Chi
di voi ha seguito la
trasmissione “Stargate
Linea di confine” nelle
ultime settimane
conoscerà l’argomento
che tenterò di esporvi,
mentre per gli altri
risulterà del tutto
nuovo. Innanzitutto
procederemo con una
breve introduzione e poi
passeremo ad esporre la
teoria di Peter Tompinks.
Nel nostro passato sono
state costruite varie
opere colossali, tra cui
le piramidi in Egitto e
opere megalitiche in sud
America. Molti si sono
chiesti come sia stato
possibile costruire
simili opere in un
passato remoto con gli
scarsi mezzi dell’epoca.
Obiettivamente, per
quanto per alcune cose
si sono trovate delle
spiegazioni ragionevoli,
altre rimangono avvolte
nella più totale
oscurità. Se si pensa
alle costruzioni
megalitiche di Machu
Picchu, non si può non
rimanere sorpresi e
chiedersi come sia stato
possibile costruire
simili opere su un
cocuzzolo così impervio.
Come è stato possibile
trasportare blocchi
pesanti centinaia di
tonnellate su una
montagna? E non solo.
Molti di questi blocchi
sono sagomati in modo
particolare, in maniera
da potersi incastrare
perfettamente con
blocchi complementari. E
non dimentichiamo un
particolare importante:
i popoli del sud America
non conoscevano la
ruota! Vi renderete
conto come questo
complichi le cose,
niente carri, niente
carrucole o argani o
altri marchingegni che
implichino l’uso della
ruota. Tutto questo ha
fatto nascere mille
ipotesi tra cui le più
fantasiose chiamano in
causa alieni, dei o
magia. In una delle
puntate di “Stargate
Linea di confine”, lo
studioso Peter Tompkins
ha esposto la sua idea
che è degna di un certo
interesse e non chiama
in causa fenomeni
paranormali.
Nell’intervista concessa
a “Stargate Linea di
confine”, Tompkins ha
tenuto a specificare che
non esistono prove su
chi ha costruito le
piramidi, in quale
epoca, sul perché e
soprattutto sul come e
che tutta l’egittologia
ufficiale non si fonda
su prove certe ma solo
su supposizioni.
Partendo da questa
premessa ha esposto la
sua idea su come sia
stato possibile
costruire queste opere
megalitiche. Ha parlato
dell’esistenza di una
erba rossa alta più o
meno 25 centimetri,
capace di sciogliere la
pietra e poi di
riaggregarla nella forma
voluta. L’idea è che gli
antichi conoscendo tale
pianta, costruivano dei
cassoni, li riempivano
di ciottoli poi ci
buttavano un estratto di
questa pianta che
trasformava le pietre in
forma liquida e poi
aspettavano che il tutto
ritornasse in forma
solida. Così facendo,
avevano a disposizione
blocchi enormi della
forma voluta e nel posto
voluto. Questo
naturalmente
spiegherebbe molte cose
e soprattutto senza
chiamare in causa alieni
o poteri paranormali.
Una caratteristica delle
pietre di queste
costruzione megalitiche
è di essere piuttosto
regolari e ben levigate
ed è difficile pensare
come sia stato possibile
fare ciò, mentre con la
teoria di Tompinks, ciò
si spiega facilmente. Il
problema è dimostrare
l’esistenza di questa
erba rossa. Lo studioso
ha citato alcune
testimonianze scritte e
da lui ritrovate. La
prima di questa risale a
circa 2 secoli fa ed è
una leggenda riportata
da un viaggiatore
statunitense di Boston
che racconta di come
erano costruiti i grandi
templi mesoamericani
grazie all’utilizzo di
una pianta misteriosa.
Una seconda
testimonianza risale
all’inizio del 900 e
vede protagonista un
inglese. In un suo
viaggio a cavallo è
costretto a proseguire a
piedi perché il cavallo
si è azzoppato.
Chiaramente indossa
degli speroni, ma questi
misteriosamente si
dissolvono
nell’attraversamento di
un prato di erba rossa.
Un altro racconto
riporta le ricerche di
un prete che ha passato
gran parte della propria
vita alla ricerca di un
misterioso uccello, il
pito, di dimensioni
molto piccole che ha la
particolarità di scavare
il proprio nido nella
roccia con l’ausilio
della nostra erba rossa.
Il pito prende in bocca
un pezzo di erba rossa e
lo strofina nella roccia
che pian piano si
dissolve fino a formare
una cavità adatta a
contenere il suo nido.
Queste sono le
testimonianze storiche,
ma esiste un ulteriore
prova anche se
indiretta. Si tratta
dell’esperimento
dell’ingegnere francese
Davidovits, studioso di
agglomerati che è
riuscito a realizzare
delle rocce calcare
pesanti tonnellate
partendo da calcare
sbriciolato. Ha studiato
la sabbia di Giza ed ha
constatato che è di tipo
argilloso e partendo da
quest’elemento e
aggiungendovi un sale,
della calce e dell’acqua
ha realizzato dei
blocchi del tutto simili
a quelli delle grandi
piramidi. Da notare che
ha utilizzato
“ingredienti” conosciuti
agli antichi egizi, e
quindi è pensabile che
abbiano potuto inventare
questo sistema.
L’esperimento di
Davidovits è forse
meglio approfondirlo in
un lavoro a parte. Per
il momento è
interessante constatare
che l’esperimento sembra
confermare anche se in
maniera indiretta
l’ipotesi di Tompinks.
Le differenze fra le due
tecnologie ci sono, da
una parte un
calcestruzzo inventato
dall’uomo, dall’altra
parte una erba
particolare capace di
sciogliere le pietre.
Ora bisogna attendere la
prova definitiva, cioè
il ritrovamento di
questa pianta, sperando
che nel frattempo non
sia estinta. In effetti
considerando il gran
numero di opere
megalitiche realizzate
dai popoli mesoamericani
è ipotizzabile un
massiccio sfruttamento
di questa erba che l’ha
portata a sopravvivere
solo nei posti più
impervi. Il ritrovamento
di questa erba
cambierebbe notevolmente
le nostre teorie sui
popoli antichi e ciò che
ora sembra assurdo
tornerebbe ad avere una
spiegazione razionale.

Peter Tompkins
nasce nel 1919 in
Georgia, ma ha trascorso
gran parte della sua
infanzia in Toscana.
Iniziati gli studi ad
Harvard, allo scoppio
della seconda guerra
mondiale finì in Europa
come corrispondente di
alcuni giornali per poi
essere arruolato nei
servizi segreti
americani. Verso il
finire degli anni
quaranta ritornò negli
Stati Uniti, continuando
ad occuparsi di
giornalismo e facendo
ricerche sull’intervento
americano in Italia. Di
recente è uscito in
Italia un suo libro sul
fascismo, “Dalle carte
segrete del Duce”, dove
esamina documenti
sequestrati
dall’esercito americano
e dimostra, fra l’altro,
i legami fra fascismo e
massoneria e fra
fascismo e chiesa
cattolica e descrive il
rapporto fra Churchill e
Mussolini. Accanto
all’opera di storico
della seconda guerra
mondiale, ha affiancato
quella di studioso delle
antiche civiltà, come
quella egizia, essendo
stato anche l’ispiratore
del lavoro di John
Anthony West, lo
studioso che ha proposto
una retrodatazione della
Sfinge di Giza. Di
questo lavoro è stato
pubblicato in Italia, un
bel libro, “La magia
degli obelischi”. |