I
fulmini sono sicuramente
tra i più impressionanti
fenomeni naturali che
l’uomo possa osservare.
Rappresentano la
potenza, la bellezza e
l’incontrollabilità
della natura,
caratteristiche che
insieme affascinano e
terrorizzano l’essere
umano.
La fenomenologia dei
fulmini è molteplice e
diversificata:
- fulmini a razzo: molto
rari, sono dei fulmini
in cui la scarica
procede molto
lentamente, tanto da
dare l’impressione di un
razzo che voli;
- fulmini a perla:
appaiono suddivisi in
segmenti ad intervalli
più o meno regolari.
- fulmini superficiali:
hanno l’aspetto di
lingue di fuoco
provenienti
dall’orizzonte e sono
prodotti da scariche
elettriche non
direttamente visibili
dall’osservatore, anche
se questi può udirne il
tuono; possono
verificarsi dentro una
nube o dietro nubi più
vicine, rendendole
visibili anche a
grandissima distanza.
- fuochi di S. Elmo:
sono scariche elettriche
più o meno continue, di
piccola o moderata
intensità; tali scariche
provengono da oggetti
elevati sulla superficie
terrestre come
parafulmini, alberi di
nave, pennoni o da
aeroplani in volo.
Oltre alle categorie
appena incontrate,
esiste un’altra
manifestazione fulminea,
le cui cause e
caratteristiche non sono
ancora state spiegate
del tutto dalla fisica e
dalla meteorologia: si
tratta dei cosiddetti
“fulmini globulari”, in
inglese “Ball Lightning”
(BL). Nonostante siano
quasi 160 anni che
questi fenomeni vengono
studiati, non si hanno
ancora dati sicuri
riguardo le loro
caratteristiche
scientifiche. Tuttavia,
«negli ultimi 10 anni è
prevalso un
atteggiamento di
“riscoperta” del
fenomeno BL, che ora
viene intensamente
studiato dal punto di
vista teorico,
sperimentale e
osservativo. Si sono
tenuti 2 simposi
internazionali sui BL,
uno nel 1988 e l’altro
nel 1990 ed è stato
creato un “Comitato
Internazionale per lo
studio dei BL”».
Prima di entrare
direttamente
nell’argomento fulmini
globulari, vediamo di
dare una sommaria e
sufficientemente
esauriente spiegazione
del meccanismo naturale
che
produce il generico
fulmine.
In sé, i fulmini altro
non sono che violente
scariche elettriche che
si manifestano con
l’emissione di luce
(lampo) e suono (tuono),
originatesi all’interno
di imponenti nubi
temporalesche chiamate
Cumulonembi. Lampo e
tuono non sono avvertiti
simultaneamente
dall’osservatore a causa
delle diverse velocità
di propagazione della
luce (300.000 Km/s) e
del suono (340 m/s)
perciò il lampo è visto
quasi istantaneamente,
mentre il tuono è udito
dopo un certo tempo, che
aumenta con la distanza
del fulmine
dall’osservatore.
Il fenomeno si verifica
nelle nuvole in cui
avviene la
ionizzazione.
“Una nuvola è una massa
di vapore acqueo
atmosferico condensato,
visibile dalla
superficie terrestre,
che si crea a seguito di
una rapida condensazione
dell’aria contenente
idrogeno (H), ossigeno
(O), acqua (H2O), azoto
(N) ed altri atomi e
molecole che
costituiscono l’aria, ad
una certa altezza da
terra. […] A causa del
movimento vorticoso
delle molecole o degli
atomi presenti nel
volume d’aria
interessato dalla
condensazione repentina
che crea la nuvola,
s’innesca il processo di
ionizzazione, per cui
gli atomi o le molecole
elettricamente neutri
presenti nel volume
considerato, acquistano
o perdono uno o più
cariche elettriche,
catturando uno o più
elettroni extranucleari
o cedendo uno o più
elettroni periferici.”
Fisicamente il fulmine è
determinato da un rapido
passaggio di corrente
fra due conduttori (in
questo caso le nuvole,
la terra o altri
oggetti). All’interno
dei Cumulonembi le
cariche positive sono
concentr ate
nella parte più alta e
quelle negative in
quella più bassa.
Esistono varie teorie
che tentano di spiegare
questa particolare
disposizione e la più
credibile è che tale
separazione abbia
origine dalle collisioni
fra i vari elementi che
compongono la nube
(piccole gocce di acqua
e piccoli cristalli di
ghiaccio), dovute alle
forti correnti
ascendenti e discendenti
caratteristiche di
queste imponenti e
turbolente nubi. Le
particelle più piccole
sembra che tendano ad
acquistare cariche
negative e a
concentrarsi appunto in
basso, mentre le più
grandi tendano ad
acquistare cariche
positive concentrandosi
in alto. Questo è dovuto
sia alle correnti
ascensionali presenti
nella nuvola, sia alla
forza di gravità. La
suddetta separazione
produce enormi
differenze di potenziale
sia all’interno della
nube che fra la nube e
la terra, che per
induzione tende a
caricarsi positivamente.
