L’Hedera,
appartenete alla
famiglia delle
Araliaceae, costituisce
un genere di circa 15
specie di piante
rampicanti, sempreverdi,
rustiche e molto
diffuse. Le più comuni
sono: l’Hedera
helix, la
varietà più diffusa in
Italia e in Europa. Si
tratta di una specie
rustica rampicante,
caratterizzata da foglie
verde intenso screziate
di macchie argentee
lungo le nervature e
frutti di colore nero,
velenosi per gli uomini
ma non per gli animali.
Oltre ad essere sempre
verde fiorisce in
autunno e fruttifica in
inverno. Può raggiungere
anche un'altezza di
15-30 metri. L’Hedera
colchica o amurensis:
varietà rampicante che
cresce molto
velocemente. Le foglie
sono cuoriformi, di
colore verde scuro,
larghe e lunghe anche 20
cm. L'altezza si aggira
generalmente intorno ai
10 metri. L’Hedera
azoica:
varietà vigorosa, con
foglie di colore verde
chiaro che da giovani
sono ricoperte, come i
fusti, da un leggero
strato di peluria
marrone. L’Hedera
canariensis:
originaria delle Isole
Canarie e dell'Africa
Settentrionale, cresce
in maniera rigogliosa
sia in ombra che al
sole. Le foglie sono
ovate e lobate, verdi
d'estate, verdi-marroni
d'inverno. In ogni
specie comunque le
piante più giovani
presentano rami con
foglie lobate e radici
aeree, che si
"agganciano" a tutte le
superfici, quelle adulte
invece sono
caratterizzate da rami,
detti arborescenti, con
foglie intere, dal
contorno ondulato, privi
di radici aeree, sui
quali spuntano fiori e
frutti. I rami
arborescenti crescono
sui rami rampicanti e si
sviluppano in lunghezza.
Legata ancor prima della
vite al dio greco
Dioniso, ne rappresenta
l’aspetto invernale, che
poi è quello legato alla
tragedia ed alla vita
ultraterrena. Era
rappresentata sempre
incoronata d’edera la
musa Talia, che
proteggeva appunto la
stagione delle commedie.
La sua caratteristica di
sempre-verde ne fa un
simbolo dell’immortalità
dell’anima, ma anche un
elemento sempre
disponibile per
confezionare corone e
ghirlande anche nel
cuore dell’inverno. Non
sappiamo a quale dio
celtico fosse cara, ma
certamente rientra fra
le piante sacre ed è
connessa all’antico
culto del serpente e
quindi del drago, che
poi di nuovo sono
simboli dell’oltretomba.
Una luce sull’antica
religione è gettata
dalla leggenda della
Dama Verde di Caerphilly,
castello gallese del
XIII sec., che può
trasformarsi in edera
per sfuggire agli
sguardi indesiderati.
Poiché i druidi non ci
hanno lasciato
testimonianze scritte
dobbiamo ricorrere alla
farmacopea greca per
avere una traccia delle
sue proprietà.
Dioscoride l’usava
contro la dissenteria, i
disturbi alla milza, le
ulcere, le otiti ed il
mal di denti; era
opinione diffusa che
contrastasse anche
l’ubriachezza, per cui
non poteva mancare nei
banchetti. Si preparava
anche un decotto d’edera
per risvegliare chi
avesse bevuto un po’
troppo. Il suo uso era
talmente ovvio che nel
mondo romano e poi
etrusco (v. miei
articoli sugli Etruschi)
un tralcio d'edera
significava locanda. Nel
medioevo viene impiegata
anche per vincere
l’itterizia, l’insonnia
e le irregolarità
mestruali. La Chiesa
continuò a considerarla
simbolo d’immortalità,
ma il suo legame tenace
con Dioniso ne fa più
volentieri il simbolo
dell’attaccamento
amoroso e della fedeltà.
Oggi però data la sua
altissima tossicità
viene usata soltanto per
rimedi esterni, primo
fra tutti bagni e creme
contro la cellulite. La
botanica moderna ha pure
riconosciuto la
sostanziale affinità con
la vite e ancora una
volta i miti antichi
testimoniano una
profonda conoscenza
della natura, che la
nostra scienza raggiunge
solo a poco a poco. Per
chi vuole creare un
angolo dionisiaco in
giardino è certamente la
pianta ideale e non per
niente era la preferita
dai romantici. Si tratta
di una pianta ideale per
creare recinzioni e
siepi sempreverdi; è
infatti, in grado di
coprire completamente e
in breve tempo muri,
graticci e reti. Le
varietà dalle foglie
variegate, oltre a
rivestire le superfici e
a celare eventuali viste
indesiderate, donano
piacevoli giochi di
colore. Da sottolineare
è anche la grande
capacità di adattamento
che caratterizza tutte
le specie di Hedera. In
generale la pianta non
richiede particolari
attenzioni: cresce bene
sia in posizioni
soleggiate, anche se è
megli o
evitare l'esposizione
diretta ai raggi solari,
sia in ombra. È in grado
di resistere anche in
situazioni di scarsità
d’acqua; teme in misura
limitata l'umidità.
Predilige posizioni
riparate ma riesce a
sopravvivere anche in
zone esposte al vento;
in tal caso però le
foglie possono restare
danneggiate.
Va
piantata in
autunno o all'inizio
della primavera. L'Hedera
non richiede un
particolare terreno;
questo deve essere
soltanto ben drenato. In
primavera o in estate si
consiglia la
somministrazione di
concime liquido. Se
coltivata in vaso, è
bene fornire alla pianta
dei sostegni ai quali la
stessa possa appoggiarsi
e procedere al rinvaso
almeno una volta
all'anno nello stesso
periodo consigliato per
la piantumazione.
La
moltiplicazione:
avviene per talea. Se si
desidera ottenere
un'edera cespuglio,
talee apicali, di circa
10-15 cm, dovranno
essere prelevate dai
rami adulti, quelli che
abbiamo definito
arborescenti. La
piantina così ottenuta
sarà in grado di
produrre grandi quantità
di fiori e frutti fin da
giovane. Nel caso in cui
si voglia invece
ottenere un'edera
rampicante, le talee
lunghe 10-15 cm dovranno
essere ricavate da rami
giovani. In entrambe i
casi, le talee dovranno
essere collocate in
appositi cassoni da
moltiplicazione riempiti
con un miscuglio di
sabbia e torba. Una
volta avvenuto il
radicamento, le piantine
saranno piantate in vasi
singoli del diametro di
circa 8 cm. Un'altra
modalità di
moltiplicazione
dell'edera prevede che
talee apicali di circa
15 cm ottenute da rami
significati siano
piantate direttamente
all'aperto, in una
posizione riparata e in
un terreno arricchito
con sabbia. La potatura
è da effettuare due
volte l'anno: in marzo e
durante l'estate, al
fine di rafforzare la
pianta e contenerne,
nonché controllarne la
crescita.
Visita il sito personale
di
Mary Falco
|