“Saluti.
Sono un viaggiatore
temporale proveniente
dall’anno 2036. Sto
tornando a casa dopo
aver recuperato un
computer IBM 5100 dal
1975.”
Con queste parole, un
uomo di nome John Titor
si presentò in un forum
Internet il giorno 2
novembre 2000.
Ovviamente, nessuno,
immediatamente, volle
credergli, ritenendo le
sue parole semplicemente
i deliri di un pazzo. I
post che John Titor
inviò successivamente,
però, le discussioni che
sostenne, le risposte
alle domande che gli
furono poste, fecero
cambiare idea a molti, i
quali finirono per
credere a quanto l’uomo
affermava. La storia di
John Titor, sedicente
uomo del futuro, come
spesso accade per
argomenti come questi,
affascina molto: sia
perché fa un certo
effetto parlare con
qualcuno proveniente dal
futuro di cose ancora da
venire, sia perché le
implicazioni
scientifiche hanno un
sapore quasi
fantascientifico e fanno
sognare. Comunque sia,
che quest’uomo sia un
folle od un reale
viaggiatore temporale, i
suoi interventi hanno
spaccato in due gruppi,
“credenti” e “non
credenti”, tutti coloro
che si sono imbattuti
nei suoi scritti.
Vediamo perché.
Innanzitutto, vediamo
di conoscere meglio
l’uomo John Titor ed i
motivi del suo viaggio.
Il suo nome, tanto per
cominciare, non è uno
pseudonimo, ma il suo
nome reale. Il sedicente
viaggiatore del tempo
afferma di essere
originario di Tampa, in
Florida, dove è nato nel
1998; tuttavia, non
risult a
che nessun Titor
abitasse a Tampa nel
1998. Oltre a questo,
John ci dice di aver
combattuto come
“partigiano” (di questo
parleremo) all’età di
13-14 anni, dunque nel
2011. Nel 2029 è entrato
in un programma militare
sponsorizzato; nel
2033-2034 si è laureato:
non si fa esplicitamente
riferimento al corso di
laurea, ma John dice che
il suo background è
storico: dunque, anche
per il suo lavoro,
possiamo ipotizzare si
sia laureato in storia;
di sicuro, visto che lo
dice lui stesso,
possiamo escludere si
laureato in fisica o sia
un tecnico di computer.
Raggiunto un grado nella
gerarchia militare
paragonabile a quello di
Maggiore, Titor entra a
far parte del programma
per il viaggio nel
tempo. Il suo livello di
preparazione gli
consente soltanto viaggi
nel passato, per il
momento. Quello che lo
ha portato nella nostra
epoca è uno dei primi.
Riguardo i motivi del
suo viaggio temporale,
Titor spiega di aver
ricevuto ordine, dai
suoi superiori, di
recarsi negli anni ’70
per recuperare un
computer portatile IBM
modello 5100: questo
modello di macchina
avrebbe posseduto alcune
caratteristiche assai
particolari che non
furono rese note, a suo
tempo, dalla casa
costruttrice; tali
caratteristiche, in
seguito, furono rimosse
e non comparvero in
nessun altro modello
di
computer. Le nascoste
proprietà della macchina
risiederebbero, per
Titor, nella capacità di
tradurre i linguaggi
UNIX, APL e BASIC tra
loro. L’UNIX, nel 2038,
andrà incontro ad un bug,
che renderà
inutilizzabile una parte
di macchinari, ancora
basati sulla vecchia
tecnologia IBM. Pur
essendoci ben altri
sette viaggiatori
temporali, per questa
missione la scelta è
caduta su di lui per il
legame di parentela che
lo lega (legava,
legherà…) con qualcuno
di molto importante
nello sviluppo dell’IBM
5100. Nel 1975, John ha
avuto modo di incontrare
suo nonno, al quale si è
rivelato per quello che
era. Completata la
missione, John ha deciso
di fare una capatina nel
2000: questo sia per far
visita alla sua famiglia
(ed al sé stesso
bambino), sia per
assistere agli effetti
del Millennium Bug. John,
ovviamente, rivela la
propria identità anche
ai suoi genitori, che lo
accolgono “con sollievo
e paura”. Nel novembre
dello stesso anno,
l’uomo si presenta come
viaggiatore temporale in
un forum in Internet,
avviando una lunga
discussione sul futuro,
la teologia, la fisica,
che lo terrà occupato
per quattro mesi circa e
che lo porterà ad
interagire con centinaia
di utenti curiosi. Nella
primavera del 2001,
sfruttando un momento
fisicamente propizio, fa
ritorno a casa, nel
2036.