Dall’elettrologia è
ormai noto che se tra
due corpi conduttori
carichi elettricamente
con cariche di segno
opposto si interpone del
materiale isolante non
si verifica passaggio di
corrente elettrica. Se
si aumenta il numero
delle cariche,
l’intensità del campo
elettrico aumenta
proporzionalmente fino
ad un certo limite,
(caratteristico per ogni
isolante e detto
rigidità dielettrica),
oltre il quale si
produce la perforazione
istantanea del
materiale, con passaggio
violento di corrente fra
i conduttori. Il fulmine
riproduce nell’atmosfera
il fenomeno descritto pr ima.
L’aria costituisce
l’isolante e la nuvola
ed il suolo oppure due
nuvole diverse o due
parti distanti di una
stessa nuvola sono i due
corpi conduttori.
Nell’istante in cui si
supera la rigidità
dielettrica dell’aria
scocca il fulmine. I
fulmini sono quindi
delle scariche
elettriche improvvise e
violente.
Il meccanismo della
scarica è complesso e si
manifesta in due tempi:
1) inizialmente dalla
nube scende verso il
suolo una scarica pilota
debole (invisibile,
composta da particelle
cariche negativamente)
che avanza verso il
basso ad una velocità di
circa 100 Km/s, con
percorsi successivi di
breve lunghezza,
procedendo a zig-zag e
creando un’intensa
ionizzazione;
2) quando la scarica
pilota si avvicina al
suolo, da quest’ultimo
parte una scarica di
ritorno diretta verso
l’alto: questa scarica è
composta da un flusso di
cariche positive come
quelle presenti a terra.
Quando le due scariche
si incontrano, segnano
nell’aria una scia di
congiunzione tra cielo e
terra lungo la quale
risale, verso la nube,
una fortissima corrente
elettrica, ad una
velocità stimata in
circa un terzo di quella
della luce. Anche se la
scarica dura frazioni di
secondo, essa è in grado
di liberare una quantità
enorme di energia: si
possono raggiungere
anche i 20.000 ampere,
con produzione di calore
pari a 30.000 °C. La
ramificazione del
fulmine si verifica
perché la corrente non
procede cercando la via
più breve fisicamente,
ma quella con minore
resistenza elettrica.
Per questo motivo è
facile che la sua
lunghezza possa
raggiungere i 2-5 Km con
punte di 10-20 Km quando
avvengono fra nube e
nube. Spesso, lungo il
canale conduttore dopo
la prima scarica si può
avere anche un’altra
scarica guida verso il
basso, scarica che
innesca un secondo
fulmine. Questo ultimo
fenomeno, quando si
verifica per più volte
in poco tempo, crea un
effetto tremolante nella
luce del lampo.
Come avviene, invece, il
tuono? Lungo lo stretto
canale percorso dal
fulmine, l’aria si
riscalda quasi
istantaneamente fino a
raggiungere 15-30.000 °C
determinandone
un’espansione esplosiva
che si manifesta con un
forte rumore noto come
tuono. Se un fulmine
cade ad una distanza
relativamente breve, il
tuono viene avvertito
come un colpo secco
mentre se cade lontano,
il lampo è seguito da un
rumore sordo e
prolungato perché le
onde sonore vengono
riflesse nell’atmosfera
e fatte rimbalzare
magari su montagne,
colline o altro.
Fatto questo breve
excursus
scientifico, veniamo ora
all’argomento di questo
scritto, cioè i fulmini
globulari. Prima di
tutto, un breve viaggio
nella storia dello
studio di questi curiosi
fenomeni. Il primo a
studiare seriamente i BL
fu F.Arago (1786-1853),
astronomo francese e
direttore
dell’osservatorio di
Parigi a partire dal
1830. Arago scrisse un
libro dal titolo
Temporali e Fulmini
in cui si parla anche di
BL. Già nel 1753
Richmann riuscì
involontariamente a
riprodurre in
laboratorio un BL-like:
una sfera di luce che
ricordava molto i BL in
natura, probabilmente il
primo BL “artificiale”
della storia. Anche
M.Faraday si occupò di
BL, rifiutando la teoria
che li interpretava come
una semplice scarica
elettrica. Per Lord
Kelvin, invece, i BL
erano invece pure
illusioni ottiche. C’è
da osservare che
l’ultimo lavoro in
Italiano sui BL fu
pubblicato nel 1919 da
I. Galli, mentre
l’ultimo articolo (in
inglese) di ricercatori
italiani (Brovetto e
Maxia) è del 1982 ed è
stato pubblicato sul
Journal of
Atmospheric and
Terrestrial Physics.
