenay Latimer è una
curatrice di un piccolo
museo di storia naturale
di East-London, nel
Sudafrica. Era amica del
capitano del Nerine,
Hendrick Goosen, che di
ritorno dalle sue
battute di pesca era
solito portare all’amica
qualsiasi cosa
particolare avesse
attirato la sua
attenzione.
Il 23 Dicembre 1938 il
capitano Goosen,
attraccato al porto,
vide la singora Latimer
che lo attendeva per i
saluti e gli auguri di
Natale. Si scambiarono
amichevolmente gli
auguri quando la Latimer
notò una strana pinna
blu spuntare dal mucchio
dei pesci pescati.
Rimossi gli altri pesci
a Marjorie si presentò
un pesce lungo un metro
e mezzo, pesante 57
chilogrammi con una
corazza blu-argentea che
ricopriva tutto il
corpo. La Latimer venne
però colpita in modo
particolare dalla
conformazione delle
pinne: infatti erano
unite al resto del corpo
da peduncoli muscolari
che le rendevano molto
simili a zampe. Allora
la Latimer inviò uno
schizzo al Professor
Smith, ittiologo
dell’Università della
Rhodesia che quando vide
lo schizzo non credette
ai propri occhi: si
trattava di un esemplare
di Coelacanthus, un
pesce preistorico
ritenuto estinto circa
60 milioni di anni
prima! Smith si recò sul
posto dove potè
verificare dal vivo la
sensazionale scoperta
anche se lo stato di
conservazione del pesce
era decisamente non
perfetta. Smith,
eccitato dalla scoperta
e deciso a catturarne un
esemplare vivo per
studiarne meglio le
caratteristiche, stampò
migliaia di volantini
che riportavano
l’immagine del pesce e
offrì una ghiotta
ricompensa a chiunque
gli avesse consegnato un
esemplare vivo. La pesca
della ricoperta del
Coelacanthus avvenne nel
1952 al largo delle
Isole Comore da parte de
pescatore Ahmeid
Hussein. Il pescatore
portò lo strano pesce
pescato al mercato del
paese ma fortunatamente
un suo amico aveva visto
il disegno sui volantini
di Smith e consegnò il
pesce al Professore.
Da allora ne vennero
pescati altri esemplari
ma il più famoso,
tutt’ora conservato, fu
pescato sempre al largo
delle Isole Comore nel
1953. E’ un bellissimo
esemplare di un metro e
trenta per 39
chilogrammi di peso. In
onore della
“scopritrice” il pesce
venne ufficialmente
chiamato Latimeria
Chalumnae. Ancora più
stupore e curiosità ha
destato il luogo di
ritrovamente del
pesce-fossile: siccome i
ritrovamenti sono stati
concentrati al largo
delle Isole Comore e del
Mozambico, si stima che
i fondali di quel tratto
di mare siano
probabilmente rimasti
intatti fin dal
Permiano. Se questa
teoria fosse vera, è
allora possibile che
altre forme di vita
marine ritenute estinte
si siano conservate in
questo particolare
tratto di mare. Dunque
l’idea che vi sia una
zona di mare ancora
tutta da scoprire ed
analizzare con
caratteristiche da
“mondo perduto” come nel
romanzo di Conan Doyle
non è affatto utopistica
ma probabilmente nel
futuro ci aspettano
moltissime altre
scoperte sensazionali. |