Ovviamente, tra le
domande più ricorrenti
formulate a Titor
durante le sue
interminabili
conversazioni, ci sono
quelle poste allo scopo
di avere conferma o meno
circa quanto andava
affermando, domande
riguardanti particolari
circa fatti od
avvenimenti recenti che,
ovviamente, un uomo del
futuro non può non
conoscere: chi vincerà
il campionato di
baseball il prossimo
anno, quante sono state
le vittime
dell’incidente aereo di
ieri, quale sarà il
valore di mercato
dell’oro per i prossimi
mesi. Titor, però, ha
sempre evitato di
rispondere a domande
come queste,
giustificandosi
affermando di non
ricordarsi, di non
saperlo o,
semplicemente,
considerando la domanda
inutile: nessuno di voi
è in grado di ricordare,
dice, che tempo abbia
fatto il 28 maggio 1983,
come nessuno di voi
ricorderebbe quante
persone precisamente
siano morte, per
esempio, nella strage di
Ustica (è un esempio
“italiano”, non portato
direttamente da Titor,
ma utile a farci
comprendere il suo
messaggio). Al
contrario, Titor rispose
molto volentieri alle
domande riguardanti il
futuro del mondo. Ed il
futuro che prospetta non
è affatto dei più rosei.
Tra la fine del 2004,
dopo le elezioni
presidenziali americane,
ed il 2005, dice Titor,
negli Stati Uniti
cominceranno disordini
civili. La causa
scatenante, a differenza
di quanto potremmo
pensare, non è il
contrasto ideologico-
religioso tra Cristiani
e Musulmani (non
principalmente almeno,
visto che il contrasto
continuerà), ma,
piuttosto, un contrasto
politico interno al
paese: negli USA si avrà
un notevole incremento
del controllo statale,
mediante la polizia e
gli apparati di ordine
pubblico, sulla
popolazione;
contemporaneamente,
verranno soppresse
alcune libertà
costituzionali
fondamentali. Per
intenderci, lo stato si
“fascistizzerà” e finirà
per assomigliare, in
sostanza, alla Germania
nazista degli anni ’30
del ‘900. Questo avverrà
soprattutto nelle grandi
città e metropoli:
dunque, per evitare di
essere vittime di questa
situazione e di vedersi
negare i propri diritti,
molti finiranno per
abbandonare i grandi
centri per la p eriferia,
trasferendosi nelle
campagne (è ciò che la
famiglia dello stesso
John Titor fece). In
seguito, nello stesso
2005, tra le città e le
campagne si scatenerà
una guerra civile che
durerà, almeno, fino al
2008, quando tutti,
negli U.S.A.,
“comprenderanno che il
mondo in cui pensavano
di vivere è finito”. Le
forze a scontrarsi
saranno, da una parte,
per le città, l’esercito
regolare e la polizia e,
dall’altra parte, per le
campagne, la “milizia
rurale”, guidata da un
contadino-generale, di
cui Titor ci descrive
anche la statua a lui
dedicata nella nuova
capitale; lo stesso
Titor, tredicenne, ne
farà parte in qualità di
“fuciliere” della “
Fighting Diamondbacks”.