I BL, come li chiameremo
d’ora in poi, non sono
quasi mai stati
osservati da “personale
competente”, in grado di
valutarli con metro
rigido e preciso.
Dunque, per quello che
riguarda la loro forma,
le loro dimensioni e
caratteristiche,
dobbiamo affidarci alle
testimonianze. Un
fulmine globulare è meno
potente di un fulmine
ramificato. La metà dei
fulmini globulari dura
al massimo tra i 5 e 100
secondi e solo in rari
casi può durare di più.
Di solito presentano una
forma sferica (92% dei
casi osservati), oppure
di ellisse (5% dei casi
avvistati), o ancora una
forma cilindrica (3% dei
casi osservati). Di
solito i BL mantengono
inalterata la loro forma
durante tutta
l’apparizione, tuttavia
nel 6% dei casi si sono
registrate variazioni di
forma. Generalmente,
dunque, di forma
sferica, il diametro di
un BL può variare dai 2
cm ai 10 m, ma la
distribuzione ha un
massimo attorno ai 20-50
cm. Le sfere sono spesso
colorate: rosso,
arancione, giallo,
bianco e blu sono i
colori più ricorrenti.
Si osservano anche BL
con diversi colori
contemporaneamente. Il
bordo del BL si presenta
lievemente sfumato e
certe volte all’interno
è visibile un nucleo più
chiaro. La luminosità
media è paragonabile a
quella delle lampade
domestiche da 100 watt e
resta costante durante
l’apparizione per
decadere durante la fase
di scomparsa. Va detto,
inoltre, che nell’11%
dei casi i BL si
presentano circondati da
una membrana
trasparente, nel 6% dei
casi hanno una coda,
mentre nel 7% sono
visibili punti di luce e
filamenti in movimento
all’interno del BL. La
durata del fenomeno va
da un secondo fino a
diversi minuti. Molto
raramente i BL appaiono
in configurazione
multipla: una serie di
BL uno dietro l’altro.
In questo caso si parla
di “Bead Lightning”. I
fulmini globulari,
visibili anche di
giorno, sono stati
osservati più
frequentemente vicino
agli edifici, e
soprattutto nel periodo
compreso tra i mesi di
luglio e agosto.
La caratteristica che
distingue i BL da tutte
le altre manifestazioni
atmosferiche luminose è
l’estrema varietà del
moto: possono essere
statici o muoversi
rapidamente a zig-zag e
variare repentinamente
di quota. Alcuni
testimoni affermano di
aver osservato i BL
passare attraverso
pareti, porte e finestre
chiuse, senza
danneggiarle.
La sparizione di un BL
avviene per la maggior
parte dei casi per
esplosione (59.3%), in
minor parte per
estinzione (33.1%) e
quasi per nulla per
frammentazione (7.1%).
«L’esplosione del BL è
accompagnata dal
rilascio di energia
sotto forma di onde
acustiche, in modo
analogo a quello che si
verifica nel fulmine
quando udiamo il tuono.
Il tuono è causato dalla
cessione di una grande
quantità di energia in
breve tempo all’aria
circostante che
espandendosi genera le
onde acustiche che
percepiamo come “tuono”.
Cosa generi questa fase
del BL e perché certe
volte non si verifichi
non è chiaro.»
Vediamo, ora, di cercare
di dedurre qualche dato
circa i BL dalle
osservazioni condotte da
fortunati testimoni.
Questi dati saranno
utili in seguiti, quando
cercheremo di trarre
delle conclusioni e di
costruire una teoria
valida per spiegare cosa
effettivamente siano i
BL.
«Non sono molti i BL che
lasciano tracce del
proprio passaggio (sono
solo 20 episodi), ma
questi eventi sono
estremamente utili: è
possibile stimare
l’energia contenuta in
un BL e questo è un dato
molto importante per
costruirne la teoria
fisica. Nonostante le
difficoltà si può
stimare un’energia
interna media pari a 160
KJ e una densità media
di energia (per un
diametro medio di 23 cm)
pari a 25 J per
centimetro cubo, valore
compatibile con una
sorgente energetica di
tipo chimico anche se
non è ancora chiaro
quale possa essere.
