INDICE DI SEZIONE
 

Il Tempo dei Celti
Alexei Kondratiev

:: VAI ALLA SCHEDA ::

SEI INTERESSATO AD UN LIBRO SPECIFICO? EFFETTUA UNA RICERCA APPROFONDITA

         LIVE HELP
       NEWSLETTER

Inserisci la tua mail per ricevere gli aggiornamenti mensili del portale. Non perderti nulla del mondo "Daltramontoallalba.it"!

      ADVERTISING
 

 

L'erbario Celtico: il frassino
a cura di Mary Falco

Il genere Fraxinus raggruppa circa 50 specie di alberi, o più raramente arbusti, originari dell'emisfero boreale; il più comune in ogni caso è l'excelsior, originario dell'Europa e dell'Asia. Albero vigoroso, dalla figura elegante e dal fogliame delicato, il frassino maggiore, di grandi dimensioni, ha chioma ampia e tondeggiante, il fusto è slanciato e solitamente poco ramificato, la corteccia è grigia, liscia negli esemplari giovani, tende a diventare rugosa e fessurata con il passare del tempo; raggiunge i 30-40 m di altezza e nei primi anni ha una crescita molto rapida. Ha foglie impari-pennate, costituite da 7-9 foglioline sessili, ovali, verde scuro, pubescenti sulla pagina inferiore, con margini seghettati; in primavera, prima della comparsa delle foglie, produce infiorescenze ascellari, di colore porpora. In estate produce frutti costituiti da un solo seme, dotato di lunghe ali (samara). Ama particolarmente le posizioni in pieno sole, gli creano problemi sia l'ombra che la mezz'ombra; non teme il freddo e neanche il caldo, ed è molto resistente al vento. Volendolo coltivare bisogna tener presente che cresce senza problemi in qualsiasi terreno, preferendo quelli ricchi, ben drenati e molto profondi, poiché l'apparato radicale si allarga molto e si spinge in profondità. I frassini si possono porre a dimora anche in luoghi con scarso drenaggio e in terreni molto bagnati, ma bisogna evitare i terreni troppo asciutti e sassosi, poiché queste piante mal sopportano la siccità. La moltiplicazione avviene per seme, utilizzando in autunno le samare appena cadute dall'albero, i semenzai vanno lasciati all'aperto, poiché per germinare i semi necessitano di un periodo freddo. I semi si possono conservare in frigorifero e seminare l'anno successivo; ricordando comunque che spesso germinano due anni dopo essere caduti dalla pianta, e possono rimanere dormienti per molto tempo. Non teme particolari malattie ed è quindi l'albero di alto fusto tipico dei boschi montani, fornisce un legno compatto, duro, bianco-gialliccio che non si scheggia, si può curvare con il vapore e lucidare molto bene. È impiegato in falegnameria e per la costruzione di utensili, attrezzi sportivi e piccoli oggetti. Nessuna meraviglia che fosse considerato l'Albero sacro dagli antichi Celti e Germani, che lo identificavano addirittura con la colonna che regge il mondo. Pensavano che dal mondo vegetale fossero scaturite tutte le altre forme di vita, compresi gli animali e gli uomini. Esemplare è la storia Yggdrasil nome che, nella mitologia nordica, era attribuito al frassino, gigante verde, che regge l’Universo, fonte della Conoscenza e figura mitologica esso stesso. Il frassino sacro conservava in se' i misteri della natura, primo fra tutti il segreto della vita, quindi era l'albero attraverso il quale si poteva accedere alla Conoscenza ed era la colonna su cui si credeva che si reggesse l’Universo. Nelle rappresentazioni mitologiche, le radici del frassino sacro si snodano lungo i tre mondi che costituiscono il Cosmo. La prima radice arriva fino ad Asgard, la casa degli Dei. La seconda radice si spinge fino a Midgard, la terra degli uomini. La terza radice giunge nel mondo dei morti. Accanto alla radice che giunge ad Asgard vivono le tre Norne, le divinità che reggono le sorti degli Dei e degli uomini, omologhe delle Erinni greche e delle Parche della mitologia romana. Le Norne si prendono cura della radice del frassino sacro, intagliano rune, tessono, giocano d’azzardo fra loro, usando come posta del gioco il destino degli umani. La seconda radice di Yggdrasil, che termina in Midgard, viene irrigata dalla sorgente del Sapere: Mimir. Proprio in questo luogo Odino un giorno si dissetò, durante il suo cammino fino ai confini del mondo alla ricerca della Conoscenza di tutte le cose, e ottenne, in cambio di un occhio, lasciato in pegno a Mimir, la Visione. Dopo questa tremenda prova, Odino poté avvicinarsi all'Albero della Vita, Yggdrasil, al quale rimase impiccato nove giorni e nove notti, ferito da una lancia, in modo da poter germogliare ed acquisire così la Conoscenza della magia, delle Rune, dei segreti della natura e della vita. Esiodo racconta una storia analoga, collegando il frassino alle lotte dei Titani per governare il mondo (e nel Tartaro torna la simbologia del nove come numero magico per accedere alla conoscenza), nonché alla “terza stirpe di uomini” detta di bronzo: gli