Il presidente del 2005
(che Titor non indica
nel nome), “cercherà di
essere il nuovo Lincoln,
cercando di tenere uniti
gli stati, ma le loro
polizie negheranno
alcuni punti della Carta
dei Diritti”. Nel 2009
si insedierà un nuovo
presidente, che, però,
non cercherà di fare
nulla per rimediare alla
situazione di crisi. Nel
resto del mondo,
andranno acutizzandosi i
problemi in Medio
Oriente, soprattutto a
causa dell’instabilità
occidentale: Israele
sarà attaccato dai paesi
islamici (il riferimento
è soprattutto da
intendere nel senso di
attacchi kamikaze); a
sua volta, Israele,
supportato militarmente
dai paesi occidentali,
risponderà
all’offensiva. La
guerra, dice Titor, sarà
condotta utilizzando
armi nucleari e di
distruzione di massa. In
Estremo Oriente, invece,
la Cina, sfruttando
l’instabilità politica
mondiale, “annetterà
forzatamente” Corea,
Taiwan e Giappone. La
situazione collasserà
definitivamente nel
2015, quando la Russia,
per “rimettere in ordine
le cose”, bombarderà
Europa (in risposta allo
schierarsi di un
massiccio esercito
europeo in Germania),
Australia, Cina e Stati
Uniti, soprattutto le
grandi città, i veri
epicentri della guerra
civile: sarà, questa, la
Terza Guerra Mondiale,
che causerà 3 miliardi
di morti. Titor non dice
precisamente, per motivi
“etici”, quando il
bombardamento avrà
inizio: tuttavia, si
lascia sfuggire la data
del 12 marzo 2015, ore
3.45, ora di Washington
DC. Il fatto che a
venire colpite siano
soprattutto le città
assicura, ovviamente, la
vittoria alle campagne.
Questo porterà il mondo
in una sorta di “inverno
nucleare”, anche se non
così catastrofico come
tutti lo immagini mo.
Il mondo post-atomico
presentato da Titor, per
utilizzare dei
riferimenti al mondo
della fantascienza e
non, è un miscuglio di
“Mad Max”, “1984” ed “La
casa nella prateria”: la
società sarà
decentralizzata nelle
campagne, sarà più
provinciale e tranquilla
e, contemporaneamente,
tecnologica, anche se in
maniera inferiore ad
ora. Le radiazioni e
alcuni effetti degli
impulsi elettromagnetici
generati dalle armi
nucleari renderanno
inutilizzabili taluni
macchinari: per questo,
nel 2036 ci sarà ancora
chi userà macchine da
scrivere, biciclette e
vecchie stufe a legna;
il lavoro manuale sarà
molto praticato, essendo
venute meno le grandi
distribuzioni e la
possibilità di
commerciare molto al di
fuori della propria
realtà territoriale. La
maggior parte dei
territori colpiti dalle
bombe sarà radioattiva,
per cui sarà necessario,
per esempio, depurare
l’acqua con un
particolare procedimento
prima di berla. A tutti
sarà richiesto un
addestramento militare
ed una buona conoscenza
delle armi da fuoco:
questo per l’autodifesa
e la sopravvivenza. Il
fabbisogno giornaliero
delle famiglie sarà
prodotto direttamente
con la coltivazione e
l’allevamento; le
comunicazioni, anche a
causa di una certa
diffidenza che si
instaurerà tra le
persone (“Ognuno tira
l’acqua al proprio
mulino”), avverranno
soprattutto con la Rete,
che diverrà più potente,
più veloce, l’unico
sistema per la
comunicazione, appunto,
lo svago, lo studio.
Diverranno più rapidi i
trasporti, soprattutto
via binario, anche se la
possibilità di
usufruirne non sarà più
vasta, migliorerà la
tecnologia applicata
alla medicina (l’AIDS
sarà sconfitto, gli
studi sul cancro
avanzeranno ma si
diffonderà maggiormente
la Sindrome della Mucca
Pazza) ed alla
manipolazione genetica e
riprenderanno i viaggi
spaziali. Sarà permessa
la manipolazione
spermatica e delle
cellule-uovo, poiché
sarà molto difficile
procreare. Ci sarà,
accanto a questo
parziale sviluppo
tecnologico, una
crescita della
religiosità, dovuta sia
all’educazione
“campagnola” (“La nuova
paura è che Cristo sia
tornato, non ce lo abbia
detto e sia molto
arrabbiato”), sia
all’interpretazione
delle Scritture: la fine
del mondo profetizzata
da San Giovanni, per
esempio, si crederà si
sia concretizzata nella
guerra appena
conclusasi. Il
Cristianesimo si
sfalderà e suddividerà
in moltissimi
sottogruppi religiosi;
in compenso, la
tolleranza ed il dialogo
aumenteranno (“Non vivo
in una società razziale,
ma con molti
pregiudizi”).

