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Hiram Bingham

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L'Impero Inca
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Impronte peruviane
a cura di Nicola Bandoni

La città di Machupicchu,eretta a circa 3000 metri di altezza,considerata il frutto di tecniche ingegneristiche altamente evolute.Fu abbandonata repentinamente in un epoca a noi ancora sconosciuta.L'impero degli Incas, poco prima della dominazione spagnola, si estendeva per oltre 4000 km nell'America del Sud, in una zona compresa tra la Cordigliera della Ande e le coste dell'Oceano Pacifico. Era un impero fiorente, che dominava anche su molte altre popolazioni circostanti e che aveva coem centro nevralgico la splendida città di Cuzco, posta a ben 3500 metri d'altezza in una regione corrispondente all'attuale Perù meridionale. Gli Incas svilupparono una società altamente stratificata al cui vertice stava l'Inca, il sovrano, venerato come una sorta di semi-dio, dotato di poteri politici e religiosi al tempo stesso. L'Inca era per il suo popolo l'ultimo discendente di una lunga generazione di regnanti, il cui primo esponente fu il leggendario Manco Capac, fondatore, tra l'altro, di Cuzco. E proprio con la fondazione di Cuzco possiamo cominciare ad introdurre elementi, alcuni dei quali ormai ci sono familiari, che riguardano la possibilità che nel passato di antiche popolazioni vi siano indizi di possibili "interferenze di natura esogena". In Sudamerica, e in particolare in Perù, esistono leggende riferite sia ad esseri semi-umani provenienti dal profondo della Terra, sia a divinità cosmiche. Secondo la tradizione incaica, infatti, i primi Inca furono 4 fratelli e 4 sorelle. La leggenda li vuole mandati da Viracocha su una verga d'oro discesa dal cielo, atterrati al di sotto di un'isola del lago Titicaca e giunti in superficie da una porta di pietra, cioè una caverna. Uno dei 4 fratelli vi fece ritorno e sparì nelle sue viscere per sempre, 2 furono trasformati in pietre e l'ultimo, Manco Capac, rimase e fondò la città di Cuzco. Per farlo, delimitò il territorio lanciando con una fionda quattro piede verso i quattro angoli della terra. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la metafora della caverna potrebbe essere un lontano ricordo, deformato dal tempo, dell'ingresso di una nave, anche La grande muraglia di Cuzco che porta il nome si Corichanca:Nel riquadro la famosa pietra dai 12 ANGOLI. Si notino le perfette disposizioni delle imponenti pietre.Il punto di contatto tra una pietra e l’altra è talmente perfetto che tra di esse si riesce a far passare a malapena un temperino.se quest'elemento è già riscontrabile nella "verga d'oro" quale mezzo di trasporto. I fratelli potrebbero perciò essere i membri di una spedizione sulla terra, molto simile a quelle ipotizzate nel passato del Vecchio Mondo. Dei membri della spedizione uno tornò indietro, due probabilmente morirono, mentre i superstiti, Manco Capac in particolare, divennero i padri di una potente civiltà. in effetti la suprema divinità Inca era rappresentata da un oggetto di pietra ovaliforme. Leggende che ancora oggi si tramandano in Perù dicono che gli uomini nacquero da uova di bronzo, d'argento e di oro, scese dal cielo. E' il mito della creazione che come in tutte le culture ha un origine celeste associata ad archetipi, quali le uova volanti o le barche celesti... forse un ricordo mitizzato di veicoli capaci di viaggiare nel cosmo? Anche se non esistono prove a sostegno di questa ipotesrprendenti. La loro architettura è una vera sfida alle tecniche ingegneristiche e, perfino oggi, avremmo difficoltà a costruirne di così poderose in condizioni ambientali sfavorevoli. Come abbiamo visto, Cuzco si erge a 3500 metri di altezza, in una vallata posta alla confluenza di 3 fiumi (Tullumayo, Chunchullmayo, Huatanay). Proprio questi fiumi consentivano anticamente un rapido accesso alla città da ogni parte dell'impero e per questo gli Incas la definivano "l'ombelico del mondo". L'imponenza delle mura dei suoi palazzi era solennemente arricchita da un abbondante uso delle