Elleni che conquistarono Troia appunto con armi di bronzo dai manici di frassino e lance di frassino con punte di bronzo. Va detto a questo proposito che l’albero era sacro a Poseidone, che oltre ad essere il dio del mare era il signore assoluto dei sismi. Suo animale sacro era il cavallo, che è anche psicopompo (conduttore delle anime nell’aldilà) ecco un po’ la genealogia del cavaliere nero, che tanta fortuna ebbe nelle saghe medievali e romantiche. Prima di Apollo era Poseidone a profetizzare a Delfi attraverso un fuoco provocato proprio dai fulmini attirati dai frassini che vi crescevano. Poseidone è anche il dio di tutte le acque e sorgenti, per cui il frassino gli è doppiamente legato. Una superstizione popolare ancora viva ai tempi dell’emigrazione in America voleva che il suo legno preservasse dalla morte per annegamento. I Druidi ereditarono la visione sacra dei Germani e l'adattarono alla mentalità più pratica di una popolazione che non viveva più di caccia, ma di pastorizia ed agricoltura. Il frassino dunque continua a reggere il mondo, ma è legato alla pioggia ristoratrice, probabilmente per la sua capacità di attirare le folgori che annunciano l’arrivo della pioggia, quindi, pianta femminile, legata all'acqua ristoratrice ed elemento indispensabile alla vita. Le ninfe, già presenti nella mitologia greca, prevalgono fino a cancellare completamente il ricordo di Poseidone. Nella mitologia celtica l’antica Dea è ancora potentissima e non ha bisogno d’un compagno per operare… va tuttavia segnalato che Poseidone, il dio del cupo istinto che la Grecia rappresenta in eterna lotta (perdente!) con Atena, dea della ragione, è anche il primo e più fedele compagno di Afrodite, l’unico che quando la poveretta è colta in flagrante adulterio con Ares paghi il prezzo del suo riscatto. La mitologia celtica comunque non ci ha lasciato ne’ fatti, ne’ nomi, dato che l’apprendimento era segreto ed orale. Sappiamo invece molto delle applicazioni pratiche, che son filtrate attraverso le tradizioni della medicina alternativa. La bacchetta magica, per esempio. era spesso fatta col suo legno per le venature dritte e parallele (conduttrici di energia). Comunque prima della massiccia utilizzazione di metallo e plastica del nostro dopoguerra, la durezza e l’elasticità di questo legno ne facevano il principale “fornitore” di sci, remi, alberi di barche, bastoni da hockey e racchette da tennis. Legno magico o semplicemente duro ed elastico? Si potrebbe discuterne all’infinito! I maghi di oggi assicurano che tenendo delle foglie fresche di frassino sotto al cuscino si possono favorire sogni medianici e si continuano a fabbricare bacchette in frassino per trattamenti di guarigione e magia solare. È inoltre rimasto un mediatore tra Terra e Cielo anche in epoca cristiana ed era talmente venerato, che Carlo Magno, nelle regioni britanniche e della Germania settentrionale, dovette farne abbattere alcuni maestosi esemplari, per imporre la religione cristiana e piegare la resistenza delle popolazioni indigene. Fin quasi ai giorni nostri, il frassino è stato considerato un albero dai grandi poteri, fra i quali quello taumaturgico, tanto che, fino al 1830, in alcune contee inglesi, i bambini venivano fatti passare attraverso un buco nel tronco di un vecchio frassino per essere guariti da ogni malattia. Fra le grandi virtù che gli sono attribuite vi è anche quella di essere efficace contro il veleno, tanto da essere chiamato, anche da noi, “albero dei serpenti”. Il succo delle sue foglie era utilizzato sulle ferite provocate dai loro morsi, fin dai tempi degli antichi Greci. A Roma Plinio sosteneva che i serpenti ne temono addirittura l’ombra e suggerisce di “sperimentare” il potere della pianta costruendo un cerchio di questo legno, gettando un serpente nell’anello così ottenuto ed accendendovi un fuoco: il serpente si butta infallibilmente nel fuoco pur di non avvicinarsi al frassino! Coincidenza o generosità della natura il frassino fiorisce prima che i serpenti escano dalle loro tane e non perde il fogliame finché non sono in letargo. Uno scienziato scettico tuttavia potrebbe spiegare la diffidenza dei serpenti nei confronti della pianta appunto col fatto che non la conoscono. Un altro frassino importante, soprattutto presso le popolazioni greche e medio orientali, è l'orniello, da cui si ricava, mediante incisione del tronco, un liquido zuccherino chiamato manna, in ricordo della sostanza che ristorò il popolo d'Israele durante la traversata del deserto. In realtà non ci sono ornielli nel deserto del Sinai! In greco questo tipo di frassino si chiama “melîa” ed è chiara l’assonanza col miele. Oggi la fitoterapia riconosce a foglie, corteccia e semi di frassino proprietà febbrifughe, astringenti, toniche, lassative e sudorifere.

Visita il sito personale di Mary Falco