Titor non dà molte
informazioni circa la
situazione mondiale in
seguito all’N-Day, il
Nukes-Day, il Giorno
delle Armi Nucleari: in
generale, il Nuovo
Ordine Globale sarà un
miscuglio del sistema
federale statunitense,
del sistema europeo e di
quello oceanico. Titor
ci dà qualche notizia
riguardo l’Europa
(“L’Europa è un
casino”), l’Australia
(riuscirà a respingere
un’invasione cinese e, a
parte un rapporto
commerciale con gli USA,
rimarrà isolata dal
resto del mondo), il Sud
America (“E’ ancora
parzialmente armato; ci
sono ancora molti
conflitti interni”), il
Canada (“I c anadesi
sono tra le persone più
efficienti, spietate e
pericolose che io
conosca. Dio aiuti il
Quebec”). Riguardo la
società nordamericana,
di cui Titor parla
invece diffusamente,
interessandolo
maggiormente, sappiamo
che subirà alcuni
cambiamenti: la capitale
non sarà più a
Washington ma ad Omaha,
nello stato del
Nebraska. Gli Stati
Uniti appariranno divisi
in cinque aree,
determinate dalla
quantità e qualità delle
loro risorse difensive
ed economiche. Molti
americani incolperanno
le strutture politiche
contemporanee della
guerra: così, nel 2020,
negli USA si organizzerà
una nuova Costituente:
le proposte, però, e le
discussioni del
Congresso Costituente
non porteranno a nulla,
così la futura nuova
Costituzione non sarà
molto diversa da quella
attuale. Il presidente
non sarà più unico, ma
il suo potere sarà
suddiviso e posseduto da
cinque rappresentanti
popolari scelti tramite
elezione. Le decisioni
non giungeranno più
dall’alto, ma, al
contrario, arriveranno
direttamente dai senati
statali. Il
bipartitismo, che
opponeva Repubblicani a
Democratici, finirà:
nasceranno oltre dieci
piccoli partiti, in USA.
Veniamo ora alla
parte più interessante:
il procedimento per il
viaggio nel tempo e la
struttura dei “mondi”
visitabili.
L’esposizione di questi
argomenti è parecchio
difficile, vista
l’estrema complessità
dei campi della fisica
che vengono toccati;
tuttavia, cercheremo di
dare almeno le linee
generali. Entro 18 mesi
circa, racconta Titor,
il CERN, a Ginevra,
intraprenderà alcuni
studi sui campi e lettromagnetici
e gravitazionali
riguardanti anche i
buchi neri, esperimenti
condotti per valutare la
possibilità di
velocizzare i trasporti.
Durante alcuni di questi
esperimenti, per caso,
gli scienziati creeranno
un piccolo buco nero. A
differenza di quanto si
possa pensare, questo
piccolo black hole non
assorbirà tutta la
materia nelle sue
vicinanze (in questo
caso l’intero Sistema
Solare): al contrario,
gli scienziati del CERN,
utilizzando un campo
elettromagnetico
(ricordiamo che presso
il centro c’è il più
grande acceleratore di
particelle del mondo),
riusciranno a contenerne
le dimensioni e, con il
tempo, a creare buchi
neri volontariamente,
anche di dimensioni più
ampie.
L’affascinante teoria
delle “stringhe”, che
John Titor ci conferma
essere esatta, sostiene
che viaggiando
all’interno di un buco
nero si possa tornare
indietro nel tempo.
Questo perché il black
hole è caratterizzato
principalmente da un
campo gravitazionale
pressoché infinito,
tanto da poter attrarre
anche la luce (questo
spiega anche perché sia
nero); proprio per
questa sua
caratteristica, il buco
nero sarebbe in grado di
deformare la struttura
stessa del tessuto dello
spazio e del tempo.
Sempre secondo questa
teoria, ad ogni buco
nero corrisponde un
“buco bianco”, una sorta
di via d’uscita del buco
nero. L’esistenza di
questo altro ente fisico
è ipotizzata anche in
ottemperanza della legge
secondo cui “nulla si
crea, nulla si distrugge
ma tutto si trasforma”:
cosa accade alla
materia, alla luce,
all’energia che viene
risucchiata nel buco
nero? E’ possibile che
sia espulsa, dopo un
viaggio di cui si
ignorano le tappe,
attraverso un buco
bianco. In base a questa
teoria, sfruttando le
conoscenze sui campi
gravitazionali che gli
scienziati otterranno
dallo studio di questi
“mini buchi neri”, la
società statunitense
della General Electric
progetterà e realizzerà
alcune unità che
permetteranno il viaggio
nel tempo. Ovviamente,
questa tecnologia non
sarà alla portata di
tutti, ma sarà
un’esclusiva dei
militari, specialmente,
è ovvio, di quelli
statunitensi. Da qui in
poi comincerà
l’avventura umana in
quelle che sono, è il
caso di dirlo, le nebbie
del tempo.

