Il
genere Fraxinus
raggruppa circa 50
specie di alberi, o più
raramente arbusti,
originari dell'emisfero
boreale; il più comune
in ogni caso è l'excelsior,
originario dell'Europa e
dell'Asia. Albero
vigoroso, dalla figura
elegante e dal fogliame
delicato, il frassino
maggiore, di grandi
dimensioni, ha chioma
ampia e tondeggiante, il
fusto è slanciato e
solitamente poco
ramificato, la corteccia
è grigia, liscia negli
esemplari giovani, tende
a diventare rugosa e
fessurata con il passare
del tempo; raggiunge i
30-40 m di altezza e nei
primi anni ha una
crescita molto rapida.
Ha foglie
impari-pennate,
costituite da 7-9
foglioline sessili,
ovali, verde scuro,
pubescenti sulla pagina
inferiore, con margini
seghettati; in
primavera, prima della
comparsa delle foglie,
produce infiorescenze
ascellari, di colore
porpora. In estate
produce frutti
costituiti da un solo
seme, dotato di lunghe
ali (samara). Ama
particolarmente le
posizioni in pieno sole,
gli creano problemi sia
l'ombra che la
mezz'ombra; non teme il
freddo e neanche il
caldo, ed è molto
resistente al vento.
Volendolo coltivare
bisogna tener presente
che cresce
senza problemi in
qualsiasi terreno,
preferendo quelli
ricchi, ben drenati e
molto profondi, poiché
l'apparato radicale si
allarga molto e si
spinge in profondità. I
frassini si possono
porre a dimora anche in
luoghi con scarso
drenaggio e in terreni
molto bagnati, ma
bisogna evitare i
terreni troppo asciutti
e sassosi, poiché queste
piante mal sopportano la
siccità.
La
moltiplicazione
avviene per seme,
utilizzando in autunno
le samare appena cadute
dall'albero, i semenzai
vanno lasciati
all'aperto, poiché per
germinare i semi
necessitano di un
periodo freddo. I semi
si possono conservare in
frigorifero e seminare
l'anno successivo;
ricordando comunque che
spesso germinano due
anni dopo essere caduti
dalla pianta, e possono
rimanere dormienti per
molto tempo. Non teme
particolari malattie ed
è quindi l'albero di
alto fusto tipico dei
boschi montani, fornisce
un legno compatto, duro,
bianco-gialliccio che
non si scheggia, si può
curvare con il vapore e
lucidare molto bene. È
impiegato in
falegnameria e per la
costruzione di utensili,
attrezzi sportivi e
piccoli oggetti. Nessuna
meraviglia che fosse
considerato l'Albero
sacro dagli antichi
Celti e Germani, che lo
identificavano
addirittura con la
colonna che regge il
mondo. Pensavano che dal
mondo vegetale fossero
scaturite tutte le altre
forme di vita, compresi
gli animali e gli
uomini. Esemplare è la
storia Yggdrasil nome
che, nella mitologia
nordica, era attribuito
al frassino, gigante
verde, che regge
l’Universo, fonte della
Conoscenza e figura
mitologica esso stesso.
Il frassino sacro
conservava in se' i
misteri della natura,
primo fra tutti il
segreto della vita,
quindi era l'albero
attraverso il quale si
poteva accedere alla
Conoscenza ed era la
colonna su cui si
credeva che si reggesse
l’Universo. Nelle
rappresentazioni
mitologiche, le radici
del frassino sacro si
snodano lungo i tre
mondi che costituiscono
il Cosmo. La prima
radice arriva fino ad
Asgard, la casa degli
Dei. La seconda radice
si spinge fino a Midgard,
la terra degli uomini.
La terza radice giunge
nel mondo dei morti.
Accanto alla radice che
giunge ad Asgard vivono
le tre Norne, le
divinità che reggono le
sorti degli Dei e degli
uomini, omologhe delle
Erinni greche e delle
Parche della mitologia
romana. Le Norne si
prendono cura della
radice del frassino
sacro, intagliano rune,
tessono, giocano
d’azzardo fra loro,
usando come posta del
gioco il destino degli
umani. La seconda radice
di Yggdrasil, che
termina in Midgard,
viene irrigata dalla
sorgente del Sapere:
Mimir. Proprio in questo
luogo Odino un giorno si
dissetò, durante il suo
cammino fino ai confini
del mondo alla ricerca
della Conoscenza di
tutte le cose, e
ottenne, in cambio di un
occhio, lasciato in
pegno a Mimir, la
Visione. Dopo questa
tremenda prova, Odino
poté avvicinarsi
all'Albero della Vita,
Yggdrasil, al quale
rimase impiccato nove
giorni e nove notti,
ferito da una lancia, in
modo da poter
germogliare ed acquisire
così la Conoscenza della
magia, delle Rune, dei
segreti della natura e
della vita. Esiodo
racconta una storia
analoga, collegando il
frassino alle lotte dei
Titani per governare il
mondo (e nel Tartaro
torna la simbologia del
nove come numero magico
per accedere alla
conoscenza), nonché alla
“terza stirpe di uomini”
detta di bronzo: gli
Elleni che conquistarono
Troia appunto con armi
di bronzo dai manici di
frassino e lance di
frassino con punte di
bronzo. Va detto a
questo proposito che
l’albero era sacro a
Poseidone,
che oltre ad essere il
dio del mare era il
signore assoluto dei
sismi. Suo animale sacro
era il cavallo, che è
anche psicopompo
(conduttore delle anime
nell’aldilà) ecco un po’
la genealogia del
cavaliere nero, che
tanta fortuna ebbe nelle
saghe medievali e
romantiche. Prima di
Apollo era Poseidone a
profetizzare a Delfi
attraverso un fuoco
provocato proprio dai
fulmini attirati dai
frassini che vi
crescevano. Poseidone è
anche il dio di tutte le
acque e sorgenti, per
cui il frassino gli è
doppiamente legato. Una
superstizione popolare
ancora viva ai tempi
dell’emigrazione in
America voleva che il
suo legno preservasse
dalla morte per
annegamento. I Druidi
ereditarono la visione
sacra dei Germani e
l'adattarono alla
mentalità più pratica di
una popolazione che non
viveva più di caccia, ma
di pastorizia ed
agricoltura. Il frassino
dunque continua a
reggere il mondo, ma è
legato alla pioggia
ristoratrice,
probabilmente per la sua
capacità di attirare le
folgori che annunciano
l’arrivo della pioggia,
quindi, pianta
femminile, legata
all'acqua ristoratrice
ed elemento
indispensabile alla
vita. Le ninfe, già
presenti nella mitologia
greca, prevalgono fino a
cancellare completamente
il ricordo di Poseidone.