Uno dei problemi aperti
sulla luminescenza dei
BL consiste nello
stabilire se sono
trasparenti oppure
opachi. Nel primo caso
l’energia irraggiata
proviene da tutto il
volume del BL, nel
secondo solo dalla
superficie esterna. I
dati non sono
conclusivi, tuttavia
pare favorito il modello
di BL trasparente
(otticamente sottile):
infatti, come dicevamo
prima, il bordo di un BL
è più scuro del centro e
ciò significa che una
parte della radiazione
emessa filtra
dall’interno. La
temperatura effettiva
(di corpo nero) di un BL
medio è attorno ai 1400
K, quindi la temperatura
delle zone che irradiano
sarà attorno ai 2000 K.
Questo valore è più
grande della temperatura
di corpo nero perché una
parte dell’energia del
BL è determinata dalla
dinamica dei gas
interni. Come sorgente
radiativa il BL è simile
ai fuochi d’artificio,
anzi questi ultimi sono
sorgenti di luce più
efficienti dei BL di
circa un ordine di
grandezza. L’efficienza
dei BL è stimabile a
quella della fiamma di
una candela.
Diversi testimoni
riportano di BL in
rapida rotazione attorno
al proprio asse e notano
l’assenza di una
emissione termica tipo
quella delle lampade ad
incandescenza. La
mancanza di emissione
termica non è riportata
da tutti i testimoni. A
volte è proprio durante
la fase di sparizione
che si ha l’emissione di
radiazione infrarossa.»
In base alle
testimonianze,
«l’emissione termica
diventa meno frequente
all’aumentare della
distanza fra BL e
osservatore, ma la
frequenza osservata non
tende al 100% nemmeno
per distanze ridotte.
Oltre ad emettere
nell’infrarosso e nel
visibile i BL emettono
anche nelle onde radio,
infatti di solito
l’apparizione di un Bl
provoca forti disturbi
sui ricevitori radio.
I dati osservativi ci
dicono che i BL sono
dotati di carica
elettrica. Nel 16-20%
dei casi osservati,
infatti, i BL si muovono
lungo i conduttori
(linee elettriche,
parafulmini di edifici
ecc.) o in prossimità di
essi. Inoltre in molti
casi la loro posizione
di origine coincide con
quella di dispositivi
elettrici o oggetti
metallici. Grazie a
questa proprietà i BL
possono danneggiare
sistemi e circuiti
elettrici. La loro
azione sull’uomo è
simile a quella di una
scarica elettrica, per
fortuna con un’intensità
5 ordini di grandezza
inferiore a quella
necessaria per uccidere
una persona. La carica
elettrica media portata
da un BL è dell’ordine
di 8·10-7 C, equivalente
a 5·1012 cariche
elettriche elementari.
Grazie alle loro
proprietà elettriche i
BL sono molto sensibili
ai campi elettrici
locali indotti. Questa
proprietà può generare
comportamenti strani: i
BL possono muoversi
anche controvento dando
l’impressione di essere
di origine
“artificiale”.
Le velocità dei BL sono
dell’ordine di alcuni m/s.Oltre
ad essere dotati di un
campo elettrico alcuni
BL sembrano dotati di un
campo magnetico
dell’ordine dei 100
Gauss, da confrontarsi
con gli 0.7 Gauss del
campo magnetico
terrestre. Una possibile
classificazione dei BL
può essere in base alla
quota di provenienza:
Aria -> Terra
Terra -> Terra
Aria -> Aria
Nel primo caso, il BL si
muove dal cielo verso
terra e può essere
confuso con un normale
bolide se la traiettoria
è rettilinea. I secondi
si muovono in prossimità
del suolo mentre i terzi
restano ad alta quota (e
possono essere osservati
dagli aerei). I BL in
prossimità del suolo
possono interagire
meglio con i testimoni
occasionali dando luogo
a quello che può essere
chiamato un “incontro
ravvicinato”.
Naturalmente
“l’intensità emotiva”
dell’incontro è diverso
a seconda del diametro
del BL. Un BL può
sparire in silenzio, con
un lieve ronzio, oppure
con un violento bang.
Dopo la scomparsa del BL
può restare nell’aria
l’odore caratteristico
dell’Ozono dello Zolfo o
dell’ossido di Azoto.
Certe volte è stata
registrata la presenza
di residui solidi di cui
non è ben chiara
l’origine e la natura.»
Anche i BL sono
classificabili in base
ad alcune
caratteristiche
particolari. Vediamo
queste categorie.
·Giant BL:
«questo particolare tipo
di BL sono detti
“giganti” (giant in
inglese). Di solito sono
molto meno “distruttivi”
dei loro fratelli più
piccoli.»
