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Il Tempo dei Celti
Alexei Kondratiev

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L'erbario Celtico: l'edera
a cura di Mary Falco

Illustrazioni a cura di Brian Froud ed Alan Lee realizzate per il volume "Fate" pubblicato da Rizzoli nel 1979.L’Hedera, appartenete alla famiglia delle Araliaceae, costituisce un genere di circa 15 specie di piante rampicanti, sempreverdi, rustiche e molto diffuse. Le più comuni sono: l’Hedera helix, la varietà più diffusa in Italia e in Europa. Si tratta di una specie rustica rampicante, caratterizzata da foglie verde intenso screziate di macchie argentee lungo le nervature e frutti di colore nero, velenosi per gli uomini ma non per gli animali. Oltre ad essere sempre verde fiorisce in autunno e fruttifica in inverno. Può raggiungere anche un'altezza di 15-30 metri. L’Hedera colchica o amurensis: varietà rampicante che cresce molto velocemente. Le foglie sono cuoriformi, di colore verde scuro, larghe e lunghe anche 20 cm. L'altezza si aggira generalmente intorno ai 10 metri. L’Hedera azoica: varietà vigorosa, con foglie di colore verde chiaro che da giovani sono ricoperte, come i fusti, da un leggero strato di peluria marrone. L’Hedera canariensis: originaria delle Isole Canarie e dell'Africa Settentrionale, cresce in maniera rigogliosa sia in ombra che al sole. Le foglie sono ovate e lobate, verdi d'estate, verdi-marroni d'inverno. In ogni specie comunque le piante più giovani presentano rami con foglie lobate e radici aeree, che si "agganciano" a tutte le superfici, quelle adulte invece sono caratterizzate da rami, detti arborescenti, con foglie intere, dal contorno ondulato, privi di radici aeree, sui quali spuntano fiori e frutti. I rami arborescenti crescono sui rami rampicanti e si sviluppano in lunghezza. Legata ancor prima della vite al dio greco Dioniso, ne rappresenta l’aspetto invernale, che poi è quello legato alla tragedia ed alla vita ultraterrena. Era rappresentata sempre incoronata d’edera la musa Talia, che proteggeva appunto la stagione delle commedie. La sua caratteristica di sempre-verde ne fa un simbolo dell’immortalità dell’anima, ma anche un elemento sempre disponibile per confezionare corone e ghirlande anche nel cuore dell’inverno. Non sappiamo a quale dio celtico fosse cara, ma certamente rientra fra le piante sacre ed è connessa all’antico culto del serpente e quindi del drago, che poi di nuovo sono simboli dell’oltretomba. Una luce sull’antica religione è gettata dalla leggenda della Dama Verde di Caerphilly, castello gallese del XIII sec., che può trasformarsi in edera per sfuggire agli sguardi indesiderati. Poiché i druidi non ci hanno lasciato testimonianze scritte dobbiamo ricorrere alla farmacopea greca per avere una traccia delle sue proprietà. Dioscoride l’usava contro la dissenteria, i disturbi alla milza, le ulcere, le otiti ed il mal di denti; era opinione diffusa che contrastasse anche l’ubriachezza, per cui non poteva mancare nei banchetti. Si preparava anche un decotto d’edera per risvegliare chi avesse bevuto un po’ troppo. Il suo uso era talmente ovvio che nel mondo romano e poi etrusco (v. miei articoli sugli Etruschi) un tralcio d'edera significava locanda. Nel medioevo viene impiegata anche per vincere l’itterizia, l’insonnia e le irregolarità mestruali. La Chiesa continuò a considerarla simbolo d’immortalità, ma il suo legame tenace con Dioniso ne fa più volentieri il simbolo dell’attaccamento amoroso e della fedeltà. Oggi però data la sua altissima tossicità viene usata soltanto per rimedi esterni, primo fra tutti bagni e creme contro la cellulite. La botanica moderna ha pure riconosciuto la sostanziale affinità con la vite e ancora una volta i miti antichi testimoniano una profonda conoscenza della natura, che la nostra scienza raggiunge solo a poco a poco. Per chi vuole creare un angolo dionisiaco in giardino è certamente la pianta ideale e non per niente era la preferita dai romantici. Si tratta di una pianta ideale per creare recinzioni e siepi sempreverdi; è infatti, in grado di coprire completamente e in breve tempo muri, graticci e reti. Le varietà dalle foglie variegate, oltre a rivestire le superfici e a celare eventuali viste indesiderate, donano piacevoli giochi di colore. Da sottolineare è anche la grande capacità di adattamento che caratterizza tutte le specie di Hedera. In generale la pianta non richiede particolari attenzioni: cresce bene sia in posizioni soleggiate, anche se è meglio evitare l'esposizione diretta ai raggi solari, sia in ombra. È in grado di resistere anche in situazioni di scarsità d’acqua; teme in misura limitata l'umidità. Predilige posizioni riparate ma riesce a sopravvivere anche in zone esposte al vento; in tal caso però le foglie possono restare danneggiate. Va piantata in autunno o all'inizio della primavera. L'Hedera non richiede un particolare terreno; questo deve essere soltanto ben drenato. In primavera o in estate si consiglia la somministrazione di concime liquido. Se coltivata in vaso, è bene fornire alla pianta dei sostegni ai quali la stessa possa appoggiarsi e procedere al rinvaso almeno una volta all'anno nello stesso periodo consigliato per la piantumazione. La moltiplicazione: avviene per talea. Se si desidera ottenere un'edera cespuglio, talee apicali, di circa 10-15 cm, dovranno essere prelevate dai rami adulti, quelli che abbiamo definito arborescenti. La piantina così ottenuta sarà in grado di produrre grandi quantità di fiori e frutti fin da giovane. Nel caso in cui si voglia invece ottenere un'edera rampicante, le talee lunghe 10-15 cm dovranno essere ricavate da rami giovani. In entrambe i casi, le talee dovranno essere collocate in appositi cassoni da moltiplicazione riempiti con un miscuglio di sabbia e torba. Una volta avvenuto il radicamento, le piantine saranno piantate in vasi singoli del diametro di circa 8 cm. Un'altra modalità di moltiplicazione dell'edera prevede che talee apicali di circa 15 cm ottenute da rami significati siano piantate direttamente all'aperto, in una posizione riparata e in un terreno arricchito con sabbia. La potatura è da effettuare due volte l'anno: in marzo e durante l'estate, al fine di rafforzare la pianta e contenerne, nonché controllarne la crescita.

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