decorazioni d'oro. Tra i monumenti più importanti vi era il Corichanca, Il Recinto d'Oro, un incredibile santuario composto da sei edifici ricoperti d'oro e da un ampio cortile recintato, al cui centro si trovava una fontana, anch'essa laminata in oro. Abilissimi orafi, gli Incas possedevano sofisticInti-Huatana (Machupicchu) che significa “Attracco al sole” è una struttura costruita con la stessa tecnica del sarcofago situato all’interno della Grande Piramide di Cheope. Tecnica che permette la levigazione perfetta della pietra.ate doti ingegneristiche, che consentivano loro di collocare imponenti blocchi di pietra ovunque e, a quanto pare, con poco dispendio di mezzi. Ad ovest di Cuzco, la vicina Sacsayhuaman era posta su un lato di una ripidissima collina ed era protetta su tre lati da imponenti mura dalla forma a zig-zag, che oggi raggiungono i 16 metri di altezza ma che un tempo dovevano stagliarsi ben più in alto. I blocchi di pietra usati sono perfettamente intagliati e assemblati e tra loro non esistono fessure sufficienti a far passare una moneta da 50 centesimi! Per l'assemblaggio non vennero usati malta o altri composti di cemento, ne ganci o rampe... ciò nonostante hanno resistito al tempo, sfidando le forze della natura, senza subire danni. Il loro peso, di oltre 100 tonnellate, e le loro dimensioni (che in alcuni casi raggiungono i 5 metri di altezza e 3 metri di spessore), pongono irrisolvibili quesiti sulle tecniche di costruzione utilizzate. La precisione delle manovalanze Incas, in rapporto alla quantità e al peso di materiale che erano costrette ad impiegare, è tale da lasciar supporre tecniche altamente sofisticate per quell'epoca, le stesse tecnice costruttive a Tiahuanaco, Kenko, Tambu, Machay e Machupicchu, la più bella città dell'impero incaico, abbandonata in epoca imprecisata e per motivi sconosciuti. Gli Incas, insomma, al pari di molti popoli del Vecchio Mondo, sembravano molto più avanti da un punto di vista tecnologico di quanto gli archeologi e gli storici moderni riescano ad ammettere. Inoltre è palese la similarità tra la civiltà incaica e quella egizia: infatti oltre ad alcune usanze del tutto identiche, quale ad esempio l'imbalsamazione dei morti, anche le tecniche edilizie risultano simili. L'assemblaggio dei metalli peruviani è identico a quello che si riscontra in Egitto per l'edificazione del Tempio della Valle delle Piramidi, anche da un punto di vista simbolico-architettonico. L'Inti-Huatana (attracco al sole) e altre strutture di Machupicchu presentano una lavorazione effettuata sulla roccia viva, come si vede a Kenko, con supercici perfettameUna delle lenti molate trovate in Egitto a Huelan.Alcuni pensano che gli egiziani,come molti altri popoli antichi,avessero conoscenze evolute nel campo dell’ottica a tal punto da avere a disposizione strumenti simili ai nostri laser moderni!Questo spiegherebbe la perfetta levigatura e intagliatura di blocchi di immensi blocchi di pietra del peso di oltre 100 tonnellate!nte lisce e levigate. E' la stessa tecnica di chi costruì il sarcofago del faraone della Grande Piramide di Cheope in Egitto. Bauval e Hancock hanno chiesto una perizia sul sarcofago ad un ingegnere ottico, il quale ha confermato che il lavoro potrebbe essere stato eseguito con strumenti ottici sofisticati, come un laser. Effettivamente gli egizi conoscevano l'uso delle lenti, come dimostrano alcune lenti molate all'ossido di Cesio, scoperte in una tomba di Huelan e conservate al British Museum. L'ossido di Cesio oggi viene prodotto sinteticamente attraverso procedimenti elettrochimici, ne consegue, in base alle analogie, che le opere megalitiche peruviane furono realizzate allo stesso modo. Se fu attraverso le lenti al Cesio che vennero edificati i templi Peruviani e quelli d'Egitto, chi poteva detenere una tale avanzatissima tecnologia ottica ed elettrochimica, tipica di una civiltà industriale, e da dove arrivava? Era il retaggio culturale di civiltà più evolute distrutte in seguito a una catastrofe, come la mitica Atlantide? Oppure questa conoscenza derivava da insegnamenti ricevuti da essere superumani?