·Black BL:
«non sempre i BL
appaiono luminosi, certe
volte sono di aspetto
grigio opaco o comunque
con una bassa
luminosità. La
fenomenologia è identica
a quella dei normali BL
luminosi, forse la causa
dell’opacità è da
ricercare in uno strato
di materia assorbente
che circonda il BL. In
alcuni casi dal BL
vengono emessi fasci di
luce, o comunque
materiale luminoso dello
stesso tipo di quello
che compone il BL. É più
probabile che
l’emissione si abbia al
momento della scomparsa
tuttavia sono stati
osservati fasci di
radiazione anche da BL
in fase stabile. Un
simile comportamento può
essere dovuto alla
presenza di regioni più
trasparenti nello strato
superficiale del BL, che
lasciano sfuggire una
quantità maggiore di
radiazione
elettromagnetica.»
·Rays BL:
«in alcuni casi dal BL
vengono emessi fasci di
luce, o comunque
materiale luminoso dello
stesso tipo di quello
che compone il BL. É più
probabile che
l’emissione si abbia al
momento della scomparsa
tuttavia sono stati
osservati fasci di
radiazione anche da BL
in fase stabile. Un
simile comportamento può
essere dovuto alla
presenza di regioni più
trasparenti nello strato
superficiale del BL, che
lasciano sfuggire una
quantità maggiore di
radiazione
elettromagnetica.»
«Ci sono due modi in cui
si può lavorare sui BL.
Il primo modo è la
raccolta di
testimonianze e
fotografie, il secondo
consiste nell’elaborare
teorie e nel condurre
esperimenti di
laboratorio. Abbiamo
visto i risultati del
primo filone di ricerca,
ora vedremo i risultati
del secondo. Cominciamo
con l’esaminare
brevemente alcune delle
teorie proposte per
spiegare i BL. Va
sottolineato che non
esiste una teoria
“definitiva”sui BL. Il
BL è oggetto di intenso
studio perchè sono
ancora numerosi i
problemi aperti. Ad
alcuni problemi abbiamo
già accennato prima,
comunque ecco la lista
dei principali:
·
Struttura e sostanza di
cui sono composti i BL
·
Tipo di energia che li
alimenta
·
Processi chimici
·
Processi termici
·
Processi di dinamica dei
gas
·
Processi elettrici
·
Processi radiativi
In particolare un punto
che non è ancora ben
chiaro è se la sorgente
di energia è interna
oppure esterna al BL. Se
si assume che i BL
abbiano una sorgente di
energia interna allora
non possono essere
composti da semplice
plasma. Infatti, a meno
che il plasma non riceva
energia dall’esterno, il
tempo di vita è molto
breve e dell’ordine di
0.001 secondi a causa
della veloce
ricombinazione delle
particelle, ioni ed
elettroni. Una
alternativa per
allungare la vita media
consiste nell’assumere
che nei BL non ci siano
elettroni liberi in
grado di ricombinarsi
velocemente.
Considerando che circa
la metà dei BL compaiono
in ambienti chiusi è
ragionevole assumere che
almeno per la metà dei
BL la sorgente di
energia sia interna.
Esaminiamo brevemente le
teorie più note.
Teoria elettromagnetica
(P.L.Kapitza, 1955)
Kapitza assunse che la
lunga vita dei BL fosse
dovuta alla presenza di
una fonte di energia
esterna e suggerì che
potesse trattarsi di
onde elettromagnetiche
stazionarie fra nubi e
suolo originate dai
temporali. Supponiamo
che questo sistema di
onde esista e vediamo
cosa può succedere. Le
regioni dove le onde
hanno un minimo di
intensità (interferenza
distruttiva) sono dette
nodi, mentre quelle dove
l’intensità è massima
(interferenza
costruttiva) sono dette
antinodi. Negli antinodi
l’onda elettromagnetica
può essere così intensa
da separare gli
elettroni dagli atomi e
molecole dell’atmosfera,
producendo una piccola
regione ionizzata
(plasma). Un plasma può
assorbire onde
elettromagnetiche di
frequenza opportuna
aumentando l’energia
cinetica delle cariche e
provocando ulteriore
ionizzazione dell’aria.
Da questo processo a
cascata nasce il BL che
emette radiazione grazie
al processo di
ricombinazione
ioni-elettroni. Il BL
continua ad esistere
fino a quando persiste
il sistema di onde
stazionarie che lo
rifornisce di energia
dall’esterno. In questa
teoria il diametro del
BL è pari a 0.275·l,
dove l è la lunghezza
d’onda della radiazione
che alimenta il BL.