Parlando, a questo
punto, del viaggio in
senso stretto, Titor ci
spiega il funzionamento
del suo macchinario,
modello C204. Come
vedremo analizzando le
foto da lui stesso
pubblicate in Rete, esso
non è una “macchina del
tempo” classica, come
quella immaginata da
H.G. Wells nel suo
romanzo o come quella
che si vede nei film
della serie “Ritorno al
futuro”. Si tratta,
piuttosto, di un
macchinario, anche
piuttosto ingombrante,
che necessita, per
funzionare, proprio di
un veicolo (Titor ha
utilizzato una Corvette
del ’66 e,
successivamente, un
“Chevy Truck”, un
camion). Il
funzionamento della
macchina del tempo è
molto simile a quello
che permetterebbe il
viaggio
nel tempo attraverso i
buchi neri.
L’apparecchio, molto
sinteticamente, distorce
il campo gravitazionale
esterno al veicolo, lo
fa contrarre, lo
concentra in un solo
punto: in breve, è come
se ricreasse quelle che
sono le caratteristiche
di un buco nero, che,
abbiamo detto,
permetterebbe il viaggio
nel tempo. Tuttavia,
sussistono dei problemi.
Innanzitutto, la
posizione della Terra
nello spazio non rimane
invariata al passare del
tempo, ruotando la terra
intorno al Sole e
ruotando tutto il
Sistema Solare insieme
alla via Lattea. Dunque,
per ipotesi, se io mi
spostassi indietro nel
tempo, al mio arrivo mi
ritroverei nello stesso
punto dell’universo dal
quale sarei partito,
ossia nel vuoto cosmico.
Per ovviare a questo
problema, Titor spiega
come il suo macchinario
sia dotato di metaforici
“paletti”, che,
“piantati a terra”
tramite alcuni parametri
molto complessi,
garantiscono che il
punto di arrivo del
viaggiatore sia lo
stesso della partenza,
evitando che lo
sventurato si ritrovi a
galleggiare nello
spazio. Un altro
problema della macchina
del tempo di Titor è il
suo range: non è
possibile, ci dice il
viaggiatore nel tempo,
compiere viaggi più
indietro o più avanti di
60 anni. Quindi, per
fare un esempio, dal
2004 non potremmo
viaggiare più indietro
del 1944 o più avanti
del 2064. Una soluzione
a questo problema
sarebbe compiere “salti”
di sessant’anni in
sessant’anni, ma questo
stratagemma non è
attuabile. Il motivo di
questa limitazione nei
viaggi è dovuto alla
limitata tecnologia
della macchina. La
“meta” del viaggio viene
individuata, nel
continuum temporale,
grazie a coordinate che
si riferiscono al campo
gravitazionale. Tali
riferimenti diventano
tanto più imprecisi
quanto più ci si
allontana dal punto di
origine (per noi il
2004, per Titor il
2036). Dunque, aumentare
l’ampiezza dei salti è
possibile, ma
sconsigliabile, in
quanto si potrebbe
finire ovunque nel
tempo. Questa, in breve
e sicuramente con
qualche imprecisione, la
spiegazione fornita da
Titor del funzionamento
della sua macchina del
tempo.
La prima obiezione che
può venire in mente,
parlando di viaggi nel
tempo, è una cosa di
questo tipo: “Ma se io
viaggio indietro nel
tempo ed uccido mio
padre prima che mi
concepisca, io sparisco
all’istante?” E’ una
delle domande che più
frequentemente sono
state poste a John Titor.
La risposta è stata
sempre la stessa: no.