Nella mitologia celtica
l’antica Dea è ancora
potentissima e non ha
bisogno d’un compagno
per operare… va tuttavia
segnalato che Poseidone,
il dio del cupo istinto
che la Grecia
rappresenta in eterna
lotta (perdente!) con
Atena, dea della
ragione, è anche il
primo e più fedele
compagno di Afrodite,
l’unico che quando la
poveretta è colta in
flagrante adulterio con
Ares paghi il prezzo del
suo riscatto. La
mitologia celtica
comunque non ci ha
lasciato ne’ fatti, ne’
nomi, dato che
l’apprendimento era
segreto ed orale.
Sappiamo invece molto
delle applicazioni
pratiche, che son
filtrate attraverso le
tradizioni della
medicina alternativa. La
bacchetta magica, per
esempio. era spesso
fatta col suo legno per
le venature dritte e
parallele (conduttrici
di energia). Comunque
prima della massiccia
utilizzazione di metallo
e plastica del nostro
dopoguerra, la durezza e
l’elasticità di questo
legno ne facevano il
principale “fornitore”
di sci, remi, alberi di
barche, bastoni da
hockey e racchette da
tennis. Legno magico o
semplicemente duro ed
elastico? Si potrebbe
discuterne all’infinito!
I maghi di oggi
assicurano che tenendo
delle foglie fresche di
frassino sotto al
cuscino si possono
favorire sogni medianici
e si continuano a
fabbricare bacchette in
frassino per trattamenti
di guarigione e magia
solare. È inoltre
rimasto un mediatore tra
Terra e Cielo anche in
epoca cristiana ed era
talmente venerato, che
Carlo Magno, nelle
regioni britanniche e
della Germania
settentrionale, dovette
farne abbattere alcuni
maestosi esemplari, per
imporre la religione
cristiana e piegare la
resistenza delle
popolazioni indigene.
Fin quasi ai giorni
nostri, il frassino è
stato considerato un
albero dai grandi
poteri, fra i quali
quello taumaturgico,
tanto che, fino al 1830,
in alcune contee
inglesi, i bambini
venivano fatti passare
attraverso un buco nel
tronco di un vecchio
frassino per essere
guariti da ogni
malattia. Fra le grandi
virtù che gli sono
attribuite vi è anche
quella di essere
efficace contro il
veleno, tanto da essere
chiamato, anche da noi,
“albero dei serpenti”.
Il succo delle sue
foglie era utilizzato
sulle ferite provocate
dai loro morsi, fin dai
tempi degli antichi
Greci. A Roma Plinio
sosteneva che i serpenti
ne temono addirittura
l’ombra e suggerisce di
“sperimentare” il potere
della pianta costruendo
un cerchio di questo
legno, gettando un
serpente nell’anello
così ottenuto ed
accendendovi un fuoco:
il serpente si butta
infallibilmente nel
fuoco pur di non
avvicinarsi al frassino!
Coincidenza o generosità
della natura il frassino
fiorisce prima che i
serpenti escano dalle
loro tane e non perde il
fogliame finché non sono
in letargo. Uno
scienziato scettico
tuttavia potrebbe
spiegare la diffidenza
dei serpenti nei
confronti della pianta
appunto col fatto che
non la conoscono. Un
altro frassino
importante, soprattutto
presso le popolazioni
greche e medio
orientali, è l'orniello,
da cui si ricava,
mediante incisione del
tronco, un liquido
zuccherino chiamato
manna, in ricordo della
sostanza che ristorò il
popolo d'Israele durante
la traversata del
deserto. In realtà non
ci sono ornielli nel
deserto del Sinai! In
greco questo tipo di
frassino si chiama
“melîa” ed è chiara
l’assonanza col miele.
Oggi la fitoterapia
riconosce a foglie,
corteccia e semi di
frassino proprietà
febbrifughe,
astringenti, toniche,
lassative e sudorifere.
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di
Mary Falco
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