Lavori successivi a
quello di Kapitza hanno
mostrato che il BL si
forma negli antinodi per
poi migrare in
prossimità dei nodi dove
tende a rimanere. Il
moto erratico dei BL in
queta teoria è dovuto
alla variazione della
configurazione del
sistema di onde
stazionarie, la capacità
dei BL di passare dove
esistono porte, finestre
e caminetti è dovuto al
fatto che questi
costituirebbero delle
“guide d’onda” per la
radiazione, mentre i
Bead Lightning sono
dovuti alla formazione
di BL in antinodi
adiacenti. Il problema
di questa teoria è che
per formare BL di circa
30 cm di diametro l deve
essere circa 1 m, quindi
con una frequenza n ~
300 Mhz (UHF). Purtroppo
durante i temporali non
viene prodotta
radiazione di questa
frequenza. Infatti le
bande di comunicazione
attorno a questa
frequenza sono usate
dagli aerei e non
registrano disturbi di
rilievo durante i
temporali. Un altro
problema è giustificare
un BL altamente
energetico come quello
del Daily Mail o quello
di Khabarovsk, inoltre
non si giustifica la
carica elettrica
posseduta dai BL.
Comunque esperimenti di
laboratorio hanno
dimostrato che sistemi
di microonde stazionarie
possono dare
effettivamente luogo a
“sfere luminescenti”.
Teoria dei
microtemporali (E.L.Hill,
1960)
Per evitare gli
inconvenienti della
veloce ricombinazione
del plasma Hill suggerì
che il fulmine che
precede il BL produca
una separazione delle
cariche negative
(elettroni) e positive
(ioni) che vengono
catturate e trasportate
da polveri e aerosol
atmosferici. In questo
modo le cariche non si
ricombinano così
velocemente come nel
caso in cui ci siano
elettroni liberi perchè
la velocità di
diffusione diminuisce
all’aumentare della
massa delle particelle.
Nel modello di Hill
regioni di carica
opposta sono separate le
une dalle altre fino a
quando non scoccano
fulmini da una regione
all’altra. Questi
“fulmini in miniatura”
danno al BL un aspetto
più o meno uniforme, ma
tutto il BL sarebbe un
complesso di temporali
su piccola scala. Questo
potrebbe spiegare certe
osservazioni di BL
“strutturati” con punti
di luce e filamenti in
movimento. Il modello di
Hill può giustificare i
BL energetici ma non è
ben chiaro il meccanismo
della separazione delle
cariche.
Teoria nucleare (M.D.Altschuler,
1970)
In questa teoria si
ipotizza che la sorgente
di energia dei BL sia di
origine nucleare.
Durante un temporale i
fulmini a scintilla
possono dissociare la
molecola d’acqua e i
Protoni che ne risultano
possono dare luogo a
reazioni nucleari con O2
e N2. Questo
spiegherebbe la vita
relativamente lunga dei
BL. Tuttavia ci sono
difficoltà. Prima di
tutto il problema del
confinamento di Protoni
e molecole atmosferiche
e in secondo luogo la
mancata osservazione di
isotopi radioattivi dopo
la sparizione del BL.
Inoltre nessun testimone
“ravvicinato” ha mai
subito danni da
particelle ionizzanti.
Teoria dei Bosoni (G.C.Dijkhuis,
1980)
Dijkhuis suppone che
venga creata una regione
di plasma nell’atmosfera
per mezzo di una
corrente elettrica ad
impulsi. Nello stato di
plasma gli elettroni
formano delle coppie di
Cooper come nei
superconduttori e se
sono sufficientemente
legati fra di loro danno
luogo ad uno stato
stazionario del plasma:
il BL.
Teoria dell’effetto
maser (P.H.Handel, 1985)
Handel assume
l’esistenza di un
“effetto maser”
nell’atmosfera da parte
dei livelli rotazionali
di H2O. La radiazione
maser può essere
concentrata in piccole
regioni di spazio dando
luogo al BL.
Teoria dei monopoli di
Dirac (V.K.Korshunov,
1990)
Nella sua teoria
Korshunov suppone
l’esistenza dei
“monopoli di Dirac” e
dimostra che questi
possono dare origine ai
BL. Un monopolo di Dirac
è una particella dotata
di carica magnetica, fu
introdotto dal fisico
P.A.M.Dirac nel 1931. Il
monopolo è l’analogo
magnetico delle cariche
elettriche della fisica
classica. La meccanica
quantistica ordinaria
non richiede l’esistenza
dei monopoli, può solo
predire che, se
esistono, allora sono
quantizzati. I monopoli
sono una predizione
delle teorie di grande
unificazione (GUT) della
fisica delle particelle.
Và notato che fino ad
ora nessuno ha mai
osservato un monopolo di
Dirac.
Teoria dell’aerogel (B.M.Smirnov,
1977, 1987, 1993)
Smirnov suppone che in
una data regione
dell’atmosfera fra nube
e suolo fluisca una
corrente elettrica
generata da un campo
elettrico esterno.
L’aria può essere
ionizzata e le cariche
elettriche separate. Se
nel plasma unipolare
così formato si trovano
delle particelle di
aerosol atmosferico (in
genere molto abbondanti
in prossimità del suolo)
le cariche possono
venire catturate dalle
particelle che possono
disporsi a formare un
“cluster frattale” molto
poroso noto come “aerogel”.