Titor, infatti, spiega
come questo non sia
possibile tirando in
ballo le worldlines,
parola che potremmo
tradurre con “linee
temporali”, o, più
letteralmente, “linee di
realtà”. Titor ci spiega
che l’evolversi della
realtà è determinato
dalle scelte. Facciamo
un esempio: per salire a
casa mia a l
quinto piano ho due
scelte: fare le scale o
prendere l’ascensore. La
prima scelta, un
particolare giorno della
mia vita, mi fa arrivare
sano e salvo; la seconda
causa la mia morte,
perché, quel giorno,
l’ascensore ha un
malfunzionamento,
precipita e si schianta
al suolo. A seconda
della scelta da me
compiuta a questo bivio,
io continuo a vivere o
no. La mia scelta ha
determinato una
biforcazione, che ha
generato due worldlines,
due realtà temporali
differenti: una in cui
sono ancora vivo, una in
cui sono morto. E’,
questo, un discorso che
molto assomiglia a
quello degli universi
paralleli. Il viaggio
nel tempo, spiega Titor,
soprattutto quello a
ritroso, non può
determinare cambiamenti
nella linea del tempo
del viaggiatore,
qualunque cosa faccia,
in quanto essa è ormai
fissata e stabilita,
determinata da scelte
già compiute. Questo
spiega anche il perché
egli si riveli: la sua
realtà ormai è decisa,
egli non è tornato
indietro nel tempo per
cambiare il suo futuro
avvertendoci dei fatti a
venire in modo che noi
possiamo evitarli. Egli
non può cambiare il suo
presente, ma noi
possiamo cambiare il
nostro futuro. E’ questo
il motivo per cui Titor
non intende svelare
nulla riguardo i fatti
inevitabili (terremoti,
inondazioni…) che
avverranno. Le sue
rivelazioni potrebbero
far evitare, a chi
legge, di andare
incontro al proprio
destino, magari tragico.
E queste ingerenze nel
corso del destino non
rientrano nel codice
deontologico del
viaggiatore temporale.

Ovviamente, tale
visione della struttura
fisica della realtà ha
parecchie conseguenze,
soprattutto a livello
religioso: c’è un Dio
solo o uno per ogni
worldline? La risposta,
chiaramente, non è
certa, tanto meno
univoca. Titor, però, ci
dà la sua: ogni realtà,
ogni linea temporale,
tutto fa parte di un
unico sistema, di
un’unica Creazione,
voluta da un unico Dio,
da un’unica entità
generatrice.
Chiaramente,
affermazioni come quelle
di John Titor, sedicente
viaggiatore nel tempo,
devono essere prese con
la necessaria cautela.
Tuttavia, a favore di
Titor giocano alcuni
elementi assai
rilevanti:
·
John Titor, abbiamo
visto, ha descritto, in
maniera piuttosto
dettagliata, le scoperte
che saranno compiute dal
CERN e le applicazioni
che da queste
deriveranno. Alla fine
del 2001, dunque a circa
un anno di distanza
dalle affermazioni di
Titor, come lui stesso
ha preannunciato il CERN
ha confermato
ufficialmente la
possibilità di creare
artificialmente mini
buchi neri;
·
Titor ha spiegato che il
computer portatile IBM
5100 era dotato di
particolari
caratteristiche, rimaste
nascoste alla totalità
degli utilizzatori.
Numerosi ingegneri IBM
hanno confermato questa
affermazione;
·
Tra le sue “profezie”,
Titor ha parlato
dell’Iraq, affermando
come Saddam Hussein non
possedesse alcuna arma
di distruzione di massa
e di come, nonostante
questo, una guerra
venisse scatenata con lo
scopo ufficiale di
rimuovere tali armi
(queste le sue parole:
“Sareste più sorpresi di
sapere che l’Iraq ha
armi nucleari o che si
tratta solo di un
pretesto per convincere
tutti riguardo la
prossima guerra?”);
·
Titor ha presentato una
notevole conoscenza di
alcuni importanti campi
della fisica, esponendo
con parecchia proprietà
e sicurezza argomenti
assai complessi: se
l’uomo fosse un
impostore, gli
andrebbero comunque
fatti i complimenti per
la sua preparazione.
In conclusione, che
John Titor sia un vero
viaggiatore del tempo o
no, la lezione che ci
impartisce è grande.
Come diceva Marco Porcio
Catone, “Homo faber
fortunae suae”, l’uomo è
fautore del proprio
destino. La palla passa
dunque a noi.
NOTA
Il testo, ove
possibile, è stato
integrato con citazioni
tratte direttamente dai
post dello stesso John
Titor, tradotti in
italiano, in maniera non
sempre letterale, per
comodità del lettore
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