Le dimensioni delle
particelle che formano
l’aerogel sono
dell’ordine di 1÷10 nm e
visto che il BL cresce
in un plasma unipolare
sarà dotato di una
carica elettrica. Pur
essendo porosa la
struttura è rigida e le
reazioni chimiche
all’interno del BL hanno
luogo ad una velocità
minore rispetto ad una
sfera di plasma puro. Si
spiega così la vita
media relativamente
lunga dei BL anche in
assenza di alimentazione
dall’esterno. Notare che
la presenza dell’aerogel
condiziona solo il modo
in cui l’energia viene
distribuita all’interno
del BL, niente impedisce
che il BL possa essere
alimentato sia da un
campo esterno che da una
corrente elettrica. Non
è il caso di addentrarsi
nei dettagli della
teoria di Smirnov, ai
lettori interessati
raccomandiamo vivamente
di leggersi i suoi
lavori sui BL.»
«Durante i 160 anni di
studio sui BL sono stati
numerosi i tentativi di
riprodurli in
laboratorio. Lo scopo
degli esperimenti è
quello di verificare e
dimostrare le ipotesi
sulla natura dei BL,
abbiamo visto prima
infatti come sia ricco
il “parco” delle teorie
possibili. Alcuni degli
esperimenti hanno avuto
successo nel riprodurre
“BL-like” del diametro
di qualche cm. Ovvio che
bisogna accontentarsi di
lavorare su queste
dimensioni ridotte: BL
di dieci metri di
diametro sarebbero
difficili da riprodurre
nei normali laboratori
di fisica senza correre
dei seri rischi per
l’incolumità personale.
Usiamo il termine
“BL-like” perché non è
ben chiaro se i BL
prodotti in laboratorio
siano identici a quelli
che si trovano in
natura. La prima
sperimentazione
sistematica sui BL fu
fatta da Tesla alla fine
del diciannovesimo
secolo, altri
esperimenti furono
condotti da Babat nel
1942. Tuttavia il primo
a produrre BL-like a
pressione atmosferica in
laboratorio fu Kapitza
negli anni ‘60. Kapitza
utilizzò un campo di
microonde stazionario
come sorgente di energia
esterna per poter
verificare la propria
teoria sui BL che
abbiamo già avuto modo
di esporre. Negli anni
‘70 Andrianov e Sinitzyn
proposero che i BL
nascessero dal materiale
fatto evaporare dai
fulmini che colpiscono
il suolo e condussero
esperimenti in tal
senso, riuscendo però a
creare sfere di plasma
dalla vita troppo breve.
Gli esperimenti più
interessanti sono dovuti
a Barry che li condusse
negli anni ‘70. Barry
riuscì a riprodurre
BL-like applicando una
tensione elevata a due
elettrodi formati da due
fili e posti in
un’atmosfera standard
con piccole percentuali
di idrocarburi. In
questo modo riuscì ad
ottenere BL-like di
qualche cm di diametro,
vita media di qualche
secondo e moto casuale.
Attualmente gli
esperimenti di Barry
sono stati ripresi dai
Giapponesi [5], [6] che
hanno ottenuto BL-like
con vita media più lunga
aggiungendo delle fibre
di cotone all’interno
della miscela. Anche gli
esperimenti di Tesla
sono stati ripresi da
Corum & Corum nel 1989 e
i risultati sono
incoraggianti: sono
stati ottenuti BL-like
con diametro che và da
pochi mm a diversi cm e
con vita media compresa
fra 0.5 e diversi
secondi. I colori vanno
dal bianco al rosso.»
Alcune testimonianze di
avvistamenti di BL
·
Beccles,
Inghilterra, 8 febbraio
1906.
Durante un temporale
compare a nord-est un
cerchio di luce gialla
con un diametro
apparente paragonabile
al doppio della Luna
piena. Resta visibile
per alcuni minuti mentre
transita sopra la casa
del testimone.
·
Peoria, Illinois, 28
agosto 1929.
Una palla grigiastra del
diametro di 20 cm appare
a 60 cm dal suolo dopo
la caduta di un fulmine
nelle vicinanze. La
sfera si dissolve subito
in aria senza fare
rumore.
·
Londra, Inghilterra, 3
ottobre 1936.
Un corrispondente del
Daily Mail si trovava a
casa durante un
temporale quando vide
scendere dal cielo una
sfera arancione grande
come un’arancia. Il BL
entrò in casa
bruciacchiando la
finestra, fuse i fili
del telefono e si tuffò
in una tinozza piena di
18 litri d’acqua.
L’acqua si mise a
bollire e solo dopo 20
minuti l’esterefatto
testimone riuscì ad
immergervi la mano per
cercare residui del BL.
Non trovò niente, ma con
i dati di questa
testimonianza e tenendo
conto che per innalzare
di un grado centigrado
la temperatura di un
grammo d’acqua sono
necessari 4,18 Joule
possiamo stimare che
l’energia minima del BL
era di 6 MJoule.
Assumendo un raggio di 5
cm la densità di energia
risulta di 10 KJoule per
centimetro cubo. Per
confronto l’energia per
unità di volume
dell’alcool etilico in
aria e a pressione
atmosferica vale 22
MJoule per centimetro
cubo, mentre per il
propano è di 100 Joule
per centimetro cubo.
·
Verso la fine della
Seconda Guerra Mondiale
i piloti degli aerei
cominciarono a segnalare
l’intercettazione di
sfere luminose che
battezzarono “Foo
Fighters”. Le
osservazioni sono
continuate fino ai
giorni nostri. Queste
sfere vengono descritte
di diversi colori con
diametri apparenti
paragonabili a quello
della Luna piena e in
grado di seguire gli
aerei anche per decine
di minuti per poi
sparire nella notte.
Molto probabilmente si
tratta di BL d’alta
quota.
·
Oxford, Gran Bretagna
,1945.
In un pomeriggio durante
un temporale due ragazze
si trovavano nel salotto
della loro casa davanti
al caminetto.
All’improvviso si
accorsero che
all’interno della stanza
era presente una sfera
luminosa grande come una
palla da tennis, più
scura al centro e dai
bordi sfumati. La
“palla” si mosse
lentamente verso il
caminetto tenendosi
lontano dai muri e dagli
altri oggetti presenti
nella stanza fino a
sparire dentro al
caminetto stesso. La
durata dell’evento è
stata stimata in circa
30 secondi.
Più drammatiche le
testimonianze di persone
che hanno avuto una
interazione fisica con
un BL.
·
Smethwick, Gran
Bretagna, 8 agosto
1975.
Durante un temporale una
donna venne “investita”
da un BL di 10 cm di
diametro di colore blu
circondato da un alone
che le provocò un buco
di 10x7 cm nella gonna
prima di sparire con un
bang. La donna riportò
anche una ustione di
primo grado (gonfiore ed
arrossamento
dell’epidermide) alla
mano sinistra con cui
aveva cercato di
allontanare il BL che le
stava venendo addosso.
·
Mosca, URSS, 1977.
Un BL arancione del
diametro di circa 5 cm
entra in un`aula
scolastica bucando il
vetro della finestra e
dissolvendosi subito
dopo. Il buco lasciato
nella finestra è simile
a quello che può essere
ottenuto da un laser
infrarosso a CO2: senza
traccia di tensioni
meccaniche nel vetro.
·
Dyfed, West Wales,
Inghilterra 8 giugno
1977.
Una sfera di colore
giallo-verde discende
verso terra dalla base
di una nube cumuliforme
e si mette a fluttuare
sopra le colline.
L’oggetto ruota
lentamente attorno al
proprio asse orizzontale
lanciando fasci di luce
verso il suolo. Gatti ed
uccelli risultano
visibilmente
disturbati.
·
Khabarovsk , URSS,
estate del 1978.
Durante una forte
pioggia un BL arancione
del diametro di 1.5 m
stazionò sopra il cinema
locale per circa 1
minuto, dopo di che
esplose distruggendo i
fili elettrici nel
raggio di 150 m e
lasciando un cratere del
diametro di 1.5 m e
profondo 20-25 cm.
Furono rinvenute delle
scorie e uno strano tipo
di vetro con struttura “ectoplasmica”.
L’energia stimata per
l’evento è di circa un
miliardo di Joule.
·
Catania, Italia,
febbraio-marzo 1991.
Durante il primo
pomeriggio di una bella
giornata di sole un BL
del diametro di circa 4
cm penetra (alla
velocità stimata di
circa 4 m/s) all’interno
di una abitazione
attraversando il vetro
della finestra chiusa
senza danneggiarlo,
rimbalza sul pavimento
di marmo per tre volte
(in modo analogo ad una
palla) ed esplode dopo
circa 3 secondi essere
entrato e a 60 cm dalla
finestra, lasciando
nell’aria un odore di
zolfo e ozono.
L’esplosione non provocò
danni a cose o persone.
Dai dati è stato
possibile stimare un
coefficiente di
restituzione del BL pari
a 0.55.
BIBLIOGRAFIA
·
Introduzione ai
fulmini globulari, di
Albino Carbognani -
Dipartimento di Fisica
Università di Parma, 24
febbraio 1998; Parma, 29
dicembre 1998
(revisione).
·
Focus, n. 94, agosto
2000 |